Gay & Bisex
CLISTERI IN COLLEGIO


03.04.2025 |
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"Mi accorgevo che i vicini di letto mi guardavano mentre venivo penetrato dal clistere e la cosa non mi infastidiva, anzi..."
CLISTERI (RICORDI)Nei primi anni settanta entrai in collegio gestito dai preti, per frequentare le scuole medie e superiori.
Conservo ancora il librettino che conteneva tutte le strette regole da osservare nell’istituto. Ci venne consegnato quando entrammo e nel rileggerlo ora mi rendo conto di quanto fosse severa la vita. Eravamo circa una sessantina di ragazzi provenienti dai vicini comuni.
A volte capitava che si prendeva l’influenza e in quel caso si veniva ricoverati in infermeria, che era costituita da tre o quattro stanze, una camera con quattro letti, un locale medicazioni, due bagni.
Per me era sempre motivo di forte emozione quando venivo ricoverato, vuoi per qualche giorno di vacanza, vuoi perché si respirava un’atmosfera che trovavo molto eccitante. Infatti venivano a cadere alcune forme di privacy in occasione di punture o soprattutto di clisteri, quest’ultima specialmente era la prassi più frequentemente usata. Per qualsiasi malanno, la prima cosa era il clistere.
Tale pratica veniva somministrata da un signore che era un factotum e che noi da ragazzi consideravamo anziano anche se poteva avere una quarantina di anni. Nell’altra stanza faceva scaldare acqua a cui aggiungeva camomilla e olio d’oliva. Il profumo di tale soluzione riempiva tutti gli ambienti facendo presagire cosa sarebbe accaduto di lì a poco e soprattutto il dubbio a quale dei nostri culi fosse destinato. L’attesa mi eccitava da morire e avevo forti erezioni, poiché o fossi stato io il destinatario del clistere, o ancora meglio i miei vicini di letto avrei goduto dello spettacolo. Quella volta toccò ai miei vicini di letto, uno a destra l’altro a sinistra. Giorgio entrò nella camera con una grossa pera in mano e un asciugamano dicendo “signurì il cristere”, indicando il mio vicino di letto, che con una smorfia di disappunto si girò a pancia in sotto. Giorgio appoggiò la pera sul comodino e tirò giù lenzuola e coperte, poi toccò ai pantaloni del pigiama che tolse completamente, lasciandogli scoperto il culo che fece sollevare un po’ per posizionare sotto un asciugamano. Mentre si svolgeva tutto ciò, con un cerimoniale che ormai era una consuetudine per Giorgio, parlava in continuazione commentando in dialetto le azioni che stava svolgendo. Signurì dovimo scoprì lu culitto, mettimo l’asciugamano sotto per no sporcà le lenzola, perché co lu cristere può succede , ecc”. Io facevo l’indifferente ma osservavo attentamente ogni particolare e mi toccavo l’uccellino sotto le coperte facendo attenzione a non essere visto. Quando poi vedevo come Giorgio allargava le . “natiche e introduceva la cannula della pera nel buco del culo, nel momento in cui sentivo il rumore della pera che veniva spremuta avevo un orgasmo violentissimo al pensiere che la cannula e il liquido invadessero quel culo. Il mio vicino si lamentava e più volte diceva di smettere, ma il buon Giorgio non sentiva ragioni e diceva di stare buono continuando l’introduzione, poi estraeva la cannula e diceva di stringere il buco del culo per non fare uscire niente e di andare in bagno solo dopo un po'.
Un’altra volta toccò all’altro mio vicino di letto, ma questa volta Giorgio entrò con un enteroclisma di vetro e metallo da cui usciva un lungo tubo di gomma rosso con una lunga cannula di bachelite nera fornita di rubinetto. Ricordo ogni particolare. Disse al mio compagno di scoprirsi e togliersi il pigiama, cosa che fece indugiando e piagnucolando un pò, gli consigliò di allargare le chiappe con le proprie mani, usò questo termine, perché lui le aveva impegnate, cercò di introdurre la cannula ma faceva fatica ad entrare nel buco del culo. A questo punto Giorgio intimò al mio compagno di rilasciare il buco, altrimenti gli avrebbe fatto male, non avendo riscontro gli mollò due sculaccioni e subito dopo gli infilò tutta la cannula. Aprì il rubinetto e alzò in alto l’enteroclisma per permettere al liquido di entrare nel culo. Io mi masturbavo con discrezione sotto le coperte, ma non abbastanza da non essere visto dal mio compagno che mi guardò proprio nel momento in cui eiaculavo chiudendo gli occhi scosso dall’orgasmo. Intuì tutto ma non disse niente continuando a lamentarsi mentre si riempiva il culo. L’enteroclisma durava molto a lungo e mentre il mio compagno era intento a ricevere il clistere continuò a fissarmi, la cosa mi eccitò ancora di più e nel pensare che aveva una cannula nel culo mentre mi fissava me lo fece diventare duro di nuovo e stavolta mi masturbai più violentemente facendomi vedere palesemente mentre avevo un altro orgasmo. Sfilata la cannula dal culo corse in bagno. Quando rientrò dopo aver evacuato mi guardò con rancore, mentre io provavo un po' di vergogna per essermi abbandonato senza ritegno a ben due orgasmi. La cosa non finì lì perché quando il rettore venne a farci visita il mio compagno riferì quello che io avevo fatto mentre lui riceveva il clistere nel culo. Il rettore che era un prete, dopo aver ascoltato si rivolse a me dicendomi di togliere la coperta e il lenzuolo accorgendosi così che avevo il pigiama e il lenzuolo bagnati dal mio sperma, senza tante cerimonie mi girò di forza e mi tirò giù il pigiama scoprendo il mio culetto, mentre mi rimproverava cominciò a sculacciarmi davanti allo sguardo molto interessato del compagno.
