Gay & Bisex
02. Luca – Do ut des
di vogliagay
12.06.2015 |
13.175 |
7
""Va bene un bicchiere d'acqua..."
Conosco Beppe e Saverio da circa un anno e mezzo. Sono salito da Napoli, avendo deciso di frequentare architettura a Milano. Le possibilità economiche erano ben poche, così all'inizio mi stabilii in un convento di suore, col fermo intento però di scappare il prima possibile. Ma la ricerca di un appartamento (o meglio, di una stanza) a un prezzo stracciato era praticamente impresa impossibile. Ero fermo in pianta stabile dalle suore ormai da un paio di mesi e stavo perdendo ogni speranza di potermene andare. Ma un bel giorno accadde…Ero intento a spompinare un mio collega di corso nei bagni dell'università, il tipo gradiva particolarmente e mi riempì letteralmente la faccia e i capelli della sua crema. Era esausto ma soddisfattissimo. Mi disse: "Senti, ma perché non ci vediamo fuori di qui? Così ci divertiamo di più!".
"Volentieri!", risposi. "Dammi il tuo indirizzo e per me possiamo fare anche stasera!".
"Eh no, io purtroppo abito con i miei e non posso ospitare. Non possiamo fare nella tua stanza?", mi chiese.
"No, anch'io ho lo stesso problema. Per ora vivo in un convento di suore. Vietato far entrare gente estranea. Voglio scappare da lì, ma trovare una stanza a poco è impossibile!", risposi sconsolato.
Intanto eravamo usciti dal bagno, ben attenti a non farci vedere da occhi indiscreti. Ci stavamo lavando le mani (io anche la faccia…) e dopo poco lui disse: "Aspetta, forse ho la soluzione. Ho un amico, Saverio, che vive in un appartamento in centro, zona Castello con un altro ragazzo. Mi ha detto che il proprietario di casa, stronzo, gli ha aumentato l'affitto di 100 euro. Per loro comincia a essere un po' troppo e cercano un'altra persona per dividere la spesa. Ti do il suo numero, nel frattempo gli accenno io di te!".
"Ti ringrazio davvero tanto! Spero che la cosa possa andare in porto!", esclamai speranzoso.
"Non saprei sinceramente quanto potrebbero chiederti, ma tentar non nuoce!".
Fu così che dopo tre giorni mi trovai a suonare il campanello di quest'appartamento al terzo piano di una palazzina in pieno centro.
Mi aprì un ragazzo che definire bonissimo, fighissimo è riduttivo. Carnagione scura, rasato e barba lunghetta. Maschio all'ennesima potenza. Rimasi di stucco.
"Ehi! Dico a te, entra pure!", mi disse il ragazzo stranito.
"Oh sì, scusa. Ero sovrappensiero!", risposi.
Entrai nell'appartamento e guardai più approfonditamente il tipo. Sembrava avere anche un gran bel fisico, era pure in accappatoio! Tutto contro di me cazzo!
"Accomodati pure. Scusa ma come avrai capito sono appena uscito dalla doccia. Ora c'è l'altro ragazzo, Beppe. Appena finisce ci mettiamo a parlare della stanza…"
"Gradisci qualcosa da bere, Luca?", mi chiese.
"Va bene un bicchiere d'acqua. Ti ringrazio…".
"Saverio. Sono Saverio!", continuò sorridendo. Risposi al sorriso. "Ah, ma ecco Beppe!"
Mi venne incontro, porgendomi la mano. Ci presentammo. Anche lui un gran bel ragazzo, scuro di carnagione. Capelli scuri, riccioli e occhi chiari. Praticamente un dio. E anche lui in accappatoio, ovviamente… Cominciai a sentire le vampate di calore.
"Allora", cominciò Saverio, "come ti avrà accennato Luigi cerchiamo un altro coinquilino perché il padrone di casa ha pensato bene di aumentarci l'affitto di 100 euro! Intendiamoci, è un amico di famiglia e ci fa già un prezzo di favore. 600 euro per un appartamento in pieno centro sono niente. Però 300 euro a testa per noi cominciano a essere un po' troppi. Qualche regola: ovviamente si fanno i turni per le pulizie. Per la spesa le cose tipo pasta, carne, uova si dividono. Per quanto riguarda gli sfizi, ognuno si paga i propri. Per il resto, massima libertà. Ognuno ha la propria stanza ed è libero di portarci chi preferisce"
"Capisco. Beh, come saprete io per ora sto vivendo in un convento e non ce la faccio più, voglio la mia libertà. Sono molto interessato. Ma 200 euro più le spese per me sono comunque troppi, visto che purtroppo non ho ancora un lavoretto. Non potreste venirmi incontro in qualche modo?", chiesi speranzoso. E poi aggiunsi: "Un'altra cosa, vorrei subito mettere in chiaro questo. Io sono gay, spero che per voi non sia un problema".
Beppe e Saverio si guardarono, poi Beppe mi disse: "Scusaci un attimo, torniamo subito", e sparirono in cucina. Li sentii parlottare. Tornarono dopo qualche minuto.
"Ci siamo consultati", esordì Beppe ridendo. "Abbiamo deciso che per noi va bene anche solo farti pagare i 100 euro di aumento, in questo modo per noi la cifra rimarrebbe invariata rispetto ai mesi scorsi".
"Fantastico ragazzi, vi ringrazio!", risposi, esplodendo di gioia.
