Prime Esperienze

il compleanno


di Membro VIP di Annunci69.it lecap
10.11.2024    |    4.523    |    7 9.4
"Alla mia domanda su cosa mio marito preferisse, se una sorpresa o cos'altro, lui, con un ghigno rispose enigmatico, ripetendo l'ultima parola della mia..."
(Da un'idea, ne è venuta fuori una cosa lunga come accaduto con -Elsa- e le sue continuazioni. Per non tediare nessuno, posterò quel che per ora dovrebbe o potrebbe essere un primo capitolo, se la trama si dovesse sviluppare oltre. Tra i miei innumerevoli difetti, purtroppo, c'è anche la incapacità di sintesi)




Tutto è iniziato qualche tempo fa.
Anni? Mesi ? Oppure settimane? Quando qualcosa muta e continua a modificarsi, lo scorrere del tempo pare impalpabile.

Eravamo a casa nonostante fosse domenica. Una tipica giornata di pioggia che aumenta il desiderio di oziare, approfittando della giornata festiva.
Come spesso ci accade, una battuta a doppio senso, una pacca sul sedere mentre l'altro passa accanto, ci fece ritrovare nudi sul letto.
Ci baciammo accarezzandoci, comportandoci come ogni coppia che si ama e si desidera.
Mano a mano che la voglia di sesso superò quella per le coccole, iniziammo a desiderarci sempre più carnalmente. Ricordo quando inginocchiata perpendicolare a lui, all'altezza del suo bacino, mentre stavo per dedicarmi a baciarglielo e succhiarglielo, lui mi disse di voler sentire il mio sapore.
Lentamente mi misi parallela longitudinalmente a lui anche se in posizione opposta. Per dirla in breve, stavo per dare inizio a un 69, stando sopra di lui.
Poco a poco mi mossi all'indietro in modo che il mio bacino si ponesse sopra il suo volto. Socchiudendo gli occhi, ricordandomi ciò che lui una volta aveva filmato col telefonino, rividi la visuale che lui stava osservando in quel preciso momento:
il retro delle mie cosce che terminavano sui miei glutei leggermente socchiusi per la mia posizione. La mia vulva completamente esposta e socchiusa, con le labbra rigonfie per l'eccitazione e l'attesa del coito. Il mio forellino rosa che anch'esso, spudorato, si avvicinava ai suo occhi.
Il contatto della sua bocca e la sapiente lingua che iniziava a trasmettermi piacevoli sensazioni, mi rese noto assieme al suo respiro caldo sul perineo, che avevo raggiunto la posizione ottimale.
Socchiusi gli occhi, aprii la bocca e chinando il capo in avanti, iniziai a contraccambiare le sue attenzioni.
Fu una scopata lenta e gustata a lungo finché, rilassati dall'orgasmo, rimanemmo qualche tempo immobili. Mi trovavo con una guancia sopra le sue cosce e mentre gli accarezzavo il cazzo ancora leggermente rigonfio, decisi di avere qualche idea per il suo prossimo compleanno.
Alla mia domanda su cosa mio marito preferisse, se una sorpresa o cos'altro, lui, con un ghigno rispose enigmatico, ripetendo l'ultima parola della mia domanda: -altro-.

Renzo e io siamo sposati da moltissimi anni. Due figli avuti presto e come noi, anche loro si sono resi indipendenti presto. Questo ci ha lasciati, ancora entro i cinquant'anni, liberi di decidere se e quando uscire e soprattutto dove poter andare senza vincoli parentali.
Possiamo ormai dirci quasi coetanei, dato che con la maturità, anche 10 o 15 anni in più o in meno non fanno quella differenza come da giovani.
Se ci riflettete, sicuramente ognuno di voi avrà qualche amico di oltre dieci anni più vecchio o di oltre dieci anni più giovane.
Io sono entro i 45 anni e lui, non è ancora arrivato ai 50 perciò se il ragionamento qui sopra vi trova concordi, possiamo ritenerci assolutamente coetanei.
Anche i nostri corpi non sono cambiati poi molto. Certo è comparso qualche chilo in più, rispetto a quando eravamo ventenni. Tutto sommato però ne ha guadagnato l'armonia dei nostri corpi. Il mio seno è cresciuto fino a una terza abbondante e i fianchi, pur allargati per le gravidanze, rimangono armoniosi. Neppure le mie gambe hanno esteticamente sofferto più di tanto le due gestazioni. Qualche capillare ma di poco conto tanto che con qualche seduta dal dermatologo cosmetico e alcune iniezioni sottocutanee, è sparito ogni inestetismo.
Renzo, avendo sempre fatto sport, ha mantenuto le spalle larghe e la postura eretta. Forse gli addominali sono adesso leggermente nascosti da un pochino di adipe, ma diciamo che la classica pancetta mascolina di mezza età, è ben altra cosa.
I suoi capelli iniziano a essere screziati d'argento mentre i miei sono ben camuffati da un castano scuro, frutto della visita al parrucchiere un paio di volte al mese.
Per la generazione dei nostri figli, siamo dei vecchi, per quella dei nostri genitori, siamo ancora dei ragazzi.
