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Sorella Mia ...Fratello Mio (Ver 2.0)


di makaresco
04.01.2013    |    32.329    |    0 9.7
"Mi disse, – Si è meglio…-, risposi..."
Voglio provare a raccontarvi nuovamente una vecchia storia. Una di quelle che forse è vera forse no, da me scritta e pubblicata qualche anno fa sotto un altro pseudonimo nel vecchio sito di Annunci69.it. La pensavo sparita dalla rete ma poi l’ho casualmente ritrovata. E’ stata pubblicata più volte (non da me e questo mi ha fatto incazzare) su un forum dove si scambiano i racconti di sesso in maniera non ufficiale, cioè sotto forma di post su argomenti diversi. Ma anche su altri siti di racconti erotici che sono stati avvisati del plagio (si lo so sono un modesto).

Approfitto dell’occasione per apportare alcune correzioni ed adeguare la narrazione ad uno stile che sembra molto piacere a chi legge questa sezione del forum. Era il mio primo racconto. Non proprio una storia vera ma comunque abbastanza vicina alla realtà. Una specie di “as it could be” ma avevo commesso degli errori come ad esempio nomi malamente camuffati ma anche particolari facilmente riconoscibili. Il re-editing intende principalmente rimediare a queste mie mancanze.

Tutto è iniziato 24 anni fa quando appena sedicenne mi ritrovai chiuso in camera mia a leggere una copia di "Caballero". Non era facile a quel tempo procurarsi un porno e la signora Carmela, titolare dell'unica tabaccheria con annessa edicola del paese, lo sapeva bene. Tuttavia pur di intascare qualche lira in più era disposta a levarsi gli occhiali e credere che io avessi anche più dei 18 anni necessari . Solitamente compravo una di queste riviste al mese e tra le tante quella che preferivo di più era appunto "Caballero".

La preferivo non tanto per la quantità delle foto (molto poche se ben ricordo) quanto per i racconti e le storie a corredo dei servizi fotografici. Già allora trovavo più eccitante far correre la fantasia che le immagini esplicite. Quel giorno lessi una storia e vidi delle foto che mai avrei dimenticato. Tutto il mio modo di vedere il sesso, incluso quello in famiglia, nasce da quella lettura il cui titolo era "Sorella mia, Fratello mio".

Forse a voi - grandi patiti lettori del genere incesto - potrà apparire scontato. Ma per me è importante farvi sapere è che il mio desiderio per Mirella, mia sorella di circa due anni più piccola, nacque allora ed anche se di recente è stato finalmente e solo in parte appagato, la mia voglia di lei continua incessante. Ed è questa la storia che vi voglio raccontare, ciò che è accaduto fra noi a Luglio di questo anno. Ma prima concedetemi alcune premesse.

Mia sorella Mirella non è molto alta, diciamo 1,55, ma è sempre stata una vera delizia. Piccola meridionale proporzionata in tutte le sue forme. Un volto aggraziato reso bellissimo da una folta capigliatura di color castano che mai, dico mai ho potuto vedere in disordine. Due bellissime gambe dotate di giuste curve attaccate ad un sedere da favola. il ventre piatto, una terza di seno che, con la complicità della minutezza e di un reggiseno appropriato, può anche sembrare una quarta. Per non parlare della pelle, bella quanto il resto, soprattutto in estate, per via dell'abbronzatura. Insomma una specie di Kylie Minogue ma dalla pelle decisamente più scura.

Per anni l'ho desiderata in silenzio, la osservavo di notte quando per il caldo si toglieva il reggiseno e si addormentava così, con le tette di fuori, incurante della porta lasciata socchiusa. Oppure quando facevamo ginnastica su in terrazza: e chi se lo può dimenticare quel body bianco che durante gli addominali gambe in aria gli si incastrò in mezzo alla passera facendomi vedere più di quanto fosse lecito. A pensarci bene, quella volta qualcosa deve aver notato, ricordo un sorrisino beffardo sul viso come a dire: – ti piace la sorellina... vero? –.

Sfortunatamente non ero il solo ad apprezzarla così tanto. Che io ricordi, è sempre stata bene accompagnata, mai un periodo da sola, ed ogni volta – quello della sua vita! –. Parole sue. Ovviamente!
Io ho cercato di avvisarla, di indirizzarla correttamente ma non sono riuscito molto nel mio intento. Vuoi per il suo carattere ribelle, che me la faceva desiderare ancor di più, vuoi per la mia evidente gelosia, mia sorella è diventata fonte di un casino di problemi.