"Aspetta! Ci sono un paio di condizioni però. Dipende da te se accettare o no. Farai le faccende di casa il doppio rispetto a noi (due settimane al mese) e dovrai anche soddisfarci in altro modo…", rimanendo evasivo.
Lo guardai perso, non capivo. Poi spostai lo sguardo verso Saverio e vidi che si era messo la mano sotto l'accappatoio e si massaggiava il cazzo.
"No, voi avete capito male! Ma per chi mi avete preso?", mi alterai.
"Avanti, non fare la santerellina! Sappiamo che ti piace il cazzo, e anche tanto! Pensi che Luigi non mi abbia detto che in due mesi ti sei spompinato mezza facoltà? E ora fai il difficile con noi? Ti assicuro che abbiamo dei gran bei cazzi!", incalzò Saverio. "Secondo me è il massimo per tutti. Tu hai una stanza a un prezzo stracciato e due cazzi a disposizione praticamente tutti i giorni (Beppe non ti ha detto che dovrai soddisfarci sempre, in qualsiasi momento ci venga voglia), noi paghiamo quanto prima, facciamo le pulizie meno spesso rispetto a prima e abbiamo una bocca e un culo con cui divertirci senza stare a romperci i coglioni e cercare una tipa ogni volta".
Nel frattempo continuava a massaggiarsi il cazzo. A menarselo, più che altro, ormai. E vidi che era davvero qualcosa di interessante. Lo fissavo. Lui se ne accorse e spostò i lembi dell'accappatoio, mostrandomi un cazzone fantastico. Restai a bocca aperta. Mi girai leggermente e vidi Beppe imitare l'amico. Anche lui un uccello di tutto rispetto. Sentii all'istante il buco del mio culetto contrarsi dalla voglia.
"Facciamo così: ti lascio mezzo minuto per pensarci. Se alla fine vieni qui e cominci a succhiarmi il cazzo, vuol dire che accetti, se te ne vai non se ne fa nulla. Ma direi che sarebbe davvero un peccato. Ci stai?", mi propose.
Io annuii, come in trance. Inutile dire che non aspettai neanche i trenta secondi, ma mi fiondai letteralmente su quell'asta pulsante. Cominciai dalle palle, due noci belle grosse che promettevano tanto succo. Poi percorsi tutta l'asta con la punta della lingua, provocando fremiti nel tipo. Infine arrivai alla cappella, che cominciai a solleticare. Saverio cominciò a mugolare. Era impaziente, tanto che dopo un paio di minuti di questo gioco spinse la mia testa e mi obbligò a ingoiare gran parte del suo cazzo. Mi misi di buona lena, suggendo quel pezzo di carne come se dovesse sfamarmi. Nel frattempo Beppe si sedette accanto a Saverio, prese una mia mano e se la portò all'inguine. Afferrai deciso il suo cazzo e cominciai un deciso su e giù, particolarmente gradito.
Dopo qualche minuto Saverio allontanò la mia testa dal suo cazzo e me la diresse verso quello di Beppe. "Un po' lui, adesso!", mi disse. "Ah, una cosa: noi due ti scoperemo sempre senza preservativo e prenderai sempre la nostra sborra in bocca o in culo. Oggi cominciamo dalla bocca. Ingoi la nostra sborra. In questo modo avremo suggellato il nostro patto. Che te ne pare?".
Levai un attimo il cazzo di Beppe dalla mia bocca e me lo sbattei un po' sulla lingua, atteggiandomi da vera troia. "Mmmm, sì, adoro la sborra! Fatemi bere!".
"Cazzo, aveva ragione Luigi, sei una troietta!", commentò Saverio.
Deciso, si alzò dal divano, mi girò in modo da avere la testa in basso, oltre il bordo e mi infilò energicamente il suo cazzo in bocca. Prese a scoparmi di buona lena.
"Mmmmm, continua così che arriva presto, bravo!", mi incitava. Di tanto in tanto, preso da qualche raptus dettato dalla forte eccitazione, dava un colpo più forte e me lo spingeva fino in gola, provocandomi conati di vomito. Finché non lo sentii ansimare più forte e avvertii il cazzo pulsare ed ingrossarsi nella mia bocca. "Ci sono, sborrooooo!".
Numerosi getti in rapida successione invasero la mia bocca. Avrei voluto trattenere un po' quella crema per godere appieno del suo sapore, ma era davvero troppa e mi fu impossibile. Quindi cominciai a ingoiarne un po', ma riuscii nel mio intento con gli ultimi schizzi sparati. Acidula ma molto gradevole. Gli feci capire di aver gradito, tirando fuori il cazzo dalla mia bocca e tirandolo a lucido. "Che sborrata ragazzi!!!", commentò esausto. Poi si spostò e fece spazio a Beppe, che sostituì immediatamente il cazzo di Saverio col suo.
Anche lui non vedeva l'ora di darmi la sua crema, si muoveva come un forsennato nella mia bocca. E non dovetti aspettare molto in effetti. Rimasi quasi scioccato, in quanto sborrò ancora di più del suo amico. E per me che adoro letteralmente bere la sborra, quella era veramente una manna dal cielo. Anche la sua davvero buona. Mi dedicai a ripulire anche il suo cazzo e per chiudere in bellezza mi infilai entrambi i cazzi mosci in bocca per un'ultima succhiata. Erano provati ma soddisfatti.
"Vedrai, ci divertiremo!", mi disse Saverio.
"Farai scorpacciate di cazzi!", aggiunse Beppe.
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