Noi, sicuramente, ci sentiamo ancora ragazzi. Ci amiamo e desideriamo non solo affettivamente ma anche carnalmente anche se, un po' per curiosità e un po' per maggior fiducia in noi stessi, abbiamo aperto il nostro rapporto a qualche trasgressione.


Qualche giorno dopo e in anticipo sulla data del compleanno, tornai sulla sua risposta, certa ovviamente, che intendesse qualcosa di pruriginoso.
“Cosa vuoi allora? Un'altra serata al club privè vestita con un abito trasparente o vertiginosamente corto, oppure una giornata in qualche SPA naturista?”
“Solo a ballare per poi appartarci in qualche saletta chiusa accuratamente a chiave? Oppure la solita Spa dove usciti da sauna o hammam, bisogna indossare l'accappatoio?”
“Se vuoi scoparti qualcuna, puoi dirmelo e farlo. Basta che sia una cosa solo di sesso e soprattutto un'unica volta. Le scopate extraconiugali non mi spaventano. Invece quelle che presuppongono un'amante continuativa, farebbero cessare istantaneamente il nostro matrimonio”.
“Se avessi voluto farmi un'amante, l'avrei già. Come, sono sicuro, avresti un amante tu. Non saremo all'altezza dei divi di Hollywood, ma non ci vuole una dose massiccia di presunzione nel constatare che siamo carini e piacciamo ancora.”
Continuammo a battibeccare sulla sua o mia bellezza, finché, alla fine, lui espresse il suo capriccio.
Voleva vedermi osservata, toccata e esplorata da un altro uomo.
“Devo farmi scopare?” domandai sbigottita.
“Questa è una cosa che devi decidere tu. Il corpo è il tuo. Certo, così a freddo, mi farebbe piacere osservarti anche mentre fai sesso, ma questa è una eventuale decisione che è solo tua”.
Ero turbata anche se avevo messo in conto, dopo che avevamo deciso di scoprire come sono i club privè e soprattutto dopo esserci andati più volte, che ci sarebbe potuta essere una specie di evoluzione.
Un conto però è rifletterci o anche, ammettiamolo, fantasticarci; ben altro organizzare una cosa che erano anni non vivevo, escludendo ovviamente gli anni trascorsi con Renzo.
“Tu saresti presente?”
“Ovviamente si e non solo perché è mio desiderio, ma anche per poterti eventualmente proteggere”

Decidemmo di comune accorto che ci avrei riflettuto e il giorno dopo, accettai con riserva: non ci sarebbe stata comunque penetrazione.
Il problema era come organizzare la cosa. Dubitavo che la soluzione fosse incontrare per strada un uomo abbastanza piacente e chiedergli se volesse toccarmi dove e come preferisse.
“Sceglierò uno dei singoli in un club privè?”
“Ci avevo pensato anch'io però, per questa tua prima volta, mi sarebbe piaciuto osservarti in una circostanza quasi casuale”
“Quasi e casuale, in questa particolare tua fantasia erotica, non mi pare siano parole coerenti tra loro” eccepii.
“Che ne dici di un cinema? Ti siederai da sola, con me ovviamente nelle vicinanze e accetterai le eventuali -esplorazioni- di chi ti siederà accanto”.
Rimasi interdetta e tutto sommato in dissenso:
“Lasciarmi mettere le mani dappertutto in una sala di cinema, col rischio di essere vista e cacciata come una ninfomane o peggio? Scordatelo.”
“Possiamo scegliere un cinema a luci rosse. Ho letto che nelle sale spesso se non sempre, ci sono contatti più o meno intimi tra gli spettatori.”
“Mi vorresti far entrare in un luogo squallido e pieno di vecchi e meno vecchi pervertiti? Ammesso e non concesso che ne esistano ancora di sale cinematografiche così, dopo l'avvento di internet”.
Lui non insistette. Era evidente che tutto sommato e seppur a malincuore, concordava con le mie obiezioni.
Ad un tratto, gli si illuminò il viso. A una ventina di chilometri da casa nostra, in una zona industriale e perciò poco frequentata di sera, c'era un enorme sexy shop che nei fine settimana, stava aperto fino a sera tardi per agevolare i clienti che preferivano non farsi vedere frequentare il genere di attività commerciale.
“Ricordi che quella volta che siamo andati a curiosare la dentro, il titolare ci aveva detto di avere anche una saletta per la proiezione di videocassette hard?”
“E se poi non c'è nessuno dentro la saletta video?”
“Pazienza. Vuol dire che non era destino io potessi vivere la mia fantasia”
Le sue parole mi tranquillizzarono e concordammo di andare in quel negozio, il prossimo venerdì sera dopo l'apericena, nostro rito di ogni inizio week end.


Arrivato il fatidico giorno non mi vestii estremamente sexy, ma neppure optai per dei castigatissimi jeans. Decisi di essere me stessa come ogni volta che uscivamo insieme. Scarpette con un tacco non molto alto per poter camminare a lungo, abito a tubino alle ginocchia, allacciato di fianco per tutta la sua lunghezza.
