incesto
NOTTI MAGICHE con Laura
di Abiss90
06.11.2021 |
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"In quel momento, dato l’alto grado di eccitazione raggiunto, non realizzai appieno quello che stava accadendo: stavo facendo i grattini sulle mutande umide..."
Ciao a tutti, sono un normalissimo ragazzo 25enne, alle prime armi in questo genere di siti. Vorrei raccontare e condividere un’esperienza particolare, capitatami la scorsa estate. Come la maggior parte dei miei coetanei sono un appassionato di calcio, quindi non c’è santo che tenga… domenica sera sono incollato alla TV per vedere giocare l’Italia, finalista europea contro l’Inghilterra. La particolarità è che non avviene sul mio consueto divano, ma sono invitato da mio zio, grande appassionato di calcio come il sottoscritto. Data l’importanza dell’evento sono coinvolti per l’occasione anche il mio cuginetto Leo di 6 anni e mia zia Laura, una donna di 52 anni, un pelo in carne forse ma dotata di un viso angelico, bionda, occhi castani e soprattutto di una enorme carica erotica. Sono assolutamente convinto che lei non passi inosservata, sebbene non abbia mai avuto modo di confermare questa tesi. Ma pensandoci.. come può rimanere nell’ombra una donna che ama curarsi, dimostra almeno dieci anni di meno ed è dotata di una quarta di seno che, parole sue “è addirittura fastidiosa da nascondere completamente”? Impossibile direi. Non nascondo che più volte avevo fantasticato su di lei e soprattutto d’estate gettato qualche occhiata sulle sue forme, ma tutto ciò restando in disparte e non dandolo a vedere. D’altro canto lei mi ha sempre e solo visto come un bel ragazzo, nulla di più.
Mio zio è un uomo di 54 anni, dedito al lavoro da operaio in una nota fabbrica della zona. Sfortuna (o fortuna) vuole che quella sera è impegnato con il turno di notte, perciò è in grado di vedere solo parzialmente il match dell’Italia.
Arrivai a destinazione circa mezz’ora prima dell’inizio della partita. Il clima esterno era da inferno, un caldo asfissiante, reso un po' meno cruento dalle rare folate d’aria, mentre quello interno era festoso ma anche un minimo teso, date le aspettative ottimiste della notte sportiva. Per l’occasione indossai una maglietta chiara e un pantaloncino da calcio, simile a quelli usati dai calciatori in campo, in modo da essere comodo il più possibile. Laura non seguiva la stessa linea, indossando un vestitino nero, aderente ma non volgare, a tema floreale, che seguiva dolcemente le forme del suo corpo fino a interrompersi a metà coscia e far intravedere metà del suo tatuaggio (una rosa). L’attenzione visiva ricadeva chiaramente sulla parte superiore del suo corpo: il seno spiccava abbondante dal vestitino ed era sorretto a fatica da un reggiseno bianco di pizzo, il quale sporgeva lievemente oltre i confini della stoffa nera, balzando agli occhi in maniera inevitabile. Ai suoi lati partono le spalline dei due capi di abbigliamento, intrecciate tra loro. Una donna davvero fantastica.
