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Prime Esperienze

Essere se stessa


di insospettabile_76
20.08.2024    |    2.333    |    3 9.6
"- Arrivarono a Parigi, giornata uggiosa, presero il primo taxi e raggiunsero l’albergo dove il concierge li attendeva..."
Quando la luce del primo mattino illuminò la sua stanza ed i raggi primaverili riscaldarono la sua pelle, Luisa, inconsciamente allungò il braccio alla ricerca di quella persona che avrebbe potuto soddisfare le sue fantasie più nascoste.
La mano tastava il letto, avvicinandosi sempre più all’uomo che già da molto tempo faceva parte della sua vita. All’improvviso i suoi occhi si spalancarono ed istintivamente ritrasse la mano. Quel gesto così veloce, non era altro che il segno della sua repressione mentale.
Si sedette sul bordo del letto, con la luce del primo mattino che le illuminava i turgidi capezzoli. Rivolse il suo sguardo allo specchio perdendosi in modo ipnotico nel suo stesso sguardo. Inconsapevolmente ammise a se stessa che non era felice, non lo era da molto tempo perché l’amore che provava per quell’uomo l’aveva spinta a reprimere le sue passioni, rendendola una persona completamente diversa dal proprio essere.
Si sentiva come in carcere, ed il carceriere era il rispetto della moralità dell’uomo con cui aveva deciso di trascorrere tutta la sua vita. Avrebbe voluto lasciarsi andare completamente per sentirsi veramente se stessa. Avrebbe voluto compiere tutte quelle cose che in molti, compreso suo marito, ritenevano immorali.
Si chiese cosa fosse la moralità e se fosse giusto essere giudicati per certi pensieri, per certe azioni o convinzioni, che la maggioranza delle persone riteneva “oscene” o faceva finta di ritenerle tali solo per paura.
La paura di perdere la persona che amava stava condizionando troppo il suo vero essere.
Travolta da questi pensieri si alzò dal letto, indossò il negligè leggero che lasciava intravedere i capezzoli turgidi e si avvió in bagno per prepararsi alla lunga giornata lavorativa che l’avrebbe attesa.
Il suo telefono vibrò, una notifica apparse sullo schermo dello smartphone avvisandola che la volvo nera la stava attendendo per condurla in aeroporto e dove sarebbe salita su un volo diretto a Parigi.
Indossò le scarpe con il tacco che amava tanto, acquistate qualche tempo prima mentre immaginando il suo corpo nudo sdraiato sul letto e loro come unico accessorio.
Prese la valigia chiuse la porta e l’ascensore la condusse lontano dai suoi pensieri più intimi.
Il conducente della vettura, un uomo sulla cinquantina con un fascino particolare, aprì la portiera della vettura per farla accomodare.
Luisa riprese a fantasticare immaginando che il conducente sbirciasse dallo specchietto retrovisore mentre teneva socchiuse le sue gambe lasciando intravedere le leggere mutandine bianche. Avrebbe voluto che lo sconosciuto alla guida della volvo mettesse la sua bocca tra le gambe, iniziasse a baciarle la figa che era già umida per l’eccitazione. Avrebbe voluto che le sue labbra succhiassero il clitoride e poi la lingua le scopasse la figa. Avrebbe voluto squirtare, riempire la sua bocca, godere e farlo impazzire di passione. Avrebbe voluto prendere il suo membro in mano. Non le piacevano quelli lunghi, li preferiva nerboruti e grossi di circonferenza con la vena centrale pulsante per l’afflusso di sangue.
Le piaceva immaginare di abbassare il prepuzio per scoprire il grosso glande e iniziare a leccarlo, succhiarlo, prenderlo in bocca e assaporare tutti i suoi umori mentre l’altra mano giocava con il clitoride.
Ormai era un fiume in piena, la sua mente aveva trasportato il corpo ad un punto di non ritorno. La voglia di essere presa all’istante era irrefrenabile. Si, lo avrebbe scopato lì sul sedile posteriore noncurante degli sguardi delle persone che la circondavano.
La sua vagina era ormai fradicia, il corpo accaldato, il viso arrossato.
Giunti all’aeroporto l’autista accostò al marciapiede del terminal, le aprì la portiera. Luisa ormai era preda delle sue fantasie.