Per via del suo modo di fare si era conquistata presto la fama di zoccola e si sa che in un paese piccolo del meridione quale era il nostro questo equivaleva alla morte sociale. E non a torto. Vista la breve differenza di età condividevamo la stessa compagnia e le amicizie estive. Una sera eravamo andati con degli amici ad un falò su una spiaggia vicino a casa nostra. Eravamo già adulti, 22 anni io, 20 lei. C'era un ragazzo campano, poco più di sedici anni o poco meno di diciotto. Un tipo carino e strafottente. Si chiamava Fabio ed era un mezzo amico o forse un parente, chi cazzo se lo ricorda più, della ragazza con cui avevo iniziato una relazione estiva.

Preso com'ero dalla mia situazione non mi accorsi che lei e Fabio si erano appartati dietro una roccia. Parzialmente nascosti dalla vegetazione pensavano di essere al sicuro. La costa meridionale sembra fatta apposta per l’imbosco. Entrambi però non avevano fatto i conti con la mia vescica. Ricordo che quella sera avevo bevuto tanta birra, così che ad un certo punto fui costretto ad alzarmi e cercare un luogo appartato per pisciare. Manco a farlo apposta la mia scelta ricadde sullo spuntone di roccia giusto dietro di loro. Ma io non lo sapevo quindi mi avvicinai e comodamente tirai fuori l’uccello per iniziare ad urinare quando sentii la voce di Mirella dire.

– Ti piace vero..
– Sii…Continua.–. Era chiaramente la voce di Fabio

Il suo accento da tamarro napoletano era inconfondibile anche quando pronunciava poche parole. Non me ne vogliano gli amici campani. Non dimenticatevi che stavo osservando mia sorella che faceva la porca con un quasi minorenne. La cosa può anche indispettire. In ogni caso per me quando uno è zarro è zarro, indipendentemente dalla provenienza geografica. Pensate a quelli di Jersey Shore.
Capii subito al volo che stava accadendo qualcosa di piccante e incuriosito mi affacciai di nascosto per vedere cosa. La luce era buona e il mio nascondiglio sicuro. La scena che vidi fu scioccante e bellissima allo stesso tempo. Mia sorella e Fabio stavano limonando pesantemente e fin qui niente di che. Il fatto era che mentre limonavano lei glielo stava accarezzando da sopra le bermuda. Mai vista una scena del genere e soprattutto mai avuto, almeno fino a ad allora, una ragazza che facesse anche a me quelle cose specie in quel modo.

– Ah visto che ti piace…Allora ti piacerà di più anche questo –. Disse mia sorella
– Cosa? –. Chiese il marpione.

Neanche un istante e vidi mia sorella abbassare con una certa veemenza le bermuda di Fabio e una volta agguantatogli il cazzo proseguire con un veloce su e giù. Una vera sorpresa, non perché la troia gli stava facendo una sega ma per via del modo in cui lo faceva.
Glielo menava guardandolo in faccia, la porca, e nel frattempo se lo limonava alla grande. Vedevo chiaramente la mano di mia sorella andare su e giù sul cazzo di Fabio. La sua morsa era così forte da far apparire la cappella del ragazzo gonfia a dismisura. Di tanto in tanto scendeva velocemente verso il ventre per dare qualche colpo di lingua più giù dell’ombelico. – Adesso gli farà anche un pompino. – . Pensai tra me e me. E infatti:

– Cavolo…– disse il tamarro.
– Te l’avevo detto che ti avrei fatto morire.. – , rispose lei prima di tornare ad agguantargli il cazzo con la bocca.
– Sei proprio porca…Nessuna me lo ha mai…Ahh...succhiato...
– Mhmm… Anche tu non sei male…Mhmm... mi piace succhiare il cazzo, specie quelli come il tuo.
– Chissà quanti ne hai presi? –. Chiese lui.
– Fregatene…non sono cazzi tuoi. Adesso sto prendendo il tuo. – .Lei continuava a succhiare.

