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Addio al celibato 3 - Il digestivo


di vogliagay
09.05.2014    |    12.517    |    2 9.5
"La lecco in tutta la sua lunghezza, dalle palle al glande per un paio di volte, poi mi faccio coraggio e chiudo le mie labbra attorno alla sua cappellona..."
Quando ci stacchiamo, mi alzo dal letto e corro immediatamente sotto la doccia, stando attento a non combinare disastri, in quanto sono davvero in condizioni pietose. Sento la sborra colarmi in ogni dove, dal viso lungo il collo e dal petto verso l'addome fino a finire lungo il mio membro ormai flaccido. Teo e Fabio invece sento che vanno a darsi una sciacquata veloce sotto la doccia che c'è in cortile. Io invece mi lavo con cura, soprattutto le parti intime, dedicando particolare attenzione al mio buchetto, ormai in condizioni preoccupanti. Provo a infilare un dito, e quello entra come nulla, idem con il secondo. Faccio un po' di fatica e sento parecchio fastidio solamente quando infilo il terzo dito e questo mi preoccupa un po', in quanto significa che sono veramente sfondato. Certo, non avrei dovuto esagerare, visto che era parecchio tempo che non mi facevo scopare, ma è successo tutto così inaspettatamente che non avrei potuto fare diversamente. Al solo pensiero che nelle ultime ore mi sono fatto sbattere da ben 4 cazzi diversi, per ben due volte e anche da due cazzi contemporaneamente, il mio uccello torna sull'attenti e mi sento troia. Sono più che altro preoccupato da quello che possono pensare i miei amici, ma già la reazione di questa mattina dei gemelli dovrebbe tranquillizzarmi. Per loro non è un problema se mi piace anche il cazzo, anzi! Cerco di indirizzare i miei pensieri altrove per terminare velocemente la mia doccia e mentre mi sto sciacquando, sento che Marco ed Enrico sono rientrati dalla loro passeggiata e parlottano con Teo e Fabio.
Esco dalla doccia e mi dirigo in cucina, dove i gemelli hanno preparato il caffè anche per me. Faccio per sedermi al tavolo per fare colazione e saluto Marco ed Enrico, i quali ricambiano con un occhiolino d'intesa, chiaro riferimento a quanto è accaduto ieri sera. Sorrido loro e cominciamo a chiacchierare come se nulla fosse. Dicono che sono usciti a fare una passeggiata sul mare. È una bellissima giornata, a quest'ora già calda, non c'è tantissima gente, se non al bar dove si sono fermati a fare colazione.
Il tempo di riempire un po' i nostri stomaci e ci dirigiamo tutti e quattro in spiaggia per una mattinata di sole, con l'intento comunque di rientrare a casa per pranzo, in quanto non ci va di mangiare panini per tre giorni. Effettivamente rimango un po' deluso, c'è davvero poca gente in giro, pur essendo venerdì di ponte, e ancor meno qualcuno di interessante. Mi dedico quindi tranquillamente alla tintarella, senza alcuna distrazione, anche perché ho già calmato le mie voglie questa mattina. Un po' di musica, una passeggiatina in riva al mare, un pucciatina in acqua e qualche tiro a calcio e ben presto si fa ora di pranzo.
Giunti a casa, non so per quale motivo, visto che non è stato deciso esplicitamente da nessuno, sono io che comincio ad occuparmi del pranzo, dalla pasta alla tavola, mentre i miei amici si mettono sul divano a fare i cretini, come al solito. La situazione è strana, sembra quasi che io sia la donna di casa che deve occuparsi dei suoi uomini. Dovrebbe infastidirmi la cosa, ma non so perché, ripenso a quanto mi hanno fatto ieri sera e stamattina, e sento che mi fa piacere occuparmi di loro, come se fosse il mio modo per ringraziarli.
