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Prime Esperienze
E così finimmo a sorseggiare un caffè all’ombra di un secolare ulivo…
di Hypnos1975
08.04.2016 |
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"E’ capitato che alla soglia dei 60 anni Loredana avesse ancora voglia di fare l’amore, di farsi solo toccare o di, molto spesso, succhiare e mordicchiare il..."
Ma forse è meglio iniziare dall’inizio.Sono sempre stato un amante del bello, immaterialmente parlando, amante delle donne, in quanto essere celestiale ed amante del buon sesso.
Mi ero iscritto da circa un anno sul sito di incontri, cercavo una donna matura (anche mentalmente) o una coppia con lui contemplativo.
Ero un virgulto d’uomo non ancora completato. Felicemente fidanzato e voglioso di esperienze diverse, con la consapevolezza, purtroppo, che la mia Lei non avrebbe mai accettato di dividermi con un’altra donna e mai e poi mai avrebbe avuto rapporti con un altro uomo.
La situazione era quasi imbarazzante, ad ogni accenno della mia voglia di trasgredire ai ferrei dettami, si innescava una guerra intestina che portata il malumore in entrambi.
Così, all’insaputa della mia metà, mi ero iscritto. Ma oramai erano passati parecchi mesi, e non riuscivo ad avere un minimo di visibilità verso le categorie che mi interessavano.
Ma all’improvviso, un giorno di primavera inoltrata, ricevetti un messaggio da una coppia che avrebbe avuto piacere di avere un incontro conoscitivo con me. Ero al settimo cielo, il cuore batteva all’impazzata e l’adrenalina di quella notizia continuava ad andarmi in circolo e a rendermi euforico.
Risposi garbatamente che ero fidanzato, ma la mia Lei non avrebbe partecipato, anzi, non avrebbe saputo nulla.
Spiegai nella mia mail i motivi per cui mi presentavo solo e attesi una risposta.
Passarono due o tre giorni, la coppia mi ricontattò e mi allegò delle foto di Lei, Loredana, vestita, seminuda e nuda…
Non riesco a descrivere quello che mi capitò, le stesse sensazioni provate dopo la prima mail si erano ripresentate, più forti e pulsanti di prima.
Attesi una mezza giornata prima di rispondere, poi, preso il coraggio a quattro mani, iniziai, come capita sempre in questi casi, la mia descrizione fisica…
“Sono alto 1,78 mt, peso 65 kg, sono biondo, occhi azzurri, fisico esile ma muscoloso, per le misure intime non saprei dirvi, non ho mai misurato nulla, ma dalle foto che vedo sul sito, credo di essere nella media. Diciamo circa 22/23 cm…
Sono pulito, riservato, distinto. Donatore di sangue abituale. Ricerco pari requisiti.
Sono della provincia di Salerno, Angri, poco distante da voi. Mi piacerebbe incontrarvi per conoscervi e poi, se soddisfatti dell’incontro conoscitivo, avere un rapporto con Loredana…”
Dopo circa due giorni mi ritrovo una mail di Antonio, è così che si chiama il lui della coppia, in cui, oltre ad inviarmi ulteriori foto di Loredana, si descrivono e mi dicono che avrebbero voglia di incontrarmi.
Prendiamo appuntamento per un venerdì pomeriggio inoltrato. Ci incontriamo in un bar del loro paese, li saluto come se fossero vecchi amici, così le persone nel bar non si insospettiscono, e ci sediamo ad un tavolino.
Loredana aveva una specie di sahariana beige, molto larga e semitrasparente, un cappello a tesa larga che le nascondeva quasi completamente i capelli castani con riflessi ramati, il volto tondo, un paio di occhiali che ne celavano gli occhi, una collana color ambra ed un paio di scarpe dello stesso colore. Dal suo abbigliamento traspariva la sagoma del corpo, aveva di sicuro qualche chilo in più, ma non era grassa e poi si notava il suo seno, e come avrei potuto non farlo?
Un seno bello grande, che premeva contro quell’abito che ne faceva trasparire sia la grandezza sia il capezzolo grande quasi quanto un bicchiere di plastica.
Lei sembrava volesse nascondersi al mio sguardo, ma io ero andato per lei, quindi cercavo di frugare tra gli spiragli che il suo abbigliamento lasciava alla mia vista, ogni minimo segno di malessere, ogni centimetro di viso, ogni sguardo che lei mi concedeva…
Inizia finalmente la nostra conoscenza. Siamo tutti e tre molto nervosi e timidi. Antonio cerca di stemperare l’atmosfera cominciando a parlarmi del loro rapporto, del perché fanno questo e di come sia migliorata la loro vita sentimentale da quando hanno iniziato.
“Abbiamo iniziato da circa due anni, ma abbiamo avuto, in questi due anni, solo 4 incontri andati a buon fine. Io sono ingegnere, lavoro ancora e mai lei (Loredana) potrà incontrare nessuno quando non ci sono. Posso essere spettatore o aspettare in un’altra stanza, ma mai qualcuno dovrà entrare in casa senza la mia presenza…”
Come detto, quello era il mio primo incontro, ed a quelle parole il mio timore, la paura di essere cascato in un tranello, cominciò a salire.
Perché Antonio mi stava dicendo questo? Cosa dovevo aspettarmi se la nostra chiacchierata fosse andata a buon fine? Cosa poteva succedere una volta entrato in casa loro? E cosa molto più importante, perche Loredana non aveva ancora pronunciato una sola parola oltre al ciao rivoltomi all’inizio?
Mi feci coraggio e chiesi.
