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La gang che fa bang (autunno 2024)
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22.02.2025 |
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"È “La gang che fa bang”, fatta per me..."
Sabato sera, il vento d’autunno che fischia per strada, e io, 47 anni, seduta in macchina accanto al Micio, mio marito. Sono la Micia, e dopo anni a fare la mamma – con tutto l’amore del mondo, eh – ho deciso che non è ora di spegnere i motori. Il Micio è il mio complice: “Fai quello che ti va, amore e, se vuoi, tienimi nel gioco”.
Stasera giochiamo pesante: stiamo andando a casa di Luca, il lungo e porcello, per una mini gang bang. Anni fa avrei detto “sei fuori?”, ma ora eccoci qua, con l’adrenalina che mi fa tremare le mani.
“Oddio, Micio, che ansia,” dico, tamburellando sul cruscotto mentre lui guida. “Macché ansia,” ribatte con un sorrisetto, “sei carica, si vede.” Ha ragione. La lista dei desideri l’avevamo scritta una sera dopo troppo alcol: letto da massaggi, mani dappertutto, e poi via libera. Lui l’ha passata a Luca, che stasera fa da regista, e io già mi vedo lì. Fuori è buio, le foglie volano sotto i fari, e io penso: “Cavolo, ci siamo”.
Arriviamo al loro appartamento, un palazzo anonimo in periferia. Saliamo, bussiamo, e Luca apre con un ghigno: “Benvenuti, coppia selvaggia!”. Entriamo, e ci sono tutti: Bruno, il grosso calibro brasiliano, col suo sorriso da spot; Marco, il duraturo e insaziabile, che mi fissa affamato; Gianni, l’oste dal membro esplorante, già irrequieto. “Dai, brindiamo!” dico, e Luca stappa un Krug, champagne di qualità che fa bollicine fini. Ridiamo, l’atmosfera si scalda.
Luca mi guarda, con quell’aria da regista: “Micia, è il momento. Spogliati e sali sul lettino per il massaggio a più mani, forza!”. Mi alzo, un po’ instabile – lo champagne, non la paura – e mi sfilo tutto, lasciandolo cadere a terra. Mi sdraio sul lettino in salotto, l’olio alla lavanda mi inebria, e arrivano le mani. Luca mi preme le spalle, forte, deciso, quel controllo che mi fa sciogliere. Bruno mi stringe i fianchi, le sue mani grandi che mi fanno sentire posseduta. Gianni scivola sulle cosce, sfiorando l’interno con dita curiose, e Marco mi massaggia la schiena, lento, insistente. Il Micio mi accarezza i capelli: “La mia Micia, un uragano”. “Cavolo, sì,” penso, adorando quel caos di tocchi che mi accende.
Poi inizia il vero gioco. Luca si mette un preservativo e mi fissa: “Pronta?”. “Vai,” dico, e lui entra, deciso, lungo e profondo. Mi piace il suo ritmo, quel misto di forza e sicurezza che mi travolge. Ogni spinta è un colpo che mi fa gemere, il suo corpo magro che si muove sopra di me, controllandomi, tenendomi ferma. Mi perdo nel modo in cui mi riempie, quel senso di dominio che mi fa venire voglia di urlare già dopo pochi minuti. “Cazzo, Luca,” ansimo, e lui sorride, senza rallentare, fino a quando si tira indietro, lasciandomi ansimante.
Bruno prende il suo posto. “Tocca a me, Micia,” dice, e mi gira, mettendomi a quattro zampe. È grosso, imponente, e quando entra mi allarga in un modo che mi fa quasi male, ma è un male che adoro. Mi piace la sua potenza, il modo in cui mi sbatte contro il lettino, ogni colpo un’esplosione che mi scuote i fianchi. Lo prendo in bocca prima, assaporandolo, quel gusto salato che mi stuzzica, poi lo lascio tornare dentro, godendomi ogni affondo finché non mi lascia tremante, con un gemito che mi sfugge senza controllo.
Marco si avvicina, il duraturo. “Piano, eh,” gli dico, ma lui ghigna: “Tranquilla, duro ancora”. E cavolo se dura! Mi sdraio di nuovo, lui mi solleva le gambe e va avanti, profondo, instancabile. Mi piace come mi tiene al limite, quel ritmo che non cede mai, il modo in cui mi scava dentro fino a farmi squirtare sul divano – “Ops, scusate il disastro!”. Continua, e io vengo, un orgasmo che mi spacca in due, urlando così forte che quasi mi vergogno. “Grande Marco!” esclamo, e lui: “Merito il premio, no?”. Dopo, lo riprendo in bocca, succhiando con gusto, perché chi mi fa venire si merita il meglio, e io non spreco niente.
Gianni, l’oste esplorante, è un tornado. “Tocca a me,” dice, e mi rigira come vuole. Il suo membro curioso entra dappertutto, prima davanti, poi dietro, stuzzicandomi in punti che mi fanno ridere e gemere insieme. Mi piace la sua energia imprevedibile, quel modo di prendermi che mi tiene sulle spine, ogni cambio di posizione un gioco che mi fa impazzire. È disordinato, selvaggio, e io mi lascio andare, godendomi ogni secondo di quella follia.
Infine, il Micio. “Tocca a me, Micia,” sussurra, e mi sdraio, accogliendolo. Lui mi prende dolce ma ruvido, come solo lui sa fare. Adoro il suo calore, il modo in cui mi guarda mentre mi possiede, quel legame che rende ogni spinta più intensa. Mi muovo con lui, sentendolo pulsare, e vengo ancora, un piacere caldo e familiare che mi avvolge.
La serata esplode nel finale. Uno alla volta, vengono sul mio corpo: Luca sul seno, caldo e deciso; Bruno sullo stomaco, potente; Gianni sulle cosce, caotico. Marco mi guarda, lo riprendo in bocca e lui finisce lì, un sapore forte che mi soddisfa. Il Micio mi tiene i fianchi e viene dentro, un’intimità che mi fa tremare. È un casino appiccicoso, ma mi sento viva, una Micia che ha ruggito alla grande.
Salutiamo – “Grande Micia, serata epica!” dice Luca – e torniamo alla macchina. Sono spettinata, sudata, con una coperta prestata addosso. “Allora, amore, com’è andata?” chiede il Micio mentre guida, i lampioni che sfrecciano fuori. “Un delirio pazzesco,” dico, appoggiandomi a lui, “ma con te è sempre meglio.” Lui ride, mi stringe la mano, poi armeggia col telefono: “Aspetta, senti questa”. Parte una musica, la sua voce che canta: “Micia cammina, al centro della scena, con un passo sicuro, la notte è serena…”. È “La gang che fa bang”, fatta per me. Il ritmo cresce: “Bang, bang, bang, la gang che fa bang, Micia al centro, lei è il fuoco, lei è il clang”. Rido ai riff di chitarra, al bridge sussurrato – “ogni movimento è come un colpo preciso” – e dico: “Micio, sei un genio!”. Lui mi bacia la mano: “Solo per te, Micia”. La canzone rallenta, l’eco del “bang bang bang” sfuma, e io chiudo gli occhi, col vento fuori e il profumo di lavanda ancora addosso. È stata una notte da botto, e questa musica me la ricorderà per sempre.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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Commenti per La gang che fa bang (autunno 2024):
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