In seguito ai saluti di rito con gli zii e qualche battuta con il cuginetto si potè entrare in casa. Prima di prendere posto ci fu del tempo per bersi un paio di bicchieri di vino rosso (di cui non ricordo il tipo non essendone un gran intenditore), i quali effetti entrarono prepotentemente in corpo e soprattutto nel cervello durante il corso della serata. Giunse l’ora della partita. Disponendo di un divano letto di tutto rispetto ci posizionammo tutti e 4 in fila: mio zio, Leo, Laura ed infine io. L’ordine di posizionamento è stato del tutto casuale ma devo confessare di aver fatto di tutto per poter stare vicino a mia zia: sebbene non escogitassi nulla non disdegno di lanciare qualche occhiata alla sua splendida scollatura, resa ancora più provocante dalla posizione. Quando si tende ad adagiarsi, infatti, si tende a scivolare leggermente più in basso con il corpo, ritrovandosi ad un’altezza minore rispetto ad un ragazzo che puoi avere affianco e che si guarda per bene dal farlo. Quel ragazzo ero io, e venni premiato come immaginavo… il suo seno visto dall’alto era uno spettacolo e in quella posizione si distingueva chiaramente il lavoro compiuto dal reggiseno e quello del vestito, che ricopriva un ruolo solo marginale nel rendere così provocante quel corpo che iniziavo a desiderare con tutto me stesso. Le mie voglie venirono però presto attutite: dopo il fischio d’inizio mio zio prese ad abbracciare Laura, ponendo un braccio oltre il suo collo, come se si fosse accorto dell’emozione che stava provocando in me e frenarla, il tutto condito da qualche bacio passeggero, che scoccava tra la coppia tra un’azione e l’altra. Io mi limitavo a qualche sguardo nascosto, ma la mia mente probabilmente grazie all’aiuto del vino era su altri binari: continuava a indurmi di osare di più, ricordandomi che a breve sarebbe cominciato il turno a lavoro di mio zio e io sarei rimasto solo con Laura e il mio cuginetto. Venivo riportato alla realtà solamente quando sentivo Leo che mi gridava “Hai visto che tiro? Quasi gol!!”.
Io gli sorridevo e rispondevo dicendo che a breve l’Italia avrebbe segnato, ma ormai quello che guardavo era altro, lo scambiarsi di effusioni che diventava sempre più frequente tra i miei zii. Rosicavo. Avrei voluto essere le labbra di mio zio, provare l’emozione che Laura sapeva scaturire anche solo con un bacio. Ad un tratto l’uomo si avvicinò all’orecchio di Laura, in modo che io e Leo non sentissimo (o almeno così credeva) e le disse “ti ricordi cosa mi avevi promesso? Se stasera vinciamo mi avresti fatto passare una settimana con i fiocchi” e in seguito ad un “ricordo benissimo, tesoro, sai che mantengo sempre le mie promesse” iniziarono a baciarsi in modo molto passionale, come se fossero le uniche persone nella stanza e specialmente sul divano, facendo intravedere anche scorci di lingua che scompariva piena di passione nell’altra bocca. Essere indifferenti di fronte ad una scena del genere e a quelle parole non è semplice.. specialmente se coinvolgono una persona che si ritiene tremendamente eccitante come mia zia. Il vino, vederla limonare, il suo seno, le poche parole sentite mi bombardavano la testa e subito dopo si riversarono nelle mie mutande, provocandomi un senso di crescente eccitazione. Il tutto condito dal fatto che di tanto in tanto, muovendosi mentre baciava mio zio, Laura inconsciamente veniva a contatto con la sua coscia sulla mia.
Non poteva continuare così. Ormai la mia eccitazione era evidente, non avevo i pantaloncini adatti per nasconderla. Essendo il 42esimo del primo tempo ho deciso di andare in bagno per calmarmi e allo stesso tempo sfogarmi, ma appena posato sul cesso e impugnato delicatamente il mio pene ho sentito bussare. Per mia sfortuna è Leo: pensava mi fossi alzato per andare al bagno e subito dopo a giocare, per questo ha deciso di seguirmi. Questo ha aiutato a far sbollire le mie voglie e dato che il primo tempo della partita era pressochè finito decisi di accontentarlo e di fare due partite con lui alla play station. Essendo abbastanza impacciato, le partite furono un disastro ma avevano raggiunto il loro obiettivo, ovvero far passare il tempo tra la prima e la seconda frazione di gioco della partita reale. Decisi di tornare in salotto per accomodarmi nuovamente davanti alla TV, non seguito da Leo, il quale aveva deciso di continuare a giocare (il coinvolgimento provocato dalla play station nei suoi confronti è sempre stato impareggiabile). Da una parte mi dispiaceva che il cuginetto preferisse giocare rispetto al vedere la partita, dall’altra ne ero molto felice, in quanto avrei potuto godermi in completa solitudine la compagnia di Laura.