Scese dalla macchina spalancando le gambe e lasciando vedere le mutande bagnate. Con la mano sfiorò la patta dell’uomo e si accorse dell’erezione. Lo desiderava.
Rapidamente entrò in aeroporto, prese il telefono e compose il numero di Gabriele, il suo collega che l’avrebbe accompagnata a Parigi. Un uomo affascinante sulla quarantina con capelli nero corvino, fisico statuario ma non palestrato.
Si incontrarono al bar, un caffè e poi velocemente verso il gate.
Durante il volo Gabriele le chiese se fosse riuscita a parlare con il marito e se gli avesse confidato tutte le sue voglie. Luisa, a malincuore rispose di no ed aggiunse - ho sempre più voglia - poi abbassando la voce per non farsi sentire dagli altri passeggeri aggiunse - vorrei tanto essere trattata come troia, poter eccitarmi a tal punto da poter far impazzire mio marito. Sfortunatamente, invece, continuiamo ad avere rapporti dove il massimo della trasgressione è essere messa a pecora. -
Gabriele iniziò ad eccitarsi - questa sera dopo cena sono stato invitato a casa di alcune persone per una festa in maschera avresti voglia di accompagnarmi? - Luisa, dopo aver riflettuto -si, mi farebbe molto piacere, magari potrei fare nuove conoscenze. Cosa devo indossare visto che è un ballo in maschera? -
Gabriele -ti porterò io qualcosa da indossare.-
Arrivarono a Parigi, giornata uggiosa, presero il primo taxi e raggiunsero l’albergo dove il concierge li attendeva. Consegnati i documenti presero le rispettive chiavi e salirono in stanza.
Gabriele solo, già immaginava la serata che lo avrebbe atteso e immediatamente compose il numero della coppia che lo aveva invitato alla festa -Ciao, sono io, volevo avvisarvi che questa sera sarò accompagnato da un’affascinante donna-.
La voce femminile e sensuale dall’altra parte del telefono -va benissimo, più siamo e più ci divertiremo, l’importante che avrò le solite attenzioni, lo sai che impazzisco per te.-
Nell’altra stanza, Luisa, eccitata gettò a terra la valigia sdraiandosi immediatamente sul letto e alzandosi la gonna ad accarezzando la figa ormai completamente bagnata.
Iniziò delicatamente a giocherellare con il clitoride, gonfio, pulsante, e voglioso. Poi piano piano scese lungo le grandi labbra pensando a quanto sarebbe stato meraviglioso che un uomo le avesse regalato piacere con la lingua mentre lei si sarebbe accarezzata il clitoride.
Si alzò, tolse la gonna, gettò via gli slip ed aprì la borsa dove aveva riposto il suo lush.
Non ci fu bisogno che il sex toys venisse lubrificato, la sua figa lo accolse tutto e subito regalandole un senso di piacere estremo.
Continuò a masturbare il clitoride mentre il sex toys era al massimo della vibrazione, immaginava di essere l’oggetto del piacere di più uomini, tutti bramosi del suo corpo della sua bocca, delle sue mani.
Più la sua mente immaginava e più il piacere aumentava. La sua mano accarezzava sempre più velocemente il clitoride. Contrava le gambe e facendo penetrare sempre più a fondo il lush quasi a non volerlo far più uscire.
Ogni volta che il dito la penetrava accarezzando le pareti interne, ansimava e d’istinto apriva la bocca desiderosa di succhiare un pene nerboruto. Poi all’improvviso uno spruzzo fuoriuscì dalle grandi labbra inondando completamente le lenzuola. L’orgasmo fu talmente forte che urló a squarciagola. Si sentì libera ma ancora vogliosa e anche un po’ insoddisfatta.
Si alzò dal letto, tolse la camicia che aveva indossato al mattino, slacciò il reggiseno liberando i seni ed i turgidi capezzoli. Lasció il lush nella vagina e si diresse sotto la doccia.
Azionò il miscelatore e si pose sotto il getto di acqua calda, riprese a masturbarsi gemendo di piacere ed urlando.
Alla fine si insaponò e il movimento delle mani sui capezzoli continuava a farla gemere.