Mentre li guardavo geloso mi chiesi da chi avesse imparato a fare le pompe con tanta irruenza. Anche se in realtà non mi importava granché. Ero ovviamente eccitato. Il fatto che fosse mia sorella quella che stavo spiando non mi procurava altra sensazione se non un forte tiraggio del cazzo. E visto che già ce lo avevo in mano…

Cominciai a menarmelo silenziosamente cercando di seguire il ritmo dei due maiali. Ricordo che mi ero così ben immedesimato nel loro rapporto che quasi mi sembrava di essere al posto di Fabio. Più vedevo mia sorella andare su e giù con la testa sul cazzo del napoletano, più me lo tiravo. Più sentivo il porco gemere più aumentava la mia voglia di sborrare. Ero così immedesimato in quell’amplesso che di tanto in tanto mi sembrava di vedere saettare la lingua di mia sorella sulla sua cappella. Ma forse era un illusione data dalla forte eccitazione o dalla mia immaginazione. La luce era buona ma non così buona. Comunque, anche oggi che è solo ricordo ammetto che mia sorella stava facendo un lavoro di bocca perfetto tant’è che mi riviene duro al solo pensarci. Un lavoro cosi buono che ad un certo punto vidi Fabio contorcersi e venire nella sua bocca.

– Mhmm…buona…mi piace la sborra. –. Disse Mirella.

A quelle parole il mio corpo non capii più niente. Silenziosa o lenta che fosse la mia sega un getto copioso di sborra comincio ad uscire dalla mia cappella, a più riprese. Soffocai il grido di piacere.

– Mi ha fatto veramente morire, sei proprio una gran zoccola chissà come ti bolle la fica –. Disse Fabio.
– Lo so! Ma per quella non è oggi il momento. Ehm…A proposito di questo, non diciamolo a nessuno… facciamo restare le cose tra di noi... Se vuoi anche il resto…Intesi? –. Rispose Mirella.
– D’accordo! –. Disse Fabio.

Capii che era tutto finito. Non guardai oltre, non era il caso. Tornai dalla mia ragazza e non dissi niente a nessuno, mai…

Quella scena mi convinse del fatto che mia sorella era una vera cagna e che io avrei dovuto fare qualcosa per scoparmela. Inutile dirvi che non feci nulla. A quel tempo Mirella era si desiderabile ma il mio desiderio non ancora così forte da spingermi a superare il tabù dell'incesto. Insomma da darmi il coraggio di provarci.
In ogni caso avevano ragione i miei paesani. Causa pettegolezzi ad un certo punto della sua vita mia sorella è dovuta andare via dal paese, ha seguito un tipo che per inciso mi sembrava a posto e si è trasferita a Roma circa 14 anni fa.

Anch’io ero andato via di casa per frequentare l'università e nonostante le ragazze non mi mancassero, il sesso migliore lo facevo masturbandomi selvaggiamente al pensiero di Mirella. Speravo di avere un occasione prima o poi. Ma era troppo tardi, le nostre vite avevano preso strade diverse. Lei a Roma con i suoi amanti (che so essere stati tanti). Io al Nord per lavoro. Una prima compagna, due anni, un figlio, poi una seconda compagna, altri anni buttati, infine una terza con cui continuo tuttora e che è all'oscuro di questa mia passione incestuosa.

In tutto questo tempo Mirella ha sprecato molto della sua vita, è ancora una donna bellissima ma ha avuto molti uomini, alcuni l'hanno amata senza riuscire a tenersela stretta, altri invece l'hanno solo sfruttata. Due anni fa mia sorella ha avuto grossi guai di natura economica che le hanno causato la perdita del lavoro e gravi problemi psichici.

Io l'ho aiutata a risollevarsi dalla crisi. Le ho pagato parte dei debiti che aveva contratto e ho anche fatto in modo che non perdesse la casa. Siamo andati avanti così per un po’. Fino a quando non c’è stata la svolta. Adesso infatti sta bene. Ha lasciato il coglione di turno, pensa un po’ meno agli uomini ed ha trovato un lavoro che le piace e la fa stare tranquilla.

Qualche mese fa, manifestò il desiderio di venirmi a trovare. Accettai senza pensarci troppo. Ho sempre voglia di vederla anche se so che tra lei e la mia attuale compagna, Paola, non corre buon sangue. Fortuna che Paola ha i genitori che vivono in un altra città. – Vi lascio soli, così potete parlare meglio – . Mi disse, ma in realtà avrebbe voluto aggiungere: – e non dovrò stare qua a sentirmi prudere le mani!.. –. Bene! Pensai… Adesso l'occasione c'era. Mi vennero in mente tutti i miei propositi di incesto, le tattiche che per anni avevo fantasticato. Ma alla fine dovetti arrendermi, sapevo che al momento buono la ragione avrebbe prevalso e che mi sarei tirato indietro. In queste cose, vere o false che siano, la cosa più difficile è dare inizio alla danza.

