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Triplo....doppio gioco


di miramare
15.11.2011    |    30.726    |    0 9.6
"Leo non aveva capito niente avevano parlato sottovoce quasi come se avessero captato la sua presenza e lui non si era potuto avvicinare molto, quindi tornò in..."


Come succede dal giorno che le hanno inventate, le stagioni si susseguono sempre nel medesimo ordine; forse con tempi diversi, però solo quelli, il loro ordine non cambia mai.
Dopo l’inverno arriva sempre la primavera: il freddo viene meno e ci si comincia a scoprire per adeguarci alla temperatura sempre più mite.
La primavera era la stagione che Leo amava di più, i suoi 16 anni erano il pass partout per la felicità, in primavera si avvicinava la fine della scuola quindi si andava al mare, e così per tre mesi
Leo era un bel ragazzino, come quasi tutti alla sua età; la sua fisicità lo faceva sembrare più grande, se si fosse spacciato per diciannovenne la gente non avrebbe faticato a crederlo, oltretutto era anche molto a modo. Insomma un bravo ragazzo.
16 anni.
E’ una fascia di età particolare,intorno ai 14 anni si svegliano gli appetiti sessuali, si ha una carica ormonale impressionante ed ogni stimolo visivo confluisce direttamente nei pantaloni, e l’unico modo per calmare la situazione è quello che tutti conoscono…ed è il primo approccio con il sesso; di lì poi tutte le piccole esperienze più o meno forti che via via ci fanno crescere, anche in quel senso.
Diciamo che solitamente si comincia con gli occhi.
Un giorno tornando a casa da scuola con un suo amico, chiaccheravano del più e del meno quando incrociarono una ragazza di quinta molto carina.
Il suo compagno non sì lasciò sfuggire l’occasione:” Leo guarda Chiara della 5° B che figa, è la più figa della scuola. Me la scoperei troppo!”
“Che eleganza Francy - rispose Leo - sì, è bella però di lì a fare quello che dici… pensa se ti trovassi solo con lei……. Cosa le faresti? Probabilmente quello che farei io: niente, altro che S-C-O-P-A-R-T-E-L-A”
Per sottolineare l’idiozia che Francesco aveva detto, Leo aveva scandito bene l’ultima parola; anche se quelle cose, da ragazzini si dicevano.
Lui non ci stette e passò al contrattacco:
“Certo, come no; tu almeno l‘hai mai vista una donna nuda dal vero? Io sì?”
“No, io non ne ho mai visto dal vero. Magari alla spiaggia, perché tu chi avresti visto scusa?”
Leo era un tipo tranquillo, non amava fare lo sbruffone come l’altro, ma era però molto furbo e perspicace.
“Un giorno ho spiato a casa mia madre nella doccia, ho visto tutto. Che spettacolo, poi quando è uscita sono entrato io e mi sono fatto una sega con le sue mutande.”
Francesco non era mai stato il massimo dell’educazione verbale.
“Ma non ti vergogni? Tua madre? Pensa se ti avesse beccato”
“Ma quale vergogna, è da sballo. E poi con la madre che hai tu io me ne farei tre al giorno, è troppo fica!”
“Ma stai zitto, sei proprio un deficiente, meno male che siamo quasi a casa tua così non mi tocca a sentire altro…” la buttò sul ridere per glissare, non gradiva certi commenti su sua madre.
Però Francy in fondo aveva ragione, la madre di Leo era una gran bella donna pur avendo 45 anni, ed anche la sorella di 23 era una bellissima ragazza.
Arrivati a casa di Francesco si salutarono e Leo proseguì, ripensando a cosa gli aveva detto il suo volgarissimo ed esuberante amico.
Rientrato in casa pranzò con la mamma, papà faceva il rappresentante e a pranzo non c’era mai in settimana; era sempre in giro fino all’ora di cena invece sua sorella rientrava dall’università con orari diversi a seconda delle lezioni.
Sua madre, Carla, era un tipo solare, sempre sorridente e amorevole.Gestiva un negozio di abbigliamento.Era una donna molto curata e giovanile, amava curare la sua linea ed il suo corpo anche per il suo lavoro oltre che per la sua normalissima vanità di donna; a Leo piaceva tanto il suo viso: quando sorrideva le ridevano anche gli occhi, era bello guardarla ridere; lo faceva sentire sicuro.
