Scambio di Coppia
Il sogno di Marta


14.09.2021 |
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"Marta aveva davvero una gran passione per il cazzo e mi accorgevo che non riusciva a togliere gli occhi di dosso da quei membri più o meno sostanziosi che le..."
Posteggiammo la moto all’ombra dei pini. Ci eravamo svegliati di buon’ora per raggiungere quel luogo. Era da diverso tempo che avevamo iniziato a parlarne incuriositi, almeno fin da quando avevamo saputo che la parte meno accessibile della spiaggia, ad un’ora buona di cammino dal parcheggio, era frequentata da coppie di voyeur e scambisti che praticavano il nudismo. La cosa intrigava entrambi, ed il pensiero di passarci una giornata assieme era diventato sempre più insistentemente confessato durante i nostri amplessi. La spiaggia davanti alla pineta era quasi deserta, solo qualche ombrellone era già stato sistemato da famigliole più o meno numerose che avevano intensione di godersi una giornata di sole. Sia io che Marta, tuttavia, sapevamo benissimo perché eravamo lì, anche se nessuno lo aveva detto all’altro in modo esplicito, e non eravamo certo interessati da quel tipo di compagnia. Raggiungemmo quindi il bagnasciuga ed iniziammo ad incamminarci lungo l’arenile per immergerci in un’atmosfera il più possibile equivoca, incuriositi da quelle che potrebbero essere state le nostre reazioni. Marta era una donna piuttosto bella, già perfettamente abbronzata e, per l’occasione, aveva comprato un costume bianco con la mutandina brasiliana che esaltava le forme piacenti del suo culo. Io amavo quel culo ma lei non si sarebbe mai sognata di indossare quel costume in una situazione diversa. La conoscevo troppo bene e immaginavo perfettamente quanto aveva lavorato di fantasia su quella giornata, già sapevo che avrebbe organizzato ogni cosa per renderla perfetta. Camminavamo piuttosto veloce, lasciandoci alle spalle la zona dei bagnanti ed iniziando a fare incontri interessanti: coppie, ma soprattutto uomini, che salutavano cordialmente quando ci passavano accanto. Marta aveva davvero una gran passione per il cazzo e mi accorgevo che non riusciva a togliere gli occhi di dosso da quei membri più o meno sostanziosi che le passavano a pochi centimetri. La cosa mi eccitava indiscutibilmente. Appena trovata la compagnia che ci interessava, decidemmo di fermarci e di stendere i nostri teli. Accanto a noi, poco più in la, una coppia di quarantenni, probabilmente tedeschi, che stavano conversando. Ancora in piedi mi tolsi con cura i pantaloncini mostrando bene il cazzo ai nostri vicini che iniziarono a guardare, con discrezione, verso di noi. Marta mi seguiva divertita con lo sguardo. Avevamo conquistato facilmente la loro attenzione. Lei fece altrettanto con il sopra del costume, sfoggiando un seno discreto e proporzionato. Gli occhi degli estranei che la puntavano sempre più insistentemente avevano iniziato a fare l’effetto immaginato ed i suoi capezzoli erano già turgidi e ben coloriti, segno dell’eccitazione che le stava salendo. Le dissi di aspettare a togliere gli slip perché così era ancora più sexy. Le spostai leggermente la mutandina passando i polpastrelli di due dita tra le grandi labbra. Sussultò a quel mio gesto inaspettato ma era già pronta e bagnata. Iniziammo a prendere il sole con la travolgente consapevolezza degli sguardi puntati su di noi. Quasi all’improvviso ci ritrovammo vicino l’uomo della coppia che avevamo accanto che, con molta educazione, si rivolse a Marta in un italiano stentato: “signora le devo far notare che questa è una spiaggia nudista. Ci sono delle regole e non è consentito indossare costumi, se non è convinta delle sue scelte la prego di spostarsi”. Marta, senza proferire parola, guardò l’uomo negli occhi e si sfilò con lentezza gli slip per poi sfiorarsi leggermente la fica con un gesto impercettibile della mano che tornava su lentamente. “Così può andare bene?”