Arrivò col treno delle 15, un venerdì. Ero emozionato come un bambino e lei lo capì. Deve averlo capito, visto quello che successe dopo. Andammo a casa. Le chiesi se era stanca, se preferiva riposare o andare a fare un giro della città. Scelse il giro. Durante la passeggiata, la informai che i nostri cugini (ne abbiamo purtroppo tanti) sapevano del suo arrivo e che eravamo invitati a cena sia quella sera che la successiva. Lei annui. Tornammo dalla cena che non era tanto tardi. Forse le undici. Le chiesi se desiderava dormire in camera da letto che io non avrei avuto problemi a dormire sul divano. Possiedo un piccolo appartamento, di due camere, giusto per due persone visto che mia figlia non vive con me. Lei mi rispose che se volevo potevo dormire con lei nel letto.

Non sarebbe stata la prima volta. Infatti non è mai successo niente ma stavolta… forse avrei avuto qualche problema. Comunque accettai. Non andammo subito a dormire, la mia intenzione era di raggiungerla il più tardi possibile. Lei entrò in bagno per fare una doccia, io mi misi a guardare la tele. Ad un certo punto la vidi uscire dal bagno, nuda, sculettante verso la camera da letto.

– Bel culo! . –. Esclamai a voce alta.
– Ops!..Scusami pensavo avessi la porta chiusa stavo cercando il tuo accappatoio. –, mi disse ridendo.
– E’ dietro la porta del bagno… –. Le dissi.
Indossato l’accappatoio mi si avvicinò e si sedette con me sul divano
– Parliamo un po’? –. Mi chiese.
– Va bene, ma di cosa?
– Di noi, non ti ho mai ringraziato per l’aiuto che mi hai dato, mi sei stato più vicino di quanto potessi pensare.
– Ma no Mirella, che dici, non mi devi niente stai tranquilla.
– Pensavo mi odiassi, dopotutto ti ho solo creato problemi.

Vero! Ma in quel momento non mi sembrava importante, l’accappatoio era semiaperto e io venni catturato da quella visione. Intravedevo appena i capezzoli, ma li potevo comunque intuire di un rosa scuro, turgidi come capita spesso a chiunque dopo una doccia. Non dissi nulla, fu la mia mano a muoversi da sola.
Cominciai ad accarezzarle una gamba, piano, lei non si scosse, lentamente cominciai a salire sempre più su fino a spostare parte dell’accappatoio, come a scoprire del tutto la coscia. Lei mi lasciò fare. Raggiunto finalmente il suo pube mi feci più audace e cominciai ad accarezzarle la figa. Lei si lasciò andare ancora di più. Sentii che si stava bagnando – ancora un istante e non avrebbe più potuto fermarsi –. Pensai, e così fu.

Man mano che le accarezzavo la fica mi accorsi che la sua eccitazione andava crescendo perché lei stessa diventava meno passiva. Mi tolse la mano e messasi la mia gamba sinistra tra le sue cosce cominciò a strusciarsi. Sentii delle gocce d’acqua scivolarmi giù per la coscia. Il mio cazzo stava scoppiando dentro i pantaloni. Lei lo capi e ci mise sopra la mano. Lo tirò fuori piano e senza mai smettere di ancheggiare sopra la mia coscia: –Com’è duro…–. Disse ansimando.

Le risposi – Sii.. mi hai sempre fatto questo effetto …–. E mentre lo dicevo sentivo che lei si stava bagnando sempre di più. Che finalmente le cose avevano preso il verso giusto. Che niente avrebbe più potuto dividerci. Le misi la mano sotto il sedere. Volevo che lei continuasse a strusciarsi sulla mia coscia. Volevo essere porco che più porco non si può. Volevo essere alla sua altezza. Con un dito cominciai a titillarle il buchino.

– Mhmm…sii…
– Sapessi quante volte… –, dissi io.
– Lo so ma non possiamo, fermati ..siamo fratello e sorella…
– So benissimo che non si deve, ma è tanto troppo tempo che ti desidero…
– Mhmm .. –. Lei continuava a strusciarsi e a colare broda sulla mia gamba.