Giunto nel salotto ritrovai i miei zii abbracciati, distesi sul divano letto, di fronte alla TV, in una posizione più comoda rispetto a quella in cui li avevo lasciati. Probabilmente avevo interrotto qualcosa di intimo piombando nella stanza, ipotesi sorretta da due fattori: i volti paonazzi della coppia, specialmente quello di Laura e da una mano di mia zia che era posizionata sulla zona inguinale di mio zio. Forse, data l’assenza temporanea mia e di Leo i due avevano preso a baciarsi e strusciarsi, pregustandosi “la settimana con i fiocchi” a cui alludevano in caso di vittoria dell’Italia, oppure più verosimilmente Laura si era fatta trasportare da un lungo bacio e presa dal momento aveva accarezzato da sopra i pantaloni (che apparivano un po' gonfi) il pene dello zio. Non ho mai scoperto cosa successe esattamente, ma la cosa mi intrigava, la mia eccitazione temporaneamente svanita è ripresa a crescere.
Per mio zio era tardi. Un quarto d’ora e sarebbe iniziato il turno, per cui a malincuore ci salutò e dopo ad aver scoccato un bacio alla moglie prese la porta, intimandoci di tifare Italia fino alla fine della partita, dato anche il gol di svantaggio in cui la nazionale italiana si ritrovava.
Finalmente ero solo con Laura, non potevo desiderare di più: calcio e una donna accanto, sebbene sia mia zia e non ci sia nulla di troppo intimo tra noi.
Decidemmo di fumare una sigaretta nell’attesa dell’imminente secondo tempo mentre si conversava del più e del meno e una volta terminata, prima di raggiungere il divano non riuscii a dire di no ad un altro bicchiere di vino, offertomi caldamente da Laura, sostenendo che non avrebbe fatto nulla ad un giovane in forma come me e che lasciar bere da sola una donna è sinonimo di scortesia. Terminato il calice abbondante andammo a prendere posto. Rimasi subito stupito: date le dimensioni del divano non avrei mai pensato che Laura potesse collocarsi proprio accanto a me, a contatto. Ne ero tremendamente felice, anche se non avesse portato a nulla, in quanto solo il suo profumo ormai mi eccitava.
I primi dieci minuti filarono lisci, conditi con qualche commento a caldo sulle azioni portate avanti dalle due squadre, quando ad un tratto Laura esordì con un “cavolo, ho bevuto troppo forse, ti da fastidio se mi appoggio?”, e senza attendere risposta posò la sua testa sulla mia spalla e un braccio attorno alla mia vita, abbracciandomi. Da quel momento la partita è passata definitivamente in secondo piano, ero offuscato dal vino e dal profumo di Laura che ormai sentivo sul mio corpo. Presi la palla al balzo e ricambiai l’abbraccio, posizionando un braccio dietro al suo collo e la mano a contatto con la sua pelle, sul braccio. Quel gesto da parte sua non voleva dire nulla, ma io facevo mille pensieri, ero eccitato, ogni secondo di più, tanto da non riuscire più a nascondere il rigonfiamento che era presente nel mezzo dei miei pantaloncini. Sono certo che lei se ne accorse, era praticamente impossibile non farlo, ma fece finta di nulla, o almeno così lasciò intendere.
