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La bocca di mia figlia


di kenfalco123
12.04.2021    |    8.493    |    8 9.9
"Io ero trasecolato, ero nudo in bagno e mia figlia quindicenne mi stava facendo un pompino e che pompino, l’imbarazzo, la vergogna, l’assurdità di quella..."
Il buco della serratura
Alzi la mano chi non ha mai spiato dal buco della serratura sorelle, fratelli, genitori eccetera?
Io l’ho sempre fatto fin da ragazzo, lo so che non si dovrebbe fare e che probabilmente è una forma di perversione ma non potevo resistere alla tentazione di spiare mia sorella più grande mentre andava in bagno, quante volte mi eccitavo nel vederla nuda mentre si faceva la doccia, quante seghe mentre la vedevo masturbarsi sul water… ma quello che non potevo nemmeno immaginare è che dopo tantissimi anni sarei diventato oggetto io stesso degli sguardi altrui e di chi poi…
A causa del lockdown passo le mie giornate in smart work in casa e già da qualche giorno mi ero accorto di strani movimenti dietro la porta del bagno tutte le volte che mi ci chiudevo, dietro la porta c’è una fonte di luce che entra dal buco e quando qualcuno passa davanti si interrompe, solo che la luce rimaneva interrotta segno che qualcuno stazionava lì fuori a lungo. Cominciai così a guardare senza farmene accorgere in direzione della toppa e vidi chiaramente un occhio che mi spiava, la cosa che mi turbò fu rendermi conto che in casa in quel momento eravamo solo io e Giulia, la mia figlia quindicenne.
Non che non avessi mai fatto pensieri su mia figlia, veder maturare quel suo corpo così acerbo e diventare una donna fatta e finita, vederla gironzolare per casa in maglietta senza reggiseno e in mutande mi aveva causato più di un’erezione ma mai avrei pensato di poter destare io in lei una qualche curiosità, invece lei era lì e mi guardava mentre facevo pipì o mi spogliavo per entrare in doccia.
La cosa mi divertiva e mi eccitava ma al tempo stesso mi preoccupava, cominciai tutte le volte a mettermi in pose sempre più evidenti, mi giravo sempre in direzione della porta cercando di essere più naturale possibile ma non volevo farle capire che me ne ero accorto, una quindicenne che spia il padre è sicuramente più giustificabile di un padre che consapevolmente le mostra l’uccello. Eppure era una tentazione, un gioco irresistibile, tutte le volte cercavo di osare un po’ di più e mi eccitavo sempre di più, tanto che un paio di volte ebbi un’erezione poderosa e sempre cercando di mantenere naturalezza nei movimenti mi girai verso la porta e cominciai lentamente a segarlo, mostrando per bene la cappella che si scopriva e la mano che andava su e giù ma senza concludere, non ero ancora pronto a farmi una sega davanti a lei.
Il gioco andava avanti da giorni, io sempre un po’ più spudorato e lei sempre attaccata a quel buco della serratura arrivai ovviamente anche a farmi qualche sega, sapere che mia figlia mi stava guardando mi intrigava da morire, non sapevo perché lo facesse magari solo per voyerismo o per curiosità ma io cominciai a pensare che forse trovava eccitante guardarmi e mi sbizzarrivo in spettacolini sempre più spinti, una delle ultime volte feci un’esplosione di sperma mentre venivo e sentii chiaramente che lei aveva toccato inavvertitamente la porta forse nel tentativo di vedere meglio.
La cosa prese una piega diversa quando una volta dopo essermi segato ed essere uscito l’avevo vista entrare rapidamente in bagno dopo di me, non potevo resistere e mi misi a mia volta a spiarla, lì capii che non mi spiava solo per curiosità ma lo trovava eccitante, infatti si mise subito sul water a gambe larghe e cominciò a toccarsi in mezzo alle gambe in preda ad un’eccitazione evidentemente iniziata nei minuti precedenti mentre vedeva il mio cazzo venire; era giunto il momento di fare un’altra mossa da parte mia…
Il giorno dopo appena entrai in bagno mi misi come al solito a menarmelo e mentre lei era lì attaccata a quella toppa mi abbassai e le puntai il mio sguardo dritto nel suo occhio ben visibile proprio per farle capire che mi ero accorto dei suoi sguardi, il movimento frettoloso di lei che sgattaiolava in camera fu eloquente, aveva capito che io sapevo.
Ora c’era solo da capire come avrebbe reagito, se il suo scopo era solo sbirciare per curiosità il corpo nudo di un uomo non avrebbe continuato quel gioco ma se lo avesse fatto avrebbe significato che era pronta per spingersi un po’ più in là.
