Lui & Lei
il massaggio (lettera ad un'amica)
di Isaac
13.03.2013 |
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"Realizzai solo allora che una bella ed esperta signora mi stava voluttuosamente (almeno per me, immagino che per lei fosse professionalmente) massaggiando il..."
Vabbe', mi tocca ...Dunque, premetto che certe mie fantasie insertivo-ricettive sono abbastanza recenti e discendono oltre che da certi oscuri presagi onirici, da una circostanza fortuita e, per certi aspetti slegata: delle contratture muscolari nella parte alta della schiena, tra il collo ed il trapezio, dovute verosimilmente a stress e tensione.
Questo mi indusse, consigliato in tal senso da una collega che già se ne avvaleva, a rivolgermi ad una massaggiatrice che lavora nel medesimo edificio ove hanno sede i nostri uffici e che a noi dipendenti pratica lo sconto
Vinto l'imbarazzo mi risolsi a telefonarle, per descriverle la mia esigenza specifica e fissare l'appuntamento, così qualche giorno dopo (il tutto risale ad un paio di anni fa ...) mi presentai nel suo studio; la massaggiatrice, Titti si chiama, è una bellezza mediterranea, quasi egizia a causa degli occhi abbondantemente marcati colla matita nera ed i capelli lisci (che credo stirati), anch'essi neri e lunghi. Una donna non proprio giovanissima epperò solida, dai lineamenti marcati e le braccia toniche in un contesto piacevolmente aitante.
Io non conoscevo lei, lei non conosceva me, all'inizio c'era un po' di imbarazzo reciproco, acuito dal dover indossare degli imbarazzanti tanga di carta neri che stentatamente contenevano le mie pudenda (per fortuna non esuberanti, data la situazione) e, essendo tanga, letteralmente scomparivano nel solco delle natiche; il riscontro, allo specchio, era abbastanza divertente, sebbene non dignitosissimo ...
Mi sdraiai bocconi, pensando dovesse massaggiarmi solo la schiena ed il collo, invece mi invitò a mettermi carponi, mi coprì parzialmente con un asciugamani e, adoperando una quantità inverosimile di olio profumato, cominciò a massaggiarmi dai piedi: prima la pianta, poi le singole dita, tra dito e dito, poi il collo del piede, la gamba e così via, con movimenti fluidi, profondi, lenti ed assai forti. Il tutto era piacevolissimo, ed inaspettato, lei per alleggerire la tensione cominciò a chiacchierare ed in capo a pochi istanti ogni rigidità era sparita ed ogni imbarazzo sfumato.
Dopo i piedi le gambe, eppoi le cosce, sino a lambire l'inguine ed ogni volta ricoprendo con l'asciugamani tutto ciò che non era la porzione su cui lavorava in quel momento. Ero ammirato da tanta forza e da tanta grazia, profondeva un impegno notevole e ciò spiegava quelle splendide braccia tornite; finito con le gambe passò all'addome, poi al petto e così via, sino al collo e ridiscendendo per le braccia ed il torace, sino alle mani.
Finita la parte anteriore mi fece girare e ricominciò dalle gambe, alle cosce, alla schiena ed al collo (finalmente ... ero già del tutto sciolto e rilasciato), poi, ridiscendendo lungo la schiena arrivò ai glutei. Quello non me l'aspettavo: colle mani aperte comincio ad accarezzarmi in maniera sempre più decisa le natiche, insistendo coi pollici e l'olio lubrificante; va da se che l'olio, che era stato generosamente asperso sulle natiche, dato che tenevo le gambe lievemente socchiuse aveva presa la strada del perineo, me lo sentii dapprima nel solco poi addensarsi intorno allo sfintere, prima che da lì un rivolo discendesse verso i testicoli impregnando poi il pelo pubico. Tutto stentatamente contenuto dal pannicello di carta, ormai del tutto intriso d'olio profumato.