Nella stanza non volava più una mosca, anche i commenti sulla partita erano svaniti, la sola voce era quella del telecronista. L’atmosfera era cambiata, da un ambiente sportivo si stava trasformando in uno più peccaminoso. Cominciai a muovere la mano sul suo braccio lentamente, andando avanti e indietro, graffiando dolcemente la sua pelle. Stavo facendo dei grattini a Laura, a mia zia. Mi aspettavo una reazione diversa da parte sua, un distacco improvviso, invece successe l’esatto opposto: prese ad abbracciarmi con più calore e a sua volta iniziò a danzare con le proprie dita sulla mia maglia, all’altezza della pancia. Ora era chiaro: aveva notato la mia erezione divenuta ormai prepotente, in quanto si trovava a non più di 2/3 centimetri dal luogo setacciato dalle sue dita. Ero in estasi, non riuscivo a tirare fuori una parola dalla mia bocca. Unica nota negativa è che quella mano sul mio corpo nascondeva il mio panorama preferito, ovvero il suo seno. Ormai anche le mie coccole non si limitavano al suo braccio, ma si espandevano in direzione della sua pancia, prediligendo la parte alta, in cui il dorso della mia mano poteva di tanto in tanto sentire le sue tette. Questa “giochino” continuò per tutta la durata del secondo tempo, fummo svegliati solamente dal fischio dell’arbitro, che annunciava la fine dei tempi regolamentari e l’imminente inizio dei tempi supplementari.
Durante la pausa ci alzammo, Laura andò a vedere se Leo fosse ancora vivo (non l’avrebbe staccato dalla play station nemmeno un attacco alieno) e subito dopo mi accompagnò a fumare sul balcone. Non ci fu parola da parte di entrambi, nessun commento sui fatti appena accaduti oltre il muro che ci separava dalla stanza in cui era allocato il televisore. Solo chiacchiere del più e del meno, che data la tarda ora cominciava a fare fresco, eccetera. Eravamo entrambi in imbarazzo, questo era il motivo, ma entrambi non pensavamo ad altro che alle carezze scambiate qualche attimo prima. Almeno per me era così, non sono nemmeno sicuro che il mio uccello si fosse calmato completamente durante questo breve intervallo, facendo denotare chiaramente la sua forma attraverso i pantaloncini. Appena entrati fui io questa volta a proporre un bicchiere di vino. Ci fu qualche debole tentativo da parte di mia zia di eludere la mia proposta, ma alla fine riuscii a berlo in sua compagnia. Non nego che in quel momento fossi un po' deluso: speravo che in quegli attimi di pausa si parlasse dell’accaduto e che scattasse qualcosa, invece non solo non successe ma non ero nemmeno più sicuro che si potesse replicare la scena vissuta precedentemente.
Laura diede una rapida occhiata a Leo (penso anche per controllare che stesse tranquillo in camera sua) e mi raggiunse sul divano, ma questa volta spegnendo la luce del salotto. Ormai io non potevo fare a meno del contatto fisico di mia zia, e lei del mio, ne ero cosciente, anche per il fatto di averla vista tornare senza il mio cuginetto. Le mie sensazioni erano esatte, Laura si riposizionò nell’esatta posizione in cui ci eravamo lasciati. Ricominciò il peccaminoso gioco ricco di provocazione nel silenzio più totale, il mio corpo era una marionetta comandata dalla sua mano, che ormai si era fatta spazio sotto la mia maglia e girovagava sulla mia pancia. D’altro canto io la seguivo, facendo lo stesso su di lei, imitando i suoi movimenti con cui mi provocava un piacere indescrivibile, quasi paralizzante: il mio uccello svettava duro contro le pareti delle mie mutande, ed essendo rinchiuso dal tessuto si ritrovava attaccato al mio corpo, con la punta quasi all’altezza dell’ombelico, luogo in cui ormai dominavano le carezze di mia zia. Qualche istante più tardi stavo per svenire dall’eccitazione. Senza dire una parola Laura scese con la mano sotto all’ombelico e la inserì tra la parte bassa dei miei addominali e il mio pene, continuando come se niente fosse a giocare col mio corpo. La mano disegnava dei piccoli cerchi, portandosi letteralmente a spasso con il dorso il mio uccello. Della partita non mi importava più nulla.