Una volta pronta la pasta la servo in tavola, una semplice pasta al pomodoro seguita da un po' di frutta, nulla di che. Anche perché se vogliamo ritornare al mare dobbiamo comunque mantenerci leggeri. Alla fine Marco prende dal soggiorno una bottiglia di amaro e quattro bicchierini. Per me no, in quanto sa che non amo i superalcolici. Io intanto porto in tavola il caffè e Marco prende il cucchiaino per zuccherare il suo caffè. Non so quale strano movimento abbia fatto, fatto sta che il cucchiaino gli scivola di mano e cade per terra. Io non mi sono ancora seduto, per cui mi viene naturale abbassarmi e infilarmi sotto al tavolo per recuperarlo. Sono ancora sotto, faccio appena in tempo ad alzare la testa e vedo una scena che mi immobilizza e mi lascia senza parole. A una decina di centimetri dal mio viso svetta il cazzo ritto e duro di Marco, che si è abbassato preventivamente i pantaloni. È una stimolazione visiva molto forte, tanto che il mio uccello va immediatamente sull'attenti e la mia voglia sale repentina. Senza dire una parola agguanto il cazzo enorme nella mia mano, avvicino il mio viso, spalanco la bocca e m'infilo il palo di colpo in gola. In quel preciso istante, Teo domanda ad alta voce: "Allora Giò, quanto impieghi a recuperare un cucchiaino???".
Ma la sua domanda rimane sospesa a mezz'aria, in quanto Marco lancia un mugolio strozzato per la sorpresa del mio gesto. I miei amici rimangono in silenzio, quindi gli unici suoni che si sentono sono i respiri affannosi di Marco e i miei mugolii di piacere, che ben fanno capire quanto impegno stia mettendo nello spompinare il mio amico. Mentre continuo a succhiare, sento che gli altri tre si abbassano i costumi, facendo svettare i loro uccelli già duri. La situazione è eccitantissima, in quanto nessuno dice nulla, neanche Marco: sospira solamente e si gode il mio lavoretto. Fa fare tutto a me e mi stupisco del fatto di riuscire a dargli tutto questo piacere, visto che stando sotto il tavolo le mie possibilità di movimento sono assai ridotte. Dopo un paio di minuti, però, Marco vuole evidentemente cambiare tecnica e prendere lui in mano la situazione, quindi mi immobilizza la testa e comincia a muovere il bacino sulla sedia, cominciando così a scoparmi in bocca, dapprima abbastanza lentamente, poi aumentando sempre di più la velocità e la forza delle sue spinte. Mi arriva sempre più in profondità, tanto che ad un certo punto il cazzo è completamente piantato in gola e io comincio ad emettere versi gutturali e a produrre una quantità industriale di saliva che va a imbrattargli le gambe. Marco però non si cura della mia sofferenza e continua imperterrito a violentarmi la gola; molla la presa solo dopo una ventina di secondi, giusto per permettermi di prendere aria. A questo punto ne approfitto anche per abbassarmi i pantaloni e cominciare a menarmi il cazzo. Ma ecco che subito Marco mi riprende la testa e me l'abbassa di nuovo, fino a farmi toccare col naso il suo addome. Intanto Fabio, seduto di fronte a Marco prende ad accarezzarmi il culo con un piede, molto delicatamente. Questo accentua il mio piacere, tanto che comincio a muovere il culo in modo da far arrivare le dita del piede di Fabio a contatto con la mia rosellina. Sento però che Fabio allontana per un attimo il suo piede, poi sento rumore di saliva e dopo un attimo un dito umido che cerca di forzare il mio sfintere!!! Vuole scoparmi col dito del piede! Tengo ben fermo il culo in modo da facilitargli l'operazione, ed effettivamente dopo un paio di tentativi il suo alluce forza la mia apertura. Gemo in preda al piacere e mi rendo conto che il ritmo di Marco è sempre più veloce e il suo cazzo sembra gonfiarsi nella mia bocca. Capisco che sta per sborrare. Faccio per mollare la presa, ma Marco mi blocca la testa. "No tesoro, dove vuoi andare??? Bevi bevi, voglio che bevi! Vedrai che buona! Dai dai che sborro! Ah, ah, ahhhhhhhhhh! Sì sì, sto sborrando! Dai, bevi il tuo digestivoooooo, così! È buono, vero?".
