Lui & Lei
Il vicino
di ElisaAle
27.12.2023 |
671 |
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"Lui si girò dandomi le spalle, io mi sfilai il vestito lanciandolo su una delle sdraio e nuda mi lasciai scivolare sott’acqua; nuotai verso il lato più oscuro..."
Ci eravamo incrociati più volte nell’ultimo mese, sempre e solo durante quella routine serale di buttare la spazzatura al cassonetto. Uno scambio timido di saluti, spesso da un marciapiede all’altro, tipico di due persone che non si conoscono ma che già si son incrociate più di una volta.
Quella sera di giovedì faceva veramente molto caldo, era uno di quei giorni di luglio con temperature africane ed io chiusa in casa con l’aria condizionata non avevo nessuna intenzione di uscire. Dal divano guardavo i due sacchetti appoggiati all’ingresso, eran solo carta e plastica, avrei potuto lasciarli lì fino al mattino seguente e continuare a guardarmi la mia serie su netflix, ma la verità era che mi davan un gran fastidio.
Mi feci forza, mi infilai i sandaletti di cuoio e uscii.
Aprendo la porta venni travolta da un caldo atroce; amavo il caldo ma 34 gradi alle 10 di sera erano veramente tanti.
Uscita dal cancello cominciai a percorrere quei due trecento metri che mi separavano dal fatidico punto di raccolta camuffato da una struttura di legno.
Al mio arrivo lui, lo sconosciuto che salutavo quasi ogni sera, era li, a dividere accuratamente ogni elemento riciclabile.
Lo salutai e molto meno meticolosamente buttai i miei due sacchetti.
“ the planet is in our hands”
Ecco il solito ecologista che vuole attaccare bottone con la persona sbagliata, pensai.
Gli sorrisi annuendo rispondendo un semplice “ of course “.
Ed ecco che si instaurò un dialogo, sempre in inglese
“Piacere sono kurt, ti ho visto spesso qui, immagino tu viva vicino”.
Ovviamente risposi e da li cominciammo a chiacchierare.
Per 10 minuti abbondanti dovetti sostenere una conversazione in inglese e tra me e me pensavo come certa gente possa vivere qui senza sapere una parola di spagnolo, ma come lui ce ne sono molti.
Quando mi disse che era svizzero, di Lugano precisamente, scoppiai in una risata; lui mi fissò attonito finché in italiano gli dissi “ dieci minuti in inglese per poi scoprire che parliamo la stessa lingua!” Anche lui cominciò a ridere ed alla fine mi disse “ senti, qui nn è il miglior posto per chiacchierare, ti posso offrire una bevanda rinfrescante comodamente in giardino?”
Non proprio convinta accettai e così ci dirigemmo verso casa sua, una villa che aveva preso in affitto da marzo con la famiglia.
Comodamente seduti in giardino a lato piscina continuammo a parlare di noi, di cosa ci avesse portato qui.
Era un uomo sui 45-50 anni, molto ben portati, aveva due figli e una moglie , al momento in vacanza mentre lui, ingegnere nautico, era dovuto restare per lavoro.
Il tempo passava e ormai seduti a bordo piscina con i piedi in acqua, al secondo gin tonic, mi chiese se gradissi fare un bagno per rinfrescarmi.
Si offrì di prestarmi un costume di sua moglie, ma io spiritosamente risposi che il costume non sarebbe stato un problema.
Gli dissi che ero abituata ormai da anni a stare in spiaggia nuda ed un bagno notturno nella penombra non sarebbe certo stato motivo di imbarazzo.
Anche lui nudista mi disse che aveva trovato l’isola molto predisposta e che aveva notato lo si viveva in totale naturalezza.
Ne parlammo per qualche minuto poi gli dissi : “ok girati”.
Lui si girò dandomi le spalle, io mi sfilai il vestito lanciandolo su una delle sdraio e nuda mi lasciai scivolare sott’acqua; nuotai verso il lato più oscuro della piscina e dissi: “ tocca a te ora”.
Ridendo mi chiese di girami, lo feci e lo sentii tuffarsi.
Mantenemmo sempre una certa distanza “di sicurezza “ e continuammo a chiacchierare qualche minuto, sorseggiando ogni tanto i drinks appoggiati a bordo piscina.
