Prime Esperienze
Specchio: Drenaggio di sangue, amore e vita - parte uno
di Morgan
11.10.2015 |
464 |
5
"Quanto mi eccitavano quelle attenzioni, quelle caviglie nude che sbucavano dalle loro gonne o dai loro pantaloni eleganti, quelle pelli mature e così..."
Quando mi guardavo allo specchio vedevo riflessa la mia vanità il mio essere spavaldo fiero dei miei non problemi delle mie non responsabilita', vedevo dopotutto la giovinezza di un volto a me familiare che mi aveva portato in più occasioni ad incontri galanti con donne molto più grandi di me. Mai ad un rapporto vero e proprio, solamente scambi di sguardi, carezze, numeri di telefono trascritti alla svelta su tovagliolini di carta. Proprio come ora: ero li davanti allo specchio del piccolo sgabuzzino, adibito a bagno di servizio del bar in cui lavoravo. Passavo le dita lungo la barbetta che curavo ogni giorno delineandomi il viso, sgranavo gli occhi color nocciola chiaro poi li socchiudevo; chissà quale espressione avrebbe preferito lei. Ero teso. Ma pronto.Da barman facevo i cocktail più buoni del quartiere e spesso le ragazzine mi osservavano e si scambiavano battutine maliziose mentre creavo per loro Spritz poco alcolici, ma non mi interessavano più di tanto. Il momento che preferivo era l ' ora di pranzo, quando molti dipendenti e impiegati venivano al bar a mangiare qualche boccone o prendere un semplice caffè. Quasi nessuno di loro badava a me in questo caso, tutti presi dalle loro vite piene di stress e risentimenti verso colleghi, capi ed ex mariti ed ex compagne. Un mondo che non mi apparteneva e che scrutavo tuttavia incuriosito. Sarei diventato come loro ?
Allora mi nascondevo dietro quel volto che spesso durante le pause andavo a controllare; giovane e spavaldo, sarei rimasto sempre cosi. Ma chi mi credevo d 'essere Dorian Gray!
Con quella maschera addosso iniziavo a suscitare la curiosità delle donne in camicia e tailleur: ciao bello ci fai due caffè? Ciao tesoro mi prepari una spremuta? Due ginseng amoruccio, che carino che sei, beato te che non hai problemi..
Quanto mi eccitavano quelle attenzioni, quelle caviglie nude che sbucavano dalle loro gonne o dai loro pantaloni eleganti, quelle pelli mature e così profumate. Chissà come sarebbe stato toccare una donna..una vera donna. Nunzia era la mia preferita, capelli castano scuro che portava sempre raccolti, labbra sottili ma con un taglio che mi mandava fuori di testa che si increspavano ai lati in due piccoli solchi che dimostravano la sua esperienza e maturità. Quanto fantasticavo sulla sua bocca. Era di pochi centimetri più alta di me e vestiva sempre elegante e copertissima, cosa che non mi faceva mai capire se il suo seno fosse generoso o no. Il suo sedere era semplicemente favoloso, tondo e prosperoso. Non usava profumi ma il suo odore entrava in contatto diretto con i campi elettrici dei miei neuroni, scintille che mi riportavano in un tempo lontano forse un altra vita. Tante volte a casa, sempre davanti lo specchio, nudo, avevo giocato con me stesso immaginando Nunzia. Una volta era la mia schiava, un altra la mia padrona. Altre volte non facevamo altro che baciarci, senza neanche spogliarci e questo mi provocava un tremendo orgasmo.
Mi aveva dato il suo numero dopo una mia insistente richiesta. Non voleva perché mi diceva sempre che ero troppo giovane o che potevo essere suo figlio. Ah! Stupide banalità. Nello scambiarci il tovagliolino con il suo numero , avevo sfiorato le sue mani: lei mi faceva sempre complimenti sulle mie mani, affusolate e bianche ed io, mentendo, li facevo per le sue. Non erano delle belle mani le sue, le dita erano piuttosto corte e piccole macchioline ricoprivano il dorso..ma a me eccitavano da morire! Quel giorno dopo averle minimamente sfiorate a casa mi toccai almeno tre volte pensando alle sue brutte mani che mi facevano di tutto. Di tutto..
Poi, sempre nelle mie fantasie, le venivo abbondantemente sul seno: allora lei raccoglieva per bene il mio piacere con le sue dita e le portava alla bocca, succhiandole avidamente. Mentre io mi sentivo morire..
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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