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Prime Esperienze

la nave scuola


di jill23
05.11.2022    |    1.955    |    0 8.7
"Ci lasciamo scambiandoci i numeri di telefono con l’intento di risentirci il lunedì successivo..."
La nave scuola.

Con una coppia di amici, dopo un pomeriggio di giochi, risate e discorsi strampalati di varia natura, abbiamo stabilito che ognuno di noi avrebbe raccontato una esperienza “piccante” realmente vissuta.

È stato bello sentirsi!

Talvolta, l’erotismo raccontato può avere un indiscutibile fascino.

Io ho raccontato l’esperienza che vi propongo, complice (probabilmente) le generose bollicine bevute, la stanchezza, lo stato di appagamento/soddisfazione raggiunto (o non so cosa), per loro la storia è stata intrigante.

Scusandomi anticipatamente per la prosa, provo a scriverla, sperando di riuscire a riportare in maniera verosimile (e leggibile) una fantastica esperienza di un periodo irripetibile della vita.

Siamo nella seconda metà degli anni ottanta, sono a Padova, diciotto anni compiuti da poco, l’esame di maturità un ricordo ancora fresco e traumatizzante; sono in coda al Palazzo del Bo per l’immatricolazione al primo anno di università, giovane, “bello”, sportivo, pieno di energia, curiosità e voglia di conquistare il mondo, spaesato e un po' spaventato.

Passare da un paesino del profondo sud ad una città del nord come Padova, effervescente e brulicante di giovani, per me è veramente una notevole fonte di stress.

Assorto nei miei pensieri non mi accorgo che è arrivato il mio turno e che tutti mi guardano, in attesa che io decida/faccia qualcosa!

Al di là del banco, ad accogliere le varie istanze degli studenti, c’era una “matura” signora (avrà avuto 25-30 anni, scoprirò nelle settimane successive laureanda in Psicologia), la quale rendendosi conto del mio “stato confusionale”, mi apostrofa in maniera decisa, chiedendomi che cosa fossi lì a fare e di cosa avessi bisogno.

Il brusco “risveglio” mi crea qualche problema, la cartella che ho in mano mi cade, provo a raccogliere i documenti che inevitabilmente finiscono per non essere nell’ordine richiesto, non riesco più a trovare le ricevute dei versamenti, le foto necessarie sono sparite, dei vari certificati indispensabili qualcuno manca all’appello, insomma un vero disastro, ma soprattutto una notevole batosta per il mio ego.

Chiara (così si chiama la “matura” signora), mi indica di uscire dalla coda ed aspettare, da lì a poco avrebbe cercato di aiutarmi.

Mi sento un idiota!

Chiara, finalmente libera, chiedendomi di mostrargli i documenti, mi invita a prendere un caffè, sono un po' meravigliato da tale attenzioni (successivamente mi confesserà che aveva deciso di scoparmi da subito), è molto bella ed è una donna “grande” (nella mia personale accezione di allora, grande=più di 25 anni =matura, il mio sogno a quel tempo erano le donne mature), dunque accetto volentieri il caffè.

Mettere in ordine i documenti è veramente poca cosa per lei, in breve tutto è come avrebbe dovuto essere, chiacchieriamo molto volentieri, la nostra intesa è immediata e naturale, il tempo scorre veloce.

Dai documenti si accorge che sono nato nel Salento, mi racconta che c’è stata in viaggio di nozze, che è separata, che si laureerà il mese successivo e che ha 31 anni.

Sono incantato, non mi stanco di guardarla ed ascoltarla;
minuta e proporzionata, caratteri del viso delicati ed energici, una terza misura abbondante, labbra carnose e morbide, un culo fasciato nei jeans, tanto è perfetto che fa pensare alla sezione aurea di Fibonacci, i capelli che cadono sul seno e coprono parzialmente la generosa scollatura, sono per me un mix “esplosivo, miei ormoni di diciottenne sono incontrollabili,
ho una potentissima erezione.

Gli racconto di me, dei miei sogni, dei miei progetti, dei miei immediati bisogni, che sono ospite in casa di amici, che pratico il nuoto agonistico, che sono aspirante istruttore di nuoto, ecc., insomma, con freschezza di un under ventenne, cerco di propormi al meglio.

Non fu la mia storia a convincerla, lei aveva già deciso (parole sue), mi disse che aveva una casa che divideva con altri due studenti e che uno di questi sarebbe andato via la settimana successiva e che se ero interessato volentieri mi avrebbe affittato una stanza.

Ci lasciamo scambiandoci i numeri di telefono con l’intento di risentirci il lunedì successivo.
La sera sono a casa degli amici, squilla il telefono, qualcuno chiede di me, in un primo momento penso che si siano sbagliati, sono a Padova da tre giorni non conosco nessuno, che probabilmente si trattava di errore, ma il nome e il cognome richiesto non lasciava dubbi, cercavano proprio me, era Chiara!

Mi comunica che è sola, che i suoi coinquilini erano tornati a casa per il week-end e che se avessi avuto piacere avremmo potuto cenare assieme;
in mezzora sono in P.za della Frutta, pieno centro storico di Padova.

L’alloggio davvero bello, con una incantevole vista sulla piazza, sembrava di essere in un set cinematografico.
Mi racconterà che gli era stato regalato dai genitori per il suo matrimonio e che, da separata, divideva le spese con altri studenti.