Per fare contento Renzo, che mi apprezzava in versione sexy, lasciai aperti gli ultimi due bottoni in modo che lo spacco arrivasse appena a coprire la balza delle autoreggenti. Ovviamente, ma come al solito e non per quella balzana occasione, reggiseno e mini slip di tulle coordinati, facevano parte della mise.

Al bar del centro presi un analcolico come aperitivo perché non volevo correre il rischio di essere poco lucida per l'alcool. Rientrammo in auto e dopo qualche decina di minuti, stavamo parcheggiando di fronte al grande sexy che erano appena passate le 20 di sera.
Nei fine settimana per agevolare i clienti che lavorano fino a tardi, quell'attività stava aperta fin oltre le 23.
Nel negozio altre due coppie erano intente ad osservare i vari prodotti in vendita. Un uomo sui sessanta, stava curiosando negli scaffali dei dvd porno, Altri due uomini molto più giovani confabulavano allegramente ma sottovoce, davanti allo scaffale dei vibratori femminili. Evidentemente cercavano qualcosa da regalare alle proprie mogli o fidanzate che fossero.
Il gestore, conoscendoci in quanto eravamo già stati per comprare sex toys e abbigliamento, ci venne incontro salutandoci:
“Buonasera ragazzi. Posso fare qualcosa per voi o volete curiosare tranquilli?”
Una delle coppie, avvicinandosi alla cassa per pagare ciò che avevano scelto, lo interruppe.
Ci allontanammo fingendo di girellare tra gli scaffali, mentre un altro cliente stava entrando.
“C'è parecchia gente. Credevo che alla sera tardi fosse più deserto”
“Non preoccuparti. Guarda, anche l'altra coppia sta uscendo. Sono rimasti quei due, l'uomo di mezza età e il signor Aldo che è appena entrato”.
“Conosci quell'uomo?” domandai stupita.
“Lo conosci anche tu. Era alla festa di Claudia e Gianni un paio di mesi fa. E' uno del giro”
Poco dopo ci raggiunse il titolare, in modo che potessimo eventualmente chiedergli qualcosa senza che altri presenti potessero udire.
“Tempo fa ci avevi detto che hai una sala di proiezioni di film per adulti.”
“Certamente. Beh non è proprio come i cinematografi propriamente detti. C'è un videoproiettore collegato a un lettore dvd dove si può inserire una dei film che sono a disposizione anche per il noleggio. Volete un film in particolare?”
“In verità non avevamo pensato a un genere preciso. Era più uno sghiribizzo di provare a guardare un film hot, fuori dalle solite mura di casa” rispose Renzo.
“Se volete, laggiù ci sono i vari titoli divisi per genere: coppie, trii, orge e gang bang, sadomaso, teen, milf, granny, afro, hentai, giovani e vecchi, anale, saffico, interrazziali, cosplay, bisessuali, gay. torture, pissing, scat, animal...”
“Basta, basta così, per l'amor del cielo. Volevamo vedere un film porno, non una serie di performances fuori dalle righe.” lo interruppi imbarazzata solo dal pensiero che potesse ritenermi interessata a certe depravazioni.
Lui mi sorrise quasi a volermi tranquillizzare e prese un dvd senza chiederci altro. Dopodiché ci fece cenno di seguirlo.
Arrivammo a una piccola rampa di scalini che conduceva a una porticina. Ci ritrovammo in una sala piuttosto ampia per essere di una casa, ma molto esigua se paragonata alle comuni sale cinematografiche.
In ogni caso, forse acquistate di seconda mano da qualche cinema dismesso, c'erano quattro file da sei poltroncine indirizzate verso il muro opposto. Di fianco un altro paio di porte. Una ipotizzai potesse essere quella dei servizi igienici e l'altra, forse, di un locale di sgombero dove tenere il necessario per le pulizie.
“Ventiquattro posti a sedere. Non credevo avessi così tanti spettatori” osservò Renzo.
“In verità non ci sono mai state tante persone contemporaneamente. Diciamo che tante sedute servono principalmente per coloro che non vogliono essere troppo vicini ad altri. Sembra quasi che se si sta a due metri di distanza da altri, nessuno veda che stai guardando un porno” rispose Franco, divertito.
Rimasero ancora un pochino a chiacchierare e poi, dopo che il titolare caricò il dvd nel lettore, mio marito mi sorprese:
“Amore inizia a sederti. Vado con Franco a pagare l'affitto del film e intanto prendo qualcosa da bare dalla sua macchinetta distributrice.”
Non riuscii a ribattere, presa alla sprovvista e rimasta sola mi sedetti sulla terza fila di poltroncine, sperando che nel frattempo non entrasse nessuno.
La cosa che mi stupì, fu che al contrario di tutti i cinema, le luci nella stanza, seppur non fortissime, rimasero accese.
Il film iniziò quasi immediatamente dato che i titoli di testa si limitarono a elencare i nomi dei pochi attori di quel genere di film e il nome del regista assieme alla casa cinematografica.
La scena iniziale mostrava una coppia che stava entrando in una grande casa; subito non ci feci caso finché vedendo uno degli attori parlare, mi resi conto che il volume era assente.
