incesto
Amore rubato
di Aratan1971
03.12.2024 |
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"Anche se ho sempre pensato che a causa del mio fisico esile, ed anche un po’ del mio aspetto estetico in generale, io ero tra tutti i cugini quello un po’..."
Piccola premessa, spero che questo sia il primo di una lunga serie di racconti, ed essendo tutte storie reali (che ci crediate o meno) userò nomi di fantasia.È arrivata l’estate, come tutti gli anni, si va a Napoli dagli zii. Il viaggio è lungo ma fortunatamente mio padre viaggia di notte, e mentre io e mia sorella dormiamo l’auto macina chilometri.
Al mattino ci svegliamo e siamo già in dirittura d’arrivo. Non vedo l’ora di vedere i miei cugini per poter passare ore spensierate a giocare con loro, anche se l’età avanza e non siamo più bambini ma adolescenti, oddio l’adolescente sono io, avendo la gran parte di cugini più grande di me.
Comunque bando alle ciance, arriviamo a Licola (posto dove i miei zii avevano le case di villeggiatura e ci ospitavano), e con mia grande delusione Gennaro e Antonio, i miei cugini coetanei, avevano trovato un lavoro estivo e quindi ciao giochi, Luca e Giuseppe, più grandi di me erano già fidanzati di conseguenza, dopo i primi calorosi saluti, non mi cagavano neanche di striscio. Poi c’erano le mie cugine, che una dopo l’altra mi vennero a salutare trattandomi come al solito come un bambino, dicendo le solite frasi fatte “ ma come sei cresciuto”, “sai che sei veramente magro, dovresti mangiare un po’ di più “. E poi arrivò lei, Giulia, più grande di me di 4 anni, si mostra in tutto il suo splendore, ma io non l’avevo mai vista sotto quella luce in cui mi appariva in quel momento, era bellissima. Anche se ho sempre pensato che a causa del mio fisico esile, ed anche un po’ del mio aspetto estetico in generale, io ero tra tutti i cugini quello un po’ più bruttino, messo a confronto con tutti quanti gli altri (in totale 17), che rispetto a me sembravano degli adoni e delle amazzoni.
Ma lei, Giulia aveva un qualcosa di particolare un qualcosa di “proibito “, ancora oggi non saprei come spiegarlo. E qui un minimo di descrizione ci sta, alta 1.70 forse un paio di centimetri in più, capelli ricci e biondi, due occhi chiari, che quando ti fissano non puoi fare altro che essere il primo ad abbassare lo sguardo, labbra morbide e carnose, un seno prorompente grande ma sodo, fianchi larghi il giusto ed un culo da favola che sembrava essere disegnato con un compasso il quale era l’apice di due belle gambe lunghe slanciate e ben tornite, il tutto condito con una abbronzatura di quelle di chi è al mare da mesi, dava risalto al colore degli occhi e dei capelli. E non sto enfatizzando, ancora oggi a distanza di quarant’anni fa ancora girare la testa quando la incroci per strada.
Comunque, i primi giorni di una vacanza super attesa ma ormai deludente, passavano in maniera molto monotona, io da solo in spiaggia con mia sorella e le mie cugine le quali si vedevano bene dallo stare al largo da me in quanto dovevano parlare tra di loro dei loro amori o di nuovi ragazzi che arrivavano in spiaggia e di cosa non gli avrebbero fatto.
Ormai passata una settimana, quel poco di pelle che avevo attaccata alle ossa era diventata bronzea ed un giorno, a seguito di una rinfrescata in acqua, mi stesi sull’ asciugamano e mi appisolai sotto il torpore del sole.
Come sempre mia sorella e le mie cugine cominciarono a parlare di ragazzi, ad un tratto Viola (un’altra mia cugina) disse “ragazze c’è Aldo volete che senta tutto?”, mia sorella subito disse “guardate che sta dormendo e a quello lì non lo svegliano neanche le cannonate”. Non accorgendosi che io si avevo dormito ma ero ormai sveglio.
Con mia sorpresa mi resi conto che stavano stilando una classifica dei cugini, e non con mia sorpresa mi ritrovai al fondo della lista, le sentivo spettegolare su mio cugino più grande e su come fossero invidiose della sua ragazza e di cosa non gli avrebbero fatto, le sentì dire di come stavano venendo su bene gli altri miei due cugini coetanei e di come potevano diventare come Giuseppe o Luca, e che tra un anno o due potevano essere dei bei cavalli da monta, con commenti del tipo ma anche adesso una galoppata me la farei.