Quel lunedì però Francesco fece scattare qualcosa in Leo, continuava a pensare che il suo amico aveva spiato la mamma di nascosto e ci si era anche masturbato: come aveva potuto avere un ‘idea del genere? Da cosa era potuta nascere? Quelle domande giravano senza risposta nella testa di Leo, assieme alla tentazione di provare quella esperienza…che fosse stato così anche per il suo amico? Chi lo poteva sapere.
Dopo il pranzo Leo rimase in cucina a guardare un po’ di tv, guardava la televisione ma con la coda dell’occhio scrutava sua madre che lavava i piatti: non ci aveva mai fatto caso a quanto fosse bella. Quello che lui aveva sempre visto, era la bellezza che ogni figlio vede nella sua mamma, ma quel giorno osservandola così attentamente si accorse che oltre a quello c‘era molto di più, altro che Chiara della 5° B! Carla aveva un sedere sporgente e sodo dentro due fianchi armoniosi ed accentuati da quel pantaloncino leggero in cotone attillato, che lei usava di solito per stare in casa. Quando si allungò per mettere i piatti nello scolapiatti Leo potè anche notare le dimensioni del suo seno, quasi una quarta, era sodo ed aveva i capezzoli a punta; lo vedeva dal profilo. Non aveva mai considerato sua madre sotto questo punto di vista, non sapeva se vergognarsi o esserne soddisfatto.
“Cosa fai Leo, sei incantato?” disse lei accorgendosi dello sguardo
“Oh si mamma scusa, ero soprappensiero” rispose lui
“Ok, ho finito - disse poi lei - ora se non devi andare tu vado fino in bagno a farmi la doccia e i peli sulle gambe”
“Si mà, io vado in sala a guardarmi ancora un po’ di tele”
Leo aveva deciso, avrebbe infranto il tabù ascoltando quello che indirettamente gli aveva suggerito il suo amico: aveva voglia di vedere sua madre nuda, era emozionato, eccitato, quasi euforico; Francesco gli aveva fatto scattare qualcosa dentro.
Carla andò in bagno e si tirò dietro la porta, fece la doccia poi uscì dal box e si asciugò con l’accappatoio per poi sedersi sul bordo della vasca a farsi i peli.
Leo stava in sala con le orecchie alzate e quando sentì il rumore della macchinetta si accucciò dietro la porta cercando di vedere dal buco della serratura.
Non credette ai suoi occhi, sua madre era seduta sul bordo della vasca, lui la vedeva di fianco e dall’accappatoio aperto si vedevano spuntare i capezzoli duri ed appuntiti che si muovevano armonisamente con il resto del corpo. Aveva una gamba sollevata ed appoggiata sul water e si passava il depilatore però non si vedeva molto, solo quando si allungava per i polpacci il seno pendeva verso il basso e si scopriva quasi tutto, mostrando l‘areola abbastanza grande e rotonda, mentre per fare l’interno coscia teneva una mano sul pube per proteggerne i peli e la vagina, che lui non vedeva ma poteva solo immaginare; gesto che lo fece eccitare tantissimo…aveva voglia di masturbarsi.
Si alzò e dopo alcuni minuti di tentennamento andò nel bagno piccolo per placare le voglie,per finire quello che già aveva iniziato dietro la porta; però appena entrato fu attirato dall’oblò della lavatrice aperto: c’era la biancheria, lui ci mise una mano e tirò sù qualcosa, trovando quello che sperava…le sue mutandine, non resistette le avvicinò alla faccia e le odorò.
“Ho cambiato ammorbidente, si sente?” chiese sua madre che gli era arrivata dietro
Lui si spaventò a morte e diventò rosso come un peperone, gli caddero le mutande e impacciato biascicò:”Che spavento mamma, sono entrato e ho sentito l’odore diverso così ho messo una mano e ho pescato a caso” rispose lui credendo di essersi salvato
“Quello vecchio non mi piaceva più così ho cambiato” disse lei con il suo bel sorriso
“Si, questo è più buono, ora mi lavo i denti e poi vado i camera a fare i compiti”
“Bravo tesoro, io tra un po’ vado in negozio, tua sorella arriva tra un quarto d’ora.”
“Ok” rispose lui, sperando che la madre l’avesse bevuta, ma non era così perché Carla aveva notato l’imbarazzo esagerato ed anche i pantaloni gonfi lo avevano tradito…e lei aveva mangiato la foglia, quello che aveva detto lo aveva detto per non imbarazzare ulteriormente il figlio.