Alle 16,00 si incontrò nella hall dell’albergo con Gabriele, indossava un’elegante gonna e una camicia bianca che lasciava intravedere le sinuose curve. Gabriele immaginò di poter baciare i seni, succhiare i capezzoli, mordicchiarli dando quella sensazione di piacere e dolere.
Mentre si apprestavano ad andare alla riunione di lavoro Gabriele disse a Luisa “ti ho sentita ed era eccitantissimo”.
Giunti nel grande ufficio si ricomposero, però Gabriele faticava a mantenere la concentrazione ormai i suoi pensieri andavano sempre alla festa che si sarebbe tenuta quella sera.
Al calar del sole andarono a cena, una cena molto veloce dove Luisa chiese -allora questa sera cosa dovrò indossare?-.
Gabriele aprì la sua valigetta e le porse un completino intimo che avrebbe lasciato intravedere le forme ed una maschera.
Luisa, tra l’imbarazzo e l’eccitazione -dovrei indossare questo?-
Gabriele, timoroso che l’affascinante amica potesse declinare l’invito e far sfumare tutte le sue fantasie rispose -questa sera potrai dare sfogo a tutto ciò che hai in mente, potrai sentirti te stessa senza alcuna paura, la maschera servirà per non farsi riconoscere.-
Luisa, immediatamente iniziò a fantasticare lasciandosi trasportare.
Noleggiarono una macchina per poi andare in hotel a prepararsi per la serata.
Luisa, si preparò accuratamente, una doccia calda, tolse i peli pubici che erano appena ricresciuti, spruzzò due gocce del suo profumo preferito. Indossò il completino intimo e le scarpe con il tacco che tanto amava a coprirla solo un cappotto. Niente altro.
L’attendeva una magnifica serata che l’avrebbe fatta sentire se stessa.
Gabriele, indossò l’abito elegante, un completo nero con camicia bianca, abbottonò i gemelli e scese nell’atrio nell’attesa della sua damigella.
Quando le porte dell’ascensore si aprirono, Gabriele rimase letteralmente senza fiato, Luisa una donna sensuale che sprigionava femminilità e passione. Presero la macchina, si avviarono in direzione della grande villa.
Al loro arrivo il custode fece scendere prima Luisa e poi chiese a Gabriele le chiavi della vettura per parcheggiarla nel seminterrato.
Le porte della villa si aprirono, ad accoglierli il maggiordomo della casa.
Una volta entrati, l’uomo chiese a Luisa di porgerle il soprabito e lei con molta lentezza e sensualità iniziò ad allargare la cintura.
Gabriele era lì che la osservava, e quando lei tolse completamente il cappotto restò senza fiato. L’aveva sempre immaginata ma non si sarebbe mai atteso tanta bellezza.
Indossarono le maschere ed entrarono nel grande salone delle feste. Luce soffusa, musica di sottofondo, camerieri in livrea con calici di champagne e vassoi di ostriche.
Vennero raggiunti dalla padrona di casa, una donna statuaria, vestita solo di perizoma e tacchi a spillo -Buonasera Chloè, sono felice di presentarti la mia amica Luisa, è la sua prima volta; ha sempre desiderato dare sfogo alle sue passioni- disse Gabriele.
Luisa imbarazzata -piacere di conoscerti Chloè, grazie dell’invito.-
Chloè molto attratta dal corpo di Luisa le si avvicinò e delicatamente appoggiò le labbra su quelle della fantastica donna che aveva davanti -piacere mio Luisa, Gabriele mi aveva detto che avrebbe portato un’amica ma non avrei mai immaginato tanta bellezza.-
Gabriele baciò Chloè che ricambiò appassionatamente.
Nel salone delle feste erano presenti altre tre coppie, che sedute sui divanetti davano libero sfogo alle proprie passioni.
Gabriele disse -credo che questa serata potrà finalmente farti prendere coraggio.-
Luisa lo ringraziò, lo fece accomodare su un sofà, si mise in ginocchio tra le sue gambe, guardandolo negli occhi iniziò a sbottonare la patta dei pantaloni. Non indossava gli slip, si vedeva la cappella grossa lo tirò fuori e iniziò a massaggiarlo. Gli tolse i pantaloni e notò che era diventato duro. La vena centrale pulsava di voglia e iniziò a leccarlo.