Probabilmente Franco non si era accorto del volume azzerato, ma neppure mi pareva il caso di andare ad avvertirlo. Del film e comunque della pazza fantasia di mio marito, non è che mi interessasse molto.
Il tempo delle mie riflessioni e la coppia era già nuda su un letto intenta a fare sesso. In effetti, sonoro o non sonoro, dubitavo che la trama fosse così interessante da dispiacersi di non poter ascoltare le conversazioni degli attori.
Sentii la porta aprirsi, ma la soddisfazione di essere raggiunta da Renzo cessò appena nel mio campo visivo, apparve il signore attempato che era già nel negozio al nostro arrivo.
Non mossi la testa fingendo di non interessarmi di chi fosse entrato. Un senso di timore mi pervase quando quello scelse la mia stessa fila di poltroncine anche se, per la verità, sedette distante da me.
La scena sessuale proseguì finché nella camera da letto, entrarono tre uomini completamente nudi, di cui uno di colore.
Appena l'attrice li scorse, mostrò sorpresa e disappunto, cercando di coprirsi le zone intime con le mani e le braccia.
Pur senza il sonoro, si poteva capire che stesse manifestando la propria contrarietà nel ritrovarsi assieme ad altri uomini in una simile circostanza.
Il suo compagno le impedì di alzarsi e lasciare il letto e, pur senza violenza, baciandola profondamente sulla bocca, le impedì di muoversi. Non poteva dirsi una scena di violenza verso il personaggio che l'attrice impersonava, anche perché quasi subito dopo, quella, allungando una mano, iniziò a masturbare l'uccello di uno dei nuovi arrivati.
La voce dell'uomo seduto tre poltroncine più a destra mi raggiunse:
“Una contro quattro è un bel match.”
Feci finta di nulla, fingendomi assorta nella visione. Purtroppo la voce proseguì:
“Chissà se li soddisferà tutti e magari alcuni contemporaneamente?”
Stavo per controbattere seccata, informandolo che non mi interessavano i suoi commenti quando, finalmente, la porta del cinemino si aprì nuovamente.
Anche questa volta rimasi delusa nel constatare che non si trattava di Renzo, ma dei due giovani uomini che precedentemente confabulavano davanti al settore dei vibratori.
Un brivido mi percorse prima lungo la schiena e subito dopo quasi per magia, proseguì dentro di me finché non mi fece chiudere le viscere della pancia. I due nuovi arrivati infatti, si divisero e mentre uno si sedette accanto a me, l'altro si posizionò nella poltroncina direttamente dietro alla mia.
Nel frattempo l'attrice del film era intenta ad assaporare il notevole cazzo dell'uomo di colore mentre il suo fidanzato la stava prendendo da dietro.
La voce dell'uomo dietro di me mi sussurrò all'orecchio:
“E' molto che è iniziato il film?”
Volevo alzarmi e uscire, ma quello era comunque il regalo di compleanno voluto da mio marito e che io, in totale autonomia, avevo deciso di concedergli.
Rimasi ferma al mio posto, senza comunque rispondere a nessuno.
La coscia di quello accanto a me, spostata verso l'esterno, andò a toccare la mia. Decisi di spostare appena la mia gamba per cercare di dare un muto cenno che non ero interessata a nulla.
Ora l'attrice era poggiata sulla schiena e mentre uno le leccava la fica, un altro posto di traverso sul suo volto, stava beneficiando di una pompa al suo pisello. Entrambe le mani della donna, stavano masturbando gli altri due cazzi presenti nella scena.
Stavo riflettendo, tutto sommato soddisfatta, che di sicuro la donna non era stata costretta con la forza a fare sesso con i nuovi arrivati, quando il leggero tocco sul collo delle dita di quello dietro di me, mi fece quasi trasalire.
Cercai anche questa volta di non mostrare alcun interesse e neppure reazioni di sorta.
Tuttavia quello che per me doveva indicare disinteresse, per quelli apparve come un muto assenso.
Se avessi avuto una pistola sicuramente avrebbe esploso quattro colpi. Tre per i presenti nella saletta video e l'altro per quello stronzo di Renzo che ancora non si faceva vedere.
La mano di quello seduto alle mie spalle inizio ad accarezzarmi le spalle, indugiando a volte sulle clavicole lasciate libere dal mio abito.
Finalmente la porta si riaprì e anche stavolta non apparve mio marito, ma l'uomo che secondo Renzo avrei dovuto ricordarmi per essere stato presente a una cena collettiva di amici e conoscenti.
Quello rimase in piedi appoggiato al muro un paio di metri avanti rispetto a dove ero seduta.
Era evidente si stesse disinteressando al film, dato che il suo viso era rivolto dove ero io.
Intanto sul muro di fronte a me dove il proiettore mostrava il contenuto del dvd, la donna sul letto stava ricevendo copiosi spruzzi di sperma sui seni e sul ventre dopodiché alzatasi, si diresse verso la porta finestra che dava sul giardino. L'operatore la seguì fino a una doccia e subito la mostrò mentre si tuffava in una piscina.
Ora le mani su di me erano tre. Due dell'uomo dietro di me che cercavano di insinuarsi con poca fortuna nella mia scollatura, e una di quello accanto che mi carezzava una coscia da sopra il vestito. Per fortuna, infatti, la serie di bottoni che lo chiudevano, era sul lato opposto a dove si era seduto.
