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vacanze al mare parte seconda


di cicas
19.03.2018    |    17.403    |    5 9.1
"Lentamente feci scendere una mano verso il bacino e con molta delicatezza incominciai ad arruffarmi con le dita la folta peluria del pube..."
Come prima esperienza per la mia giovane amica , non era andata assolutamente male; al contrario, era stata presa d’assalto e riempita di attenzioni sia da maschi che femmine. Pensare che la poverina era di natura mite e tendenzialmente timida, forse anche un poco puritana; mai dire mai e poi il vecchio detto è sempre attuale: in compagnia prese moglie un frate . Vatti a fidare ….. come diceva qualcuno di mia conoscenza, acqua cheta fa pantano e feta. Ma non ho assolutamente la presunzione di fare falsi moralismi e giuro che ho finito con le citazioni. Quietata l’atmosfera spregiudicata e dissoluta, oserei dire quasi dannunziana, ci eravamo tutti e cinque recati in bagno per darci una bella rinfrescata e concederci a turno una bella e ricca pisciata, chiedo venia per
la volgarità ma vi giuro non è gratuita . Si era fatto tardi e la mia bimba si era svegliata dal riposo pomeridiano e non desiderava altro che andare al mare per giocare con gli altri bambini conosciuti in spiaggia. Indossati i nostri indumenti da bagnanti , ci avviammo verso la battigia. Avevamo ancora qualche ora di sole prima del tramonto. Nessuno di noi parlava di quello che era accaduto durante l’ora del riposino pomeridiano. A rompere il silenzio fu Marina , che con molta disinvoltura, espresse il desiderio di ripetere l’esperienza al più presto. La sua richiesta fu immediatamente accolta proprio da Elisabetta la dolce santarellina in gravidanza. Ero certa che la storia non sarebbe finita lì ; in fin dei conti avevamo consumato un bel rapporto ben articolato in un brevissimo lasso di tempo. Certe cose richiedono molto più tempo e dedizione. Dissi ai nuovi amici che avremmo ripreso i nostri comizi d’amore ma solo da lunedì, giorno nel quale avrei portato mia figlia dalla nonna come già concordato in precedenza. Mi pareva giusto che la nonna si godesse la nipote oltretutto le avevo affittato un bel appartamento a Santa Marinella proprio per questo motivo. Partiti i nostri tre amici,passammo tutte e tre un bel fine settimana io ci riprovai timidamente durante la notte con Elisabetta la quale si concesse ancora con più passione. Questa volta fu lei a prendere l’iniziativa e senza alcun indugio si improvvisò in una ricca ed appassionata leccata di fica ,non tralasciando alcuna delle zone erogene del mio corpo. Iniziando per prima cosa dalle mie orecchie , per scendere lentamente lungo il collo , ed arrivare ai capezzoli irti e turgidi come due punte di lapis a cui hanno appena fatto la punta Si era soffermata prima di arrivare al traguardo sul mio ombellico cercando invano di penetrarlo con la sua linguetta zuppa di saliva . Soggiacevo ai desideri ed alle lusinghe della mia nuova e viziosa amante assaporando tutto il dolce ed inebriante sapore, che la sua pelle sudata ed eccitata emanava da tutti i pori. Mi contorsi attorno a lei fino ad arrivare a prendere con la bocca la sua fica infradiciata di umori. Ebbi non pochi problemi dato la esagerata rotondità del suo ventre gravido. Approfittando della situazione iniziai a leccarle il buchetto del culo ancora un pochino dilatato dalla precedente esperienza . Continuammo in quella posizione sdraiate su di un fianco a leccarci le nostre patatine fino al raggiungimento quasi simultaneo di un rimbombante orgasmo . Lunedì come da accordi ci rincontrammo con i nostri amici e Marina molto garbatamente si offrì di accompagnarmi a Santa