Ero cosciente che la donna a me aggrovigliata era mia sorella, che era proibito toccarla ma erano anni che desideravo poterla tastare a quel modo. Incurante di problemi la mia mano sotto il culo continuava a stuzzicarle il buchino. Lei sembrava apprezzare. Anche le sue mani, entrambe, scorrevano sul mio cazzo. Con una mi teneva l’asta ferma e con l’altra andava su e giù. Il tocco era deciso ma diventava lieve quando salendo le dita giungevano a sfiorami la cappella. Brividi sul mio corpo. La mia bocca cercava la sua ma lei sembrò non volere. Allora le presi un capezzolo.

– Ahh…–, segui un sussulto in mezzo alle sue gambe
– Si così lasciati andare… –,dissi io.
– Nooo…non fare così…così non…Mhmm possiamo..–,disse lei

A parole sembrava volersi tirare indietro ma col corpo mi diceva tutt’altro. Il suo strusciarsi la fica sulla mia coscia accelerava qualunque cosa io facessi. Ad un certo punto sembrava lei stessa essere in preda alle convulsioni. Ecco la femmina dei miei sogni. La donna che avevo sempre bramato. Mia Sorella. Finalmente nuda su di me a contorcersi come un cagna e col mio cazzo in mano.

– Mhmm.…Se continuiamo cosi…io..
– Tu cosa? –, le chiesi mentre con le mani continuavo a stuzzicarle il buco del culo.
– Io…No! non posso…Ahh... Non posso godere così…Mhmm non con te..–, lei aumentò la velocità sia dei movimenti dell'anca che della sua mano sul cazzo. Quasi mi fece male per come lo stringeva.
– Mhmm… Mirella non ce la faccio a fermarmi…sei troppo bona
– Sei un diavolo…Mhmm… stiamo sbagliando ..dai fermati – disse lei ma con poca convinzione.
– Ahh .. E non hai visto ancora niente, aspetta che ti prenda e vedrai...Mhmm…
– Mhmm...mi piace l'idea ma non possiamo...Ahhh...Ahhh.. –. Io affondavo il dito nel suo culo sempre di più.
– E chi lo dice che non possiamo? –. Le chiesi.
– Ah..Ahh..Si lo so che possiamo ma io..io ..so di essere troia.. ma.. Mhmm non posso esserlo così tanto.
– Oh si... che lo sei, sei troia e calda quanto basta e per questo che mi piaci.
– Mhmm...Davvero..ti piaccciono le donne troie e calde..fratellone..
– Si ma più di tutte mi piaci tu...sorellina. – le dissi.

Eravamo in estasi. Pensavo che niente ci avrebbe più fermato ma mi sbagliavo. Il mio cazzo era durissimo pronto ad eruttare fiumi di sborra. Non la volevo sprecare. Era giunto il momento di provare ad entrare nella sua fica.

– E' ora che tu senta come sono per davvero sorrellina. –. Le dissi.

La sistemai gambe aperte sul divano in modo da poterla penetrare con irruenza. Inizialmente lei si lascio andare. La punta del mio cazzo a strusciare la fica. La sbroda era tanta, un colpo deciso e sarebbe andato giù liscio come quando si taglia il burro.

– Mhmm.. Allora è questo che vuoi, fottermi. ...Tu mio fratello mi vuoi fottere?
– Si...Io, ti sto già fottendo cara sorella, lo senti il mio cazzo..sta già entrando.
– Si lo sento...Mhhhm..–. Sembrava cosa fatta.
– NO!...Non possiamo… sei Mio Fratello...MIO FRATELLO CAPISCI…

Urlò spalancando di colpo gli occhi socchiusi e guardandomi in faccia come in un gesto di sfida.
E fu a questo punto che commisi il più grosso errore della mia vita. Non so perché ma forse per via dello sguardo, non so dirvi ma ebbi un attimo di lucidità o di idiozia, direte voi, e: – Mirella forse Si ..forse hai ragione dovremmo fermarci qui. – Dissi.

Mi scostai ed accadde come se qualcuno avesse acceso all’improvviso la luce. Lei si ricompose quasi subito ed anch’io. Evitò di guardarmi e non parlammo molto. L’imbarazzo era stellare. - Forse è meglio che vada a dormire. –. Mi disse, – Si è meglio…-, risposi.