Lasciai passare qualche giorno senza mostrarmi più di tanto e lei non si avvicinò più a quella porta ma proprio quando temevo che il gioco si fosse interrotto per sempre la tentazione probabilmente fu per lei troppo forte perché vidi il raggio di luce interrompersi nuovamente, era tornata…
Ormai ero lanciato, avevo perso ogni remora, ogni inibizione, volevo vedere fino a che punto sarebbe arrivata quella zoccoletta di mia figlia, il giorno dopo entrai in bagno e armeggiai con la chiave per far finta di aver chiuso ma in realtà avevo lasciato la porta aperta, cominciai il mio solito rituale, pipì, massaggio rivolto verso la porta fino ad avere il cazzo bene in tiro e quando fui sicuro che fosse dall’altra parte a spiare tirai fuori un biglietto, preparato precedentemente, con scritto in caratteri abbastanza grandi “SE TI SEI STANCATA DI SPIARE E VUOI VEDERE DA VICINO LA PORTA E’ APERTA…”
Avevo il cuore a mille, avevo fatto un passo enormemente grande nel vuoto, il rischio di uno sputtanamento era enorme, se ne avesse parlato con sua mamma sarebbe stato un casino di proporzioni colossali, certo avrebbe dovuto confessare quello che faceva ma di sicuro chi ne sarebbe uscito peggio sarei stato io, eppure in quel momento qualcosa mi suggerì che potevo osare, ma quello che successe andò ben oltre tutte le mie aspettative.
La luce si spense, Giulia aveva premuto l’interruttore del bagno lasciandomi in penombra e in quel momento la porta si aprì e lei entrò, nel buio del bagno la vidi entrare, fece due passi tenendo il viso in basso per un residuo di imbarazzo a guardarmi negli occhi o forse perché non era il viso l’argomento del suo interesse, dopo due secondi mi fu chiaro, si era inginocchiata davanti a me, nel tempo in cui stentavo a credere a quello che stava succedendo lei aveva già appoggiato le sue labbra sulla mia cappella. Io ero trasecolato, ero nudo in bagno e mia figlia quindicenne mi stava facendo un pompino e che pompino, l’imbarazzo, la vergogna, l’assurdità di quella situazione fu tutto spazzato via nel sentire le sue labbra che andavano su e giù lungo l’asta del mio cazzo che manco a dirlo era diventato di marmo, fu in quel momento che abbandonai ogni residuo di pudore e decisi di gustarmi quel momento più a lungo possibile, le misi le mani sulla testa guidandola delicatamente ad ogni affondo, la sensazione della sua lingua che mi leccava ogni centimetro mi faceva impazzire, quando ritraeva la testa la sentivo creare un vuoto in bocca da quanto succhiava, le stava piacendo forse ancora più che a me. Con una mano mi massaggiava le palle e con l’altra lo afferrava alla base e continuava senza sosta a succhiarmelo, chissà quanti ne aveva già fatti ai suoi amici per essere così brava la mia bambina “la mia bambina che è in bagno e sta succhiando il cazzo a suo padre”, questo pensiero era ancora più eccitante del pompino stesso, tutta questa situazione e questi pensieri mi avevano portato ormai al culmine, lei continuava ad alternare leccate di cappella a avide succhiate ma io ero arrivato, dovevo venire non avrei resistito un attimo di più. Riuscii solamente a sussurrare “Giulia…” al tempo stesso misi una mano alla base del mio cazzo e con l’altra le toccai la testa per farla allontanare ma lei non si allontanò, anzi fece resistenza, non era possibile non poteva volere la mia sborra in bocca eppure successe, il calore di quella bocca mentre sentivo lo schizzo arrivare mi fece perdere qualunque inibizione “cazzo Giulia vengo!” e venni, venni copiosamente e non poteva essere altrimenti visto quanto ero eccitato, il primo schizzo le entrò in bocca e la sentii deglutire senza problemi, il secondo fu più difficile perché era molto più abbondante, un po’ le usci di lato ma continuò a tenere la bocca attaccata al mio cazzo e ad inghiottire, e così fece anche per le restanti venute ormai meno intense.
Mentre il cervello stava riportandomi lentamente alla realtà, prima che percepissi l’enormità di quello che era successo, lei ritrasse la testa, la sentii deglutire un’ultima volta e scappare frettolosamente dal bagno, era mentalmente troppo difficile anche per lei affrontare il “dopo”, il momento in cui ci saremmo guardati negli occhi e fu un bene, perché anch’io non avrei saputo cosa dire e cosa fare. Sapevo solo che era sbagliato ma tremendamente eccitante, sapevo che anche lei lo aveva voluto ma temevo la sua reazione a freddo, sapevo tutto, eppure stavo già pensando non alle conseguenze ma a come avrei potuto fare per farlo succedere di nuovo…
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