Gay & Bisex
In palestra per voglia
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14.07.2024 |
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"Parcheggiata l’auto salimmo da me e una volta dentro casa chiusi la porta e mi fiondai su di lui per baciarlo..."
Ormai l’università era finita e le esperienze coi miei due coinquilini volgevano al termine, loro avevano scelto di cambiare aria.Io rimasi a Milano, spostandomi in un piccolo monolocale e arrangiadomi con qualche lavoretto in attesa di una trovare una vera opportunità. Purtroppo dopo qualche mese cominciavo a sentire la malinconia di un corpo maschile addosso al mio, l’odore di sudore che solo il sesso tra uomini può dare, così per alleviare il problema decisi di iscrivermi in palestra. Non pensavo di trovare qualcuno con cui condividere il mio corpo, ma solo di approfittare degli spogliatoi per dare un occhiata a qualche bel ragazzo… e invece, trovai qualcosa di più.
Dopo un paio di settimane di allenamento, nelle quali i miei occhi si graziarono di svariate forme di piselli, avevo sviluppato un particolare interesse per un ragazzo di quasi 30 anni, Francesco. Alto, carnagione olivastra, occhi verdi e capelli castano chiaro, ma soprattutto un fisico scolpito con al centro un attrezzo che solo rilassato mi faceva venire voglia di inginocchiarmi a terra e prenderlo in bocca fino a vedere come fosse una volta in erezione.
L’idea di avvicinarmi mi spaventava, non solo per la mia timidezza, ma anche perché una volta a settimana veniva in palestra con Giulia, la sua ragazza, molto bella aggiungerei. Dopo poco quasi due mesi iniziai a fare un po’ di conoscenze dell’ambiente, tra cui anche Francesco e Giulia con i quali andavo particolarmente d’accordo.
Passarono i giorni e una sera dopo il mio allenamento andai a cambiarmi negli spogliatoi, mi misi nudo e andai sotto la doccia. All’inizio non ero da solo, ma dopo qualche minuto rimanemmmo sotto l’acqua solo io e Andrea, un ragazzo del gruppo con il quale avevo legato. Carnagione pallida su un fisico tonico, occhi e capelli castani, carino, ma non il mio tipo, se non fosse che mentre si insaponava di fronte a me lo sguardo mi cadde sul suo membro. Rilassato non sembrava dire molto, ma quando si tratta di dare un’occhiata non mi tiro mai indietro. Sfortuna volle che Andrea si accorse delle mie attenzioni. Feci finta di niente, sperando non ci desse peso e invece lui, senza guardarmi, iniziò a massaggiarsi il pisello col sapone, sapendo che sarei tornato a guardare… ovviamente lo feci.
Il giochino continuò un paio di minuti, che a me sembrarono lunghissimi, poi Andrea si sciacquò e uscì dalla doccia.
Io gli davo le spalle, ma sentii chiaramente una mano appoggiarsi sul mio culo e passare un dito nella mia fessura. Ansimai sperando non entrasse nessuno, ma dopo quei pochi attimi la mano, ovviamente di Andrea, si tolse e seguì il suo, adesso, interessante padrone negli spogliatoi.
Che fare adesso? Uscire ok, ma poi? Nello spogliatoio sentivo le voci di altri e poi come mi potevo approcciarmi. Raggiunto il borsone scoprii che fece tutto lui. Aveva ormai finito di vestirsi e coi ancora capelli bagnati si avvicinò a me e disse: “Ti serve uno strappo a casa?”, “No tranquillo, non voglio farti fare strada in più. Premdo i mezzi” ero imbarazzato. “Figurati, asciugati che ti aspetto fuori”.
Ci pensai un po’ mentre mi rivestivo. Magari voleva solo darmi davvero un passaggio, senza proseguire il discorso fatto e non fatto sotto la doccia. La voglia di un rapporto ebbe la meglio su di me, così decisi che se ci avesse provato mi sarei concesso come una troietta. Chiusi il borsone e corsi nella sua auto.
Durante il viaggio, però, l’imbarazzo si rifece avanti e fu solo grazie alla schiettezza di Andrea se rompemmo il ghiaccio: “Sapevo che in fondo ti piaceva il cazzo, ma ho dovuto aspettare per avere la conferma”.
“Wow, sei uno che va dritto al sodo”.
