incesto
La sorella più dolce
di miramare
18.04.2012 |
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"Lorenzo da parte sua era della stessa pasta: un ragazzino carino, moro ma di carnagione più chiara della sorella; tennista in erba ed anche lui ben educato..."
In buona parte dei rapporti tra fratello e sorella c’è sempre un po’ di conflittualità, è difficile andare perfettamente d’accordo come in una favola; c’è sempre un buon motivo per entrare in conflitto.
Tranne che per Marina e Lorenzo : andavano d’amore e d’accordo.
Lei aveva 24 anni e lui solo 14, forse la differenza d’età era un fattore favorevole per il loro ottimo rapporto; Marina era una ragazza molto bella, aveva i capelli castani e la pelle mediterranea che sembrava sempre leggermente abbronzata. Poteva vantare un bel corpo, pur non essendo una sportiva incallita, ben fatta e proporzionata con un bel seno né grosso né piccolo.
Madre natura era stata molto generosa con lei e alla sua età non avrebbe potuto essere più bella di così. Studiosa e molto ben educata, e con un’ adorazione smodata per suo fratello, forse per una sorta di istinto materno, adorazione che lui contraccambiava al 100%.
Lorenzo da parte sua era della stessa pasta: un ragazzino carino, moro ma di carnagione più chiara della sorella; tennista in erba ed anche lui ben educato. Non usciva mai di casa senza essersi preso un bacio o un abbraccio dalla sorella, che non rifiutava mai.
Questo era il loro menage familiare : lui il cucciolo della casa coccolatissimo dalle donne, ed essendo cosi più piccolo anche la sua intimità non era mai stata un segreto, sia mamma che Marina potevano vederlo in qualunque situazione senza che per lui fosse un problema: mamma era la mamma e Mary era la sua sorella bella e dolce, tutto qui.
Arrivò fino a 14 anni vivendo in quella specie di favola dolcissima ed innocente, forse sarebbe potuta continuare ancora, ma un giorno cambiò tutto in un secondo.
La sua era un’età in cui alcune cose iniziavano a cambiare, a livello fisico ed anche ormonale, tutto nella più semplice normalità.
Quella sera successe una cosa strana, era inverno e faceva freddo, in casa il riscaldamento rendeva la casa gradevole e ci si stava preparando per andare a dormire.
Lorenzo si stava lavando i denti in bagno, senza maglia del pigiama per non rischiare poi di dormire con la maglia umida; mentre era al lavandino entrò Marina per prendere qualcosa.
“Scusa Lory, ho dimenticato la molletta, la prendo un attimo”
“Certo” rispose lui tranquillamente
Il bagno era abbastanza piccolo e lei per arrivare alla molletta dovette allungarsi dietro suo fratello e così facendo strofinò involontariamente il seno sulla sua schiena.
Lei aveva appena ritiratola camicia da notte dal terrazzo, era gelida; il risultato fu che indossandola i suoi capezzoli reagirono al freddo: sembravano d’acciaio.
Lorenzo percepì quel contatto al volo ed ebbe involontariamente un brivido.
“Cosa c’è Chicco, tutto a posto?”
“S-sì, perché?” rispose lui imbarazzato
“Niente, mi è sembrato che fossi scattato”
“Non mi pare di essermi mosso, boh” lui cercava di glissare
“Magari ho visto male, buonanotte Lory”
“Buonanotte”
Prima di uscire Marina diede un bacio sulla guancia al fratello e senza accorgersene lo sfiorò nuovamente con il seno, ma lui riuscì a sembrare naturale.
Poi anche lui andò a letto, ma non chiuse occhio, continuava a ripensare a quei due istanti, a quel contatto che gli aveva provocato un brivido ed una sensazione strana allo stomaco che poi si dirigeva verso il suo sesso che si irrigidiva e lui lo tastava provando una sorta di piacere; iniziava a capire i discorsi che sentiva dai suoi compagni.
Ad ogni tocco la sua mano diventava più abile, gli piaceva, erano le prime volte e dal suo sesso ogni volta che il piacere raggiungeva l’apice, non usciva che qualche gocciolina.
Passò la notte, passarono giorni, settimane, Lorenzo era ormai un adolescente a 360 gradi e faceva tutto quello che si faceva alla sua età; anche quello che aveva imparato quella notte in cui sua sorella lo sconvolse solo con un tocco involontario.
