Onde di Giada - Il primo bagno insieme

Il sole di fine estate mi scaldava la pelle mentre armeggiavo con le corde della piccola barca a motore ormeggiata al molo. Il lago scintillava davanti a me come uno specchio, incorniciato dalle montagne verdi e un cielo azzurro. Avevo pianificato tutto nei minimi dettagli: una gita tranquilla, un picnic, e poi… quel qualcosa in più che mi frullava in testa da giorni. Accanto a me, Mei, la mia amica diciottenne di origini cinesi, stava sistemando il cestino con i panini. I suoi capelli neri e lisci le cadevano morbidi sulle spalle, e il vestitino leggero che indossava aderiva appena alle sue curve delicate, lasciando intravedere la pelle dorata.

“Sei sicura che ti va di venire?” le chiesi, con un sorriso che nascondeva un pizzico di malizia.
Mei alzò lo sguardo, i suoi occhi a mandorla brillavano di curiosità. “Certo, mi fido di te. E poi mi hai detto che sono persone simpatiche, no?”
“Simpaticissime,” risposi, pensando a Carla e Giorgio, la coppia di sessantenni che ci aspettava dall’altra parte del lago. Non le avevo raccontato tutto, non ancora. Volevo che fosse una sorpresa, un gioco che si sarebbe svelato piano piano.

Feci scivolare la barca sull’acqua con un ronzio dolce, e il vento tiepido scompigliava i capelli di Mei, che rideva cercando di trattenerli. La guardavo di sottecchi, immaginando già come sarebbe andata. Carla e Giorgio erano amici di vecchia data, una coppia aperta, disinibita, con una passione per le esperienze fuori dall’ordinario. Quando avevo accennato a Mei, giovanissima e bellissima, i loro occhi si erano accesi di un interesse che non aveva bisogno di parole.

Arrivammo a una piccola baia nascosta, dove la barca dei sessantenni era già ancorata. Carla ci salutò con un cenno della mano, i capelli brizzolati mossi dalla brezza, il corpo ancora tonico fasciato da un costume intero che metteva in risalto un seno molto abbondante, quasi prorompente, impossibile da ignorare. Giorgio, accanto a lei, sorseggiava un bicchiere di vino, la camicia sbottonata che rivelava un petto abbronzato e una vitalità che sfidava gli anni.

“Benvenuti!” esclamò Carla, scendendo sulla riva per aiutarci a ormeggiare. Mei le sorrise timidamente, stringendole la mano. Notai lo sguardo di Carla indugiare un attimo di troppo sulla ragazza, e un brivido di eccitazione mi attraversò la schiena.

Dopo i convenevoli e qualche chiacchiera leggera, ci sistemammo su una coperta stesa sulla riva. Il vino scorreva, il sole scaldava, e l’atmosfera si faceva via via più rilassata. Giorgio raccontava aneddoti di gioventù con una voce profonda che catturava l’attenzione di Mei, mentre Carla si avvicinava a lei, sfiorandole il braccio con una scusa qualsiasi.

“Sei proprio graziosa,” le disse Carla, con un tono che oscillava tra il materno e il seducente, il suo seno abbondante che si intravedeva ancora di più quando si chinava leggermente. Mei arrossì, ma non si ritrasse. Capii che era il momento di spingermi oltre. “Che ne dite di un bagno tutti insieme?” proposi, alzandomi in piedi.

Giorgio rise, posando il bicchiere. “Solo se ci togliamo questi vestiti ingombranti!” E con un gesto rapido si liberò della camicia, restando in costume. Carla lo imitò, lasciando cadere il pareo che aveva legato in vita, il costume che accentuava ancor di più le sue forme generose. Mei esitò, guardandomi in cerca di rassicurazione. Le sorrisi, togliendomi la maglietta. “Dai, è divertente. Fidati.”

Con un misto di imbarazzo e curiosità, Mei si alzò e fece scivolare il vestitino lungo le gambe, rivelando un bikini semplice ma perfetto sul suo corpo snello. Gli occhi di Carla e Giorgio la seguirono con un’ammirazione evidente, e io sentii l’aria caricarsi di una tensione deliziosa.

L’acqua era fresca, ma i corpi che si sfioravano sotto la superficie bruciavano di desideri inespressi. Giorgio si avvicinò a Mei, scherzando mentre le insegnava a galleggiare meglio, le sue mani che ogni tanto scivolavano sulla sua pelle liscia. Carla, invece, si accostò a me, sussurrandomi all’orecchio: “È adorabile. Hai avuto un’ottima idea,” il suo seno che sfiorava appena il mio braccio mentre parlava.

Il gioco continuò sulla barca, quando risalimmo tutti, bagnati e ridenti. Il vino aveva sciolto gli ultimi freni, e le dita di Carla iniziarono a tracciare linee sulla schiena di Mei, mentre Giorgio le raccontava qualcosa con un tono sempre più intimo. Io guardavo, lasciando che la situazione evolvesse da sola. Poi, quasi per caso, Carla si chinò a baciare il collo di Mei, un gesto lento e sensuale, il suo seno abbondante che premeva leggermente contro la ragazza. Mei trattenne il fiato, ma non si tirò indietro.

“Ti piace?” sussurrò Carla, e Mei annuì, gli occhi socchiusi. Mi avvicinai, sfiorandole una spalla, mentre Giorgio le accarezzava i capelli. La barca dondolava piano, il lago era silenzioso, e i nostri respiri si mescolavano in un intreccio di corpi e desideri. Quello che seguì fu un’esplorazione lenta, un gioco di mani e labbra che trasformò la gita in qualcosa di indimenticabile, un segreto che tenni stretto tra le onde e il tramonto.