Furono i due minuti più brutti della sua vita, non si era mai sentito così idiota.
Capì che certe cose forse avrebbe dovuto farle con più astuzia e più calma, senza essere precipitoso, se mai si fosse ripresentata l’occasione.
Si sarebbe ripresentata presto.
Si ritirò in camera mentre entrava sua sorella Michela “Ciao Michy”
“Ciao Leo, ciao mamma” rispose lei
Michela era belle forse più della mamma a cui assomigliava caratterialmente, mentre come lineamenti somigliava più al padre.
“Eccomi, tutto bene mà?” chiese a Carla mentre si sedeva a tavola.
Sentendo mamma che parlava con la figlia, Leo uscì in silenzio dalla sua stanza per origliare i loro discorsi; aveva la coda di paglia per quello che era successo e vista la complicità che c’era tra loro due temeva che le raccontasse il fattaccio.
“Si tesoro - rispose Carla - abbiamo pranzato da poco ed ora siamo pronti per la seconda parte come al solito, no anzi, a dire il vero - parlando sottovoce - ci sarebbe una novità!”
“E quale? - chiese la figlia sottovoce anche lei - e poi perché parliamo sottovoce?”
“Perché Leo non deve sentire, prima che tu arrivassi sono entrata nel bagno piccolo e c’era lui con le mie mutandine in mano, quando mi ha visto è diventato di tutti i colori così ho fatto finta di niente ma secondo me i pantaloni erano un po’ gonfi…”
Lo raccontava con una punta di soddisfazione.
“Vuoi dire che si voleva toccare usando la tua biancheria mamma?”
“Credo di sì, ma sono arrivata troppo presto per rischiare di beccarlo; povera stella c’è rimasto così male. Il nostro ragazzino sta diventando un ometto!”
“Eh si, proprio così; poi chissà, chiaccherando con gli amici sai cosa si suggeriranno di fare l‘un l‘altro” rispose Michela.
“Si, lo penso anche io; va bene dai, devo scappare ora. Dammi un bacio che vado” Carla baciò la figlia e si diresse al lavoro.
Leo non aveva capito niente avevano parlato sottovoce quasi come se avessero captato la sua presenza e lui non si era potuto avvicinare molto, quindi tornò in camera sua a finire i compiti.Sua sorella in cucina finiva il pranzo, e mentre mangiava… pensava a quello che le aveva detto la madre, era una cosa strana, però piccante.
Ma in verità la infastidiva un po’, il fatto che avesse scelto proprio le mutandine della madre e non le sue, ignorando il fatto che Leo aveva pescato a caso.
Che Carla fosse più attraente di sua figlia? Era la domanda che si faceva Michela e non si sapeva rispondere.
Decise di scoprirlo da sola.
Mamma era ben più anziana di lei ma comunque si difendeva alla grande, se la giocavano ad armi pari.
Avrebbe tenuto un comportamento dolcemente provocante verso suo fratello per vederne la reazione.
Leo solitamente dopo i compiti andava sul divanone del salotto per guardarsi il suo telefilm preferito, Michela quel pomeriggio gli avrebbe tenuto compagnia.
Finito il pranzo andò in camera sua e si mise il pigiama da casa, pantaloncino corto e la maglietta , niente reggiseno ed uno slip bianco in cotone comodo; sua madre non ci arrivava, ma lei aveva una quarta di seno ed un capezzolo piccolo e rosa, un opera d’arte su di un corpo altrettanto massiccio.
Non era assolutamente grassa, era tanta e ben fatta con una criniera di capelli castani mossi che le incorniciavano quel viso liscio dallo sguardo e dalla bocca sensualissimi.
In quel periodo non era fidanzata ma chiunque avrebbe pagato qualunque cifra per essere il fortunato.
Quando sentì il fratello andare in salotto, Michela aspetto una decina di minuti poi uscì dalla stanza ed entrò in sala con lui per tendergli il tranello:
“ Cosa guardi ?”
“Niente, le solite repliche di Magnum PI, troppo forte”
“Si, era bello. Quasi quasi me ne guardo un pezzo con te, posso?”
“Certo, basta che stai zitta”rispose lui scherzando, ma non troppo
“Va beeene - accettò lei, poi si sedette accanto a lui - però fammi prendere il cuscino un secondo”
Appena finì di parlare, Michela si allungò oltre il fratello passandogli da dietro in modo da strofinargli il seno bene su tutta la schiena e tenendosi a lui per il fianco.
