Gay & Bisex
Al professore piace il pecorino - 4a parte

24.03.2021 |
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"La sera decise di berci su e si fermò a prendere un aperitivo in spiaggia al chiosco di China, un giovane ragazzino che rideva sempre e comunque per “chissà..."
In paese tutti parlavano della famiglia di Saro: i suoi genitori erano due ex porno attori e avevano appena ereditato la Bergalat, multinazionale leader nella commercializzazione di latte, dal nonno paterno di Saro.I due coniugi si sentivano le persone meno adatte a gestire un’azienda del genere, quindi avevano venduto alcune quote e incaricato un direttore generale di occuparsi delle decisioni più importanti per loro. Si erano trasferiti in montagna, avevano acquisito un vecchio capannone abbandonato e ci avevano fatto un sexy shop con sala cinema e latteria annessa. Qui volevano proporre un nuovo prodotto, “latte più più”, che se avesse avuto successo sarebbe stato commercializzato anche in tutta Italia e successivamente all’estero.
Latte più più veniva descritto come un latte ad alto contenuto proteico, energizzante, eccitante e si proponeva anche di aumentare la fertilità di chi lo beveva, ma non era chiaro per quale motivo avrebbe avuto questi super poteri!
La struttura dei coniugi bergamaschi si chiamava “la banca del latte” e nella sala cinema che poteva accogliere fino a 100 persone venivano proiettati film porno, molti dei quali con protagonista la coppia. Celebre era il film d’esordio “Jessica e il cornuto” che aveva dato loro il nome d’arte (all’anagrafe erano Jessica e Osvaldo). Nel film il cornuto rientrava a casa in anticipo dal lavoro e sorprendeva la moglie che se la faceva con un bel senegalese, il marito non era però geloso della moglie bensì invidioso prendeva la donna di peso e la buttava giù dal letto. Iniziava a soffocarsi con quella verga enorme e poi si metteva a pecorina per il bel nero che senza tanti complimenti ne approfittava. Jessica si godeva la scena masturbandosi e dopo che lo stallone aveva farcito ben bene il marito si attaccava al culo del cornuto aspettando che espellesse la sborra calda assaporandola con gusto. Il film era autobiografico, aveva avuto un grande successo nonostante il budget limitato (l’uomo di colore era stato trovato nel parcheggio di un supermercato mentre elemosinava) e aveva portato i due a diventare stelle del porno.
Tutte le sere c’era un bel po’ di gente in coda alla biglietteria per il cinema porno ma la situazione si faceva particolarmente interessante il mercoledì quando moltissimi allievi della scuola della guardia di finanza ubicata proprio in paese avevano la serata libera e ne approfittavano per svuotare le loro palle gonfie di 20enni che si ritrovavano a moltissimi chilometri di distanza dalle loro fidanzate per molti mesi. Avrei tanto voluto andare al cinema il mercoledì ma purtroppo avevo solo 16 anni e ovviamente bisognava essere maggiorenni per accedervi.
Sabbrina! Improvvisamente ebbi un lampo di genio, ci avrei mandato Sabbrina a vedere cosa accadeva il mercoledì alla banca del latte. Sabbrina era il soprannome di Antonio, l’amico pazzo di mamma; si erano conosciuti a Torre del Lago, in Toscana, tanti anni fa.
Dobbiamo andare indietro di 20 anni, quando mamma aveva 25 anni e dopo aver litigato con quello che sarebbe poi diventato mio padre aveva deciso di darsi alla pazza gioia facendo qualche giorno di mare a Torre del Lago appunto.
Era agosto, la spiaggia era strapiena di ragazzi e mia madre aveva già l’acquolina in bocca, ma c’era qualcosa di strano… lei era una ragazza bellissima ma nessuno sembrava notarla. Il primo giorno era stato un flop quindi decise di passare all’azione e iniziò a provarci spudoratamente con tutti ma i ragazzi erano tutti gay e mia madre diventò ben presto la barzelletta del luogo: tutti ridevano di lei. La sera decise di berci su e si fermò a prendere un aperitivo in spiaggia al chiosco di China, un giovane ragazzino che rideva sempre e comunque per “chissà quale motivo”… ma appena vide mia padre China iniziò a piangere a dirotto e scappò esclamando in un perfetto italiano da baronetto: “perché madreee!”. Il giorno dopo sarebbe stato ritrovato morto suicida nel suo appartamento. Mia madre andò via dal locale senza riuscire a consumare nessun drink e fece due passi in pineta dove incontrò un cinghiale, tentò di provarci con l’animale avvicinandosi chiedendo se aveva un accendino e il cinghiale “certo tesoro ma… be’ vabbè adorooo le tue scarpe manolo blahnik!”. Mia madre scappò urlando “madrinaaa salvami tu!”. Non apparve madrina ma apparve… Sabbrina, che stava al parcheggio della spiaggia sotto un lampione ma la serata era stata insoddisfacente anche per lei e quindi le due si consolarono a vicenda.
Sabbrina era un bell’uomo calabrese che viveva a Roma da anni ma aveva deciso di licenziarsi dal suo lavoro e prendersi un anno sabbatico in montagna, aveva preso da poco un appartamento in affitto vicino a noi ma praticamente era sempre a casa nostra.
Lo presi in disparte e gli proposi di andare al cinema il mercoledì con una telecamera nascosta in modo che io potessi vedere tutto quello che accadeva in tempo reale, lui accettò! (P.s. ok è strano che Sabbrina accetti di farlo ma ve l’avevo detto che è pazzo! E poi ho finito la droga e anche la fantasia p.s.2 scherzo, non mi drogo, sono così al naturale!)
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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