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Gay & Bisex

L'uomo del bar


di Curiosone72
24.01.2023    |    16.573    |    25 9.8
"E un bel cazzo, di buone dimensioni, più o meno come il mio, e lo voglio sentire bene passando la mano..."
Siamo nei primi anni duemila. All'epoca ero un ventenne che andava verso i trenta, ero tornato single da poco, una "carriera" con fidanzate e qualche trasgressione segreta con uomini, ma più spesso con trans.
Era un pomeriggio tardo di un infrasettimanale, ed ero andato al centro commerciale a fare un po' di spesa. Premetto che il centro in questione era ed è tuttora piccolo: un famila (ora emisfero), una decina di negozietti ed il bar. Proprio in questo bar comincia la storia che racconterò.
Appena arrivato, prima di entrare al supermercato ho deciso di fermarmi per birretta e tramezzino. Entro, non c'è nessuno, attendo un attimo guardandomi attorno poi mi faccio coraggio e saluto sperando esca qualcuno. Così infatti accade, dal retro si presenta un signore sulla quarantina che porta una cassetta di bibite, il quale mi saluta e si scusa per avermi fatto attendere. "Ma ci mancherebbe – gli rispondo -, non si preoccupi, sono qui a fare spese, non ho alcuna fretta, e poi lei sta lavorando, finisca pure che aspetto senza problemi". Lui gentilmente posa la cassetta e altrettanto cortesemente mi dice: " Lei è fin troppo gentile, la servo volentieri, magari trovassi sempre persone così".
Insomma, la conversazione va avanti per un po' a convenevoli, ci raccontiamo del lavoro (io ero cameriere di ristorante), dei clienti maleducati e anche di quanto quelli cortesi ti facciano affrontare meglio le giornate, ad un certo punto passiamo al tu e scopro che si chiama Sergio, ha quarantasei anni ed è separato.
A suon di parlare mi viene pure sete così decido di chiedergli un'altra birra, qui mi dice: " Te ne offro una piccola, dato che ormai sono le sette e mezza e tra mezz'ora chiude tutto; se ti va possiamo continuare le nostre chiacchiere da un'altra parte, magari bevendo e mangiando qualcosa assieme..."
Io, a dire il vero, dovevo ancora fare spesa, ma visto che c'ero uno spuntino fuori avrebbe ben sostituito la cena solitaria che mi aspettava, tanto più che la compagnia si dimostrava molto piacevole. Così senza pensarci troppo accetto volentieri la proposta, mi bevo la birretta e continuiamo a raccontarci delle nostre vite, con una disinvoltura che quasi quasi stupisce anche me. Arrivate le otto, Sergio finalmente chiude il bar, io lo aspetto in parcheggio davanti alla mia Punto non propriamente nuova, mi accendo una sigaretta, ed eccolo qui, con un macchinone che io mai prima: "Sali sulla mia?, mi sembra più comoda". Beh, un bel modo gentile per non dire che la mia auto faceva un pochino di schifetto, ma non me lo faccio ripetere e salgo su; una gran bella macchina comoda e spaziosa, pulita e silenziosa, ma questo poco c'entra. Facciamo poca strada e ci fermiamo in una pizzeria, a me va più che bene, pranzo sostanzioso e a basso costo, così entriamo e ci accomodiamo su un tavolino d'angolo. Ordiniamo e poco dopo ci portano da bere, Sergio ha preferito ordinare vino, e parlando cominciamo a raccontarci cose sempre più personali. Nessuno dei due tocca l'argomento, ma per quanto riguarda me è già da quando sono salito in macchina che faccio pensieri birichini su come mi piacerebbe carezzargli le gambe partendo dalla coscia e salendo pian piano, passando per l'inguine fino a sfiorargli il cazzo. Lo vorrei sentire indurirsi sotto il mio palmo, poi continuerei ad andare su e giù con la mano.... Ma basta molto poco per capire che questi pensieri li ha anche lui: il modo in cui mi guarda, le due volte in cui "inavvertitamente" mi sfiora la mano, sono sufficientemente sicuro che abbia voglia, per lo meno tanta quanta ne ho io.
