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Prime Esperienze

Una giornata al museo


di happy-couple
29.05.2022    |    6.341    |    7 9.7
"Il custode la prese da dietro, in piedi, con Bess che appoggiava una mano alla parete e con l’altra un po’ segava il mio cazzone, un po’ ci si aggrappava..."
Siamo Porgy e Bess. Sposati, amanti, complici e questa è una storia realmente accaduta.
Avevamo iniziato lo scambismo con un massaggiatore Tantra, abbastanza abile, dolce e tanto paziente da attendere diversi mesi prima che Bess si sciogliesse dalle sue catene mentali. Man mano che Bess si sbloccava, io iniziavo a organizzare incontri sempre più piccanti, finché un annuncio su “bakeka” non attirò la mia attenzione invitando singole e coppie a fare sesso al museo. Non credevo ai miei occhi…

Contattato il “museale” organizzammo tutto, ebbene sono un po’ maniacale nell’organizzazione ma voglio proteggere Bess e creare situazioni molto erotiche ma con raffinatezza. A Bess non dissi nulla se non che la Domenica saremmo andati a vedere un piccolo interessante museo a circa 40-50 km da Torino.

Arrivò il giorno fatidico ed io non stavo nella pelle, elettrico come uno scoiattolo. Arrivammo nella cittadina appena prima di pranzo e ci avviammo al museo tenendoci per mano come sempre. Il ragazzo con cui avevo parlato, organizzando telefonicamente il tutto, passeggiava nervoso davanti all’ingresso quando ci riconobbe per la descrizione preventiva dei vestiti e si fiondò dentro ad aspettarci.

Come d’accordo lui ci disse che il museo stava chiudendo per pranzo, io insistetti e lui ci concedette una breve visita prima della chiusura di fine mattinata. Prima d’iniziare il giro buttò letteralmente fuori due signori che stavano finendo chiudendosi la porta dietro a doppia mandata, “così non entrano altri sennò non chiudo più oggi” esclamò.

Lui era piuttosto nervoso, rosso come un pomodoro. Bess era ignara. Io svenivo dall’eccitazione…
Iniziammo il giro e il custode alternava spiegazioni non molto approfondite, a complimenti sperticati a Bess. “Che sorriso radioso, che bei capelli, che bel portamento…”. Bess iniziava a non capire perché il custode si “allargasse” in quel modo, quando lui iniziò a sfiorarle la coscia con la sua coscia. Bess si scansò di scatto e mi strinse la mano più forte, io iniziai a massaggiarle il palmo per calmarla.

Le lasciammo un po’ di tregua ma presto il giovane custode tornò alla carica sfiorandole il braccio, che il vestito lasciava scoperto, con il dorso della mano mentre continuava a complimentarsi per la morbidezza vellutata della sua pelle. Nuovamente Bess si spostò e il suo Porgy intervenne a calmarla accarezzandole l’altro braccio come piace tanto a lei.

Il custode era paonazzo e non so come potesse conservare il filo del discorso in quella situazione, io non ci sarei riuscito…). Bess era confusa, in fondo in fondo aveva capito ma l’intuizione tardava a venire a galla nella sua coscienza, non era preparata.

Però ormai il giro era al termine, la situazione iniziava a farsi bollente, il custode aspettava un cenno di concessione da parte di Bess che però non arrivava. Allora decise di giocare il tutto per tutto e, spiegando qualche altra immagine esposta, si piazzò dietro di noi parlando sempre più basso e sempre più vicino al collo di Bess. Le carezze sul braccio (sue da un lato, mie dall’altro) e il soffio sul collo la facevano impazzire e, da quella posizione, il custode poté iniziare a sfiorarle il sederino con la patta dei jeans che, ormai, lasciavano intravedere una generosa erezione. Bess era circondata, con noi due dietro e una parete davanti non poteva che stare ferma ma era ancora indecisa sul da farsi.

Bess aveva lo sguardo perso nel vuoto, sembra paralizzata, non riusciva a reagire. Io la accarezzavo dolcemente sul braccio e fin sul collo per calmarla e lasciarla scivolare nella situazione sempre più erotica ma lei resta semi paralizzata. A quel punto lo sfregamento con la patta sul suo fondo schiena si era ormai fatto smaccato, lei stava sicuramente sentendo il membro del custode attraverso la stoffa, e sono certo che la eccitasse molto, ma Bess restò ancora paralizzata dalla sorpresa e, forse, anche un po’ dall’eccitazione.

Il custode fu molto dolce e non fece mai gesti bruschi, meno male altrimenti avrebbe rovinato tutto, Bess si sarebbe spaventata e il gioco si sarebbe sbriciolato in un secondo.
Lo strofinamento sul sederino di Bess era ormai diventato un andirivieni più simile a una scopata quando Bess lascia cadere la borsa, socchiude gli occhi e inarca leggermente il sederino all’indietro per sentire meglio quel grosso membro che la stava sollecitando ormai da un po’ tra le natiche. Contemporaneamente allargò leggermente le gambe.