Chiesi ad Antonio perché Loredana non aveva ancora detto nulla. La risposta mi lascio sorpreso ed interdetto…
“Devi sapere che io sono laureato, Loredana e diplomata. Non vorremmo che il suo parlare, o qualunque intercalare lei abbia, rovinasse il nostro incontro”.
D’istinto risposi “Credo che saper parlare, avere dizione e saper ragionare siano cose soggettive. Sbagliare un vocabolo o avere un intercalare non significa non aver studiato. Si può essere nervosi, tesi, e qualche errore può esserci. L’importante è che il pensiero, nella sua interezza, sia equilibrato, abbia un significato…”
Loredana per la prima volta sorrise, allora mi sorse il dubbio che non le piacessi, che non ero il suo tipo, altrimenti perché quel sorriso proprio in quel momento e non prima, a tutti gli sguardi che gli avevo rivolto?
Ma Antonio interruppe il mio pensiero e continuò.
“Abbiamo una posizione sociale agiata, non possiamo lamentarci, ma a noi manca qualcosa. Non sappiamo cos’è, ma quel qualcosa l’abbiamo ritrovato in questi incontri. Devi sapere che se, e dico se, tu avrai un rapporto con mia moglie, quando tu andrai via e lei si sarà fatta una doccia, io mi stenderò vicino a lei, la coccolerò, la bacerò e poi avremo un rapporto”.
Non sapevo cosa pensare. Ero frastornato, c’erano dinamiche che non riuscivo a comprendere fino in fondo ma che accettavo, non perché dovessi arrivare al mio scopo, ma perché ero convinto che ogni persona è differente dalle altre e quindi ha una visione della vita personale.
Dopo queste parole, molto spesso durante il nostro parlare, mi rivolgevo a Loredana, che nel frattempo si era tolta gli occhiali, per chiederle se aveva bisogno di questo sprone, se anche a lei andava bene il concetto espresso da Antonio, se era consapevole o sottomessa a questo ragionamento…
Ma come fatto fino a quel momento, Loredana rimaneva in silenzio. Risposte monosillabiche che facevano sorgere in me domande a cui solo lei poteva rispondere.
Capii che se tutto fosse andato per il verso giusto, quelle domande che mi stingevano lo stomaco le avrei potute fare stando da solo con lei.
Così proseguimmo il nostro parlare per un po’ di tempo, io ero sempre più ingolosito dalla situazione, ma a questo punto era meglio separarci e, a mente fredda, ragionare su quello che ci eravamo detti.
Il nostro primo incontro durò circa due ore, ma la mole di informazioni e presupposti era enorme e ritornai a casa euforico come non mai.
Ricordo che quella sera andai a prendere la mia fidanzata per andare a mangiare una pizza ed a bere un bicchiere di vino in un locale poco distante da dove abitavo, ma la voglia di ritornare a casa e ripensare, elaborare, tutto quello detto, era tremenda.
Passarono altri due giorni da quell’incontro e non avevo più avuto notizie da Antonio.
Il lunedì sera, apro la mail e trovo un messaggio. Alle immancabili foto seguiva un invito a recarmi a casa loro, corredato da come dovevo fare per non insospettire nessuno.
Mi indicano la strada per arrivare al cancello di una villetta, suono come da accordi e mi avvicino alla casa.
All’improvviso si apre il portone d’ingresso e mi viene incontro Antonio.
Io preoccupato, era il primo incontro, chiedo dove fosse Loredana. Lui si scosta dalla visuale del portone e scorgo lei, in vestaglia lunga rossa che mi osserva dall’interno di casa.
Mi tranquillizzo, credo che queste cose vadano proprio così, lontano da occhi discreti e molta cautela…
Entro, saluto Loredana e mi fanno accomodare in un salottino. Iniziamo a parlare di nuovo. Antonio detta delle regole, “Oggi, se vuoi, sarete da soli, io aspetterò in una stanza attigua, ogni tanto entrerò, dopo aver bussato, per assicurarmi che tutto sia come dev’essere” “Come detto già, Lei non avrà mai incontri se io non sono in casa, quindi non chiederle di darti un appuntamento senza la mia presenza” “Quello che farete dev’essere gestito da voi due, io non interverrò sulle vostre decisioni” “se, in evenienze superiori, io dovessi separarvi, non dovrai in alcun modo rifiutare la mia decisione”
Questo decalogo mi fece pensare ad un padrone ed alla sua schiava, ma prontamente lui riprese “Non sono un padrone e lei non è la mia schiava, lo faccio solo perché tengo a lei e voglio proteggerla…”
Dopo queste parole ci disse di cominciare a salire in camera e di iniziare a trovare un po’ d’intimità.
Uscimmo dal salottino e cominciammo a salire una scala che portava ai piani superiori. Loredana in silenzio mi precedeva ed io la seguivo con in testa tutte le domande che le avrei fatto e guardandole, incantato, il sedere.
Arrivammo davanti ad una porta socchiusa da cui usciva una musica in sottofondo, lei si girò verso di me e disse “siamo arrivati, sei sicuro di voler entrare insieme a me?”
La voce era tremolante, come se stesse per succedere qualcosa, il mio cuore batteva all’impazzata, ma con voce ferma risposi di si.
Lei mi guardo il viso e mi sorrise. Mi prese per mano e mi fece varcare la porta.
Ero arrivato nel loro talamo nunziale, non una camera normale con un letto, ma la loro camera da letto.
Cominciò a spogliarsi in un angolo con la luce meno intensa della stanza, ma io la fermai. Lei si rivestì in tutta fretta come se avesse avuto ordine di farlo, ma io con voce calma e gentile gli dissi “perché non ti siedi qui accanto a me? Sai, ho delle cose da chiederti, domande alle quali solo tu puoi dare delle risposte”
La risposta che ricevetti fù sconcertante, “non vuoi scoparmi?” “certo” risposi,”ma voglio farlo in modo che abbia una parvenza di sentimento, non sono mica un’animale”.