Nemmeno a metà pizza finiamo il vino, lui ne vorrebbe ordinare ancora, ma io d'un tratto mi faccio spavaldo e gli dico: "Guarda che non serve darmi tutto questo vino...", e lui quasi ingenuo:"Scusa, perchè?". Tra me e me mi dico che o la va o la spacca, e allora allungo la gamba sotto il tavolo fino a sentire la sua, poi lentamente risalgo verso il ginocchio. Una cosa del genere non l'avevo mai fatta, al massimo l'avevo vista fare al cinema, ma devo dire che è veramente eccitante, ti senti un po' troia a fare lo sfacciato e il cazzo ti diventa duro come il marmo. Per fortuna non mi sbagliavo, lui gradisce eccome, mi prende la mano:"E' da quando hai ordinato la birra che penso al sapore del tuo cazzo.."
Non serve dire che il resto delle pizze l'abbiamo divorato, poi mi ha proposto di bere il caffè a casa sua, che era più vicina della mia, siamo partiti , lui guidava ma abbiamo parlato poco questa volta, probabilmente c'era attesa e un pelo di nervosismo.
Ha un appartamento al primo piano di una palazzina piccola, entriamo e ci accomodiamo in soggiorno su due poltrone. Lui si alza per andare a fare il caffè in cucina, mi passa davanti e io istintivamente con la mano gli carezzo la gamba: "Siediti, sarai stanco, se mi dici lo preparo io il caffè...". Si riaccomoda, così mi alzo io, ma invece di andare nell'altra stanza mi siedo sul suo bracciolo, aspettando la sua mano che subito arriva sulla mia gamba. Comincia a salire, ad ogni centimetro mi si rizzano i peli, sento il cazzo che mi sta per esplodere, respiro a fondo, lui capisce benissimo e arriva all'asta: la coccola, poi la stringe, poi ancora molla la presa e carezza, stringe di nuovo e fa su e giù, sono completamente in brodo! Sergio va avanti, io vorrei non finisse mai, nel frattempo coi piedi mi sfilo le scarpe e col braccio destro gli carezzo la spalla, mi inarco un po' così da farmi togliere i pantaloni, cosa che fa subito.
Ora rimango in mutande, decido di sedermi in braccio a lui, tengo le mani sui braccioli per rimanere sollevato e dondolando un po' il culo inizio a sentirgli il cazzo sotto i pantaloni, bastone che a dire il vero è già bello in tiro. Non avevo mai fatto una cosa del genere, ma mi sembrava di farlo da sempre, mmmmh che godimento!, cercavo di stringerlo tra le natiche ad ogni passaggio, era duro da morire e mi piaceva da matti sentirlo appoggiato. Ma adesso volevo vederlo, volevo toccarlo, annusarlo, sentirne il sapore; faccio la faccia più maliziosa che mi viene: "Ti ricordi che sei stanco, non è meglio se ti rilassi un pochino"? "Sì, ho proprio bisogno di stendermi, e magari di un bel massaggio alle gambe"
Gli pianto la mano sul pacco, stringo bene: "Ti accontento subito", così ci spostiamo in camera, lo faccio sedere sul letto e gli tolgo i pantaloni, rimaniamo in mutande e maglia e comincio con le mani sulle sue gambe.
Sergio è oltretutto un uomo di bell'aspetto: occhi neri, castano un po' brizzolato, capello corto e barba curata. E un bel cazzo, di buone dimensioni, più o meno come il mio, e lo voglio sentire bene passando la mano. Alterno carezze all'asta a strette decise, mugola di piacere e questo mi eccita come non mai, è come averlo in mio potere, allora continuo e lui con la mano copre la mia e mi accompagna su e giù lungo il cazzo. Alzo un po'la mutanda e gli scopro la cappella, muoio dalla voglia: avvicino il viso, la bacio delicatamente e inizio a dare brevi leccate, infine me la metto in bocca e succhio pian piano a colpetti alternati mentre lo sento gemere; è ora, gli tolgo le mutande e comincio il pompino. A onor del vero non credo d'essere un superprofessionista, ma averlo in bocca, affondare un po' di più ad ogni passata e godermi il sapore è una cosa che mi inebria, e a giudicare dai mugolii gradisce molto anche lui. Gli succhio il cazzo con foga, perdo saliva e con la lingua la recupero subito , continuo a succhiare e la sua mano mi accarezza la testa, non finirei mai...