Capivo esattamente come si sentiva il mio pene: come io ero in totale balia di Laura, lui lo era della sua mano. Ora il silenzio non era solo contrastato dalla voce del telecronista, ma anche dai miei sospiri e da qualche mio gemito. Inoltre, massaggiandomi così in basso ora avevo il via libera per osservare le sue tette, che sembravano invitarmi a spostare le mie attenzioni su di loro. La cosa però incredibilmente non avvenne. Le mie mani andarono ad indugiare sul suo tatuaggio, su quel fiore d’inchiostro situato a metà coscia, e dopo averne tastato ogni singolo petalo sollevarono il vestito di Laura e lentamente si intrufolarono sotto di esso, graffiando dolcemente il suo interno coscia. Nessun commento a riguardo, che forse sarebbe stato superfluo e ingombrante, solo l’apertura graduale ed immediata delle sue gambe, che era un segnale positivo per poter continuare a risalire il suo corpo, fino a raggiungere le sue mutande. Indossava un modello a brasiliana in pizzo, dal colore chiaro (nettamente visibile anche col buio presente nella stanza), presumibilmente abbinate al reggiseno. In quel momento, dato l’alto grado di eccitazione raggiunto, non realizzai appieno quello che stava accadendo: stavo facendo i grattini sulle mutande umide di Laura e lei non solo non mi intimava di smettere ma al contrario apprezzava e allargava sempre più le cosce. Passando il dito sulla stoffa si poteva chiaramente sentire il clitoride, che spiccava in rilievo in modo prepotente. Ricordo quella sensazione come se la stessi vivendo in questo momento. Avevo voglia di provocarla, così come lei stava facendo ormai da molto tempo con me. Alternavo tocchi più profondi e crudi ad altri più amorevoli e delicati, senza mai varcare le barriere segnate dalla stoffa della brasiliana. Giocavo con il suo bordo, introducevo un dito tra l’elastico e la pelle e una volta arrivate a sfiorare le labbra fradicie della vagina ritraevo la mano, portandomi dietro dei sospiri molto profondi prodotti dalla bocca di Laura. Mi prese il dito con cui più mi avvicinavo alla penetrazione e se lo portò prima sulle labbra e poi lo fece sparire all’interno della sua bocca, imitando uno straordinario pompino. La cosa più eccitante è che tutto ciò avvenne senza proferire una sola parola e senza un minimo scambio di sguardi. Tutto così allo stesso tempo spontaneo, insperato e tremendamente erotico.
Il primo tempo supplementare era terminato, ma questa volta non importava a nessuno. Il mio uccello faceva male, chiedeva pietà, voleva essere partecipe di quel gioco, ormai andato oltre le righe. Si sentiva in panchina, mentre il dito era il titolare. Era lui a godersi la scena, quelle calde labbra carnose piene di voglia che lo avvolgevano, lo curavano, lo deliziavano di un trattamento divino. Non sempre i migliori godono dei benefici che meriterebbero. Avevo voglia di assaggiare quelle labbra. Tolsi il dito da quella bocca affamata e lo riportai dove avevo deciso che fosse il suo posto, in mezzo alle gambe di Laura, occupato a prendersi cura della sua vagina, ma questa volta facendosi spazio sotto alle mutandine. Con l’altra mano alzai lievemente il suo viso e iniziai a baciarla sulle labbra. Non so quali delle sue labbra fossero più calde, se quelle della bocca o quelle in mezzo alle sue gambe, so solamente che amavo entrambe alla follia. Quelle superiori cullavano dolcemente le mie, portandosi dietro il profumo del suo corpo che mi faceva perdere completamente la testa. Premevano a tratti di più, altri meno contro le mie, lasciando completamente libero lo scambio di passione tra i due corpi, amplificato da sempre più soventi sospiri colmi di eccitazione. La sua lingua era un mix di sapori, si portava dietro residui di fumo e di vino che facevano da contorno ad un sapore di sesso che il mio dito non poteva captare. Le labbra inferiori erano ormai fradicie: la resistenza che opponevano al mio dito era nulla, anzi sembrava quasi che per renderle sazie occorreva per forza di cosa aumentare il volume che le penetrasse. E così feci, inserendo al loro interno un secondo dito. Indice e medio danzavano lentamente avanti e indietro dalla figa di Laura, in principio entrando solo fino alla prima falange e di volta in volta aumentandone la profondità di entrata fino a farli completamente sparire nel suo piacere, prima con un ritmo lento e via via aumentando l’intensità. I gemiti di Laura erano frenati solamente dal bacio passionale che ci stavamo scambiando. Rimanemmo in quello stato ultraterreno per alcuni minuti, che sono parsi pochi secondi dalla velocità che sono trascorsi. Non si percepiva nemmeno più la concezione del tempo: questa ritornò solamente quando mia zia smise di baciarmi, per alzarsi e inginocchiarsi di fronte a me. Capendo ciò che stava per accadere rimasi seduto, senza battere ciglio, pregustandomi il momento. Una volta in posizione ricominciammo a baciarci fino a quando non mi sentii sussurrare all’orecchio “sfilati i pantaloncini”. Erano le uniche parole che ci scambiavamo da almeno 10 minuti.