Lei si avvicinò e si sedette un po’ scostata da me. Gli chiesi “perché non parli mai? Perché è solo tuo marito ad imporsi? Alla fine sei tu che avrai un rapporto con me, forse non sono il tuo tipo? Troppo esile? Cercavi qualcosa di diverso e ti sono stato imposto?”
Per tutta risposta ricevetti un sorriso. Eureka, era il secondo in mezz’ora, forse cominciava a sciogliersi, almeno il nostro rapporto sarebbe stato più equilibrato…
Poi disse “No, sei un bel ragazzo, simpatico, hai un cervello e cosa molto importante per me, sei gentile, non avrai tanti muscoli, ma quello che conta non è alla vista di tutti…
Il fatto è che io ho 53 anni, se un ragazzo della tua età vuole stare con una signora della mia, la prima cosa chi mi chiedono e di fare sesso violento, mi legano, mi schiaffeggiano e poi senza avere il garbo di giocare un po’, vogliono l’ano, ed io non vorrei, ma se non concedo quello che vogliono, allora dopo vanno via e non riusciamo più ad incontrarli… e poi, mi hai vista bene? Sono un po’ robusta, non sono la Loren, ho questo seno così grande che mi fa vergognare di andare in giro…”
“Vorrei solo che tu mi scopassi senza picchiarmi o legarmi e se proprio vuoi il mio culo, abbi l’accortenza di giocare prima, usare l’olio e poi metterlo dentro…”
Allibito saltai dal letto. “Credi che io sia un’animale? Non cerco il dolore altrui se proprio non sono costretto. Se ti piaceva essere dominata sarebbe stato diverso, ma visto che non sei così perché dovrei violentarti?”
Erano passati 10 minuti ed io e lei eravamo ancora vestiti. All’improvviso bussarono e dopo qualche secondo si aprì la porta. Era Antonio, che come promesso, era venuto a controllare che tutto fosse tranquillo.
Vedendomi ancora semivestito si avvisino e sussurrò qualcosa all’orecchio di Loredana e si diresse verso la porta da cui era entrato, senza aggiungere altro.
Una volta uscito, Loredana cominciò a svestirsi di nuovo, si slacciò la vestaglia e la lasciò cadere a terra. Poi si piegò su di me e comincio a sfilarmi i pantaloni, poi i calzini e poggiò le mani sul mio pene.
Cominciò a stringerlo e a strofinarlo, a leccarlo da sopra il boxer e a mordicchiarlo.
Forse avevo capito cosa voleva e la fermai, la feci risedere al mio fianco e cominciai ad accarezzarla…
Iniziai dal collo, scendendo sulle spalle e mordicchiandole il collo, con le mani arrivai sul suo immenso seno e cominciai a giocare su tutta la sua superficie. Poi mi alzai e mi sedetti dietro di lei, il mio pene, oramai duro, si strofinava alla sua schiena, le mie mani le massaggiavano il seno ed il ventre, la mia calda lingua le leccava il collo e la mia bocca le mordeva l’orecchio. Potevo sentire sotto i polpastrelli la sua pelle che per il piacere diventava “ruvida”. Avevo proprio capito, non voleva una persona che la possedesse, voleva una persona che la trattasse da donna.
Ma a quel punto cosa potevo fare? Ero eccitatissimo, avrei avuto bisogno di sbollire un pochino, ed ecco che all’improvviso si sentì bussare di nuovo.
Entro Antonio che ci disse che era passata quasi un’ora, si rassicurò che tutto stesse a posto e ritornò nella stanza attigua.
Appena il nostro ospite uscì, dissi a Loredana che avrei voluto che mi facesse un pompino, ma non in ginocchio, doveva mettersi in modo che io potessi toccarle la figa e l’ano. Lei con un sorrisetto garbato si sdraio in modo che io potessi fare quello che volevo e, dopo aver indossato il preservativo, iniziò a prendere il mio cazzo durissimo in mano, cominciò a leccarlo con movimenti circolari della lingua e dopo alcuni minuti lo prese in bocca. Una sensazione incredibile, il mio cazzo era entrato in una bocca caldissima e soddisfatta per come mi ero comportato fino a quel punto.
Io non avevo perso tempo e avevo iniziato a toccarle la figa ed il clitoride. Ad ogni tocco sentivo Loredana che si contraeva dal piacere e dopo circa 10 minuti sentii le mie dita bagnatissime. Aveva avuto un orgasmo, lascio il mio cazzo per 2 minuti, continuando a masturbarmi con la mano e poi ricominciò con la bocca.
Io oramai ero convinto di aver trovato la chiave per aprire la porta della sua felicità e ricominciai a toccarle la figa. Ma lei mi posizionò le dita all’altezza dell’ano, voleva che giocassi per farla ammorbidire. Senza indugiare iniziai a penetrarla prima con un dito, poi, visto il dilatamento, con due, poi con tre, erano passate 2 ore, e tra le svariate visite di Antonio, tutto procedeva per il meglio…
All’improvviso sentii che stavo per eiaculare, le dissi che stavo per venire. Lei prese il mio cazzo, mi tolse il preservativo e cominciò a masturbarmi, con la bocca sempre vicino al mio cazzo, aspettando per bere il mio sperma…
L’eccitazione era tanta ed all’improvviso venni. Loredana senza scomporsi fece in modo di prendere il mio sperma in bocca, una parte lo sputò, ma una parte lo tenne in bocca. Ricominciò a masturbarmi per fare in modo che quel momento durasse il più a lungo possibile, ma la natura stava facendo il suo corso ed il mio pene stava per rilassarsi.