Il sapore di quel membro la mandava in estasi, il profumo la faceva impazzire, abbassò completamente il prepuzio lasciando scoperto il glande e la lingua correva lungo l’asta fino ad arrivare alla parte più alta.
Lo prese tutto in bocca, succhiandolo avidamente come se fosse il dolce più buono al mondo. Gabriele strabuzzò gli occhi e disse -sei fantastica, mi stai facendo impazzire, la tua passione e sublime.-
Luisa iniziò a perdere qualsiasi inibizione, vedere Gabriele godere per merito suo la eccitava tantissimo, i suoi occhi si muovevano velocemente tra lo sguardo di Gabriele e l’uomo che aveva davanti intento nel fare un cunnilingus alla sua compagna di giochi.
Luisa sì sentì osservata, girò la testa e vide Chloè intenta a guardarla. Era seduta sul divanetto dietro di lei, aveva le gambe spalancate e due dita all’interno della vagina.
Chloè si alzò, si avvicinò a Gabriele e a Luisa, iniziò a baciare la donna sul collo, poi lungo tutta la schiena, fino ad arrivare ai glutei. Si sdraió di schiena, fece allargare le gambe a Luisa che era intenta a succhiare il grosso membro dell’amico e la fece quasi sedere sulla sua bocca.
Chloè iniziò a succhiare il grande clitoride di Luisa, e poi delicatamente la penetrò con la lingua.
Luisa non resistette più al piacere e iniziò ad ansimare sempre più vogliosa, voleva che gli altri uomini le si avvicinassero per prendere i loro membri in mano e succhiarli uno per uno.
Gabriele si alzò, mise la sua bocca tra le gambe di Chloè.
In quell’istante si avvicinarono due uomini, Luisa non si fece scappare l’occasione e inizió a masturbarli entrambi.
Finalmente si sentiva sè stessa, poteva dare sfogo a tutte le sue fantasie.
Un terzo uomo si fece succhiare il membro. Soddisfatta di vedere tante persone eccitate per merito suo si alzó in piedi, prese Gabriele e gli disse -scopami.-
Gabriele la penetrò, non sentì alcuna resistenza nonostante che la vagina di Luisa fosse molto stretta. Era ben lubrificata.
Iniziò a muoversi avanti e in dietro mentre lei urlava di piacere e chiedeva di essere sbattuta con forza. Era travolta dalla passione, leccava ogni pene che le si presentava davanti poi disse a Chloè di sedersi davanti a lei, voleva farla godere.
Chloè si sedette, aprì le gambe e Luisa iniziò a leccarle, la scopava con la lingua le metteva le dita dentro, spingeva con i polpastrelli sulle pareti superiori.
Chloè iniziò ad urlare di piacere e all’improvviso uno schizzo riempì la bocca di Luisa. Chloè aveva squartato.
I tre uomini davanti a Luisa iniziarono a masturbarsi sempre più velocemente, lei tolse le loro mani e affamata iniziò a succhiarli.
Gabriele da dietro stava impazzendo di piacere, quella donna era fatta per impazzire e far impazzire, più lei provava piacere più ne sapeva donare. Gabriele, inizió ad ansimare non resisteva più, la vagina di Luisa stringeva il suo pene e non voleva farlo uscire.
Lei, ansimando di piacere gli chiese -vienimi dentro, riempimi con il tuo sperma.-
Gabriele non resistette, in un attimo riempì la vagina di Luisa. Lei presa dal massimo piacere iniziò a divorare con la bocca i membri degli atri tre, che all’improvviso riempirono di sperma il suo corpo.
Chloè distesa ammirava la scena.
Gabriele riprese a penetrare Luisa, lei si staccò, lo fece sedere sul divanetto e gli salì sopra e guidando il membro verso l’ano. Lo prese tutto dentro. Fece accovacciare Chloè tra le sue gambe dirigendo la testa verso il clitoride.
Gabriele le stava penetrando il culo, Chloè la leccava, gli altri tre uomini a turno riempivano la sua bocca.
Non resistette, urlò di piacere e inondò la bocca di Chloè. Non aveva mai squartato così tanto, non si era mai sentita così appagata e soddisfatta, non si era mai sentita se stessa.
Si alzò, si rivolse a Gabriele e gli disse -Grazie!-
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