Realizzai solo allora che una bella ed esperta signora mi stava voluttuosamente (almeno per me, immagino che per lei fosse professionalmente) massaggiando il sedere e la cosa non poté non eccitarmi; del resto giacevo sul ventre epperciò l'inturgidimento dell'asta, unta anch'essa, ed il parziale disvelamento del glande, che intuivo fare capolino dal bordo del tanga e bagnato in parte di smegma ed in parte di balsamo, era virtualmente invisibile ... fu allora che un'immagine, dapprima confusa poi sempre più nitida cominciò prendere forma dietro i miei occhi socchiusi: mi immaginai che le sue dita si avvicinassero sempre di più al solco e poi da lì, dapprima col taglio della mano poi coll'arco tra indice e pollice, prendessero a percorrerlo per tutta la lunghezza, dal coccige sino allo scroto (mmmhhh ... che brutta parola per descrivere una zona così delicata) ed infine che colla punta del medio iniziasse a vellicarmi lo sfintere (altra brutta parola ... mi passerai, d'ora in poi, la licenza poetica di "rosellina"). In quella mia fantasmagoria le gambe s'erano apprezzabilmente dischiuse e la scena che mi figuravo (non potendola vedere essendo il tutto alle mie ... spalle) focalizzata sulla sua mano curata e forte e sul pollice che, dopo avere disegnato una serie di ghirigori intorno alla rosellina sommersa di balsamo finalmente e con delicata, inesorabile lentezza la violava introducendosi facilmente sino alla radice; una volta introdotto quel delizioso dito inziava con un movimento sinuoso e circolare, ad allargare sempre più il varco per introdurre poi l'indice e medio e continuare con le due dita ...
Fu a quel punto del film che mi resi conto che stavo impercettibilemente inarcando le reni, a protendere all'infuori il sedere in una specie di gesto supplice nel mentre che il respiro mi si era fatto leggermente affannoso; naturalmente nulla di tutto ciò che m'ero figurato era avvenuto ed anzi, le mani erano già tornate all'altezza delle reni per risalire, un'ultima volta sino al collo. Terrorizzato pensai che potesse aver intuito qualcosa così decontrassi il traverso anteriore e le gambe e ripoggiai lentamente l'addome ed il pube sul lettino (del resto se ne erano distaccati per pochi centimetri), dopo qualche istante ripresi anche il controllo dellla rosellina che, l'avvertivo, s'era letteralmente protesa all'infuori come un fiore che volesse sbocciare e, fidando che Titti non si fosse accorta di nulla, finalmente mi rilassai e lasciai che finisse cercando di non pensare più a niente.
Finito il massaggio mi invitò a restare sdraiato qualche istante ancora, lei mi avrebbe aspettato nell'altra stanza quando mi fossi rivestito. Immagino che sia sempre così, cogli uomini, che li inviti a restare sdraiati a pancia in giù qualche istante di modo da darle il tempo di guadagnare l'uscita ed evitare spettacoli imbarazzanti.
Uscita che fu mi misi a sedere sul lettino, effettivamente qualcosa mi sporgeva dal tanga pulsando e mettendo in mostra una coltre lattiginosa di umori e profumi, per un attimo fui tentato di ... oddio, a volte mi scordo di stare parlando con una signora ma tant'è, ormai il danno è fatto, per un attimo pensai di portare a compimento l'opera, del resto ero in uno stato tale che ci sarebbe voluto assai poco, poi paventando le conseguenze (e se fosse rientrata? se non fossi riuscito a pulire dappertutto? se in qualche modo se ne fosse accorta?), rinunciai; languidamente e svagatamente mi spugnai coll'asciugamani ad asciugarmi dell'olio un po' dappertutto, e soprattutto nella zona allagata che, in buona sostanza, andava dall'ombelico sin quasi a metà gamba, mi rivestii ed uscii, vergognosamente consapevole che le orecchie erano avvampate (fanno sempre così quando mi emoziono, divengono addirittura violacee ...).
Saldai il dovuto (una miseria per un'ora di massaggio energico e ... be', emozionante) e ci congedammo cordialmente. Chissà se intuii quello che mi passava per la testa, e se non è che per caso la mia reazione sia comune ai più, tant'è, quella notte faticai prendere sonno, vagheggiando di tornare da lei l'indomani e, chissà, chiederle esplicitamente di approfondire il massaggio concordando eventuali condizioni economiche supplementari ... con ciò le faccio un torto, sicuramente, perchè è una donna onesta e sposata.
Ecco, questo è quanto, anzi: non è, perchè in definitiva nulla è successo ... che cosa ne pensi? Che sensazioni ti trasmette? Quali immagini ti suscita?
Attendo tue e ti invio un bacio leggero leggero ...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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