Lei mi guardò, mi sorrise poggiò la mia mano sul suo enorme seno. A quel punto l’incontro era concluso, ma io cominciai a massaggiarle il seno e ripresi a toccarle la figa.
Oramai la chimica che si era venuta a creare mi permetteva di prendermi delle libertà con lei, così chiesi se aveva qualche giochino, un vibratore, cose del genere…
Lei mi guardò sospettosa ma poi mi rispose di si.
“E’ nel secondo cassetto dell’armadio centrale, vuoi che lo prenda?”
“Si” gli risposi, “voglio stare ancora un altro po’ di tempo con te…”
Lei si alzò, andò all’armadio, aprì il cassetto e prese un vibratore.
Si riavvicinò al letto, me lo porse e disse: “ed ora?”
“nulla di più semplice, lo useremo”
Ma alla porta si sentì bussare. Era il solito Antonio che vigilava. Così nascosi il vibratore sotto il letto e cominciai a rivestirmi.
Antonio entrò nella stanza con un sorriso che andava da guancia a guancia, quasi sicuramente aveva osservato tutto dalla toppa della chiave, ma io ero consapevole di questo e non feci una piega.
Mi ero rivestito, Lei era quasi ancora nuda, Antonio mi disse che era ora che io andassi e mi accompagnò alle scale.
Scesi lentamente, aprii la porta ed entrai in auto.
Misi in moto e mi avviai verso il cancello d’ingresso che si apriva lentamente davanti a me.
Ora mi balenavano in mente 1000 domande, ma quella che più di tutte mi rodeva era: “perché non mi hanno chiesto di risentirci?”
Ed io “perché non ho chiesto di risentirci?”
Ma oramai era tardi, non potevo di certo tornare indietro.
Passò quasi una settimana dall’incontro, io mi ero quasi dissuaso dall’ipotesi che Loredana ed Antonio mi potessero richiamare, ma all’improvviso il telefono squillò, era Antonio, risposi con una voce squillante. Dall’altra parte del telefono la voce di Antonio che mi chiedeva se quella sera sarei potuto andare a casa loro un caffè. Senza indugio accettai, erano persone tranquille, non c’era da preoccuparsi.
Arrivato davanti al cancello di casa, mi venne aperto, e come l’altra volta aprì Antonio. Loredana era sempre dietro la porta che guardava tutto, ed io ero felice che anche stavolta lei era lì ad aspettarmi. Ma a differenza dell’altra volta, Loredana era vestita con un abitino nero e molto attillato che mostrava il suo fisico non proprio da top model, ma a me andava bene, in fondo l’avevo visto al naturale e mi era piaciuto.
Entrammo nel solito salottino al pian terreno, Loredana andò a preparare il caffè ed Antonio iniziò a parlare.
“Senti, l’altra volta io ho spiato dalla serratura, Loredana era euforica quando tu sei andato via e appena dopo la doccia io e mia moglie abbiamo fatto l’amore…”
“Mi fa piacere che voi abbiate avuto il vostro momento d’intimità” e come se li conoscessi dall’infanzia dissi “e com’è andata?”
Antonio sembrò sobbalzare, forse quella domanda era troppo privata, non avrei dovuta farla…
Ma dopo un attimo mi disse “bene, è andata bene, ci siamo divertiti”
“Ora, però, ti vorrei chiedere di essere presente quando tu e Loredana farete l’amore… e Loredana vorrebbe che tu non mettessi precauzioni…”
La richiesta mi lasciò basito, aveva delle regole ed ora lui le voleva cambiare? Perché quella richiesta? Io ero conscio del mio stato di salute, ma chi mi rassicurava del suo?
Antonio mi guardò, forse aveva fiutato il mio stato d’animo non proprio tranquillo, estrasse dal cassetto del tavolo una busta e me la porse.
“Due giorni fa abbiamo fatto le analisi, anche quelle per HIV, il tampone è negativo, ma gli esiti saranno pronti tra qualche giorno. Questo è per dimostrarti che non vogliamo di certo rovinati. Sei il primo a cui abbiamo chiesto un secondo incontro, non vorremmo che il nostro rapporto si interrompesse…”
Le parole usate da Antonio e gli sguardi che Loredana mi lanciava mentre preparava il caffè erano rassicuranti, ma io ero e sono abituato a ragionare, e se si tratta della mia salute, divento un monolite.
Prendo la busta, leggo il tutto, le analisi erano ottime, nessuna alterazione, ma avrei voluto pensarci e lo dissi.
“Ascoltatemi, le analisi sono regolari, ma sinceramente non mi sento ancora a mio agio, vorrei che passasse ulteriore tempo prima di non usare protezioni…”
Antonio annuì, mentre Loredana mi guardò leggermente infastidita o forse delusa…
Poi ripresi “non dico che avete alterato le analisi, dico solo che non me la sento ancora… anch’io non voglio rovinare quello che si stà creando tra di noi, chiedo solo tempo per riflettere…”
A quel punto cercavo un gesto, uno sguardo di Loredana che mi facesse capire di aver compreso la situazione. Ed il gesto arrivò, un sorriso appena accennato che mi tranquillizzò sull’accaduto.
A quel punto chiesi “per quanto riguarda la tua presenza nella stanza, perché ora cambi il modo di agire?”
Lui disse “non cambio modo di agire, la prima volta eravate soli, ora voglio assistere, mi metterò in un angolo e guarderò. Sarò padrone, in casa mia di fare quello che voglio?”