In poche settimane erano cambiate parecchie cose in lui, specialmente il modo in cui vedeva sua sorella: dapprima era il suo angelo bellissimo, sempre dolce e pronta a coccolarlo; poi quella visione era cambiata e lui vedeva una ragazza bellissima,gli piaceva il suo seno perfetto, si accorgeva quando il capezzolo era sodo ed all’insù e gli piaceva anche quando si metteva i pantaloni elasticizzati che sembravano jeans perché esaltavano i suoi fianchi tondi e la piega che facevano davanti segnandole il ventre.
Riusciva a vedere anche il segno del perizoma sul sedere, aveva sviluppato una vista talmente aguzza da sembrare un falco, ed ognuno di questi particolari, anche uno solo era sufficiente per provare una sensazione di desiderio terribile che appena poteva andava a placare in bagno nella massima segretezza e discrezione.
Marina dal canto suo, si accorse che qualcosa in quel periodo era cambiato, non sapeva però cosa; quello che più l’aveva colpita era il fatto che suo fratello non era più coccoloso come prima: era più riservato.
Ma lei non gli aveva mai chiesto alcuna spiegazione, magari lui avrebbe potuto non averne piacere.
I pomeriggi solitamente li trascorrevano a casa, lei studiava e così lui, anche se chiaramente in modo meno intenso.
Un giorno finiti i compiti, Lorenzo andò in bagno e nell’entrare vide che Marina aveva lasciato i pantaloni che a lui piacevano tanto, sul bordo della vasca: gli vennero immediatamente in mente tutte quelle forme che contenevano, il seno e tutto il resto. Ebbe un’ erezione immediata.
Guardava quell’indumento: gli giravano mille idee in testa, li prese in mano.
Lì afferro dal cavallo e li avvicinò al viso, gli balenò l’idea di sentire l’odore di sua sorella…ma come poteva avere avuto un’idea tanto perversa, pensava tra sè e sè.
Ma la tentazione era forte, cedette.
Avvicinò la parte che stava all’altezza giusta del ventre di Marina e cercò di sentirne l’odore, era un odore strano ed il suo riflesso si faceva sentire sull’erezione che pulsava più forte.
Era bello ed eccitantissimo.
“Cosa stai facendo Chicco?”
Marina lo aveva beccato in pieno, lui non sapeva da quanto fosse lì; quell’ aroma gli aveva fatto perdere il tempo.
Lui ebbe un sussulto ed i pantaloni caddero, era rosso come un peperone e non sapeva cosa dire, mortificato.
“Io, io… niente”
“Niente? Con i miei pantaloni in mano?”
“Scusami, non volevo fare niente”
Il tono di Marina era serio, ma non di rimprovero; lui però era distrutto dalla vergogna e non sapeva cosa dire perché era palese quello che stava facendo, con lo sguardo basso si infilò in camera e chiuse dietro di sé la porta sperando che tutto finisse lì.
Marina decise di lasciarlo solo per un po’, per farlo calmare e poi sarebbe andata a parlare con lui;cominciava a capire perché in quelle settimane il suo Lory era così diverso, tutto cominciava ad avere un senso e lei ne fu in un certo senso lusingata.
Passò circa un ora e lei decise di andare da lui:
“Lory, posso entrare un secondo?”
Il suo tono dolce, fu un passe partout.
“Si ” rispose lui timoroso di quello che sarebbe potuto succedere.
Marina entrò, lui era seduto sul letto con la schiena appoggiata alla testiera e guardava la tv ignorando il programma trasmesso.
Lei si sedette sul letto e lo guardò, gli sorrise dolcemente:
“Non avere paura, guarda che non sono arrabbiata e non dirò certo niente a mamma e papà, ok?”
“Ok, scusami ancora” fu la sua risposta, ma l’imbarazzo era ancora vivo.
“ Sai, è da un po’ che ma sono accorta che sei cambiato, non sei più dolce come prima con me addirittura sembra che quasi mi eviti, e vorrei capire perché…me lo dici Chicco?”
Lui la guardò ma non sapeva cosa dire e allora lei lo incalzò:
“Dai su, cosa è successo? Te lo ho già detto che non sono arrabbiata, vorrei solo sapere cosa c’è che non và?”
“Non c’è niente, è che… che…
“Che cosa? Sputa il rospo così ti senti meglio” dicendo così lo accarezzò sul mento, cosa che lui aveva sempre gradito molto: e funzionò.
“E’ un po’ imbarazzante, va beh dai, te lo dico: una volta poco più di un mese fa mi stavo lavando i denti e tu sei entrata in bagno per qualcosa”
“E quindi?” disse lei curiosa
“Beh, entrando mi hai sfiorato con il seno sulla schiena ed era appuntito, tanto che sembrava d’acciaio e mi sono sentito strano; tutto qui, è successo questo.”