Ancora la porta della stanza che si apriva e ancora Renzo che non si palesava. Erano altri due uomini. Non riuscivo a comprendere che età potessero avere e neppure la cosa mi interessava. Di sicuro non apparivano giovanissimi, ma neppure dell'età di quello che era entrato per primo. Entrambi si diressero nella fila dietro di me. Mentre uno si sedette accanto all'uomo alle mie spalle. L'altro chinandosi, mi sussurrò all'orecchio:
“Tuo marito sta osservandoti ed è pronto a intervenire appena tu fossi palesemente costretta a rimanere casomai volessi allontanarti. Se vuoi dirmi qualcosa puoi farlo”
Subito dopo, quello, avvicinò l'orecchio alla mia bocca per ascoltare cosa io volessi comunicargli:
“Come fa a vedermi?”
Sempre bisbigliando mi informò:
“Ci sono telecamere che stanno registrando immagini e suoni. Inoltre qualcuna delle piastrelline a vetro che sembrano di ornamento sul muro a fianco, sono dei finti specchi dove al di là, suo marito la osserva”.
Mentre il film proseguiva mostrando adesso uomini e donne in costume da bagno prendere il sole e chiacchierare su sdraio poste attorno alla piscina, non potei far altro che costatare che mio marito sapeva benissimo come funzionasse e fosse strutturata quella sorta di cinema a luci rosse. Probabilmente una delle due altre porte presenti, non era dei servizi igienici o del locale di servizio, ma era una ulteriore entrata che si accedeva dove lui stava osservando via video e via finti specchi.
Ora nel giardino accanto alla piscina, gli attori nuovamente nudi, stavano iniziando una vera e propria orgia.
Nonostante la scena fosse ad alta tensione erotica, data anche l'oggettiva bellezza degli attori e la più che ammirevole dotazione dei maschi, l'unico oggetto di attenzione ero io, sola in mezzo ad altri uomini.
L'uomo che mi aveva informata stava per allontanarsi quando, toccandogli il polso del braccio che era ancora poggiato sullo schienale, richiamai la sua attenzione.
Di nuovo gli sussurrai all'orecchio:
“Devono per forza stare qui tutti questi uomini? Non si può farne uscire qualcuno?”
“La saletta è a disposizione di ogni cliente del negozio. Non si può fare uscire nessuno e tanto meno impedire a qualcun altro di entrare.”
Mi allarmai immediatamente.
“Vuol dire che potrebbero entrare altre persone?”
“Stia tranquilla. Tra poco Franco chiuderà il negozio e nessun altro potrà entrare per acquisti o per entrare qui. Ci sono ancora tre persone di là e non è detto vengano a curiosare.”
L'uomo uscì dal locale, probabilmente per avvertire il titolare o Renzo, di aver eseguito le informazioni.
Mentre l'orgia proseguiva tra eiaculazioni in bocca o nelle varie fiche, il regista decise di mostrare un primissimo piano di un cazzo di notevoli dimensioni che lentamente, ma inesorabilmente, penetrava il culo di una ragazza.
La porta si aprì nuovamente lasciando entrare altri due uomini e l'unica cosa che mi sollevò il morale, fu il rumore della saracinesca che si abbassava e la voce del titolare che salutava l'ultimo cliente, per fortuna uscito invece di raggiungere anch'egli la sala video.
I due, incuranti del film, si posizionarono quasi davanti a tutta la platea delle poltroncine, per riuscire a capire se ci fosse qualcosa di più appetibile e in carne e ossa, rispetto a ciò che mostrava il filmato.
Purtroppo il centro di quella specie di laido universo ero io, e infatti i due si avvicinarono. Erano entrambi sicuramente più giovani di me, presumibilmente entro la quarantina uno e almeno dieci anni più giovane, l'altro.
Mentre il muro di fronte, colpito dalle luci colorate del proiettore mostrava adesso due giovani donne su un divano che si lasciavano andare ad effusioni reciproche, su un tavolo accanto, quattro uomini erano intenti a una partita di poker.
Ora ero letteralmente circondata da uomini, escludendo il mio lato sinistro dove c'erano due sedili vuoti prima di quello occupato dal vecchio che era entrato per primo e che continuava imperterrito a commentare ad alta voce questa o quella scena del film.
In verità un'altra persona continuava a rimanere scostata. Era quel signor Aldo che avrei dovuto aver già visto, ma che non ricordavo di conoscere. Lui rimaneva in piedi poggiato al muro continuando comunque a fissare nella mia direzione, disinteressandosi del film come tutti i presenti.
Ora il film mostrava i quattro uomini continuare a giocare a carte ma con le due ragazze che erano inginocchiate sotto il tavolo, occupate a sbottonare le patte dei calzoni dei pokeristi.
Mentre la scena sul muro proseguiva, più mani mi stavano accarezzando collo e spalle, mentre qualcuna, da sopra il vestito, esplorava i miei seni, il ventre e le cosce.