Forse mi ero spinto troppo oltre, in effetti eravamo in casa sua, ma io volevo solo spiegazioni…
Loredana si avvicinò, mise una mano sulla spalla di Antonio e disse “caro, non ti agitare, possibile che tu non capisca? Ha paura, sono cose nuove, non aggredirlo, in fondo ha ragione anche lui, siamo stati noi a richiamarlo, ha diritto a delle spiegazioni, poi deciderà su quello che vuole fare…”
“Se proprio non si fida, stavolta faremo come l’altra volta, ma se ci sarà una nuova visita, io voglio essere presente…”
Quindi questo presupponeva il fatto che io e Loredana quella sera avremmo avuto un nuovo rapporto.
Prendemmo il caffè e Loredana mi invitò a seguirla. Come l’altra volta mi precedeva e salendo le scale ancheggiava in maniera molto ammiccante, alzando leggermente la gonna e lasciando intravedere il suo intimo di pizzo nero.
Entrammo nella stanza, mi prese la mano e me la poggiò sul seno semicoperto, io, preso dal fuoco della passione cominciai a baciarle il collo e a palpeggiarle il seno ed il culo.
Ci sedemmo sul letto e lei si lasciò cadere. Inizio a calare la zip che andava in tutta la lunghezza del vestito e rimase in slip. Poi prese la mia cintura, la slaccio. Io tolsi i pantaloni ed iniziai a toccarle la figa che dopo pochi minuti era già bagnata.
Lei continuava a masturbarmi e con il mio cazzo tra le mani, avvicinava la bocca ma senza sfiorarlo, simulando un pompino…
A quel punto presi un preservativo e lo indossasi, lei mi guardava contrariata, ed in quel momento l’avrei tolto, ma non lo feci.
Allora lei dalla simulazione andò ai fatti.
Prese il mio cazzo in bocca, cominciò a succhiarlo e con la mano sinistra inizio a toccarsi il culo. Da sola inserì un dito, poi due, poi tre.
All’improvviso afferrò la mia mano e la portò, insieme alla sua nel culo.
Ero ed era arrapatissima, si alzo, di distese a pancia in giù e mi disse di fare quello che voleva. Cosa voleva era chiaro, voleva che io la prendessi da dietro. Sinceramente non aspettavo altro, gli misi il mio cazzo nel culo e con una mano le masturbavo il clitoride.
Non ci volle molto perché lei godesse, ma mi chiese di non smettere.
Quella sera godette tre volte, e come già successo, quando fui io a venire, lei mi tolse il preservativo e continuò a masturbarmi fino a quando non riuscì a bere una parte del mio sperma.
In tutta la serata Antonio era entrato solo 2 volte, strano, forse si era arrabbiato per il fatto che non potesse assistere…
Come al solito restai altri 10 o 15 minuti con lei a coccolarla e poi mi rivestii. Lei rimase in camera, io scesi le scale, mi rimisi in macchina ed andai, anche stavolta senza chiedere nulla.
Ritornai a casa e a riflettere sulle richieste che mi erano state fatte. Rilessi il mio annuncio, avevo specificato di essere etero, di non voler rapporti bisex con uomini, allora perché quella richiesta?
Per quanto riguardava il preservativo ero abbastanza sicuro, guardando le analisi, che era tutto a posto, quindi a quella richiesta avrei potuto accettare, ma l’altra? Era quella che mi ronzava incessantemente in testa…
Avevo deciso, se mi avessero richiamato, avrei fatto le mie domande. Ascoltate le risposte avrei deciso il da farsi. In fondo eravamo tutti adulti e vaccinati.
Dopo circa un’ulteriore settimana, il telefono squillò di nuovo. Era il solito Antonio che mi invitava per un caffè.
Solita routine, macchina, cancello, porta, Antonio, Loredana, salottino, caffè…
Ma stasera sarebbe stato diverso, loro si aspettavano qualcosa da me ed io mi aspettavo risposte concrete.
Ci sedemmo e cominciai a chiedere “Vorrei che anche Loredana sedesse insieme a noi, quindi aspettiamo che prepari il caffè e dopo parleremo di quello che capita”
Antonio annuì e restammo in silenzio per qualche minuto.
Appena pronto il caffè, Loredana si mise a sedere con noi ed io iniziai “Allora, credo di essere stato chiaro nell’annuncio, non sono bisex, non cerco rapporti bisex, non voglio giochi, neanche soft, con bisex. Quindi, se lo scopo è quello di avere rapporti omo, io mi tiro fuori. Senza se e senza ma, ci siamo divertiti ma adesso la smettiamo…”
Una risatina, seguita da un’altra, si levò nell’aria. “Credi che io voglia avere un rapporto con te? Non me lo sogno neanche, sono etero, fiero, non ti avrei mai chiesto una cosa del genere… la spiegazione è molto più semplice. Io vi osservo, mi masturbo, ma dal buco della serratura, una posizione scomoda. Voglio solo stare comodo, come state voi, non mi avvicinerò, starò lontano, in un angolo. Ma tu guarda, ma cosa vai pensando? Se fosse stato così ti avrei chiesto subito se eri d’accordo. E poi credi che ti avrei fatto sbattere mia moglie due volte prima di chiedertelo?”
Ero imbarazzato, ma risposi “era meglio mettere le cose in chiaro” l’unica frase a cui pensai…
E tra una risatina e l’altro, fui quasi costretto dalla vergogna a cedere.
Poi Loredana mi chiese “…e per quanto riguarda noi due? Hai pensato a farlo senza preservativo?”