. L’uomo non riusciva a distogliere gli occhi dalla leggera peluria sulla fica ormai gonfia di Marta ed il suo cazzo iniziò lentamente a indurirsi. “Benissimo grazie” si affrettò a dire, tornando velocemente al proprio posto, visibilmente imbarazzato dal turgore inaspettato del proprio uccello. Marta aveva visto quel bel cazzo, tozzo e reclinato, reagire subito al suo corpo nudo, giusto quel poco che serve a far uscire la cappella dalla pelle che la ricopre. “Ho la fica che mi sta gocciolando” mi sussurrò all’orecchio, girandosi su di un fianco nella direzione della coppia. Mi girai anch’io e senza nemmeno dover spingere la penetrai dolcemente. Con il mio membro duro tra le gambe e le mie mani che le accarezzavano da davanti, lei girò un poco la testa ed iniziò a raccontarmi come si sarebbe immaginata una scopata con quello sconosciuto, dettagliando per filo e per segno quello che avrebbe fatto a quel cazzo ben attrezzato che aveva davanti poco prima. Io facevo altrettanto, fissando la donna e confessando a Marta quanto avrei inculato volentieri quella bella signora, senza nemmeno conoscere il suo nome, sotto gli occhi attenti del marito. Stavo penetrando Marta molto lentamente, apprezzando tutto il calore della sua fica: era come infilare il cazzo in un panetto di burro caldo. Anche i due poco più in la avevano capito la situazione, perdendo ogni tipo di inibizione iniziale e si erano seduti a gambe larghe proprio verso di noi. La donna stava segando con forza il cazzo dell’uomo mentre si infilava le dita dell’altra mano dentro la sua grossa fica bionda e pelosa. Devo riconoscere che l’uomo aveva ora un bel cazzo turgido che da lontano sembrava davvero di notevoli dimensioni. Marta non faceva che fissarlo, continuando a ripetermi di quanto lo avrebbe voluto volentieri dentro di se, magari assieme al mio. L’eccitazione era troppo forte e decisi di alzarmi. Presi Marta per mano e ci dirigemmo verso la pineta, passando accanto alla coppia di sconosciuti. Ci seguirono immediatamente e Marta non perse tempo. Accucciandosi tra i pini prese dolcemente le palle dell’uomo con la mano destra per poi infilarsi in bocca quel cazzo enorme, aiutata dalla sinistra. Lo leccava e lo baciava voluttuosa mentre lui godeva pronunciando parole che non riuscivo a capire. La moglie decise di fare lo stesso con me. Incontravo spesso lo sguardo di Marta e la sua eccitazione mi faceva godere ancora di più. Sapevo benissimo tutto quello che lei si sarebbe aspettata da quella situazione ed allora presi la donna per i fianchi disponendola a pecorina, con le mani addosso all’albero più vicino, ad un passo da Marta. Quella fica bionda e pelosa era proprio alla portata del mio cazzo, le grandi labbra spalancate e rosse. Decisi di darle un po’ di pompate ben assestate per poi infilare con cura il mio dito medio nel suo culo, con il palmo della mano rivolto all’in sù. Lei iniziò a mugolare. Il dito fu presto seguito dalla punta della verga sfilata velocemente dalla sua fica, che si fece abilmente strada tra le natiche, prendendo lentamente il via a pompare con forza e regolarità. La signora non era nuova a questa pratica. Il marito si gustava la scena spompinato a dovere da Marta. Ero vicino all’orgasmo quando decisi che era venuto il momento di coronare il sogno di Marta. Mi sdraiai a terra e la presi sopra di me. Con le dita le bagnai attentamente il buco del culo degli umori che provenivano dalla sua fica grondante ed iniziai ad infilare il membro in quel pertugio stretto e rosato. Marta allargò le gambe spingendo indietro per avere tutto dentro con forza ed il tedesco, da davanti, capì benissimo, pienandole la fica del suo cazzo turgido. Marta iniziò a guaire come una cagna in calore e venne ripetutamente, penetrata con forza in tutti i suoi buchi, osservata in modo attento dalla donna che si masturbava con vigore di fronte a lei. Sentivo l’odore del suo sesso tutto intorno ed esplosi in una sborrata fantastica dentro il suo culo. La pressione del mio cazzo che spruzzava sborra allargava leggermente lo sfintere di Marta, regalandomi una delle migliori venute della mia vita. L’uomo continuò a pompare un altro po’ per poi togliere velocemente l’uccello dalla fica di Marta e rimetterglielo in bocca. Marta lo fece venire immediatamente, succhiando avidamente ogni goccia del suo seme. Eravamo storditi da quell’esperienza così tanto immaginata che ci aveva lasciato pienamente soddisfatti. Non dicemmo una parola e ci avviamo tutti verso il mare. Marta si girò dopo poco sorridendomi: “ti va un bagno?”. La seguii tra le onde.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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