Adesso gli attori che giocavano a carte con i cazzi esposti e in piena erezione, preda a turno delle capaci bocche delle ragazze sotto il tavolo, l'odioso vecchietto iniziò a occuparsi delle mia situazione.
Alzatosi, venne a sedersi accanto a me e con fare saccente, esclamò:
“Beata gioventù, non sapete mai come superare le difficoltà.”
Dopodiché, prima ancora che io potessi reagire in qualche modo, alzando un lembo del vestito che mi copriva le ginocchia, informò gli astanti.
“Ora vi faccio vedere come funzionano gli abiti femminili.”
Mentre ora i quattro attori, spostati sul generoso divano si stavano occupando dei corpi nudi delle due giovani donne, le dita di quel vecchio porco iniziarono a sbottonare il mio abito iniziando dai bottoni inferiori.
Istintivamente cercai di bloccare le sue mani e la sua azione, ma contemporaneamente le mani dei due posizionati dietro di me, iniziarono a liberare i bottoni superiori dalle loro asole.
Presto, prestissimo, il mio reggiseno uscì allo scoperto non più occultato dal vestito. In basso anche la balza di una delle autoreggenti fece capolino dalla stoffa.
Cosa al momento stesse mostrando il film porno ,mi era impossibile vedere perché nelle poltroncine davanti a me, i due nuovi arrivati erano in piedi a guardare cosa stesse capitandomi in attesa, quasi sicuramente, di partecipare.
Ormai il mio abito era completamente sbottonato e istintivamente mi alzai per poterlo, a questo punto, sfilare completamente.
La mia azione non era dovuta a piacere di esibizionismo, ma per timore che quelle mani impazienti lo potessero rovinare.
Sicuramente dell'abito non mi importava gran che, io e mio marito non eravamo ricchi ma sicuramente abbastanza abbienti da poter acquistare un altro abito. Il mio timore era che non potesse essere più indossabile per rientrare. Vero che quel sexy shop offriva anche abbigliamento, ma, intendiamoci, non erano tipologie di abiti da indossare tranquillamente per rientrare nella propria abitazione, rischiando di essere vista dai vicini.
Con la ressa che avevo tutto intorno non riuscivo ad appoggiare il mio abito da nessuna parte e la preoccupazione che potesse finire a terra calpestato da più scarpe, era diventata quasi una certezza.
Ad un certo punto i miei occhi incontrarono lo sguardo del signor Aldo, sempre in piedi contro il muro e in disparte.
Senza profferire parola, si avvicinò e con garbo mi porse una mano, affinché gli lasciassi in custodia il mio vestito.
Avrei potuto scappare, ma non lo feci.
Certamente non per compiacimento della situazione e ancora meno per desiderio sessuale.
Avevo deciso di esaudire il folle desiderio di mio marito, quale regalo di compleanno e decisi di proseguire a rimanere attorniata da quegli individui.
In quella posizione in piedi, una abbondane porzione della proiezione mi era nuovamente visibile.
Ora una attrice era semi sdraiata su una specie di sedia a dondolo, sorretta al soffitto da catene. Le sue gambe spalancate mostravano in ogni dovizia di particolari, la sua fica spalancata.
Attorno a lei due uomini le baciavano i seni mentre subito dopo, nell'inquadratura apparve un uomo di colore, forse il medesimo della gang bang iniziale che subito infilò il suo nerboruto arnese dentro di lei.
Due mani sganciarono il mio reggiseno che, davanti, era già stato abbassato per liberare le mie tette.
Tenevo le mani sul pube anche e soprattutto per impedire che mi togliessero gli slip comunque già abbassati dietro a scoprire quasi completamente i miei glutei.
Mentre l'attrice pareva urlare tutto il suo piacere mentre veniva scopata duramente dal negro, dalla mia bocca non usciva alcun suono né risposta alle
scurrili domande e commenti di molti di quelli che mi circondavano.
Certo, il giorno prima con Renzo, avevamo stabilito una certa parola che avrei potuto pronunciare per far cessare tutto.
Il vocabolo che nel mondo di dominazione e sottomissione viene definito -parola convenzionale-, e che pronunciata nel corso di un rituale o di una scena, ha come conseguenza l'immediata cessazione di ogni azione.
In questo modo il sottomesso o la sottomessa, ha la garanzia che saranno rispettati i suoi limiti fisici e morali.
La parola doveva essere differente dai soliti -basta- oppure -fermo/i-,-non voglio- o similari, che avrebbero potuto essere usati se nella fantasia, potesse sorgere il desiderio di fingere di essere costretti.
La parola di sicurezza fu scelta perciò avulsa da un contesto sessuale o carnale. Dato che avevo accettato di vivere quella esperienza solo come regalo, il vocabolo per far cessare tutto, sarebbe stato -compleanno-.
Facile da dire quanto da ricordare. Basta dirlo ad alta voce e subito sarebbe intervenuto Renzo o forse il proprietario informato di tutto o quell'altro che era venuto a bisbigliarmi che sarei stata difesa, casomai avessi voluto.
Bastava quindi che dicessi “compleanno” e Renzo sarebbe arrivato a salvarmi. Eppure, pensai, avrebbe dovuto immaginare che come prima volta, il gioco stava andando un po' troppo oltre.