Credo che in quel momento il colore del mio volto cambio dal rosa pallido al rosso fuoco… “certo, ci ho pensato e ho supposto che sarebbe molto meglio iniziare gradatamente…”
La fronte di Loredana si aggrottò, “cosa vuol dire?”
“Semplicemente che verrà spontaneo, potrebbe accadere anche stasera, ma non te lo assicuro”
Così, dopo quella spiegazione, ci incamminammo tutti e tre su per le scale, verso la stanza che ci avrebbe ospitato.
Entrammo, c’erano candele accese e profumo d’incenso, una sedia in un angolo ed il letto pronto per noi due.
Loredana mi chiese “ti piace? Ho pensato a tutto io, mi faceva piacere che tu ti sentissi a tuo agio, e poi le candele e l’incenso danno un’atmosfera particolare”
“Hai pensato a tutto tu? Sono lusingato…”
Antonio si tolse i pantaloni e si accomodò sulla sedia posta in un angolo.
Io e Loredana, come al solito, iniziammo il nostro rituale di accoppiamento fatto di carezze e baci. Al solito ci sdraiammo ed inizia a toccarle i capezzoli che divennero duri. Poi scesi giù fino ad arrivare all’inguine e cominciai a toccarle il clitoride, alternandolo ad un allargamento della figa che faceva contorcere di piacere Loredana.
Antonio era sempre seduto, ma stava masturbandosi, e quella scena era poco edificante per il mio stato interiore…
Tanto che non mi accorsi che Loredana mi aveva sfilato i boxer e mi stava leccando il cazzo e le palle.
Era successo tutto naturalmente, come se nulla fosse, me lo teneva in bocca, potevo sentire il calore della lingua sulla mia cappella, e non avevo il preservativo.
La guardai, le sorrisi. Lei comincio a prenderlo sempre più in fondo, lo teneva, e sembrava stesse strozzando, ma poi lo lasciava. Giusto il tempo di riprendere fiato e ricominciava a prendere il cazzo in bocca, a massaggiarlo con la lingua, a leccarmi le palle.
Io giocavo sempre con la sua figa ed il suo culo, perché avevo capito che quello che voleva era farselo mettere nel culo, ed io l’avrei accontentata per l’ennesima volta.
Ma questa volta capitò qualcosa d’imprevisto. A differenza delle altre volte, stavolta ero io che stavo per venire, così l’avvertii e le venni in bocca. Lo sperma le scorreva dalle labbra e lei felice, con la lingua, mi leccava la cappella bagnata. Poi quando tutto ebbe termine, mi guardò e disse, “bene, stasera eri molto contento, sei venuto prima di me…”
Io imbarazzato dissi che avrei rimediato un’altra sera, ma lei mi indicò il bagno e disse “lavati e poi torna da me”
Nel frattempo Antonio si era masturbato e Loredana prese uno straccio per pulire dove era arrivato. Si fece una doccia veloce, quello doveva essere il segnale che io dovevo andare, ma poi mi prese per mano e mi fece sdraiare di nuovo sul letto.
Si stese vicino a me e cominciò a mordere il mio cazzo. Morsetti leggeri, sia ben chiaro, solo per svegliarlo di nuovo. Mordeva e leccava, instancabile, fino a che il mio periodo refrattario non finì, il cazzo mi ridivenne duro ed io, che nel frattempo avevo continuato a giocare con la figa ed il culo di Loredana, la voltai e delicatamente lo misi nel suo bel culo, rosa chiaro, sodo, caldo ed accogliente.
Ci volle poco per far venire Loredana, quella sera lo feci 5 volte, ed io arrivai 2 volte. Ma era stata una serata fantastica…
Antonio continuava a masturbarsi, io e Loredana prendemmo i nostri 10 minuti di coccole e poi io cominciai a rivestirmi.
A differenza del solito, quella sera anche lei si rivesti, mentre Antonio restò sulla sedia.
Noi scendemmo nel salottino dove Loredana mi fece sedere e scesa sotto il tavolo mi slaccio i pantaloni e riprese di nuovo in bocca il mio cazzo che non ci mise nulla per ritornare duro.
Poi, appurato che fosse diventato duro, mi si sedette sopra, non aveva rimesso lo slip, e cominciò a saltellare. Quella sera l’unica cosa che riuscì a separarci fù Antonio che scendeva le scale…
Aspettai che scendesse, salutai e andai via.
Tornai a casa ed andai a letto, dormii come un bimbo…
Attendevo con ansia una chiamata, erano diventati la mia droga.
Passò più di una settimana, ma la chiamata arrivò.
Appuntamento per un caffè, ma prima Antonio voleva parlarmi… di nuovo? Cosa poteva esserci ancora?
Con l’animo leggero, di chi non ha fatto nulla di male, mi avvio verso la loro casa.
Al solito, Antonio mi apre il portoncino e Loredana è lì.
Ci accomodiamo nel salottino, Loredana prepara il caffè ed Antonio inizia “Senti, ricordi quelle regole che ti dissi la prima volta? Dobbiamo rinegoziarle…”
“Allora, se io non sono in casa tu puoi venire, ma almeno dovete avvertirmi…”
Ed io “ma scusatemi, io non ho mai infranto questa regola, questa è casa tua, non mi permetterei mai di farlo”
“Ed è proprio per questo che dobbiamo rinegoziare le regole. Loredana da quando ci sei tu sembra un’altra persona. Più solare, più estroversa, più comunicativa, più gattina e più cattiva… Voglio solo che tu stia attento alle persone che possono vedere…”
“A me andrebbe benissimo, ma non saprei come comportarmi, alla fine abbiamo instaurato un rapporto che va bene a tutti…”
Loredana mi interruppe. “Cerco di spiegarti meglio, noi non abbiamo cercato più nessuno, ci basti tu, a me basti tu. Però vorrei considerarmi donna sempre, non solo quando c’è lui, quindi mi piacerebbe che tu venissi a casa anche quando non c’è, anche solo per un caffè, per parlare un po’, per giocare senza fare sesso o semplicemente per fare sesso. Questo tocca a noi deciderlo di volta in volta… Antonio è contento, io sono contenta… e tu?”
