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Prime Esperienze

Iniziazione inaspettata


di alessiatva69
01.02.2016    |    2.006    |    5 9.5
"Fantastico che anche se fossi in abiti maschili una volta colta in castagna sia fuoriuscita Alessia! E' stato bellissimo fare shopping insieme, finalmente..."
La trasferta di lavoro in una grande città del nord era l' occasione che aspettavo per togliermi una voglia che avevo da tempo: poter finalmente fare un po' di shopping come si deve senza timore di incappare in qualcuno che mi conosce e finalmente fare qualche bel regalo ad Alessia, che se lo merita proprio! La sera del giovedì, al termine del lavoro, invece di rientrare nel noiosissimo albergo mi metto a girovagare per negozi. L' eccitazione sale anche se la mia naturale timidezza non mi rendeva poi disinvolta come avrei voluto. Ero impacciata come al solito, anche se mi sentivo piu' sicura visto che ero in una città dove sono praticamente sconosciuta. C' era vicino una persona che mi sembrava sorridesse osservandomi di sfuggita, ad un certo punto mi sono decisa ed ho preso in mano il primo tanga a disposizione, allungandolo con le dita in larghezza. Sono sobbalzata quando l'altro avventore, che si era avvicinato dietro di me mi sussurra: "molto carino, ti starà benissimo, sai?". Credo di essere avvampata. Mi giro lentamente, lo guardo, qualche secondo che sembra un' eternità. E' più basso di me, minuto, snello, sorride, mi porge la mano e mi dice: "Piacere Giada". Completamente in bambola balbetto "Piacere Alessia", allungo la mano, ce le stringiamo e... scoppiamo a ridere in una risata liberatoria. Fantastico che anche se fossi in abiti maschili una volta colta in castagna sia fuoriuscita Alessia! E' stato bellissimo fare shopping insieme, finalmente consigliata da chi più esperta di me. Guepiere, guanti, calze, tanga, purtroppo mancavano calzature e parrucca ma mancava il tempo, il venerdì lavoravamo entrambe, abbiamo deciso di mangiare un boccone e di salire in camera sua (anche Giada era in trasferta), dove mi aveva detto avere una parrucca anche per me e tutti i trucchi per la circostanza. Ci siamo trasformate assieme, Giada mi ha truccata come mai avrei immaginato. Era dolcissima, abbiamo lesbicato a lungo, la sua bocca mi ha fatto impazzire, ma, purtroppo, dopo molti tentativi, ci siamo accorte che qualcosa mancava: Giada è solo passiva, Alessia è riuscita a penetrarla per un po' ma Giada non è riuscita a venire. Ormai era mezzanotte, il tempo tiranno, abbiamo deciso di struccarci velocemente, mentre lo facevamo abbiamo concordato di rivederci all' indomani post lavoro; sono corsa in albergo completamente frastornata ed ho dormito poco e male. Giornata poco produttiva: per scherzo (sbagliando di poco) i colleghi mi dicevano che sicuramente, oltre alla stanchezza del venerdì, la sera prima avevo fatto conquiste...in effetti!
Finalmente sono di nuovo da Giada. Più pratica di me e sicuramente più sfrontata del giorno prima mi dice che sono carinissima ma inadatta a lei; e che ad entrambe un po' di maschio non puo' che far bene. Chiedo che cosa abbia in testa lei propone di farci un giro sulla sua auto. Mi sento sprofondare, ho paura...ma anche parecchia eccitazione. Vince la paura: "Giada non ho le scarpe". "Eccole tesoro, è il mio regalo per te". Rimango sbalordita. Indosso come un automa le mie prime vere scarpe da donna (non hanno il tacco a spillo, mi sa che riesco a camminarci, poteva essere una scusa se...ma già, ero stata io la sera prima a dirle che le avrei volute così). La bacio per riconoscenza ma mi sento raggirata: lei sa che volevo lesbicare e mi propone di uscire per maschi. Disonesta. Ma ormai sono in ballo. E poi ha ragione: anche io, così finalmente en femme, richiedo qualcosa di più che la lesbicata della sera prima.
Non parlo del turbine di sensazioni della mia prima uscita in veste di Alessia, come camminavo e come mi sentivo. Non capivo niente! E tantomeno in macchina, ai semafori; chi ti sorride, chi ti deride... che casino!
Una cosa mi eccitava da morire: ero alla sua completa mercè: che potevo fare? Chiedere di farmi scendere?
Per la prima volta scoprivo l' eccitazione del masochismo. Ma ero decisa a non sottomettermi.Chiesi se aveva in mente un privè e lei mi disse "troppo complicato devi prima fare un po' di esperienza come si deve". "E che altro hai in testa? Bada che io sono una sorellina e poi lo farò solo se sicuro". Mi ha fulminato con lo sguardo chiedendomi se la considerassi così stupida da far diversamente. Mi sono rassicurata.
Dopo un po' di strada durante la quale mi sono parecchio sciolta vedo che mette la freccia e parcheggia in un' area dove mi pare di vedere solo camion. Il cuore mi è andato in gola. Chiedo che intenzioni ha e lei dice di far fare a lei, che sa quel che fa. Io minaccio di rinchiudermi in macchina. Lei sorride, dice lascia fare a me sciocchina. Esce dall' auto (ovviamente porta con sé la chiave) e si mette a sculettare nel mezzo al piazzale. Altro trabocco delle mie coronarie anche per l' eccitazione che mi aveva fatto uscire il clito (ma ormai di clito non aveva più nulla) dal tanga e premeva contro le calze in modo impetuoso. Da alcuni tir si mettono a lampeggiare; Giada sorride, sculetta, si dimena (Dio, devo ammetterlo, che invidia!) infine da un Tir scende un camionista. Parlottano. Giada annuisce e viene verso di me. Sono a dir poco frastornata. Paura, eccitazione, voglia, tutto! Ecco il patto: lei vuole farselo, io devo andare con lei per lesbicare un po' ed eccitare il camionista, magari poi fare un pompino protetto al suo vice, che è uno a cui il culo non piace. L' ho seguita senza capire ormai più nulla. Per fortuna mi ha spinto su per i gradini altrimenti chissà. Non so come descrivere l' entrata in cabina accolta dal camionista che se lo menava, e dietro sornione l' altro che si stava sbottonando. Giada entra e chiude la portiera: mi son sentita perduta. Giada, dopo aver preso in mano il membro dell' autista ha esclamato: "Visto che bellezza che vi ho portato?" Ed ha iniziato a baciarmi e carezzarmi. Ho perso completamente la testa. Sono rimasta in balia di Giada, ma devo dire che almeno è stata onesta: ad un certo punto mi ha guidato la testa verso il membro ormai duro del camionista: non so ricordare come fosse, ho cercato di ingoiarlo il più possibile e fare il mio dovere di donna e complice. Dopo poco son stata messa da parte e, mentre Giada si faceva finalmente infilare dal suo uomo gridando tutta la sua soddisfazione, io eseguivo diligente il mio compitino succhiando il membro protetto dell' altro, e poi infine ripulendolo con la mano. Ho poi salutato educatamente dicendo arrivederci e grazie; con Giada siam tornate abbracciate alla macchina. Le ho chiesto supplicandola di tornare in albergo.
Non ho avuto voglia di fare niente altro. Non le ho poi dato, come mi ha chiesto, il mio cellulare "ti chiamo appena posso".
Non credo la richiamerò mai. Devo ancora capire che cosa Alessia desideri veramente.
Un bacione a chi è arrivato fin qui.
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