Leo quando si sentì pungere dai capezzoli di sua sorella sgranò gli occhi e faticò a fingersi indifferente, quando lei si tirò su lui si riaccomodò, sua sorella lo aveva scosso
“Scusa” disse lei
“Niente, niente” rispose lui fingendosi solo interessato al telefilm.
Gli era piaciuta, e parecchio la sensazione che aveva provato in quello struscìo, gli sembrava che lo avessero tagliato due lame; avrebbe voluto che la sorella lo rifacesse.
Anche a lei aveva dato un certo piacere fare quel gesto, il suo seno oltre che bello era anche sensibile, e vedendo la faccia di suo fratello riflessa nel vetro del mobile dello stereo, le era piaciuto ancora di più.
Si era divertita e pensò a cosa avrebbe potuto fare per provocarlo ancora un po’, così dopo un buon quarto d’ora si sdraiò sul divano ranicchiando le gambe, posando la testa sul braciolo mostrando quindi tutto il didietro, fece poi finta di addormentarsi.
Leo era eccitatissimo, si trovava a trenta centimetri dal sedere di sua sorella in bella vista, le gambe piegate assieme ai pantaloncini tirati le disegnavano un culo da far venire i brividi, per lui era una tortura; cercava di guardare senza scomporsi ma non si vedeva nulla di saliente, solo il segno della mutanda attraverso il pigiama. Allungandosi un po’ in avanti riusciva a vedere il rigonfimento del sesso che premeva sul cavallo dei pantaloncini e scompariva tra le gambe chiuse
Michela fece finta di muoversi come per accomodarsi meglio, lui allungò un po’ il collo per cercare di vederle il seno ma era troppo grande, la maglietta lo stringeva e lo conteneva troppo bene, che sfiga.
Ormai il telefilm non lo interessava più, gli interessava solo sua sorella, anche se qualcosa gli tornava: non era mai successo, anzi, erano successe troppe stranezze in poco tempo per sembrare normali; lei era venuta a guardare la televisione con lui, poi quel gesto del seno spalmato sulla schiena, la mano sul fianco con quel tocco particolare, quella posizione su un fianco… da capogiro e senza preoccuparsi che lui potesse vederle il sedere…
”ho capito - pensò - lo fa apposta”
Gli ci vollero solo due minuti dopoquell’illuminazione per collegare tutti i fili: sua madre lo aveva preso con le sue mutandine in mano, sicuramente lo aveva raccontato sottovoce a Michela, che poi aveva iniziato a comportarsi così, ma perché?
L’unica risposta che riusciva a darsi era che alla sorella desse fastidio il fatto che lui fosse stato visto con le mutandine di mamma e non con quelle di lei , non c’era altra soluzione secondo lui: Michela era gelosa di sua madre.
“Che stronza” pensò, però era affascinato dal suo comportamento e questo lo portava a pensare come sfruttare questa situazione.
Si alzò e si diresse verso il bagno, la porta era esattamente di fronte a quella del salotto. Entrò, chiuse la porta e guardò dal buco della serratura: sua sorella si era alzata e si dirigeva verso la porta del bagno…Leo aveva ragione, sua sorella lo provocava di proposito.
Lui per non destare sospetti in lei, si diresse al gabinetto e fece pipì, dopo si lavò le mani con calme quindi tornò in sala: trovò Michela nella stessa posizione in cui l’aveva lasciata e faceva ancora finta di dormire.
“Michy, è finito vedo che lo hai guardato tutto!” scherzò falsamente
“Mi sono addormentata. Magari riprovo domani, oggi ero un po’ stanca”
Detto così si alzò e ritornò in camera sua, dentro di sé era scocciata, la sua bellezza non era riuscita a pesare su suo fratello come aveva fatto quella di Carla.
”Non è possibile, non ci credo - pensava tra lei e lei - domani non lo faccio neanche arrivare in bagno, altro che le mutandine di mamma…” era proprio seccata, ma allo stesso tempo si era divertita a fingere di dormire per farsi guardare, perché suo fratello l’aveva guardata bene; lei ne aveva visto l’espressione riflessa nel vetro dello stereo ed era certa di non era passata indifferente.
Leo dal canto suo era stato estremamente furbo, era riuscito a trasformare sua sorella da predatrice, a preda inconsapevole. Era stato un genio, povero il suo amico Francesco, parlava tanto e non era nemmeno degno di legargli le scarpe.

Continua…. a presto
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