Quel ragionamento mi mise in imbarazzo, mai avrei pensato di avere una relazione come quella, ma in fin dei conti era appagante per tutti. Io, manco a dirlo, ero contentissimo, Antonio sorrideva e Loredana mi guardava con l’animo di aspetta un responso.
Risposi di si, le regole sarebbero cambiate, ma chiesi a Loredana di non essere impaziente…
Poi chiesi se le faceva piacere salire in camera. Lei, di gran fretta si tolse i guanti da cucina, mi afferrò la mano e mi trascinò via.
Salimmo in camera, come al solito, ma Antonio non ci seguì.
Quella volta giocammo solo, lei mi masturbava ed io le toccavo la figa ed il culo. Poi inizio a prenderlo in bocca, lentamente con la lingua bagnata e golosa lo leccava e guardandomi attendeva un mio gesto, il segno che stavo per venire.
Era diventata calda, la sua figa grondava per l’eccitazione, era venuta, ma continuava imperterrita a tenermelo in bocca.
Dopo un po’ di tempo le dissi che stavo venendo e lei attese il mio nettare.
Rimanemmo sdraiati per un po’, dopo andammo in bagno e facemmo una doccia, insieme.
Fu lei a lavarmi, con cura maniacale. Le sue mani sulla schiena risvegliavano il mio cazzo. Ma cosa avrei potuto fare? Quella donna mi arrapava a tal punto che non riuscivo a reprimere le mie voglie.
Quando arrivo con le mani a lavare il mio cazzo, era di nuovo duro e lei cominciò a massaggiarlo e a mordicchiarlo… Voleva ricominciare. E meno male che ero andato solo per una chiacchierata…
Dopo circa 10 minuti che Loredana aveva il mio cazzo in bocca, suonò il telefono. Era la figlia che avvisava che sarebbe passata.
Ed ora? Mi avrebbe trovato in casa. Nulla di più semplice. Io sarei stato il figlio di un’amica che andava a trovarli.
Ci rivestimmo in tutta fretta e scendemmo nel salottino.
La figlio, Elisa, arrivò, busso il campanello e Loredana andò ad aprire. Entrò nel salottino, e mi guardò. Era stupenda, castana ed occhi scuri, alta più o meno 1 metro e 70. Un seno bello grande (e già, chissà da chi l’aveva ereditato…), fisico slanciato ed un sorriso incantevole.
Ci presentarono, e si sedette con noi. Dopo aver parlato del più e del meno per circa mezz’ora, mi defilai, dissi che dovevo tornare a casa per degli impegni lavorativi e andai via.
Da quel giorno le cose cambiarono veramente. Io, ogni qual volta potevo, scappavo a casa di Loredana, anche solo per parlare, ma il più delle volte non andavo mai via senza almeno un pompino…
Con cadenze diverse, passarono circa due anni dal nostro primo incontro. Un giorno squillò il telefono, era Loredana, pensai che avesse bisogno di me e mi stavo preparando. Lei mi interruppe, “senti, siamo in ospedale, stavamo insieme ed Antonio s’è sentito male. Ho chiamato l’ambulanza ed ora siamo qui”
Ok, dimmi dove e vi raggiungo. Mi disse dov’erano e andai. Mi venne incontro proprio Loredana che mi disse che Antonio aveva avuto un malore abbastanza serio, un infarto, ed era accaduto mentre stavano a letto a fare l’amore…
Entrai in ospedale e, accompagnato da Loredana, mi presentai come il nipote. Il dottore, molto gentilmente, mi illustrò le condizioni generali e ci rassicurò che era stato un qualcosa di lievissimo e che non ci sarebbero state ripercussioni.
Antonio stette in ospedale circa una settimana ed in quella settimana io e Loredana non stemmo insieme. Si, andai, ma solo per chiacchierare, per farle compagnia.
Quando Antonio ritornò a casa io andai a trovarlo, era sensibilmente emozionato e contento nel vedermi e questo a me dava un senso di benessere e soddisfazione.
Ci sono tornato molte volte, in quella casa, e non solo per stare con Loredana, ma anche per fare compagnia, ascoltare e parlare con Antonio.
Così un giorno di primavera andando per quel sentiero oramai a me così familiare, li trovai seduti sotto una pianta di ulivo, vicino al loro tavolino, che parlavano.
Arrivato scesi dall’auto, mi invitarono a sedermi, lo feci.
Loredana andò a preparare il caffè ed io ed Antonio iniziammo a parlare.
“Sai, Loredana è molto premurosa, mi vizia, ma ha paura che io possa avere di nuovo un malore e quindi non stiamo insieme da quando è accaduto il mio ricovero…” “potresti parlargli e convincerla almeno a provarci?” “ora mi sento male, male davvero, fino ad ora era una nostra scelta avere te nella nostra famiglia. Ci hai aiutato a stare meglio come coppia, ma ora… ora io mi sento solo un cornuto. Con una moglie infedele… che tu e lei facevate sesso o amore in mia presenza o con il mio consenso era una nostra decisione. Quando andavi via, come ti ho raccontato, noi due stavamo insieme, quindi tu eri un incentivo al nostro amore. Ora cosa sei? Sei l’uomo che si scopa mia moglie. Non servi ad incentivare nulla. Ma sia ben chiaro, non ho nulla contro di te, ma se tu non servi a noi, ma solo a lei, io mi sento un cornuto, e stò male…”
Non ebbi il coraggio di dire nulla, in effetti il suo ragionamento era lineare, io ero un oggetto per arrivare al loro scopo, anche se mi avevano sempre trattato bene ero questo. Un oggetto.