Nella mia testa pensavo: “ ora tocca a me, ora tocca a me”, ed invece nulla, ma fu proprio quando persi le mie speranze che sentì Giulia dire “e di Aldo cosa ne pensate?”, qualcuna scoppiò a ridere, aggiungendo ma stai scherzando? Ma lo hai visto? Secondo me per il fisico che ha non ne riesce a farne una, e poi è…è Aldo…
Continuarono così per qualche minuto, il mio morale era a pezzi, ma ero abituato a questi commenti. Poi nuovamente Giulia si intromise nel discorso, affermando che non sapeva per quale motivo ma in me vedeva qualcosa. E lì partirono nuove risate e scherni nei confronti sia miei che di Giulia.
Feci finta di svegliarmi, chiesi sé qualcuna volesse venire a farsi un bagno ma tutte desistettero, ma mia sorella forse presa un po’ da compassione mi disse che sarebbe venuta lei.
La sera tornati a casa , vedemmo che c’era la tavola apparecchiata per più persone e quando chiedemmo come mai, ci venne detto che arrivava zia Maria con i figli e che si sarebbero fermati una settimana. Tragedia, e noi dove dormiamo, come ci sistemiamo alla fine con trambusti e traslochi vari in una stanzetta dovevamo dormire io Gennaro e Giulia, Gennaro sul lettino di destra Giulia su quello di sinistra ed io in mezzo tra i due letti sopra un cazzo di materassino gonfiabile, perché Giulia è donna e Gennaro deve riposare bene che si sveglia presto per andare al lavoro.
Accettato più o meno a malincuore la situazione, l’unico conforto era Giulia in camera con me, cenammo ridemmo e scherzammo per tutta la serata. Arrivata l’ora di andare a letto, Giulia fu la prima a cambiarsi, perché donna, Poi Gennaro perché doveva lavorare ed infine il sottoscritto. Per la stanchezza mi addormentai quasi subito, ma quanto si può dormire su di un materassino, un paio d’ore e sembravo un gufo, occhi spalancati e girarsi a destra e sinistra. Ma come un gufo di notte al buio trovai la mia preda, la vedevo era lì al mio fianco, bella come una Venere, coperta solo da una magliaetta un po’ lunga, senza un lenzuolo o altro a coprirla a causa della canicola estiva.
Mi feci audace, le volli sfiorare quel seno stupendo, missione compiuta, le accarezzai il seno, nessuno si accorse di nulla, mi feci più audace infilando la mia mano sotto la maglietta e riuscì a toccare la pelle tesa che manteneva la morbidezza di un seno spettacolare. Basta, mi dissi basta, non è giusto, e poi se mi scoprono. Cercai di addormentarmi, ma non so se a causa del materassino o di quel tarlo che mi si era insinuato nella testa, continuavo a girarmi e rigirarmi, la vinse il tarlo, provai a toccare nuovamente il suo seno, non si mosse foglia, ci ero riuscito di nuovo. Ma non mi bastava, presi in mano il suo seno lo palpai per bene per sentirne la consistenza, tutto tranquillo, volevo sentire e toccare i suoi capezzoli, fatto, che bella sensazione sentire quel bottoncino duro sotto le proprie dita, il tarlo continuava a scavare, oltre che a toccare volevo anche vedere, allora le sollevai la maglietta. Adesso immaginate la classica scena del diavoletto e dell’angioletto dietro di me, l’angioletto: “torna a dormire è tua cugina non puoi”, il diavoletto: “quando ti ricapita un’occasione del genere, baciala bacia quel seno generoso e quel capezzolo così invitante”.
Non sto neanche a dirvi chi vinse, avvicinai le mie labbra al suo seno, presi quel capezzolo in bocca succhiandolo come se fossi un neonato che succhia il latte dal seno della mamma, mentre succhiavo usavo la lingua muovendola avanti e indietro. Ad un tratto sentì mia cugina ansimare, si mosse. Cazzo, sono andato troppo oltre, tornai immediatamente nella mia postazione e ci restai per il resto della notte
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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