Ricevevo la sculacciata con coraggiosa dignità facendo uscire solo qualche leggero gemito, mentre il culo mi bruciava e stava diventando rosso, provando anche un po' di vergogna per il fatto che la sculacciata a culo nudo era sotto l’attenta visione del mio compagno che aveva riferito e dell’altro ricoverato che per assistere meglio si era sollevato sul letto. I colpi della sculacciata non finivano mai e riempivano le stanze del caratteristico rumore. Il mio compagno per vedere meglio si avvicinò ancora di più e solo allora vidi che aveva messo la mano sotto il pigiama e si stava toccando l’uccello, era eccitato dal vedere il mio culo diventare rosso sotto la lunghissima sculacciata. Lo guardai facendogli capire che mi ero accorto dei suoi movimenti e continuai a ricevere la sculacciata fino a che il mio culo o meglio il rettore non fu soddisfatto. Durante la sculacciata a culo nudo il rettore mi rimproverava e mi diceva se ora mi eccitavo e se mi piaceva ad avere il culo così arrossato dalla sua mano. Non lo avrebbe mai immaginato, che mentre ricevevo la sculacciata a pancia in sotto sul letto, avevo di nuovo l’uccello duro.
Finita la sculacciata e i relativi rimproveri uscì dalla camera lasciandoci soli. Solo allora entrai nel letto del mio compagno e senza una parola lo baciai in bocca e gli presi il cazzo in mano e dopo pochi colpetti sborrò con fremiti violenti affondando la sua lingua nella mia bocca. A quella età si era in una eccitazione continua e tutto contribuiva a manifestarla. Rimanemmo altri tre gironi in infermeria e ogni volta che rimanevamo soli ci si abbandonava a seghe baci in bocca, dita nel buco del culo. Ancora non ci eravamo penetrati il culo con l’uccello, cosa che oggi rimpiango. Per onestà devo anche raccontare quando il clistere toccava a me riceverlo nel culo. Fingevo disagio ma in realtà ero già eccitato già quando sentivo l’odore della camomilla. Quando l’operatore entrava in camera con la pera mi giravo a pancia in sotto per non mostrare il cazzo duro e mi denudavo da solo , poi quando mi allargava le chiappe e cercava con il dito il buco del culo lo rilasciavo desiderando di riceverlo dentro.
L’introduzione della cannula neanche la sentivo mentre assaporavo il piacere del liquido che mi entrava nell’ano, avvertendo gli spruzzi quando la pera veniva premuta. Mi accorgevo che i vicini di letto mi guardavano mentre venivo penetrato dal clistere e la cosa non mi infastidiva, anzi. Logicamente quando scendevo dal letto per andare in bagno non indossavo i pantaloni del pigiama e dovevo coprirmi l’uccello con le mani per nascondere la mia erezione. Mentre mi scaricavo dal culo il clistere mi segavo venendo subito con una piccola spruzzatina di sborra.
Una volta ero il solo ricoverato e venne a trovarmi un compagno più anziano
che era anche una specie di nostro controllore responsabile dell’ordine, con il quale spesso la notte avevo rapporti orali, soprattutto lui me lo prendeva in bocca fino a quando non gli spruzzavo in bocca il mio piacere. Questa volta, essendo più isolati e meno controllati iniziò a chiedermi informazioni dettagliate sul clistere, come me lo avevano fatto quanto tempo indietro, quante pere avevo ricevuto, se mi era piaciuto ecc. Mentre raccontavo tutti i dettagli del clistere che avevo ricevuto poco prima mi fece notare che adesso avrei avuto il culo pulitissimo, e mentre mi carezzava l’uccello mi invitò a prendere il suo in mano, era grosso e durissimo. Eravamo ambedue eccitatissimi, mi invitò a scendere dal letto e fattomi chinare in avanti mi tirò giu il pigiama e mi mise un dito ,nel buco del culo, poi provò co due dita umide di saliva. Il seguito fu che per la prima volta mi inculò piano piano, ritraendosi quando mi lamentavo perché aveva difficoltà ad entrare, poi dopo vari tentativi lo sentii tutto dentro il culo. C’era una bella differenza dalla cannula del clistere o dal dito che spesso mi introduceva. Una volta entrato tutto nel culo mi sentii veramente pieno e si fermò per farmi riprendere fiato. Poi cominciò a pomparmi con delicatezza, ma l’eccitazione era troppa e dopo pochi colpi mi sborrò dentro il culo, un bel clistere di sborra. Ricordo che rimase un po di tempo con il cazzo dentro il mio culo fino a quando perse rigidità e si ritrasse. La mia prima esperienza di sodomia non mi aveva dato molto piacere però mi aveva introdotto a esperienze nuove che non conoscevo.
Oggi lui è un prete e quando ne abbiamo voglia ci incontriamo e continua a incularmi, sempre dopo un clistere che lui stesso mi somministra, fino a quando non ho il buco del culo perfettamente pulito. In collegio sono stato sei anni e ho avuto tante esperienze di sesso con compagni superiori e preti. Queste esperienze hanno condizionato le mie tendenze sessuali per cui ora amo la fica e il culo delle donne, ma amo anche il cazzo e il culo degli uomini. Adoro il culo sculacciato, penetrato, clisterizzato, il culo, il buco del culo e tutto ciò che è attinente ad esso.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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