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STO ALLEVANDO UN PORCELLO


di Nolimits666
18.08.2023    |    55.688    |    30 9.7
"Lo aveva praticamente tra i piedi ma non capivo cosa volesse fare di preciso: non conoscevo l'esistenza del "Footjob" più comunemente nota come..."
L' esperienza narrata nel primo racconto mi aveva lasciato con il seguente dubbio: la situazione che si era venuta a creare, piaceva solo a me o anche a mia madre? Certo, se avessi saputo all' epoca cosa significasse per una donna lo slip bagnato, il dubbio sarebbe stato tosto dissipato ma, ignorandolo, continuava a fare da contraltare alle mie voglie giovanili la cui esplosione era stata innescata qualche tempo prima dalla visione ivi descritta.

La novità consisteva nel fatto che, nel ripensare a quanto visto, il mio piccolo cazzo cambiava forma, dimensione, consistenza. Non era più un' innocente appendice tra le gambe bensì un qualcosa di più largo, lungo e di molto più duro.
Sì: ripensare al fatto che mia madre mostrasse la fica pelosa aderente allo slip bagnato mi eccitava. Finalmente capivo cosa volessero dire quei ragazzi più grandi quando parlavano di "cazzo duro pensado alle femmine" nella sala giochi del mio quartiere.

Il mio cervello non era più tranquillo, era avido di nuove immagini dal vivo: volevo vedere le sue cosce lisce, i suoi piedi smaltati nelle zeppe e nelle mules, volevo vedere nuovamente le labbrone nere e pelose attaccate alla mutandina ma nessuna nuova occasione sembrava possibile: non mi chiamava più in camera per mettere la crema.

Passarono ben due settimane senza che potessi veder qualcosa ed oramai mi ero rassegnato al fatto che tutto quanto vissuto fosse piaciuto solo ed esclusivamente a me: potevo dirmi certo di aver sbagliato tutte le valutazioni.

Era il 7 di agosto, era sera: lei, come spesso accadeva, distesa sul divano mentre io leggevo Dylan Dog sulla poltrona collocata poco più dietro. Ogni tanto, lanciavo uno sguardo per poter vedere almeno i piedi smaltati di rosso e la parte iniziale del seno racchiuso in un vestitino bianco con le bretelle che esaltava divinamente la sua abbronzatura.

Dopo aver visto il Festivalbar in religioso silenzio, esclamò:

- Senti, mi prenderesti cortesemente il telecomando di TELE+?

All' epoca, infatti, avevamo da poco installato ciò che sembrava un prodigio della tecnologia, ovvero TELE +, il quale costava circa 1.200.000 lire all' anno.

Mi alzai, presi il telecomando e glielo porsi stando in piedi dinanzi a lei.

-Siediti pure qui- mi disse ed io che non aspettavo altro non me lo feci ripetere due volte.

Fece un po' di zapping avanti ed indietro sino a quando non si sintonizzò definitivamente su di un vecchio film il cui titolo nulla mi diceva, per poi scoprire anni dopo trattarsi di un cult del cinema tricolore: "Malizia".

Eravamo sempre sul divano: lei distesa, io seduto. I suoi piedi arrivavano alle mie cosce e già mi sembrava di toccare il cielo con un dito: finalmente potevo rivedere da vicino quei piedini che tanto avevo toccato qualche settimana prima e che mi avevano causato, unitamente a tutto il resto, un 'emozione così forte da portarmi ad una fortissima polluzione spontanea.

Nel frattempo, le immagini scorrevano sullo schermo e con mio sommo stupore, conoscendo quanto fosse bacchettona durante tutto il resto della giornata, non cambiò canale neppure quando Laura Antonelli iniziò a mostrate tutte le sue grazie.

Non resistetti molto né alla trama del film, né a Laura Antonelli, né ai piedi di mia madre sulle mie gambe: mi venne duro, ma di un duro imbarazzante. Infatti, i pantaloncini grigi rassomigliavano alla tenda di un indiano. Preso dall' imbarazzo più totale, cercai di far finta di nulla sebbene il mio volto fosse rosso porpora ed il mio cuore andasse a 200 km/h: continuavo a guardare la tv per evitare qualsiasi interazione con mia madre ma la tv diffondeva immagini erotiche al mio cervello molto gradite ed il tallone destro di mia madre premeva leggermente sul testicolo sinistro causandomi un piacere involontario.
Mi sentivo assediato dal desiderio e privo di vie di fuga.