Un conto era immaginare e desiderare che un altro uomo di esplorasse. Ben altro era vedermi attorniata da...già; da quanti uomini? Ormai non riuscivo neppure più a capire il numero di coloro che si stringevano attorno a me per toccarmi.
Mi sedetti sperando così di riuscire a trattenere addosso gli slip. Nel frattempo le mie tette erano toccate, spremute e strizzate da una quantità di avide mani maschili.
Mentre intravvedevo tra chi mi stava davanti, corpi che scopavano, un'altra circostanza si palesò. Sulla pelle tra la spalla e il collo, sentii un cazzo che si appoggiava mentre alla mia destra, l'uomo in piedi si stava sbottonando i calzoni.
Di lì a poco due cazzi erano vicini al mio volto e ai miei occhi.
Il vecchio infame alla mia sinistra, prese il mio polso destro e prima che me ne rendessi conto, lo alzò facendo in modo che la mia mano toccasse la verga di quello che era in piedi dietro di me.
Immediatamente pensai a Renzo.
Possibile che fosse così esaltato nel vedere esaudita la sua fantasia, da non pensare che avessi bisogno di lui?
Mentre un altro sollevava l'altro mio braccio affinché potessi toccare un terzo cazzo tirato fuori da un altro spettatore, il vecchietto divertito proseguiva a commentare e purtroppo a prendere iniziative:
“Sollevatela leggermente per le ascelle già che le tenete in alto le braccia” appena gli altri lo ascoltarono, assecondandolo, quello prontamente mi sfilò gli slip fino a metà coscia.
Ormai l'orda era scatenata e per riuscire a esplorarmi anche nell'inguine mi fecero sollevare e senza che potessi tentare qualcosa, mi sfilarono completamente il perizoma dai piedi.
Ero completamente nuda. In piedi pressata da tanti corpi e con parecchi cazzi che adesso si strusciavano sulle cosce, le chiappe e l'inguine.
Aspettavo l'arrivo di Renzo guardando quel che potevo intorno a me.
Ancora una volta incontrai lo sguardo del signor Aldo, sempre in piedi e col mio vestito tenuto con attenzione sulle braccia.
Quasi avesse capito la mia speranza, con un solo cenno di negazione del capo, pareva informarmi che senza pronunciare la parola salva tutto, nessuno sarebbe arrivato in mio soccorso.
Mentre il proiettore inviava sul bianco del muro il primo piano di una doppia penetrazione di un pene di colore e uno bianco, moltissime mani stavano esplorando il mio corpo.
Non feci in tempo a considerare quanto la fantasia sessuale di mio marito che prevedeva un solo estraneo fosse disattesa, che uno dei tanti commenti si impose su quella specie di orda.
“L'abbiamo spogliata completamente, la baciamo e la tocchiamo ma questa non si bagna.”
Bagnarsi, significa essere eccitate e io ero ben lungi dal trovare piacevole quella situazione anche se non potevo, con onestà, considerarmi costretta a proseguire tale esperienza.
La voce del primo che si era seduto nella seduta accanto a me, ordinò che fossi messa a sedere sulla parte più avanzata del sedile.
Appena mi trovai in quella posizione, l'altro proseguì:
“Fatela inclinare indietro fino alla schienale e ora alzatele le gambe e fategliele poggiare sulla spalliera davanti”
Ora mi trovavo semi sdraiata con le gambe oscenamente sollevate e aperte, e la fica ancora più esposta agli occhi e le voglie dei presenti.
L'uomo si spostò accanto a me reggendo il sacchetto con cui era entrato nella sala di proiezione. Apertolo tirò fuori la scatola del prodotto che aveva acquistato poco prima.
Da quella estrasse un vibratore con delle piccole appendici e che in gergo viene chiamato -rabbit- poiché le stesse ricordano le orecchie di un coniglio.
Queste piccole appendici morbide e situate quasi alla base del giocattolo, permettono di stimolare il clitoride quando questo è inserito nella vulva.
Dopo essersi bagnato di saliva le dita di una mano, le passò sulla e dentro la mia fica per inumidire la mia intimità. Subito dopo aver bagnato con medesima operazione anche la punta del vibratore, approfittando che simili giocattoli vengono inscatolati con le pile precaricate, avvicinò l'oggetto vibrante alle labbra della mia fica.
Indugiò un poco sull'entrata e poi lasciò con perizia che la punta tremolante andasse a stimolare il mio punto G.
Ovviamente sentii sollecitazione, ma sicuramente non eccitazione non essendo l'operazione, come tutta la situazione, un mio espresso desiderio.
Mentre molte mani proseguivano a toccarmi le tette, le cosce e la porzione di natiche che rimanevano sollevate dalla poltroncina, quel coso veniva lentamente spinto dentro di me.
Ora sul muro dinanzi a me, una splendida mulatta si stava denudando lentamente e molto sensualmente. Il suo ventre completamente piatto contrastava con i suoi seni giganteschi. Un attore seduto di fronte a lei completamente nudo, aveva un corpo aitante e il suo cazzo in erezione era assolutamente coerente come imponenza, a quella montagna di muscoli.