Marinella per portare la bimba dalla nonna. Accettai con piacere a patto che avessimo usato la mia auto per due semplici motivi:primo non mi fido di come guidano gli altri, secondo essendo cabrio ho la possibilità di aprire la cappottina e godermi il vento tra i capelli . Congedandosi dai nostri amici, ci mettemmo in viaggio . Arrivate a destinazione, chiamai mia madre e le presentai Marina. Dopo aver lasciato Giulia riprendemmo la guida verso casa. A circa metà strada l’amica mi chiese di fermare per un impellente bisogno fisico. Imboccai per una strada secondaria e poco dopo avvistata una bella frasca lontano da occhi indiscreti stoppai la vettura ed approfittando della sosta , sfruttai l’occasione per fare un goccetto d’acqua in compagnia . Accovacciate dietro un cespuglio con le braghe calate e le chiappe all’aria ci concedemmo una bella pisciata en plein air il massimo della goduria . Osservarla a pochi centimetri da me con la fica sgocciolante di urina mi creò un sussulto e presa dalla voglia, senza alcun contegno, mi gettai a capofitto per pulirla tutta aspirando con la mia lingua tutto il suo sesso umido. In forte stato di eccitazione Marina si lasciò cadere con il culo sul prato e dopo aver sfilato i jeans con uno scatto felino divaricò per bene le cosce , schiudendosi come un frutto di mare al mio cospetto ; non contenta, mi prese la testa tra le sue mani, incitandomi freneticamente a fare meglio e di più. Leccavo spasmodicamente riempiendola di saliva e mi gustavo avidamente tutto il sue acre sapore vaginale , misto ad urina . La feci venire completamente tra le mie fameliche fauci , dopo circa un quarto d’ora, tempestivamente alternai la mia lingua con la mano che piazzai nel profondo del suo voglioso e contratto ventre. Arrivai fino all’avambraccio aiutata solo dalla copiosa lubrificazione vaginale. Finito di godere ci guardammo negli occhi e subito ci accorgemmo di essere state spiate da un pastore poco distante ,che in silenzio a circa una decina di metri si era goduto la scena masturbandosi, mimetizzato dalla folta boscaglia. Ci accorgemmo di lui nel preciso momento che schizzava tutta la sua bianca sborra nel prato antistante. Dopo esserci rivestite in fretta ci dirigemmo a tutta birra verso l’auto e subito ci rimettemmo in marcia. (dato quello che si sente in giro al giorno d’oggi, pare stiano tutti a cazzo dritto in cerca di qualche malcapitata per sfogare tutta la loro repressione). Eravamo terrorizzate che il bucolico stanco delle seghe ,volesse assaggiare le nostre patatine. Arrivate a casa , non trovammo i nostri amici probabilmente si erano prolungati sulla spiaggia mangiando fugacemente dei panini imbottiti. Un pochino stanche ma appagate delle cose fatte nella mattinata ,decidemmo di andarci a coricare per un oretta di sonno. Ero distesa sul lettone tutta nuda che ripensavo ai momenti meravigliosi di poco prima e senza rendermene conto, ancora molto eccitata avevo iniziato a palpeggiarmi le tette e susseguentemente a sfregarmi con violenza i capezzoli che erano cresciuti notevolmente di volumer , irrigidendosi tutti. Lentamente feci scendere una mano verso il bacino e con molta delicatezza incominciai ad arruffarmi con le dita la folta peluria del pube. Stavo per titillare la gonfia clitoride ,quando vidi apparire sulla porta in controluce ,Marina , come la mamma l’aveva fatta . Non feci in tempo a divaricare le cosce , che me la trovai a pochi centimetri dalla mia vagina , bramosa di assaggiarla . La punta fredda della sua linguetta mi fece sobbalzare creandomi un momentaneo fastidio. La famelica femmina mi prodigò di un ottimo servizietto ; la sua lingua zuppa di saliva roteava attorno alla