Era il segnale… Il giovane custode vide il suo giusto premio a portata di mano. Le baciò il collo dolcemente e, mentre con una mano continuava ad accarezzarle la schiena, con l’altra iniziò ad accarezzarle la pelle di una coscia che aveva scoperto tirando prudentemente su il suo vestito. La pseudo scopata da dietro rallentò, in quella posizione poveretto non poteva certo fare tutto insieme…

Bess era sempre più arrapata, il custode era allupato e di me non ne parliamo nemmeno, stavo andando in visibilio. Il custode iniziò ad accarezzarle le cosce dolcemente con entrambe le mani, sempre più in alto e sempre più verso l’interno coscia che Bess ha morbido e vellutato come una pesca. Quando si arriva a quel punto Bess è sempre rigorosamente bagnata, il custode iniziò a stuzzicarle le mutandine sentendo con un dito il suo monte di Venere sotto il tessuto leggero e stuzzicandola sempre più insistentemente.

Nel contempo Bess sporse le braccia all’indietro e cercò le cerniere dei nostri pantaloni. Armeggiò brevemente e noi la aiutammo a tirar fuori i due piselloni che ormai stavano esplodendo costretti lì dentro. Poi iniziò a far scorre la sua manina vellutata sulle due aste segadonci come tredicenni (sarò di parte ma Bess ha la manina più dolce che io ricordi).
Il custode ormai le aveva infilato le dita dentro alla passera fradicia da sotto le mutandine, lo capivo da come Bess aveva iniziato a muoversi cavalcando le dita per sentirle sempre più profondamente dentro al pancino.

Dopo poco il custode le sfilò le mutandine, si mise il preservativo con un po’ di esitazione ma piuttosto rapidamente. A quel punto fu Bess che, sporgendo il sederino all’indietro iniziò a strofinare la passerina sul membro del custode finché, bagnata com’era, le bastò piegarsi appena un po’ in avanti per ritrovarsi la verga del ragazzo a farsi largo tra le grandi labbra bagnatissime.
Pochi colpi e il custode entrò del tutto nella sua fichetta ed iniziò a sfondarla per bene, Bess ansimava ed non faceva altro che sussurrare “SI… SI… DI PIU’… MI PIACE TUTTO DENTRO AL PANCINO…” . Il custode la prese da dietro, in piedi, con Bess che appoggiava una mano alla parete e con l’altra un po’ segava il mio cazzone, un po’ ci si aggrappava per non essere spostata dai colpi martellanti del giovane.

Bess venne rapidamente sussurrando “FAMMI VENIRE… COSI’… COSI’… SI… SI…” fino a sbrodolare tutto il suo piacere per terra. La spostammo di poco per farla appoggiare a un tavolino, con Bess a 90 gradi il custode poteva penetrarla meglio e con colpi più decisi e profondi, tenendola per i fianchi come piace tanto a lei. La fa sentire femmina e che femmina dico io che sono però di parte…

In rapida successione Bess venne 2-3 volte squirtando come la maialina che ancora non sapeva di essere.
Eravamo ancora tutti mezzi vestiti ma da una finestra il caseggiato di fronte poteva scorgerci, avevamo corso un bel rischio.
Il custode prese Bess per la mano e ci guidò in una stanza di servizio, senza finestre ma con una scrivania, sulla quale stendemmo Bess per continuare a martellarle la fichetta che ormai era diventata un guazzabuglio. La face venire ancora un paio di volte lui, montandola da sopra mentre lei succhiava avidamente il mio pisellone. Poi c’invertimmo e la scopai profondamente anch’io facendola venire un altro paio di volte squirtando come a me fa letteralmente impazzire.

In preda all’eccitazione totale, le sborrai nella patatina mentre lei diceva cose sconnesse, principalmente sul fatto che voleva il mio sperma dentro e quello del custod sulle tette, visto che lo stava segando con irruenza. Quando venne, lui le inondò il grosso seno con un paio di fiotti copiosi, lei era in estasi.

Così terminò la parte pratica della nostra visita al museo, eravamo stravolti dal piacere, dalla fatica per le posizioni e dal caldo che iniziava a farsi sentire in tarda primavera. Ci ripulimmo un pochino imbarazzati, poi lui ci accompagnò all’uscita, ci salutammo e lui si allontanò per il pranzo.
Noi mangiammo qualcosa proprio li di fronte. Bess era raggiante per il godimento e passammo tutto il pranzo a raccontarci a bassa voce sensazioni e particolari piccanti dai rispettivi punti di vista. Sono quasi sicuro che il cameriere e forse anche un tavolo vicino, abbiano captato qualcosa dei nostri discorsi perché ci guardavano un po’ straniti, ma fummo attenti a proteggere l’anonimato del nostro giovane custode.

Ci sentimmo altre volte telefonicamente ma, purtroppo, non ci fu modo per ripetere l’esperienza. Ora ho perso il contatto ma, se mai il custode dovesse leggere questo racconto, spero si rimetta in contatto con noi per un’altra visita guidata al museo più interessante che noi si sia visitato.

Potete crederci o meno ma questo è il resoconto fedele dei fatti; anzi invito quanti ci contattano, spesso senza alcuna proposta o con proposte monocordi, a prendere spunto su come si conquista Bess con sensualità e dolcezza e come una situazione “reale” possa essere sconvolgente d’erotismo.
Un bacio a tutti. Ciao, Porgy e Bess.
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