Gay & Bisex
Gianni
di Salvonego
04.09.2024 |
128 |
2
"G: e perché ci sarà qualcosa di cui parlare per qualche giorno in questo sputo di paese in cui non accade mai nulla
Io: ti prego ci rovinerai la vita senza..."
dopo la prima volta che lo avevamo fatto, leggi(deflorata con amore), gli incontri con Paolo erano quotidiani ed a volte anche più volte al giorno, beata gioventù, per non farci scoprire dagli altri ci eravamo addentrati un po' di più nella pineta ed avevamo scoperto una piccola radura circondata da tre lati da grossi macigni, nel bel mezzo un grosso albero di carruba che faceva un ombra fresca, il quarto lato era chiuso da un rovo altissimo, li ci sentivamo tranquilli, avevamo provato tutte le posizioni che i giornaletti ci suggerivano, la mia preferita era a smorza candela, la sua mettermi a pecorina, avevo bevuto litri della sua sborra, ed altrettanti erano finiti dentro di me dal culetto, quando eravamo da soli lui mi trattava come una vera femmina, era galante e premuroso, quando scopavamo però mi dava della troietta, e la cosa mi piaceva, più passavano i giorni però e più mi rendevo conto che non mi piaceva Paolo ma il suo cazzo, e avrei fatto di tutto per averlo, un giorno rubai un paio di mutandine dal cassetto della mamma, che non erano particolarmente sexy ma quando tolsi i pantaloncini e mi mostrai a Paolo, sembro impazzire di desiderio, mi scopo come mai aveva fatto fino ad allora e raggiunsi il mio primo orgasmo anale, penso che influì anche l'eccitazione provata nell'indossare intimo femminile, da allora cercavo sempre di indossarle se potevo, un pomeriggio avevamo fatto più tardi del solito, Paolo aveva dovuto aiutare il padre a fare un lavoretto a casa ed era uscito che erano quasi le 6 del pomeriggio, io al bar con gli altri stavo impazzendo di voglia e desiderio, appena lo vidi basto uno sguardo d'intesa e sparimmo entrambi all'interno della pineta, vista l'ora tarda pensammo che sarebbe stato inutile arrivare fino alla nostra radura che tanto li non c'era nessuno e ci fermammo dove andavamo a masturbarci con gli altri, che comunque era un posto abbastanza nascosto, mi tolsi i pantaloncini e rimasi solo con gli slip della mamma, Paolo si denudo e appoggiandosi con la schiena ad un albero mi porse il suo cazzo da succhiare, ero li a 90° gradi con la bocca piena del suo cazzo a gustarmi il suo sapore di precum e con il culetto che fremeva di desiderio, quando una voce mi fece gelare il sangue, Passante: ma guarda che bella coppia di frocetti abbiamo in paese
Mi girai e incrociai lo sguardo di Gianni un ragazzo di 18/19 anni che lavorava in campagna con il padre, era massiccio, abbronzatissimo ma non bello.
Io: ti prego Gianni non dirlo a nessuno.
G: e perché ci sarà qualcosa di cui parlare per qualche giorno in questo sputo di paese in cui non accade mai nulla
Io: ti prego ci rovinerai la vita senza comunque avere niente in cambio
Paolo era rimasto li senza dire niente il cazzo gli si era completamente ammosciato, con 2 salti tipici di una persona abituata a stare e lavorare in campagna Gianni ci aveva raggiunto, il suo sguardo era catturato dal mio culetto e dalle mie mutandine da donna, all’epoca ero ancora completamente glabro e con i capelli che portavo molto lunghi sarei potuta passare tranquillamente per una ragazza, con la scusa di raccogliere i pantaloncini mi piegai a 90° gradi proprio davanti a lui mettendo in risalto il mio culetto, sentii una manata sulla chiappa
G: aspetta puttana non ti rivestire, vediamo come te la cavi con un cazzo vero.
E dicendo questo tira giù la cerniera dei pantaloni ed esce fuori un cazzo che a me sembrò gigantesco, avevo raggiunto il mio scopo intanto lo avevo interessato, mi rigirai verso di lui lo guardai con gli occhi da cerbiatta, che mi sono sempre venuti bene, e accostandomi a lui infilai una mano sotto la maglia ad accarezzargli il petto mentre con l’altra massaggiavo il cazzo che era già bello duro, non era un bel ragazzo ma aveva qualcosa di selvaggio che mi eccitava, feci per baciarlo ma si tiro indietro, allora mi inginocchiai ai suoi piedi e iniziai un pompino favoloso, leccavo tutta l’asta e poi facevo sparire la sua cappella nella mia bocca, ne facevo entrare quanto più possibile inondandolo di saliva, quindi ricominciavo a leccarlo fino a infilarmi le sue palle in bocca che succhiavo avidamente.
G: minchia quanto sei troia ti piace proprio il cazzo
Paolo si era seduto su una pietra e si gustava lo spettacolo, senza dire una parola, però si era nuovamente eccitato ed adesso aveva il cazzo bello in tiro
G: tu, rivolto a paolo, vieni qui, poi rivolto a me mettiti a 90° come poco fa, e tu dai leccagli il buco che adesso a questa troia la sfondo,
Paolo comincio a lavorarsi il mio buchino con dedizione ed amore sentivo la sua lingua farsi strada dentro di me e l’eccitazione era massima, mentre il cazzo di Gianni era diventato come il marmo, si sposto dietro di me e comincio a spingere con la cappella contro lo sfintere, ma all’epoca per me era davvero troppo grosso, sentivo male e mi spostavo in avanti
G: mi sto scocciando adesso lasciamo stare e dico a tutti come vi ho trovato
Io: aspetta ti prego, sdraiati a terra che mi infilzo da solo e poi andiamo avanti come vuoi tu
Si sdraio e mi misi a cavalcioni su di lui non avevo sfilato le mutande cosi che il mio cazzetto fosse nascosto, mi bastarono pochi movimenti ed era già dentro me, inizio a mugolare e ad accarezzarmi i fianchi
Io: si daiiii che bello sfondami che cazzo meraviglioso, che goduria siiiiiii
G: che troietta che sei ti spacco questo culetto da femminuccia e ti riempio di sborra calda
io: si dai ancora fammi tua scopami non fermarti riempimi di te
G: alzati troia voglio scoparti a pecorina adesso che sei bella larga
Mi alzo mi metto a 90° e aspetto il suo cazzo che adesso entra dentro di me a meraviglia con le mani mi tiene dalle spalle, mentre io mi inarco per sentirlo ancora di più, Paolo di fronte a me si masturba furiosamente
G: vieni qua tu mettigli quel cazzo in bocca a questa troia che la infilziamo come uno spiedo
Adesso ad ogni affondo di Gianni il cazzo di Paolo mi entrava tutto in bocca stavo impazzendo di piacere sentivo il mio cazzetto gocciolare poi sento le spinte di Gianni diventare sempre più veloci e profonde
G: siiiiii vengo ti riempio troia
Io: siiiii daiiii ancora ancora di più
Sento i fiotti di sborra inondarmi e vengo anchi’io e per finire viene anche Paolo che mi riempie la bocca di nettare caldo.
Siamo distesi sul prato con il mio culetto che gocciola sperma e le mutandine di mia mamma fracide della sborra di Gianni e mia
Continua……
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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