Rimasi solo sul divano. Ero sconvolto ma non per via di rimorsi. Avevo avuto la mia occasione e l’avevo sprecata. Quella notte non riuscii a dormire molto, il cazzo era ancora duro e reclamava piacere. Provai a farmi una sega ma non riuscì a venire. Pensavo troppo al tremendo errore commesso e a come avrei potuto ripararvi. Comunque alla fine la stanchezza venne e mi addormentai.

Mi svegliai l’indomani mattina sul tardi, Mirella non c’era, una nostra cugina l’aveva invitata a fare un giro per negozi. Sarebbero state via per tutto il pomeriggio, meglio così. Per rimuovere l’eccitazione della sera precedente pensai di chiamare Raffaella, una troia brasiliana con culo da favola che ogni tanto mi concedo. Le raccontai ciò che mi era successo. Sapevo che mi avrebbe creduto, erano anni che per eccitarmi fingeva di essere Mirella e fu proprio lei a convincermi che non dovevo mollare.

Pensai di provarci quella sera stessa, Mirella sarebbe ripartita l’indomani, subito dopo il ritorno di Paola dalla breve gita dai suoceri. Non avrei avuto un'altra occasione. La scena era quasi la stessa della sera prima. Seduti sul divano. La TV accesa, vicini ma non più di tanto. Lei era bellissima. Gonna stretta e camicia aderente. Tacchi alti. Calze nere velatissime. Era rientrata tardi e non aveva fatto in tempo a cambiarsi. Sapete quando si dice un colpo al cuore e uno al pisello (forse non si dice così ma ho comunque reso l’idea ;-)).

– Mirella…riguardo a ieri sera..
– No! Lascia stare parlo io. –, mi disse.
– Quello che ieri stavamo facendo mi piaceva. Lo so che ti piaccio, l’ho sempre saputo... il fatto è che mi sei sempre piaciuto anche tu. E …
– Ma!.. –. Ero Basito.
– Veramente sono io che non capisco. Sei stata tu a dirmi che…Insomma, se volevi continuare perché hai urlato in quel modo?
– Non lo so … –. Mi rispose.
– L’urlo mi è uscito così. La verità è che stavo godendo come non mai. Ho avuto paura. So che tutti mi considerano una poco di buono… Una zoccola. Non volevo che tu..
– Io cosa, sei mia sorella, a parte il fatto che ti voglio bene, te ne ho sempre voluto e sempre te ne vorrò… Anzi sappi che finalmente stavo gioendo del mio più amore più grande e che se avessimo continuato … –. Mi fermai un attimo a sospirare.
– Mi avresti fatta godere come una pazza, –. Disse lei.
– Si… –. Conclusi.
– Se è questo che ti preoccupa ti dico che ho cambiato ide, anzi se tu non ti fossi fermato sono sicura che avrei già ieri sera.…ormai stavo quasi per venire …mancava veramente pochissimo e avrei sborrato come una pazza…Ecco l’ho detto.
– Bene e adesso che facciamo? – le chiesi.

Domanda inutile. Ormai era andata. La serata di prima era stata un preludio. Il Ghiaccio era rotto ed il gioco era stato portato avanti abbastanza. La notte come sempre aveva portato consiglio. Nessuno dei due si sarebbe più tirato indietro. Per tutta risposta mia sorella si alzò dal divano e iniziò spogliarsi. Lentamente. Senza distogliere lo sguardo. Maliziosamente si tolse prima la camicia. Poi la gonna. Non portava i collant ma aveva le autoreggenti. Tipico delle donne come lei, sempre pronte a sfruttare ogni minima occasione per sedurre chi gli sta davanti. Infine il reggiseno.

Rimase così a fissarmi per un attimo. Tanga e autoreggenti sono un classico ma lo fanno sempre rizzare. Non ci piove che la mia erezione si doveva vedere benissimo. Mia sorella fece una smorfia compiaciuta. Sorrise. Si avvicino e mi fece cenno di alzarmi. Lo feci. Lei si misie in ginocchio e sbottonandomi i pantaloni mi tirò fuori l’uccello.

– Ho tanta sete …puoi fare qualcosa per me FRATELLO MIO
– Controlla bene tu stessa… SORELLA MIA.

Mi avvicinai di più a lei, da porco navigato stavolta, la patta dei pantaloni aperta, le presi la testa con una mano e la spinsi giù a succhiarmi finalmente l’uccello.
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