Gay & Bisex
Io e il prof
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23.01.2025 |
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"Mi dici che tutto di te sarà per il mio piacere, il tuo culo, la tua bocca, la tua pelle, la tua anima e che ogni mio desiderio sarà il tuo..."
Quanti giorni a rimuginare dopo quelprimo incontro. Quanta voglia di ripetere quell esperienza così imprevista, improvvisa, effimera, frettolosa, inappagante, da cui ero fuggito, eppure così bruciante e indimenticabile. Quanti giorni a passare dentro il desiderio di rivederti senza avere il coraggio di tornare. Quante masturbazioni a ripensare cercando di rivivere quell abbraccio. Un supplizio di tentazione e negazione.
Alla fine dopo un interminabile tira e molla decido di tornare. Suono al citofono. Salgo. Entro. Ci abbracciamo subito. Ma non un abbraccio convenzionale. Ci abbracciamo stretti. Non ci stacchiamo. Entrambi sappiamo cosa vogliamo. Entrambi abbiamo voluto questo in tutto questo tempo. Ci stringiamo forte, automi avvolti nella prepotenza del desiderio, che si riconoscono in una sola volontà. Finalmente ho di nuovo il tuo corpaccione, così a lungo fantasticato, tra le mie braccia. Sento l odore della tua pelle, il tuo respiro, il tuo calore, le mani che scivolano su di te, ti palpeggiano, ti stringono. E il mio cazzo duro che ti vuole, vuole arrivare a te, sopra di te, dentro di te. Andiamo sul letto, con foga ti abbasso il pigiama, mi spoglio, sono sopra di te, la mano va a cercare il tuo cazzo, spingo contro il tuo culo ma non faccio in tempo a entrarti dentro e nemmeno a frenarmi e vengo in mezzo alle tue chiappe mentre sento le dita che si bagnano del tuo sperma.
Per un po' rimaniamo così in silenzio, senza muoverci, frastornati da quel vento di passione, immersi, storditi ed ebbri in quella tempesta placata dei sensi, come per non cancellare l eco di quella intensità di sensazioni
Ti volti e le tue labbra sottili vengono a giocare con la mia bocca mentre la tua mano va a massaggiarmi il cazzo ancora gonfio, intriso di sborra. Poi quelle dita bagnate e appiccicose, mentre mi guardi negli occhi a provocarmi, te le porti in bocca e te le succhi e io ci aggiungo le mie sporche della tua sborra. Penso che sei un maiale, che siamo maiali, e quanto mi piace abbracciare questo maiale, quanto sono stato stupido ad aspettare tutto questo tempo e non vedo l ora di incularti.
Con quelle labbra sottili lordate di sperma torni sulla mia bocca e sono baci esterni, umidi, vischiosi, senza lingua, massaggi delicati, porchi e voluttuosi. Ti lascio fare senza corrisponderti mentre ti carezzo i fianchi e ti trastullo il pisello moscio. Penso all altra volta, quando sono scappato e ora invece sono qui tra queste lenzuola scomposte, accanto a te, immerso nell odore dei corpi che si toccano, nell umore dei fluidi scambiati, nel ricordo della libidine appena soddisfatta e allo scenario ancora tutto da venire.
La tua bocca è vicina alla mia e mi parli sulla bocca, mi dici che l'altra volta sono stato cattivo a scappare, ma adesso sono qui e tutto è a posto. Mi dici che mi hai pensato e desiderato di giorno e di notte ed era una pena la voglia, che nemmeno la masturbazione poteva far cessare. Mi dici che tutto di te sarà per il mio piacere, il tuo culo, la tua bocca, la tua pelle, la tua anima e che ogni mio desiderio sarà il tuo.
Leggo questa libidine che ancora si accende nei tuoi occhi e ti dico che voglio il tuo culo
Allora scendi verso il basso e mi prendi il cazzo in bocca a spompinarmi. Dopo un po' però mi sfilo e mi inginocchio con il culo sopra la tua faccia . Capisci che voglio farmi leccare e la tua lingua è pronta, mi lecchi, mi succhi, mi penetri con avidità. Mi mordi le chiappe.
Adesso sono io che voglio baciarti con la lingua a provare quella miscela di umori che mi fa risalire la libidine. Adesso voglio andare a leccarti il culo, a saggiarne il sapore, l odore, a lubrificarlo prima di incularti.
Spingi il culo all indietro e mi fai capire la voglia che hai di avermi dentro. Ti metti a pecorina e io ti punto la cappella contro il buco. Spingo, sento il glande che attraversa lo sfintere, più volte lo sfilo e lo rimetto perché mi piace sentire la stretta del culo sulla cappella. Spingo ancora con forza. Adesso il cazzo è tutto dentro e il godimento è massimo. Quel culo è mio, sei mio. Tu gemi di piacere sotto di me. Ti possiedo con violenza, come per aprirti, per farti male. Vorrei avere il cazzo di un asino per farti sanguinare. Essere dentro di te, una cosa sola con te, allagarti di sborra, scambiare la tua saliva con la mia, morderti le labbra perché sono il tuo padrone e la tua libidine sta nell essere il mio schiavo, nell esaudimento di ogni mia voglia che diventa la tua voglia. Spingo forte il bacino contro il tuo culo mentre raggiungo l orgasmo e ti riempio di sborra
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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