“Questo cosa cosa?” Marina era sempre più interessata
“Il fatto che quando ti guardo non ti vedo più come la sorella che vedevo prima, ma vedo il tuo seno e tutto il resto che prima non immaginavo di poter vedere ed ogni volta mi fa uno strano effetto.”
Lei era soddisfatta di quello che sentiva dal suo amatissimo fratello, stava diventando un uomo senza ancora capirlo pensò, e sorrise.
“ Oh tesoro, non ti devi preoccupare né vergognare di niente; è normale alla tua età, si cresce, tutto qui” e sorridendo afferrò suo fratello per le guance e gli diede un bacio sulla bocca che lo spiazzò ma allo stesso tempo lo distese dalla tensione di prima.
Lui sorrise.
“E così mi guardi le tette?” scherzò lei
Lorenzo annuì mentre guardava basso sorridendo, l‘imbarazzo stava diventando un bel gioco.
“E cos’altro?”
“No non te lo dico, mi vergogno dai”
“Dai su che sono curiosa”
“Ho parlato fin troppo, ora basta poi mi imbarazzo di nuovo…”
Allora lei cercò di provocarlo in maniera subito molto morbida
“Sai Lory, il seno, o meglio i capezzoli possono irrigidire quando sono eccitati o anche quando sentono freddo , adesso lo sono sai? Magari saranno stati questi discorsi, vieni, senti.”
Dicendo così prese la mano di suo fratello e la pose sul seno, al contatto lui ebbe un tentennamento ma poi si lasciò guidare per posare la mano su quella meraviglia.
Gli sembrava di toccare due sfere, perfette con il capezzolo appuntito proprio come quella volta, lui non sapeva come muoversi; era troppo teso quindi lasciava che sua sorella lo guidasse. Era bellissimo.
La sua mano passò sotto il seno in modo da averlo tutto sul palmo per poi arrivare al centro con un movimento a spirale, prima a destra poi a sinistra,
Lorenzo avrebbe voluto che quel momento durasse in eterno.
“Ti piacciono Chicco? Dalla faccia direi di sì” chiese lei sorridendo
“Si, tanto. E’ una sensazione strana” fu la risposta
“Scommetto che senti dei vuoti allo stomaco e tutto il ventre che trema e tira, giusto?”
“Si, come lo sai?”
“Lo so. Ora aspetta, guarda” detto questo Marina si sbottonò la camicetta e la tolse poi fece lo stesso con il reggiseno, non provava alcun imbarazzo a mostrarsi così al fratello, perché la sua espressione attonita la faceva sentire invulnerabile, e l’eccitazione del momento la stimolava tantissimo.
Lei era sempre stata innamorata del suo piccolo tesoro, lo adorava.
“Ti piacciono?” gli chiese
Lorenzo aveva gli occhi fuori dalle orbite, era rosso, non riusciva a dire niente; allora lei prese nuovamente la sua mano:
“Toccale adesso e senti come è diverso” e lui sotto le mani di Marina faceva di nuovo quei movimenti che aveva imparato poco prima, solo che toccare la pelle nuda era un’altra cosa.
Giocò con il seno per soffermarsi sui capezzoli, si accorgeva che sua sorella ne traeva piacere.
“Bravo toccali cosi tesoro, mi piace, a te piace?”
“Si, mi piace tanto”
I discorsi erano minimi, in quel momento contavano solo i gesti, il contatto
“Adesso prova a baciarle se vuoi, baciami i capezzoli, leccali dove vuoi Chicco”
Parlava con quel sorriso che a lui piaceva tanto, tanto da fargli vincere la timidezza, avvicinò la bocca alle tette della sorella e fece quello che le aveva chiesto, la sua pelle aveva un gusto celestiale, le mani passarono velocemente ad abbracciarla per stringerla a sé in modo da sprofondare in quel paradiso; ora da una parte ora da quell’altra, uno due quattro minuti poi lei lo accarezzò e lui alzò gli occhi con sguardo adorante; Marina sorrise e disse:
“Ci hai mica preso gusto?” sorridendo
Lui si irrigidì perché credeva di avere esagerato, era in una situazione inverosimile e non aveva la minima idea di cosa potesse essere giusto fare o non fare, tacque.
Marina capì il suo imbarazzo
“Dai che scherzo, è piaciuto tanto anche a me, vieni qui”
Detto questo lei, che era seduta sul letto lo avvicinò a sé per il viso e lo baciò sulla bocca
“Lo sai che sei il mio amore, fratellino?
