Prime Esperienze
Bilanci inaspettati…


15.04.2025 |
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"Poi, con una piccola esitazione, si fecero più decise, un bacio che racchiudeva tutta la tensione e il desiderio accumulati in quei pochi, intensi minuti..."
Maledetti conti… era Dicembre e faceva freddo, ma avevo ancora pochi giorni per andare dalla commercialista e definire ultimi dettagli di conti vari. Ero in ascensore .Mi aggiustai la cravatta per la millesima volta, sentendo una strana agitazione che andava ben oltre la solita ansia da dichiarazione dei redditi. C'era qualcosa nell'ultima email di Lucia, un tono formale ma con una sfumatura inaspettata, che mi aveva lasciato una curiosità insolita.
Quando la porta si aprì e sentii la sua voce chiamare il mio nome, notai subito un cambiamento. Lucia indossava un tailleur pantalone di una seta nera lucida che le fasciava la figura in modo inatteso per un ambiente professionale. Una lunga collana d'argento con un ciondolo dalle forme geometriche le scendeva sinuosamente sul decolleté, catturando involontariamente il mio sguardo.
"Signor Rossi, si accomodi," disse, la sua voce leggermente più roca del solito, un sussurro ovattato che amplificava il silenzio dello studio.
Mi sedetti e l'aria tra noi sembrò farsi più densa, quasi palpabile. Sulla sua scrivania, accanto ai fascicoli con i miei dati, vidi un libro dalla copertina scura e intrigante, il cui titolo, intravisto di sbieco, evocava atmosfere notturne e proibite. Un profumo sottile ma inebriante, una fragranza speziata e sensuale, fluttuava nell'aria, decisamente fuori luogo in un ufficio contabile.
Lucia prese i miei documenti, i suoi occhi scuri che indugiarono sui miei un istante più del necessario. "Allora, questo rimborso..." iniziò, un piccolo sorriso appena percettibile che le increspò le labbra. "È... sorprendente, non trova?"
Annuii, sentendo una strana scarica di adrenalina. "Sì, decisamente inaspettato."
Si appoggiò leggermente alla scrivania, la luce del pomeriggio che le illuminava il profilo elegante. "A volte, le sorprese arrivano quando meno ce le aspettiamo. Non solo in ambito fiscale, immagino."
Il suo sguardo si fece più intenso, e per un attimo ebbi la netta sensazione che mi stesse leggendo dentro. Prese una penna dalla scrivania, le sue dita lunghe e affusolate che la accarezzavano lentamente, quasi con voluttà.
"Questo... errore di calcolo," continuò, tracciando un cerchio su una cifra con la penna, "potrebbe essere interpretato come... una piccola infrazione alle regole, non crede?"
Il modo in cui pronunciò la parola "infrazione" mi fece sussultare internamente. C'era un doppio senso in quelle parole, un'allusione che andava ben oltre la semplice contabilità.
"Beh... sì," risposi, la voce leggermente più roca del solito.
Lucia sorrise, un sorriso più aperto questa volta, che per un fugace istante illuminò i suoi occhi di una luce maliziosa. "A volte, Luca," disse, usando per la prima volta il mio nome, "uscire un po' dai binari può rivelare prospettive... inaspettate."
Si alzò con un movimento fluido e si avvicinò alla finestra, la seta del suo tailleur che scivolava dolcemente. La controluce la avvolgeva in un'aura di mistero e di proibito.
"La vita, come i bilanci," continuò, la sua voce ora un sussurro seducente, "a volte nasconde delle voci inattese... dei piccoli piaceri nascosti."
Si voltò lentamente verso di me, e in quel momento capii che quell'incontro stava prendendo una piega del tutto imprevista. Il suo sguardo intenso e le sue parole cariche di sottintesi stavano creando una tensione elettrica nell'aria, un gioco pericoloso e inebriante che mi attraeva irresistibilmente.
Il suo tocco sulla mia guancia fu la scintilla che ruppe ogni indugio. Mi abbandonai al suo contatto, chiudendo per un istante gli occhi per assaporare la sua vicinanza. Quando li riaprii, il suo sguardo era un invito esplicito.
Senza dire una parola, si avvicinò ancora di più, il suo corpo che premeva leggermente contro il mio. Il profumo speziato mi inebriava, la sua presenza così vicina mandava scariche elettriche lungo la mia spina dorsale. La sua mano scivolò dalla mia guancia al mio collo, le dita che accarezzavano delicatamente la pelle sotto il colletto della camicia.
"Lucia," sussurrai, il suo nome un anelito.
"Shhh," rispose lei, il suo fiato caldo sul mio orecchio. "Lasciati andare, Luca."
Le sue labbra si avvicinarono alle mie, un contatto leggero, quasi un assaggio. Poi, con una piccola esitazione, si fecero più decise, un bacio che racchiudeva tutta la tensione e il desiderio accumulati in quei pochi, intensi minuti. Le sue labbra erano morbide ma avide, la sua lingua che sfiorava la mia con una promessa di voluttà.
Mi abbandonai al bacio, rispondendo con un'urgenza che mi sorprese. Le mie mani si alzarono a stringerle la vita, sentendo la curva dei suoi fianchi sotto il tessuto setoso del tailleur. Il contatto mi fece fremere, un'ondata di calore che si diffuse in tutto il corpo.
Il bacio si fece più intenso, le nostre lingue che si intrecciavano in una danza sensuale e proibita. Il suono dei nostri respiri affannosi ruppe il silenzio ovattato dello studio. Sentivo il suo corpo premere contro il mio, il suo seno che si schiacciava contro il mio petto, risvegliando in me un desiderio primordiale.
Senza interrompere il bacio, le sue mani scivolarono sotto la mia giacca, accarezzandomi la schiena con movimenti lenti e consapevoli. Sentivo il suo tocco attraverso la camicia, un brivido di piacere che mi percorse la pelle.
Mi tirò ancora più vicino, finché non ci fu più spazio tra i nostri corpi. Il suo bacino premette contro il mio, facendomi gemere sommessamente. La formalità dell'ufficio, i documenti contabili sparsi sulla scrivania, tutto svanì, lasciando spazio solo a quel contatto fisico intenso e inebriante.
Le sue labbra si staccarono dalle mie, lasciando dietro di sé un formicolio eccitante. I suoi occhi scuri brillavano di un desiderio ardente. Mi baciò di nuovo sul collo, la sua bocca che indugiava sulla mia pelle, facendomi rabbrividire di piacere.
"Qui, Luca," sussurrò contro la mia pelle, la sua voce roca per l'eccitazione. "Proprio qui."
E con un ultimo sguardo carico di promesse, le sue mani iniziarono a muoversi, esplorando il mio corpo con una sicurezza che mi fece abbandonare completamente alla trasgressione del momento. Il suono dei nostri respiri affannosi e dei leggeri fruscii dei vestiti divenne la colonna sonora di quell'incontro proibito, in quel luogo inaspettato, tra le scartoffie di una quotidianità improvvisamente sovvertita dal desiderio.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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