Sesso alle terme giapponesi

Le sorgenti del Beppu Onsen spargono vapore e odore di zolfo. I ragazzi si sono divisi il sovrapprezzo per l’uso esclusivo di una vasca per un’ora. Prima dell’ingresso mezz’ora di pulizia da regolamento, come se non ci fossimo mai lavati in vita nostra.
Ho dormito da schifo, agitata dagli ormoni che fanno le bizze peggio che da adolescente. Marco apre la fila, seguo la schiena scoperta di Samuele sotto un torii rosso, e tra i vapori intravedo la nostra piscina.
L’acqua è quasi bianca, tutto intorno piante fino al bordo della vasca. È un sogno.
Claudia è la prima a togliersi l’asciugamano. La guardiamo incantati mentre infila piano nell’acqua bollente, è bella come una ninfa e flessuosa come una pantera. Anche Samuele la guarda, stronzo, questa me la paga.
Mi metto di fronte a lui e tolgo l’asciugamano. Resta a bocca aperta e abbassa lo sguardo sulle tette.
Con una mano gli chiudo la bocca e spingo il mento verso l’alto. «Sguardo alto Samuele» tengo la voce e lo sguardo freddi, mi guarda senza capire. «Così impari a sbavare sulla mia amica».
«Io non stavo…»
«Sì che stavi». Mi volto e vado in acqua. Cazzo se scotta!
Entro piano e sento che mi segue, mi volto. Copre il cazzo con una mano, che tenero, mi passa la rabbia. Lo aspetto con l’acqua all’ombelico, mi guarda in faccia. Bravo.
Claudia e Marco sono spariti tra i vapori, e lo sciabordio dell’acqua copre ogni rumore. Bacio Samuele che non se l’aspetta, ma risponde facendo danzare la lingua con la mia.
Il suo cazzo è schiacciato sulla mia pancia, le sue mani sul culo, avessi un preservativo lo scoperei ora. Gli prendo una mano e guido le sue dita dentro di me. Non si fa pregare, inizia a spingerle. Ansimo e prende coraggio.
Gli lecco un orecchio. «Trova una roccia e siediti. Ora». sussurro in un modo che non ammette repliche. Che mi prende? Fanculo non m’importa.
Si siede e io gli sono sopra, le labbra e il clitoride spingono sul cazzo. Una mano mi si poggia sul culo, un dito scivola tra le natiche, mi sfiora l’ano e arriva alle labbra.
Mi scappa un gemito. Un dito mi penetra e muovo il bacino per strusciarmi sulla sua asta dura. Mugola e ha gli occhi chiusi.
Gli spalmo un seno sulla faccia, lo bacia con gusto. Ho il respiro corto, un tocco al perineo mi spezza il respiro, muovo il bacino per cercarlo ancora, e ancora.
Gli spasmi arrivano con forza, mi scuotono in ogni fibra togliendomi il respiro, non so quanto dura.
Mi appoggio con la faccia sulla spalla di Samuele a riprendere fiato.
Mi bacia piano sul collo, mi sposto per baciarlo sulla bocca e lo faccio alzare.
La cappella sbuca appena sopra il pelo dell’acqua. Mi abbasso e lo avvolgo tra le tette. Alzo lo sguardo e lo vedo in estasi. È la sua prima spagnola, non mi aspetto che duri granché.
Mi muovo, il cazzo si gonfia e Samuele ansima. Rallento, trattiene il fiato, gli addominali si tendono davanti ai miei occhi. Esplode con un grugnito animalesco, il primo fiotto mi arriva con forza sul collo e io continuo a stimolarlo fino all’ultima goccia, che raccolgo con la punta della lingua. Geme ancora, le gambe gli cedono e si siede.
Lo abbraccio e restiamo così, senza dire una parola.