mia pronunciata e carnosa clitoride che a tratti veniva inghiottita dalle sue labbra, al pari di un cazzo mignon . Agitando la testa ed aspirandomi tutta come un folletto mi portò in breve tempo ad arrivare al traguardo designato facendomi godere ed agitare come un invasata. Le sborrai in bocca inondandola di tutti i miei umori fluidi e lattiginosi . Vincendo la pigrizia, ci alzammo e dopo un buon toast ed un ricco caffè ci incamminammo verso la spiaggia, dove trovammo i tre debosciati (nel senso buono della parola) sdraiati al sole mentre sonnecchiavano. Subito gli proponemmo di fare un corroborante e rinfrescante bagno nelle acque marine. Tutti e cinque ci tuffammo ed iniziammo a praticare i soliti giochi d’acqua. Mentre eravamo intenti a schizzarci l’un l’altro uno dei due giovani mi si avvicino da dietro facendomi sentire tutta la sua voglia . Il granitico cazzo cercava spasmodicamente di penetrarmi non curante delle persone che ci stavano vicino, amici e non .Per questo preciso motivo, eccitata dalla insolita situazione cedetti alle moine non opponendo resistenza alcuna ,al contrario favorii il timido assalto divaricando le cosce. Per lui,non ci volle molto ad entrare; lentamente scivolò nel profondo della mia vagina ,procurandomi una goduria smisurata. Venivo scopata in acqua affianco ad altre persone estranee poco distanti, ignare di quello che stava succedendo Il giovane non ci mise molto e dopo poco sentii tutta la sua sborra inondarmi. Non fece in tempo a togliersi che subito repentinamente fui ripenetrata, questa volta dal suo amico accortosi della tresca. Cullato pure lui dal movimento ondulatorio non ebbe difficoltà in breve tempo a scaricarmi tutto il suo sperma inondandomi nuovamente il ventre . Ero stata completamente riempita avevo quasi fatto il pieno ci mancava solo che ne approfittassero i ragazzi sconosciuti poco distanti. Purtroppo non accadde, avrei continuato ad oltranza a prendere cazzi .Tornati sulla battigia continuammo a prendere il sole come se nulla fosse accaduto; ebbi solo un attimo di disagio quando improvvisamente il caldo liquido maschile accumulato in eccedenza venne risputato fuori dalla vagina iniziando a sgocciolare lungo le cosce. Questo attirò lo sguardo delle mie amiche che subito iniziarono a ridacchiare come matte.La giornata passò serena e tranquilla ; sempre distesi sulla battigia attendemmo che il sole tramontasse . Non avendo fame decidemmo all’unanimità di saltare la cena o quantomeno rinviarla ad ora più tarda. Il buoi era calato e praticamente la visibilità era ridotta notevolmente. Mi accorsi che oltre noi era rimasto pure un giovane che insistentemente ci scrutava : insospettita dal bel ragazzo, e diciamolo attratta dallo sconosciuto, oltretutto solo mi alzai e sculottante mi recai al suo lettino proponendogli di unirsi a noi per un bel bagno notturno. Il tizio non se lo fece dire due volte e tempestivamente si aggregò al pittoresco gruppetto. Entrammo in acqua e subito quasi naturalmente si formarono le coppie . Eravamo tutti consapevoli di quello che in quel momento desideravamo di più . L’orgia acquatica iniziò senza preamboli . Dopo esserci ripetutamente scambiati i partner , decidemmo di continuare sulla spiaggia buia e deserta. Fare del buon sesso al buio, era ancora più intrigante, anche per il fatto che realmente non si sapeva con certezza con chi lo si stesse facendo. Si percepiva solo l’alternare dei vari cazzi tutti belli duri e turgidi Passammo tutta la notte a scopare intervallandoci a vicenda . All’alba esausti dopo aver prosciugato gli aitanti maschietti ci rivestimmo e ce ne tornammo a casa.
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