Mi riceve scalza, vestita con un camicione (del suo ex marito) e un sorriso malizioso che è tutto un programma.

La cena era già pronta.
(Non la consumeremo mai).

Si siede davanti a me, con assoluta semplicità mi confessa che non ha indossato le mutandine, che era molto incuriosita dalla mia reazione e che, secondo lei, non ero così imbranato come a prima vista potevo sembrare.

Non so se per il suo vissuto, i suoi studi, la sua indole, la mia età, chissà! Ma ai miei occhi, il suo modo di porsi, “naturalmente spudorato” era (a tutt’oggi rimane ancora) eroticamente impareggiabile, con la semplicità propria di chi vive il sesso con serenità, con la maestria e l’esperienza propria di una donna della sua età che era stata sposata per cinque anni, si avvicina e mi bacia appassionatamente.

Si toglie il camiciotto restando completamente nuda, si gira per farsi guardare e provocarmi, una impagabile visione, un corpo perfetto, le fasce muscolari toniche e proporzionate;
uno scultore ispirato non avrebbe saputo fare meglio! Culo e tette davvero degne della sezione aurea!

Comincia a spogliarmi, mi chiede di essere lei a farlo, ubbidisco!

Mani sapienti cominciano a toccarmi, mi sfila delicatamente la polo soffermandosi prima sui capelli e poi i capezzoli, le sue labbra sul mio torace, sono scariche elettriche, continua concentrandosi sulla cintura dei pantaloni e abbassando la zip tocca delicatamente il mio scroto, carezzando con la lingua il mio glande, mi chiede di stendermi sul tappeto, le sue mani hanno un tocco leggero e deciso, gestisce il mio cazzo con sapiente abilità, si lubrifica le mani con un olio “casualmente” la vicino (scoprirò poi olio di sandalo),
non mi sta masturbando, sta seguendo uno spartito, i suoi movimenti ritmici ed armoniosi, davvero ricordano quelli di un abile musicista che utilizza al meglio il suo strumento.

Dopo avermi tolto completamente i pantaloni posiziona la sua vulva sulla mia faccia, completamente depilata, mi ordina di leccarla,
è il primo 69 della mia vita!

L’abilità della sua bocca è per me qualcosa di indescrivibile, le esperienze con le mie coetanee mai sino ad allora erano state così coinvolgenti e sconvolgenti”, mai avevo vissuto prima la posizione 69, mai avevo goduto di tanta abilità.

I suoi umori, il suo odore, il suo godere in maniera profondamente carnale e naturale, il suo ansimare è per me una inesauribile fonte di eccitazione.
Sono talmente eccitato che ho quasi dolore.

Il suo modo di ingoiare completamente il cazzo, restare senza respiro per poi riprendere delicatamente e metodicamente a leccarne ogni centimetro, avevano un qualcosa di artistico e naturalmente “animale”.

Vengo copiosamente in bocca e lei ingoia tutto senza “sprecarne” una goccia.

Non mi era mai successo, l’eccitazione è alle stelle, le ragazze che frequentavo, (mie coetanee) avevano un rapporto con lo sperma tra il disgustato e lo schifato.

Sono passati tanti anni (e tanta esperienza), ma l’abilità di Chiara nell’arte del sesso e del pompino in particolare, l’ho riscontrato altre poche volte.
Lei aveva vera e propria venerazione del e per il cazzo, strumento e veicolo per avere e dare piacere, il tutto in un contesto dove i limiti erano solo determinati dalla volontà dei protagonisti del momento.
Insomma non c’erano limiti.

La serata continua con un naturale ritmo, mi sembra di vivere un sogno.

Comunico a Chiara il mio interesse per il lato B e come fossi diventato (senza volerlo) un esperto “dell’argomento”.

Quando racconto delle varie ragazze del mio paese che, pur di restare fisicamente “illibate” si facevano letteralmente sfondare il culo diventando contestualmente delle abilissime pompinare, si fa una squillante risata e girandosi si offre in tutto il suo splendore, aiutandosi con le mani mi chiede solo di fare attenzione perché era qualche mese che non faceva sesso e soprattutto non prendeva un cazzo in quel posto.

Sono estasiato dal suo corpo, mai visto un culo cosi perfetto e accogliente ma è soprattutto il suo modo di proporsi a colpirmi.

Con la faccia sul tappeto, il culo che svetta verso il mio cazzo, io dietro di lei, mi chiede di leccarla e soprattutto di lubrificarmi abbondantemente, seguo le sue indicazioni come uno scolaretto ai primi giorni di scuola, appoggio il mio glande sul suo buchetto, non riesco a resistere, complice l’età e l’inesperienza, dopo pochissimi istanti con un colpo deciso sono interamente dentro, la sua reazione è un incredibile urlo di dolore, spaventato sto per uscire, “ma il suo perentorio, continua non ti fermare!”, mi comunica che ho ancora tanto da imparare.

Anche in questo uno vera e propria maestra!

La nostra storia è andata avanti circa tre anni, sino a quando il servizio militare non ha richiesto la mia presenza.
Oggi a distanza di tanti anni posso dire che la Marina ha contribuito ad accrescere le mie competenze e conoscenze, ma la mia vera nave scuola, non ha avuto a che fare con il carteggio e la navigazione, ma con una grande donna, che la fortuna ha posto sul mio percorso.

p.s. chissà se Chiara (non è il nome reale) è presente in rete e si riconoscerà nel racconto.
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