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L'igenista dentale


di Steve_Bukowski
15.05.2024    |    156    |    1 8.0
"«Bleu de Chanel, buona scelta!» penso io mentre mi accingo a sciacquarmi la bocca col collutorio «Grazie, è il mio preferito» mi sento rispondere..."
Cerco di tenermi in ordine, ma non sempre sono bravo. Però so che, almeno una volta all'anno devo andarmi a fare controllare i denti per fare una pulizia e fare una visita affinché sia tutto in ordine.
Fatta la prenotazione presso l'ambulatorio dove sono solito recarmi, il giorno dell'appuntamento arrivo puntuale e, prima cosa che noto, c'è una segretaria nuova, un po' "datata" rispetto a quella che ero solito trovarmi, e che mi dava gli appuntamenti al telefono come anche quello a cui ero presente. La signora, sulla cinquantina abbondante ma comunque ben tenuta, mi riceve con gentilezza nel suo tallieur grigio perla con una camicia bianca sotto che nascondeva un seno magro. Fisico androgino e capelli a coda di cavallo con un grigio sale e pepe naturale. Un buon profumo, fede al dito come del resto l'aveva la ragazza che l'aveva preceduta.
A riguardo della "vecchia" segretaria non chiedo nulla, anche perché non sono affari miei, anche se l'avrei rivista volentieri, sempre gioviale e con la battuta pronta, laddove quella di ora appariva molto più austera. E poi a me non sono mai interessate le milf.
Tuttavia è proprio la signora in questione ad avvisarmi che è lì per una sostituzione di maternità e che quindi è un po' disorientata. Quindi la segretaria ufficiale è in dolce attesa... buon per il futuro papà che nel frattempo si è divertito, penso io.
Mi accomodo in sala d'attesa, aspettando che il medico mi chiami e infatti dopo qualche minuto si presenta assieme a un altro ragazzo più giovane.
Me lo presenta e mi informa che il suo studio è in espansione, ragion per cui si è avvalso di un professionista apposta per per l'igiene dentale. La cosa mi fa molto piacere, frequento quello studio da tanti anni e sono contento che il mio odontoiatra di fiducia possa ampliare il suo giro d'affari.
Fatti i complimenti e i saluti di rito, mi raccomanda al suo giovane collaboratore, un ragazzo sul metro e ottantacinque, dal fisico tonico e prestante che, nella sua divisa da sanitario, metteva in risalto il fatto che frequentasse una palestra.
L'occhio mi cade sul fondoschiena e penso a quante volte mi sono detto che in palestra ci dovevo andare pure io ma poi la pigrizia, e il fatto che mi controllo comunque nell'alimentazione e cammino molto, mi hanno sempre fatto desistere dall'intento.
L'igienista mi fa accomodare, mi sistema il bavaglino al collo e, sistemati gli attrezzi, comincia l'opera di pulitura.
Il mio naso non può fare a meno di sentire il profumo che indossa, il che mi distoglie l'attenzione dal solito odore tipico di studio odontoiatrico. «Bleu de Chanel, buona scelta!» penso io mentre mi accingo a sciacquarmi la bocca col collutorio
«Grazie, è il mio preferito» mi sento rispondere.

Non mi ero accorto di parlare ad alta voce

«E' un ottimo profumo per cuccare» gli dico io, dando per scontato che sia più giovane di me di almeno una decina d'anni. Mi ero imbarazzato e con una battuta avevo cercato di stemperare la tensione. Il ragazzo riprende l'opera, con una mano molto delicata esegue il lavoro di pulitura come mai mi era capitato prima, effettivamente il titolare dello studio aveva la mano pesante. Questo non mi impediva di essere comunque teso, ho sempre odiato che mi lavorassero in bocca e il rumore di trapani e altri strumenti dentali mi ha sempre infastidito molto.
Giunto alla fine faccio un altro risciacquo dopo di che mi passa un prodotto che mi lascia un alito freschissimo.
Mi ripassa in rassegna tutta la dentatura e mi dice che non c'è niente di cui preoccuparsi, ho una bocca tenuta bene.

Nell'alzarsi dalla mia bocca, mentre con una mano teneva in mano gli strumenti e li riponeva sul tavolino mobile, con l'altra scendeva a togliermi il bavaglino, ma nello scendere la punta delle sue dita fece come per fare una carezza.
Essendo primavera, ed avendo solo la camicia e la canottiera sotto, la sensazione che provai fu di un brivido, tanto che mi venne la pelle d'oca e questo, unito al profumo mi diede un senso di eccitazione.
L'igienista si tolse la mascherina, e così potei vedere il suo volto, bello sbarbato e liscio e con lineamenti da attore hollywoodiano. Mi guardò con un aria tra il malizioso e il dolce e mi disse «ora può rilassarsi...»

Sussurrai un timido sì, ero spiazzato e non capivo cosa stesse succedendo.

Si avvicinò e fece per ricontrollarmi la bocca, quando invece si attaccò per un bacio. Spalancai gli occhi, ma dopo poco, sentendo la sua lingua contro la mia mi rilassai, come mi aveva invitato a fare. Senza staccarsi da me, sentii la sua mano andare a cercare il mio pacco ed ecco, prese a tastarlo, mi era diventato duro e cominciò a smanettarmi il cazzo e poi, con mano aperta, anche i testicoli.
Si fermò un attimo, per controllare che nelle altre stanze stessero lavorando, poi richiuse la porta e, attivando l'aspira saliva per non destare sospetti, si rimise sulla sua sedia e cominciò a sbottonarmi la cintura e la patta dei pantaloni.
«Lei è veramente un bell'uomo, se lo lasci dire» sussurrò, «ho visto come mi ha guardato quando è entrato, quelli come lei li riconosco» disse facendomi l'occhiolino. E prese a succhiarmi l'uccello.
Ero spaesato, non era la prima volta che andavo con un uomo, ma non così, non di sorpresa e, soprattutto non al buio. Di solito li ho sempre conosciuti prima per vedere se ci poteva essere del feeling.
Il ragazzo si muoveva veloce, cosciente che non poteva impegnare tutto il tempo per me, e che dopo di me ci sarebbero stati altri pazienti.
Lavorò veloce di lingua, di affondi e di carezze alle mie palle, che in poco tempo capitolai. Ingoiò tutto fino all'ultima goccia e poi, davanti a me sputò il tutto nella vaschetta dei risciacqui, come fanno le attrici nei film porno quando sputano lo sperma. Lentamente, giocando con la saliva.
Approfittò del collutorio per farsi un ultimo risciacquo e poi mi baciò nuovamente mentre io mi ero alzato per riabbottonarmi. Non potei esimermi dal palpargli il culo: bello marmoreo come mi aspettavo.
«Spero di non doverla aspettare un anno per rivederla» sussurrò mentre mi accompagnava alla porta. Ancora rintronato andai alla reception dalla segretaria per pagare il conto. Pensavo che l'igienista mi avrebbe seguito ma era già andato a prendere un altro paziente.
Saldato il mio debito, e cercando di riprendermi dallo shock chiesi una cortesia alla segretaria, se potevo lasciare un biglietto da visita all'attenzione del giovane igienista «sa, sono un family banker e mi ha chiesto se posso fargli una consulenza, ma nella fretta non gli ho lasciato il contatto».

La segretaria alza lo sguardo e mi squadra, inarcando il sopracciglio e abbozzando un ghigno di sorriso. «Glie lo darò senz'altro» disse mordendosi il labbro «sono molto sicura che sarà felice di sapere che si è ricordato...».




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