Schizzi abbondanti di sborra si riversano nella mia bocca, o meglio nella mia gola. Il palo di Marco è talmente in fondo che non riesco neanche a distinguere gli schizzi e quindi a contarli. So solo che non finisce più di sborrare e io non posso far altro che ingoiare. E il sapore è buono! Un po' acidulo ma gradevole. Senza neanche accorgermene mugolo, facendo capire il mio gradimento e una volta che Marco ha finito di schizzare estraggo il cazzo per leccarlo e tirarlo a lucido. Marco è stremato e si adagia pesantemente sulla sedia, mentre io continuo a giocare col suo membro che comincia a smosciarsi. Dopo una decina di secondi lo abbandono e senza che nessuno dica una parola raggiungo Enrico, seduto a capotavola. Prendo in mano la sua mazza esagerata e mi rendo conto che non ci sta interamente nella mia mano! Incredibile davvero. La lecco in tutta la sua lunghezza, dalle palle al glande per un paio di volte, poi mi faccio coraggio e chiudo le mie labbra attorno alla sua cappellona. Sospira di piacere e mi lascia fare. Ho un po' di paura, in quanto le dimensioni di Enrico sono esagerate e non può certo scoparmi come ha fatto Marco. Quindi cerco di darmi da fare in modo che il mio pompino "tranquillo" sia di suo gradimento, e devo dire che riesco nel mio intento. Accompagno il mio su e giù di bocca con un movimento della mano, soprattutto sulla cappella, in modo da accentuare la sensazione di piacere. Di tanto in tanto azzardo ad andare più in profondità, ma più di metà cazzo non riesco a prendere. Vado avanti per poco più di cinque minuti e sento che il respiro di Enrico inizia a farsi più pesante. Mette le mani sopra la mia testa e comincia anche lui a scoparmi la gola, seppur meno violentemente di Marco, conscio del fatto che è per me impossibile ingoiare più di tanto il suo palo. Evidentemente però gradisce, perché dopo qualche secondo comincia ad urlare: "Sì puttanella mia, che brava che sei! Sto per sborrare anch'io! Bevi, beviiiiii!", e anche lui riversa abbondantemente tutta la sua sborra nella mia bocca. Devo dire che mi piace anche di più di quella di Marco, in quanto è meno acidula. Anche in questo caso accompagno l'ingoio con dei mugolii più forti, segno che godo anch'io. Lascio il biscione di Enrico e mi giro verso l'altro lato del tavolo, dove sono seduti, uno di fianco all'altro, Teo e Fabio, entrambi con le mazze belle dure. Mi piazzo tra i due gemelli e comincio un pompino alternato. Dopo il cazzo asinino di Enrico, i membri dei fratelli sono decisamente più maneggevoli e più facili da gestire nella mia bocca, con grande sollievo della mia mandibola. Mi dedico un po' all'uno, un po' all'altro, ma dopo un paio di minuti sollevano la mia testa, tirano indietro le loro sedie, mi prendono per le braccia e mi fanno uscire da sotto il tavolo. Si piazzano in piedi e si fanno spompinare in questo modo. Ben presto però capisco il motivo di questo cambio di posizione. Mentre succhio il cazzo di Matteo, Fabio si avvicina con la sua mazza in mano e la punta alla mia bocca. Faccio per mollare l'uccello di Matteo per dedicarmi a Fabio, ma quello mi prende la testa e lascia piantato il suo cazzo nella mia bocca. Capisco quindi che vogliono che prenda entrambi i cazzi, insieme. Allargo più che posso che labbra e a fatica faccio scivolare tutti e due i cazzi nel mio cavo orale. In questo modo non riesco a muovermi, ma sono loro che iniziano ad agitare i loro bacini, iniziando a scoparmi, seppur in modo blando. Vedermi così sottomesso e succube dei loro cazzi deve però eccitarli parecchio, perché dopo poco i loro gemiti si fanno più forti e tolti i cazzi dalla mia bocca cominciano a menarseli. "Apri bene e tira fuori la lingua, forza!!!", mi ordina Fabio. Eseguo all'istante e dopo qualche secondo sento due getti potenti che raggiungono la mia lingua. Sborrano entrambi nello stesso momento, centrando la mia bocca e non facendo cadere neanche una goccia di crema. Io dal canto mio non riesco a distinguere il sapore dei due gemelli e ingoio tutto non appena questi finiscono di spremere i loro cazzi. Mi meno il cazzo, inarco leggermente la schiena ed esplodo in una potente e soddisfacente sborrata.
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