Mi allontana prendendomi le guance con tutte e due le mani molto dolcemente, capisco che è arrivato il mio turno e mi stendo al suo fianco aspettando la lingua calda. Sergio mette il viso sul mio pacco (avevo ancora le mutande), sembra lo voglia respirare, lo bacia, lo lecca, apre la bocca e lo mordicchia, finalmente mi sfila gli slip e gioca con me: con la mano mi sega e ogni volta che è in tiro massimo si mette la cappella in bocca, prima poco, poi tutta, si ritrae, la riprende e affonda fino alle palle; non so come faccia, a me uscirebbero solo conati, ma sono completamente suo. Mi porge un dito,me lo metto in bocca e lo lecco, così lo prende e mi stuzzica il buchino fino ad entrarci . Ed eccomi qui: steso su un letto con un uomo che mi succhia il cazzo e mi mette un dito nel culo, io che mi muovo per sentirlo meglio.
"Scopami, ti prego"!, lo dico senza saperlo, e lui non se lo fa ripetere, mi fa girare e mi lecca tutto il buco giocandoci col dito. Tira fuori dal comodino il preservativo, se lo mette in un tempo che mi sembra eterno tanta era la voglia, poi finalmente si porta verso me e mi pianta la cappella sul culo. Spinge poco, poi un po' di più finché lo sento entrare, va avanti a millimetri forse per paura di farmi male, a me va benissimo perché così mi sento troia, non vedo l'ora di sentire la pelle appoggiata alle natiche darmi colpi, sto gemendo e lui mi incula con il suo cazzo caldo.
Ora mi fa stendere, è una delle posizioni che preferisco, ho tutto il suo corpo aderente al mio, il cazzo infilato bene dentro mentre mi bacia il collo, cerco anche di muovermi per farlo passare su e giù per la prostata, lo sento che ansima quasi più di me e mi fa impazzire, allora accelero il più possibile il movimento per farlo godere, ma sembra non avere fretta... meglio così.
Andiamo avanti ancora per un po', e a me viene la voglia di mettermi cavalcioni sopra di lui. Non l'ho mai fatto prima, allora glielo dico. "Hai capito il porcellino? -mi risponde- Ti accontento subito", così mi guida, si stende e mi fa sedere sopra. Io gli prendo il cazzo in mano e lo invito sul buchino (si fa per dire), come mi calo entra subito talmente era aperto, lo sento benissimo dentro e mi dimeno come un ossesso avanti e indietro, lui fa lo stesso e spinge al massimo. Istintivamente avvicino il viso al suo e ci baciamo, apriamo le bocche e limoniamo, anche questa era una cosa nuova, ma stasera tutto diventa tremendamente eccitante, non ho mai scopato così di gusto in vita mia.
Il suo respiro si fa rapido ed affannoso, sta per venire ma lo voglio ancora dentro finché non ne potrà più, allora accelero e accelero fino a farlo scoppiare nel mio culo: ha lo sguardo stremato e soddisfatto, probabilmente lo stesso che devo avere io, che continuo senza sosta, non lo vorrei togliere proprio no...
Quando non ne ha proprio più mi stacco e mi metto a fianco cominciando a segarmi, Sergio mi ferma, mi bacia ancora, prende il cazzo in mano e si avvicina con la bocca iniziando un pompino deciso: poche andate e sento salire il getto, cerco di rallentarlo ma lo vuole tutto e se lo prende sul viso, con la lingua mi fa un lavoretto di pulizia divino e mi bacia di passione.
Tutto finisce con noi due a letto stesi uno di fianco all'altro, io che cerco la sua mano e lui che me la stringe.
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