Obbedii all’istante e appena mi ritrovai con il mio uccello svettante le attenzioni di Laura si concentrarono dalla mia bocca alla parte inferiore del mio corpo. Prima di cominciare fece un gesto che mi fece perdere la testa, ancora di più di quanto già fosse andata: con una grazia impareggiabile si abbassò le spalline del vestito, lasciandole ricadere a metà braccio. Esse si trascinarono la parte superiore del vestitino, che scivolò a metà reggiseno, rendendo ben visibili e sempre più irresistibili le sue tette. A quella scena, come dei magneti, le mie mani si posizionarono sul seno di Laura. Stavo realizzando il mio sogno, possedere quelle tette sulle quali più volte il mio pensiero si era focalizzato. Presi a palparle dolcemente, stringerle avvolgendole con le mie mani, mentre indice e medio si infilavano sotto la stoffa del reggiseno per imprigionare i suoi capezzoli e giocare con loro.
Intanto la zia aveva iniziato a baciarmi il quadricipite della gamba destra e cullata dal mio tocco sul petto saliva piano piano, sia con la bocca che con le mani, fino ad arrivare al punto più desiderato da parte di entrambi, provocandomi infiniti brividi durante il tragitto. Circondò il pene con entrambe le mani e iniziò a baciare lentamente la punta, circondandola con le sue labbra ancora umide dalla mia saliva. Fece pressione sulla parte inferiore del mio cazzo e come per magia la pelle che avvolgeva la mia punta face largo all’uscita della mia cappella, che venne subito presa d’assalto dalla bocca di Laura, che assaggiò le prime gocce di precum che il mio pene rilasciava. Da quel momento iniziò uno stupendo pompino, molto dolce, caratterizzato da un’andatura tremendamente lenta e eccitante. Vedevo la sua nuca che veniva su, si staccava dal mio uccello, per poi farlo scomparire al suo interno quasi completamente, quasi alla base, rendendolo completamente bagnato dalla sua saliva. Era molto esperta, si percepiva, anche nel comandare il ritmo che diventava sempre più incalzante.
Ero al limite, stavo per inondare la sua bocca di sperma, quando sentimmo dei passi farsi via via più vicini dal corridoio di casa. Era Leo, che stufatosi di giocare alla play stava tornando a vedere come fosse finita la partita dell’Italia. In fretta e furia Laura si ricompose e si sedette affianco a me, mentre io presi un cuscino e lo posai sulle mie gambe, per nascondere la mia nudità inferiore. Laura riuscì ad invogliare il mio cuginetto di bere un bicchiere d’acqua, permettendomi di rivestirmi. Purtroppo, la serata terminò in questo modo, perché Leo non si scrollò più da mia zia.
Ora ogni volta che vedo i miei zii è presente un’aria colma di imbarazzo, consapevoli entrambi che forse sia stato un errore quel che è accaduto. Un errore, ma fortemente voluto da entrambi e tremendamente eccitante, la sensazione più forte della mia vita. Spero che arriverà il momento per poter concludere in modo differente.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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