“Anche tu, mi piaci tanto, sei così bella…” rispose lui
“Oh grazie, che amore. Meriti un altro bacio, un bel bacio”
Si girò bene verso di lui e lo baciò nuovamente, ma non si staccò: rimaneva attaccata e muoveva la bocca sulle sue labbra, poi con la lingua le toccò e le inumidì per poi entrare dolcemente nella sua bocca che rimaneva aperta passivamente.
“Dai, fai come me”lo incitò sussurrando lei
Così il fratello iniziò ad emulare i movimenti di lei, gli ci volle poco per capire che il bacio non doveva essere un imitazione di lei, ma doveva essere un muoversi per cercare quello che piaceva a lui. Fu un primo bacio lungo e meraviglioso.
“Wow, che bel bacio. Complimenti!”
Lui era estasiato ma gli si leggeva in volto anche un velo di soddisfazione.
“Me lo hai insegnato tu, adesso” gli rispose onestamente Lory.
“Però questo deve restare tra noi Chicco ok? Guai se lo sapessero papà e mamma”
“Certo che si”
“Va bene, però ora voglio sapere cos’altro hai notato oltre alle mie sorelle!”
Marina alludeva simpaticamente al suo seno in bella vista che faceva dondolare su. e giù.
“No, non te lo dico adesso. E’ troppo tardi e tre poco arrivano… domani pomeriggio ti dico ancora qualcosa, ora è tardi e devo andare in bagno”
“In bagno? E come mai”
Marina aveva già da prima notato che Lorenzo era eccitatissimo e lo voleva stuzzicare.
“Perché devo“ rispose lui ridendo sotto i baffi, ormai non si vergognava quasi più.
“Lo so, lo so” disse lei con uno sguardo chiarissimo di chi sa.
Dopo dovette andare però anche lei, era bagnata.
Quel gioco le era piaciuto.
I genitori rientrarono dopo non molto, si cenò e la serata passò normalmente; ogni tanto c’era qualche sguardo complice tra i due che passava del tutto inosservato agli altri.
Il giorno dopo, come sempre dopo la scuola Marina e Lorenzo erano tornati a casa per pranzare e dedicarsi poi ai loro doveri di studenti; pioveva.
A lui piaceva la pioggia, gli piaceva guardare dalla finestra l’acqua che disegnava quelle righe diagonali su tutta la vista, con quel rumore tipico ed avvolgente dell‘acqua che scende veloce; il cielo coperto rendeva la luce cupa e gli faceva apprezzare il fatto di essere a casa protetto da quello che c’era fuori.
Quel pomeriggio però, guardando la traiettoria delle gocce di pioggia, l’effetto era smorzato, continuava a pensare a ciò che era successo il giorno prima in quella stessa camera con la sorella e si chiedeva se il sogno avesse potuto avere un seguito.
Qualche possibilità forse c’era ma lui poteva solo sperare in una mossa di Marina, aveva lei le redini del gioco; non si sentiva di fare qualcosa, qualunque cosa per primo.
Chiuse gli occhi e pensò a mille situazioni diverse, sempre più piccanti, era eccitante e l’erezione arrivò subito; cominciò a toccarsi da sopra la tuta…
“Lory cosa fai alla finestra?” Marina aveva un tempismo perfetto, lui sobbalzò
“Mamma mia che spavento, niente, guardavo la pioggia; mi piace”
“Si vede…- disse lei alludendo al rigonfiamento della tuta - e a cosa ti faceva pensare la pioggia per dare questi risultati?”
“Ma perché vuoi sapere tutto scusa - faceva il finto tonto ma era felice perché dalle domande della sorella capì che le sue speranze forse non sarebbero state vane - io non ti faccio mica il terzo grado?”
“Perché ieri non abbiamo finito il discorso - disse avvicinandosi - e poi ti becco prima con i miei, cioè questi, pantaloni e poi ora con il tuo fratellino bello duretto - dicendo così gli diede un buffetto proprio lì - penso di meritare una spiegazione, no?”
“Pensi? Io però mi vergogno, non è che ti posso dire tutto tutto…” rispose lui
“E invece sì Chicco, dai vieni di là che parliamo un po’, vuoi?” finita la frase lo abbracciò facendogli sentire il seno e lo baciò sulla bocca; per lui sentire il tocco della sua lingua sulle labbra fu un pugno alla stomaco.
“Certo che vengo, ma poi giochiamo un po’? “ormai era partito, e c’era voluto poco.
“Vediamo, se fai il bravo e mi dici quello che voglio sapere…qualcosa avrai in premio”
“Arrivo”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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