Ad un certo punto, iniziai a sentire le dita del piede destro ondulare da destra verso sinistra sulla parte alta mio cazzo ingabbiato da slip e pantaloncino e fu proprio lì che un dubbio atroce mi assalì: lo sta facendo di proposito, quindi mi volto ed interagisco con lei oppure è un altro mio film mentale che mi condurrà a fare l' ennesima brutta figura? Il mio cuore sembrava volesse uscire dal petto e credo iniziai anche a sudare leggermente sulla fronte quando, improvvisamente, lei cominciò a ritrarre entrambi i piedi e ad alzare le ginocchia sul divano. Mi sentii quasi sollevato. Pensai: "Ecco, ha capito che sono in imbarazzo e ristabilisce l' ordine".

Nel frattempo, la carica erotica derivante dal film continuava a crescere. Avvertivo un bisogno estremo di donarmi piacere proprio come dicevano di fare gli amici più grandi: "Su e giù tenendolo in mano e vedi che poi provi tanto piacere".

Mi voltai verso mia madre come per chiederle di porre fine al supplizio cambiando canale, ma mai commisi errore più grande: le gambe, con le ginocchia alzate, erano aperte, il vestitino era salito tutto verso il bacino ed avevo nuovamente la fica fasciata dallo slip a zero metri dalla faccia.

La mia erezione tornò più prepotente di prima.
Resasi conto del fatto che le avessi fissato la fica per 10 secondi abbondanti, esclamò sorridendo: "Il film è da quella parte".
Serrò nuovamente le gambe, mentre un altalena di profondo imbarazzo ed estrema eccitazione si alternavano nella mia mente.

Mi girai a guardare nuovamente il film e dopo pochi secondi distese nuovamente gambe e piedi. Li sentii arrivare entrambi questa volta vicino al mio cazzo che, nonostante l'estremo imbarazzo, non si era ammosciato neanche per un secondo: mi era fisicamente impossibile farlo abbassare.
Mi strinse letteralmente il cazzo avvolto dal pantaloncino nella morsa dei due piedi ed io praticamente iniziai a non capire più niente. Lo aveva praticamente tra i piedi ma non capivo cosa volesse fare di preciso: non conoscevo l'esistenza del "Footjob" più comunemente nota come "Sega con i piedi". Me lo teneva fermo lì, mentre pulsava forte spingendo da sotto lo slip.

Continuavo a guardare il film per non guardarla negli occhi, ma il film mi stimolava a sborrare sebbene questa voglia causava in me il timore che sborrando potessi bagnarmi il pantaloncino e che soprattutto potessi bagnare i suoi piedi.

Iniziò a muoverli all' unisono: sentivo un piacere mai provato prima che mi saliva nel cervello e meccanicamente allargai anche io le gambe come per dire: "Eccomi, sono qui. Fai quello che vuoi perché mi piace da morire". Il ritmo dei colpi aumentava ed io iniziai ad avere il respiro strozzato dalla goduria: ansimavo

- Godi, dai godi che ti piace. Ho allevato un porcello, questo sei!
- Sì mamma, mi piace troppo, sto bene se mi fai questo.
- Lo so, stringimi i piedi con le mani. Forza, stringili.
Le presi i piedi con entrambe le mani e contribuii anche io al movimento tipico della sega.

- Che sei un porcello,dai! Così amore, bravo così.

- Posso baciarteli?

- Non adesso amore mio, dai prova piacere, dai.

- Sì mamma, io ... oh sì oh mamma sììììììì aaaaaaaaaaaah.

- Porco che te ne sei venuto nei pantaloncini, guarda tutto bagnato sei...Pure sui piedi mi sei venuto, porco.

Avevo lanciato un vero urlo liberatorio nel momento dell' orgasmo che, vista l'età, era ancora un misto di sperma e pipì.

-Adesso li puoi baciare.

E così dicendo mi offrì vicino la bocca il piede destro con sopra un po' dello sperma filtrato dal pantaloncino.

La baciai con dolcezza come per ringraziarla del piacere estremo che mi aveva causato e corsi via a pulirmi.




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