L'uomo che stava penetrandomi col toy, variava continuamente la velocità e la varietà delle vibrazioni. Appena le morbide appendici anch'esse vibranti, entrarono in contatto col mio clitoride, nuove e più intense sollecitazioni partirono dal mio basso ventre e dopo aver girovagato nelle mie viscere, arrivarono al cervello per scendere, immediatamente dopo, nel punto dove erano partite.
Ora il cazzo gigantesco del gorillone culturista, scompariva e riappariva dall'ano profanato della prosperosa mulatta.
Forse nella concitazione del momento considerai cosa buffa che, unica tra i presenti poco interessata all'eros, fossi la sola a osservare le scene pornografiche di quel dvd a luci rosse.
Le stimolazioni del vibratore dentro alla vagina e delle sue appendici sul clitoride, continuavano a invadermi e diffondersi dentro di me.
Nonostante le continue sollecitazioni delle mie zone erogene, il mio corpo si rifiutava di provare piacere. Forse imbarazzo nell'essere circondata da tanti estranei? Oppure cercavo di estraniarmi da quella folle situazione in cui avevo accettato di trovarmi? Magari, invece, era solo quella sordida rabbia verso l'assenza di mio marito accanto a me, a proteggermi e sostenermi.
Proprio mentre ero assorta in tali considerazioni, mi maledii constatando che per la prima volta da quando rimasi sola la dentro, la mia voce si stava palesando.
Un mio gutturale gemito si alzò nell'aria mentre il mio corpo, disubbidendomi, fu scosso da improvvisi orgasmi. Improvvisi e consecutivi.
Ora nella saletta si sentivano solo i miei mugolii che non riuscivo a fermare come anche gli spasmi inconsulti del mio corpo.
Un'altra cosa inaspettata e fin'ora sconosciuta si palesò nel mio basso ventre. Più precisamente sarebbe meglio dire nella mia fica. Improvvisi schizzi di liquido colpirono la mano di quelle che reggeva il vibratore, bagnando contemporaneamente li schienale davanti a me e subito dopo la seduta della mia poltroncina a causa della mia patatina grondante.
Tra tutti i commenti scurrili divertiti o sorpresi, quello che mi colpì di più, fu quello del vecchietto che precedette il suo suggerimento:
“Guarda come gode la signora. Perché non la portate di là così sta più comoda?”
Molte mani mi sollevarono di peso portandomi fuori dalle fila di poltroncine.
Mi chiedevo cosa mai ci fosse di comodo nel pavimento del negozio, sperando, nel contempo, che le sue saracinesche fossero cieche in modo che eventuali passanti non potessero vedere l'interno, ancora presumibilmente illuminato.
Con mia sorpresa il gruppetto che mi sorreggeva non si diresse verso la porta da dove ero entrata, ma verso una delle due altre porte.
Con mia sorpresa vidi che quella da cui passammo tutti, introduceva a un altro locale molto più piccolo che conteneva un solo enorme letto senza testiera, posto discosto da ogni muro.
Dopo essere stata adagiata sopra di esso, mi misi in posizione fetale, sempre in soggezione e vergognosa della mia nudità e in collera per la persistente assenza di Renzo.
Uno dei presenti commentando la mia posizione di chiusura, commentò:
“Dopo tutto quello che si è lasciata fare, pare non voglia darcela”
Il solito odioso vecchietto, pronunciò un'altra delle sue idiote verità:
“Se un diplomatico vi dice di si, intende dire forse. Se vi dice forse, intende no. Se vi dice no, non è un diplomatico. Se una signora vi dice di no, intende dire forse, se di forse, significa si. Se vi dice di si, non è una signora”.
“E allora?” domandò quello che aveva usato il rabbit sopra di me, evidentemente pratico nel masturbare, ma incapace di afferrare un concetto articolato seppur di facile comprensione.
Con un sospiro divertito il vecchio spiegò:
“Si è lasciata spogliare, poi toccare dappertutto lasciandosi penetrare dal vibratore, godendo come un'ossessa. Poi si è fatta portare su questo fouton. Non pretenderete che vi spedisca a casa invito formale per scoparla.”
Prima ancora che potessi realizzare le conseguente di quell'ultima lurida frase, mi ritrovai di nuovo nel mezzo di un ciclone di uomini eccitati.
Mentre alcuni mi baciavano e toccavano dappertutto, altri si stavano spogliando completamente.
Una voce improvvisa sovrastò e fermò ogni azione:
“Qui si scopa solo con preservativi e soprattutto se tutti sono d'accordo”
Poi, come era entrato, uscì lasciando una scatola di profilattici su una mensola.
Mentre alcuni si diressero impazienti a prendere un preservativo da infilare sui loro cazzi già eretti, un'altra voce deluse tutti tranne me.
“Sono sicuro che la signora, per stasera, sia soddisfatta e che preferisca rivestirsi e ritirarsi”
Era il signor Aldo che porgendomi l'abito, assieme al completo intimo che nel frattempo aveva recuperato, tendendomi la mano, mi aiutò ad alzarmi dal letto.
(...se piace, con calma provo a proseguire)












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