“Sì e se la vuoi tutta ho proprio voglia di sapere perché sei su questa auto adesso. E non dire per il passaggio”.
“In effetti no. Volevo vedere se quel gesto nella doccia avrebbe avuto un seguito. Mi è piaciuto vederti e poi sentirti. Ti va di continuare da me?”
“Ovvio. Non vedo l’ora di sentire come godi”.
Parcheggiata l’auto salimmo da me e una volta dentro casa chiusi la porta e mi fiondai su di lui per baciarlo. Mi sentivo una zoccola, ma avevo una voglia incredibile di darci dentro. Andrea non si fece attendere mi trascinò in camera e, dopo avermi buttato sul letto, mi spogliò fino ai boxer. Poi ancora in piedi mi deliziò con un denudamento completo. Avevo l’acquolina in bocca e appena vidi il suo cazzo, già barzotto, lo presi subito in bocca per vedere quanto potesse diventare grosso.
Dopo pochi secondi si svelarono i suoi 18 cm. Il sapore del suo presperma era buonissimo e anche il mio bastone sembrava apprezzarlo. Un paio di succhiate dopo Andrea mi prese per farmi alzare e dopo avermi cacciato la lingua in bocca mi spinse sul letto per togliermi anche i boxer. Sapevo già dove voleva arrivare, tirai fuori dal mio comodino del lubrificante, alzai le gambe al soffitto e come una vacca che si tocca davanti al suo uomo iniziai a inumidirmi il mio buchino.
Il suo arnese pulsava dalla voglia come lui che finito di godersi lo spettacolo mi saltò addosso e senza troppa delicatezza mi entrò dentro. Un affondo totale che mi fece inarcare la schiena dal piacere, era da tempo che non sentivo un vero cazzo dentro di me e il piacere di riavere un uomo sopra di me fu bellissimo.
Andrea ci sapeva fare, alternava attimi di delicatezza a colpi forti che mi facevano gemere. Da sotto i suoi addominali si contraevano mostrando tutta la loro bellezza e le sue spalle contratte lo facevano apparire come il vero dominatore dei miei desideri. Ogni tanto mi toccava il cazzo per farmi godere, ma dopo un po’ lo fermai: “Non farlo sennò vengo subito, voglio godere tutta notte”. “Sei una vera zoccola”.
L’insulto era la ciliegina sulla torta. Era quasi mezzanotte quando entrammo in casa e quasi 20 minuti dopo ero ancora sotto di lui a farmi penetrare. Decisi che era giusto farlo godere un po’: “Sdraiati che mi faccio cavalcare da sotto. Non se lo fece ripetere, gli salii sopra e montai sul suo cazzo. Su e giù per altri dieci minuti, mentre Andrea mi stuzziacava i capezzoli e il cazzo. Ero suo, ma la cosa sembrava non bastargli, si alzò verso di me e mi sollevò. Era in piedi, con me sopra il suo cazzo, si avvicinò al muro e iniziò a cavalcarmi mentre mi teneva in braccio. La posizione era difficile e duro solo pochi secondi prima che lui mi buttasse a terra per scoparmi sul pavimento.
Dopo altri 10 minuti di piacere il mio cazzo stava per esplodere e al suo ennesimo tocco mi venni sull’addome. La vista del piacere lo fece andare su di giri e capii subito che stava per darmi il ben servito, allora lo spinsi fuori e mi avventai sul suo bastone pulsante e con soli due colpi di mano lo feci venire nella mia bocca. Il suo nettare era denso e tanto, ma buono.
“È stato bellissimo. Sei una vacca fantastica”
“E tu un toro da urlo. Io vado sotto la doccia. Volgiamo finire il discorso degli spogliatoi?”
Mi seguì e sotto la doccia la schiuma del sapone ci rese di nuovo complici di una scopata.
Una volta fuori lui si rivestì e mi disse: “Una serata da ricordare. Ti va di fare il bis settimana prossima”.
“Anche prima se vuoi”
“No facciamo tra un po’… poi capirai” mi baciò e uscì.
Chissà cosa voleva dire. Poco male, mi ero tolto lo sfizio di una cavalcata, con la speranza di replicarla la settimana dopo…
Se vi è piaciuto commentate e scrivetemi, così saprò se pubblicare il seguito con sorpresa.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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