Persi nella techno 2

—-Consiglio musicale per accompagnare la lettura ed immergersi nell’ambientazione del racconto. Cerca su YouTube questo video: Jon Hopkins live @ Second Sky Festival 2021.09.19 (DAY 2 STREAM) dal minuto 32:50———
Installazione luminose sono quelle degli artisti 404.zero
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Se non lo hai ancora fatto leggi la prima parte!!
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E ora goditelo🫦
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L’aria fredda e la nicotina mi avevano tirato uno schiaffo.

Tu mi abbracciavi per scaldarmi, mentre la musica faceva vibrare la balaustra di metallo del terrazzo e ci richiamava al suo calore, al suo tempo sospeso sopra la realtà.

Rientrammo nella seconda sala, assetati.

Il cubo luminoso del bancone centrale dominava il centro dello spazio ed era l’unica fonte di luce, insieme ai flash colorati che arrivavano dalle installazioni luminose nei corridoi, ai quattro angoli dell’immensa sala: arancio, viola, verdone e fucsia, forse gli unici colori saturi presenti in tutto l’edificio.

Era impossibile stare fermi. Il maremoto era nel pieno del flusso e ci si poteva solo lasciar andare e farne parte, mentre i beat scandivano i battiti e i corpi si ballavano addosso.

I gin tonic scendevano come acqua.
I corpi non volevano fermarsi, neanche con il bicchiere in mano, e la mente voleva continuare ad esplorare. Ogni volta che ci concedevamo questa surreale esperienza era una nuova scoperta, un nuovo turbamento, e noi volevamo viverlo a pieni morsi.

Per salvaguardare i drink, ci spostammo a ballare verso uno dei corridoi, dove il maremoto sembrava meno intenso. L’installazione luminosa ci risucchiava in quel tunnel: cubi di neon viola sospesi erano attraversati da saette di LED.
La cassa dritta aveva lasciato spazio a suoni più elettronici, sintetici ma ipnotici.

Eravamo di nuovo in viaggio nel nostro ballare. L’eccitazione non era calata, anzi. Il continuare a tirarci, baciarci, strusciarci e leccarci ad ogni avvicinamento, tra i beat e i bassi, stava facendo riaffiorare le stelle nel basso ventre e la tua erezione estremamente visibile sotto i pantaloni morbidi.
Con i beat che salivano, preparandosi ad esplodere nell’hype, finalmente le nostre bocche si trovarono. Ci baciammo con foga, come dopo una lunghissima assenza, mentre la musica ci esplodeva intorno, amplificando ogni cosa.

Aprire poi gli occhi, con quell’eccitazione in crescita, e scambiare sguardi di intesa e sorrisi di godimento con estranei partecipi creava in noi una connessione: la voglia di tendere la mano a quel sorriso e rapirlo nel nostro vortice.

Mentre mi abbandonavo al tuo abbraccio molleggiato in un momento di chill, il mio sguardo fu rapito da due ragazzi che si baciavano, buttati uno sull’altro, con i corpi illuminati di viola e una dolcezza di carezze e baci quasi fuori contesto.

Il piacere consenziente altrui, per me, è una calamita di qualunque genere. Il loro piacere alimentava il mio desiderio e, in quel momento, il loro toccarsi aveva rapito la mia attenzione.
Tu lo avevi capito e, anche se non gradivi lo spettacolo, me lo lasciavi gustare. Intanto, strusciandomi la tua erezione sul sedere, mi facevi ballare al tuo ritmo, tirandomi la catena per tenermi a te.

Le carezze dei due ragazzi si fecero più potenti: le mani sbottonavano i pantaloni e afferravano i loro cazzi in erezione, schiacciandoseli addosso, senza la forza di separare le loro lingue.

Mentre la mia estasi saliva insieme alla musica, tu, dietro di me, tramavi. Conoscendo ogni mio turbamento, già sapevi che quell’amplesso aveva acceso in me la voglia di sentire più mani, più corpi, più cazzi su di me.

Ora sentivo solo la catena che mi reggeva e strattonava, il tuo cazzo appoggiato sul mio sedere, ma non sentivo più né il tuo movimento né il tuo petto sulla mia schiena.

Quell’assenza mi fece girare, trovandoti a pochi centimetri da un meraviglioso seno, impreziosito da piercing e sorretto da un balconcino rigido che sembrava un vassoio verso le tue labbra.
Una sinuosa e carnosa mora, vestita di un gonnellino a balze di pelle e un body di nylon trasparente super tirato, ti prendeva per il collo, mentre da dietro un uomo imponente con una testa di capelli ricci le teneva i fianchi e le gambe aperte. Con la mano sulla testa di lei, la spingeva verso di te.

La tua faccia era in tensione, divisa tra la bramosia di quel invitante seno e il richiamare la mia attenzione, senza la quale non avevi il permesso di procedere.

Dovevo riprendere la mia posizione, e lo feci baciando di sorpresa lei, mettendo le dita di una mano nella bocca di lui, giocando con la sua lingua, mentre con l’altra avvicinavo la tua testa a quel prorompente seno.

In un attimo fummo uno sull’altro.

I beat che crescevano ci trovarono pronti a un unico fluire di mani e lingue, a un movimento sconosciuto ma perfettamente sincronizzato che si muoveva al ritmo.

Ma lì non si poteva proseguire: lei si staccò dal mucchio e ci obbligò a seguirla.
Mi voltai per cercare i due ragazzi che mi avevano accesa, pensando di non trovarli più.

Erano ancora là.

Mi lanciai, in un impeto di libido, e ne presi uno per la cintura trascinandolo a me.
Non mi sembrò infastidito, ma piuttosto stupito di vedersi una ragazza arrapata che lo bramava. Lo stallo dell’incomprensione, però, rallentava gli animi.
Vidi l’uomo riccioluto superarmi, baciare con foga il ragazzo e sussurrargli qualcosa nell’orecchio.
Con pochissima indecisione, vidi tra i tre nascere un sorriso malizioso.
I due ragazzi si unirono al gruppo, e proseguimmo il cammino nel tunnel viola, che con le sue scariche di LED ci spingeva, tutti mano nella mano, verso una meta che accogliesse la libido di sei corpi vibranti.