Gay & Bisex
Prologo - cazzo grosso slurp
di JL
06.07.2017 |
1.479 |
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"Aveva una mascella coperta da barba nera dove si intravedevano almeno due peli grigi (o era il riflesso del flash sul pelo?)..."
Primo racconto che faccio. E lo scrivo col telefonino poiché all'estero senza PC. Perdonate l'inesperienza. Ho postato che desidero esperienze vissute per poterne fare dei racconti intriganti (vedi profilo).Nomi di fantasia
Si riteneva un affascinante uomo che da poco aveva superato la quarantina, era magro, alto 1,84 con un 44 di piede, cosa che faceva intuire che il suo "piccolino" poteva piacevolmente sorprendere la boccuccia che doveva essere riempita per soddisfare la curiosità e la "fame di cazzo" di quella affascinante creatura che l'aveva contattato su A69.
Aveva del fegato quell'uomo, era arrivato prima degli altri, si era esposto, dimostró di essere posato e maturo, consapevole dei propri bisogni e deciso di accontentare i suoi bisogni carnali. Ci sapeva fare con le parole che scriveva in scioltezza sapendo bene come ammaliare Jean Luc (JL). Che cascò nella tela che egli aveva sapientemente intessuto.
Fra le "opzioni" a disposizione scelse la C (ovvio la prima lettera del cazzo!).
Si erano messaggiati sul sito di incontri; di notte e col favore delle tenebre si erano scambiati foto e mini video.
Gli aveva inviato come primo scatto una foto dove indossava una mutanda elasticizzata blu elettrico con una scritta arancione "faire l'amour augmente l'esperance de vie, mon but devenir immortel" (fare l'amore allunga l'aspettativa di vita, il mio scopo diventare immortale), e gli aveva chiesto di rispondergli con una foto di dettaglio della boccuccia che doveva accogliere il suo piccolino.
"Che tesoro che sei Nicola" pensò, in meno di 6 minuti l'aveva accontentato con un primissimo piano della bocca... che bocca ! che labbra ! Aveva già deciso che se si fossero incontrati l'avrebbe coperta di baci, bacetti, bacini, l'avrebbe limonato per meglio esplorare quella tenera carne che con dedizione si sarebbe presa cura della sua cappella per farla diventare più gLande ! Glielo aveva promesso ! L'aveva assicurato che ci sapeva fare, che lo avrebbe fatto con dedizione, che ci avrebbe pensato lui a risvegliare dal sonno quel piccolo uccellino trasformandolo nel condor che tanto agognava. Aveva una mascella coperta da barba nera dove si intravedevano almeno due peli grigi (o era il riflesso del flash sul pelo?). Lo avrebbe teneramente accarezzato mentre lo pompava, gli avrebbe passato le mani fra i capelli facendole poi scendere sulla nuca per poi leggermente massaggiargli il collo e le spalle, e quando lo avrebbe sentito mugolare gli avrebbe preso dolcemente la testa fra le mani e lo avrebbe aiutato ad ingozzarsi con quel ben di dio che si ritrovava fra le cosce. Gli aveva chiesto una foto a bocca aperta, era stato accontentato. Sì, sì sì sì glielo avrebbe messo in bocca, si sarebbe fidato di lui; ormai Jean Luc era deciso a far godere Nicola, ad assecondare i suoi desideri, le sue richieste più balenghe, gli avrebbe trapanato la bocca, gli avrebbe affondato il cazzo oltre l'epiglottide, gli avrebbe pistonato l'esofago, lo avrebbe talmente riempito che Nicola non avrebbe più potuto fare a meno del suo turgido e grosso uccello che restava duro, durissimo e svettante per ore, poiché Jean Luc non si accontenta, poiché Jean Luc ama farlo, ama farlo a lungo, perché è un godone, maiale non pervertito che dice sconcerie anche in russo e francese e tedesco e inglese perché non ne ha mai a sufficienza e Jean Luc gode solo se vede il partner che gode e se non viene di cazzo lo fa venire di culo finché non ha svuotato i testicoli, finché non ha alleggerito le palle del loro contenuto, ti fa bere succo d'ananas per darti un po' di ristoro e poi ricomincia finché non implori "bastAaaa ... rdo" e "ma come fai ad averlo sempre duro?". È la mia natura, sin dalla prima sega ho avuto problemi a farlo tornar moscio...
Senza averlo concordato con Nicola (lo sconosciuto visitatore) aveva deciso che il suo pisello (cazzo che bello) sarebbe stato battezzato col nome di Gualtiero. Nicola col suo migliore amico "Gualtiero". Sì, quell'uomo che faceva confronto delle proporzioni doveva essere accontentato, doveva godere del suo sesso e farne ciò che voleva, si sarebbe concesso alle sue amorevoli cure ed attenzioni, si sarebbe concesso senza limiti, fidandosi di lui dandogli incondizionatamente il suo bene più prezioso : il suo pene.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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