Loredana ritornò con il caffè. Passarono 5 o 6 minuti senza che nessuno dicesse nulla. Poi all’improvviso Antonio aggiunse “scusami, non volevo, sono nervoso, sono costernato, dispiaciuto, ma questa situazione mi innervosisce… Non vorrei che tu pensassi che non ti sono grato, ma oggi è così che mi sento, e volendoti rendere partecipe di tutto quello che succede tra di noi, dovevo dirtelo”
A quel punto risposi “non ti preoccupare, posso capire, e di sicuro non mi offendo. Anzi, in verità mi fa molto piacere che tu mi consideri in quel modo. Di sicuro cercherò di aiutarti”
Così Loredana si avvicinò e mi fece cenno di seguirla. Salimmo le scale ed entrammo in camera. Lei si sdraiò e prese il vibratore che non eravamo mai riusciti ad usare. Si chino sul mio inguine e cominciò a succhiare e mordicchiare il mio pene.
Come sempre “lui” fece il suo dovere, si indurì e lei iniziò ad inumidirlo con la lingua.
In tutto il tempo che Loredana mi succhiò il cazzo, il vibratore era inserito nel culo e, dopo svariati minuti, oltre a farla gemere di eccitazione, le aveva provocato una dilatazione dello stesso.
Allora le chiesi se non era il caso di chiamare Antonio, saremmo stati tutti e tre, ed avremmo fatto in modo di non farlo stancare troppo.
All’inizio Loredana era restia, ma con il passare dei minuti, e vedendo che io non accennavo a metterla a pecorina, si affacciò alla finestra e lo chiamò.
Mentre Antonio saliva le scale Loredana si volto e mi disse una sola parola “stronzo”… ma con il sorriso sulle labbra, per cui non mi offesi…
Antonio entrò in camera ed io lo invitai a spogliarsi e a raggiungerci. Non credo di averlo visto mai così, con le lacrime agli occhi.
Si spogliò e si avvicinò al letto, ma senza stendersi, era rimasto in piedi e non sapeva cosa fare.
Allora gli feci cenno di sdraiarsi dietro Loredana, tolsi il vibratore e dissi ad Antonio “dai, forza, iniziamo con qualcosa che non ti faccia sforzare troppo. Lo so che è un po’ diverso dal solito, ma fai l’amore con tua moglie…”
Loredana aiutò Antonio a mettere il pene nel culo e succhiando sempre il mio cazzo, cominciò ad andare avanti ed indietro.
Passarono poco più di 5 minuti ed Antonio, felice per il ritrovato accoppiamento, venne.
Felice si alzò e andò a fare la doccia mentre Loredana continuava a succhiarmi l’uccello. Dopo poco anche io venni e, come di consuetudine, lei bevve il mio sperma.
Dopo quella volta le cose per noi tre andarono sempre meglio. Fino al giorno in cui Loredana mi chiamò per dirmi che Antonio era di nuovo in ospedale, in condizioni gravissime…
Presi l’auto ed andai in ospedale, quella scena non la dimenticherò mai. Antonio intubato e Loredana piangente.
Purtroppo quella fu l’ultima volta che vidi Antonio vivo.
Morì non per il cuore, ma per un’incidente d’auto.
Spero solo che la mia presenza nella vita di queste due persone, abbia fatto in modo di farli sentire vivi e felici più di quello che sarebbero stati…
E vi dirò di più, ancora fino a poco tempo fa, io e Loredana ci siamo visti. Per un caffè, per chiacchierare, per guardare un film.
E’ capitato anche che io sia rimasto a dormire a casa sua, facendo sesso ma anche come semplice ospite.
E’ capitato che alla soglia dei 60 anni Loredana avesse ancora voglia di fare l’amore, di farsi solo toccare o di, molto spesso, succhiare e mordicchiare il mio cazzo.
E ad essere sinceri a me, anche se oramai il suo corpo comincia a paventare il peso degli anni, Loredana piace sempre. E’ una donna forte e coraggiosa che non si è abbattuta e anzi ha continuato quello che aveva iniziato con suo marito.
Oggi andrò a trovarla. Lei mi aprirà la porta, andremo nel salottino dove, in bella mostra, c’è una foto di Antonio a pesca, berremo un caffè, chiacchiereremo di quello che ci è capitato, lei poggerà il suo enorme seno sulla tavola e si lamenterà del fatto che oramai è troppo pesante per la sua schiena, io mi alzerò e le massaggerò il collo e le spalle, poi il seno e la pancia. Lei si girerà e probabilmente inizierà a mordere il mio cazzo senza metterlo fuori, morderà il pantalone fino a farmelo diventare duro. Poi con ogni probabilità ci siederemo sul divano, lei si stenderà, alzerà la gamba in modo che io possa vedere la sua figa e mi sbottonerà il pantalone.
Prenderà il mio cazzo e comincerà a succhiarlo voracemente, mentre con l’altra mano si masturberà il clitoride. Io le terrò il suo seno e giocherò con i capezzoli induriti e con il suo culo.
Probabilmente dopo vorra che io la scopi nel culo, ed io lo farò.
Loredana è una donna speciale, una quasi 60 enne con il corpo di una 45 enne e la mente lucida e precisa.
Spero solo che i nostri incontri non facciano dispiacere il nostro caro e amato Antonio.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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