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Gay & Bisex

Sesso in treno


di Fantasie6969
03.08.2022    |    580    |    5 9.6
"Sentii la mia calda bocca avvolgere il suo membro..."
Erano alcune settimane che lo notavo sul treno, nonostante non fosse appariscente.
Ne brutto, ne bello. Vestiva semplice. Era abbastanza alto e magro. Portava capelli piuttosto corti, marroni e sempre un paio di occhiali da sole. Prendeva il mio stesso treno la mattina. Mai una parola tra di noi, solo sguardi casuali e fantasie. Le fantasie che vengono quasi spontanee sui treni. Un modo per combattere la monotonia. Un giorno però, non so per quale vero motivo, lui cercò di provarci con me.
Iniziò regolarmente a sedersi vicino o di fronte e a guardarmi ogni mattina. Da quel giorno cominciò un gioco di sguardi e sorrisetti. Finché dopo un paio di settimane nel tunnel mi fece un piedino rapido. Rimasi al mio posto e non mi scansai. Lui non mi guardava era indaffarato con il telefonino ma intanto il suo piede si era intrufolato tra i miei e si muoveva, poi saliva verso le caviglie e riscendeva. Io restavo immobile, ma non mi scansavo, volevo proprio vedere dove voleva arrivare.
Dal giorno successivo provai a sedermi altrove. Ma dopo alcuni giorni il posto di fronte a me si liberò ed ecco di nuovo lui e il suo di "piedino".
Questa volta era diverso, muoveva il piede ma mi guardava negli occhi come se ci conoscessimo da tempo. Io sostenevo il suo sguardo e vidi che tutto sommato aveva anche un bel viso. Il gioco continuò non so per quanto e non ci scambiammo mai una parola e anche se vedevamo che ogni tanto qualcuno lanciava uno sguardo su di noi, a noi non importava.
Un sabato che il treno era mezzo vuoto si alzò e mi fece cenno di seguirlo in corridoio. Andai con un sorriso e col volto arrossato dall'imbarazzo. Parlammo un poco, era la prima volta che sentivo la sua voce. Mi disse che era evidente che c'era interesse fisico tra noi. Gli risposi di si e che mai mi era capitata una cosa del genere. Si chiamava Carlo e io gli dissi il mio nome.
Mi chiese, senza tanti fronzoli: "Andiamo nel bagno?". Con voce sottile dissi "Si".
Ci chiudemmo dentro.
Mi prese i fianchi e mi avvicinai.
Poi mi prese la testa e mi baciò. Ebbi qualche difficoltà, ma poi sentii la sua lingua scivolare sulla mia e ci lasciammo andare ad un lungo bacio.
"Ora siediti sulla tazza" mi disse.
Mi sedetti e lui si mise in piedi davanti a me.
Aveva già una evidente erezione.
"Che faccio? dissi.
"Tiralo fuori e succhialo!"
Arrossii ma ubbidii.
Gli calai i pantaloni e le mutande, lo presi.
Lo leccai un poco, lo bacia in punta e infine lo succhiai.
Sentii la mia calda bocca avvolgere il suo membro.
Una bella sensazione che non ricordavo così. Mi prese un brivido. Ero impacciato.
"Apri la bocca senza esagerare e stai fermo" lo feci.
Mi prese i capelli dietro senza farmi male, e iniziò a muovere il bacino.
Affondò il pene in gola. Ebbi un paio di conati ma poi mi abituai.
"Ti scopo in bocca, ti piace?" disse sentendo l'eccitazione salire.
Feci cenno di si con la testa mentre gocce della saliva cadevano a terra.
Aumentò il ritmo dei colpi e continuò: "Ti piace farti scopare in bocca, troia?"
Dissi si, anche se era pieno del suo cazzo.
Mi lasciai andare e continuai e lui disse: " Oggi sei la mia puttana ed è ora che apri le gambe. Girati, appoggiati al lavandino".
Mi tirò giù i pantaloncini e iniziò a toccarmi il buchino con le dita.
Prima esternamente, poi scivolando dentro. "Ti stai bagnando... Lo vuoi il mio cazzo, troia?"
"Si" risposi
"Dillo allora" aggiunse.
"Scopami il culo, ti prego" sussurrai.
Mi stavo lasciando andare, e lui mi incalzò: "Ora ti faccio godere come una vacca da monta" e io dissi, alzando il tono: "Si, Cavalcami, chiavami, cazzo!"
Mi prese. Ero stretto ma entrò quasi subito. Iniziai a scoparmi con foga. Trattenevo le urla di piacere. Dallo specchio vidi il mio volto contorcersi, gli occhi roteavano. Il nostro movimento faceva un eccitante rumore, come di una corsa sul fango. "Ti vengo nel culo, troia" disse. "Fallo subito" dissi girando la testa.
Tremò, si inarcò e venne. Sentii il liquido del suo piacere colarmi addosso per poi sentirlo accasciarsi su di me.
"Dio che scopata"! affermò. Avevamo il fiatone entrambi. La cosa era piaciuta entrambi e sicuramente ci saremmo rivisti, magari in un posto più tranquillo e comodo.
Oppure no.
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