In acqua si stava finalmente bene, freschi e in uno stato di totale relax.
Ad un certo punto, mentre gli stavo raccontando di casa nostra, mi interruppe dicendo che avevo un seno veramente stupendo.
Io smisi di parlare, me lo guardai, fuori dall’acqua per metà, i capezzoli, carezzati dalle lievi onde, turgidi e scuri risaltavano nella delicata illuminazione.
Imbarazzata gli risposi con un grazie. Attimi di tensione, sentivo che qualcosa stava cambiando dentro di me e tra di noi; alzai lo sguardo e, forse nel tentativo di mantenere un controllo della situazione, gli dissi “ti svelo un segreto” ed immediatamente mi immersi nuotando nella sua direzione per riemergere esattamente di fronte a lui, a pochi centimetri.
Gli misi le braccia al collo schiacciando il mio seno al suo torace e guardandolo negli occhi gli sussurrai “ sono finte”.
A quel punto quello in imbarazzo era lui, e con voce roca e tremolante mi rispose “ non sembra proprio” una pausa di qualche secondo e “ cosa stiamo facendo?” Mi chiese sempre molto teso. “non lo so, ma laggiù mi pare qualcuno abbia le idee più chiare”, risposi riferendomi ad una erezione che mi premeva sul ventre.
Qualche altro secondo di silenzio, il cuore batteva forte nel petto, e lui tentò di baciarmi.
Io mi scostai dirigendo il suo bacio sul collo, sotto l’orecchio.
Sentii le sue mani carezzarmi timidamente la schiena e scendere lentamente sulle mie natiche palpandomi e stringendomi contro sua erezione.
La situazione aveva preso una direzione abbastanza inaspettata, entrambe sentivamo che stavamo facendo qualcosa di sbagliato ma il limite era stato superato, e sarebbe stato molto difficile tornare indietro.
Mi sollevai leggermente e presi tra le cosce il suo membro; stringendolo tra di esse cominciai a strusciarmi col mio sesso su di esso mentre lui sempre tenendomi dalle natiche assecondava il mio lento movimento; ero eccitata ma allo stesso tempo tesa.
“Siamo adulti e consapevoli, ma se nn te la senti ci fermiamo qui” gli sussurrai in un orecchio senza ricevere però alcuna risposta.
Lo sentivo scivolare sempre più turgido tra le mie labbra per poi andare oltre.
Le sue mani mi stringevano con forza i glutei.
Il suo corpo contro il mio, le sue labbra sul mio collo solleticandomi dolcemente, entrambi vogliosi e desiderosi del proibito ma apparentemente incapaci di fare il passo in più.
Ancora una volta quella forza e intraprendenza mi fece superare l’ostacolo.
Con le braccia ancora intorno al suo collo e agevolata dalla leggerezza data dall’essere in acqua sollevai le gambe divaricandole, appoggiai i piedi sulla parete immersa della piscina poco dietro di lui e piegandole mi avvicinai col mio sesso al suo; lo sentii appoggiarsi con la punta proprio tra le mie labbra e lentamente scivolarmi dentro senza grande fatica.
Cercai di trattenere un gemito, e cominciai a muovermi aiutata dall’essere appoggiata alla parete cn i piedi.
Lui mi sosteneva ed assecondava i movimenti con le mani sulle natiche.
Gli affondi divennero sempre più decisi, ora era lui a gestire il ritmo; incrociai le gambe dietro di lui e mi lasciai guidare in quell’amplesso fuori programma.
D’un tratto lo sentii, più rigido e deciso nei movimenti, ed ecco che un calore invase il mio ventre accompagnando il suo piacere enfatizzato da un leggero gemito. Qualche istante e tutto si fermò; gli sorrisi e lasciai la presa al collo lasciandomi andare indietro in acqua.
Un altro istante e sciolsi anche le gambe sfilandomi da quel membro.
Sdraiata in superficie e cullata dall’acqua guardavo le stelle in cielo, osservata, guardata, ammirata in totale silenzio dal mio nuovo amico.
Mi piaceva quella sensazione, quel lieve mutuo e silenzioso imbarazzo per aver peccato, quell’essere guardata, ammirata, sentire i capezzoli turgidi a filo d’acqua carezzati dalle piccole e delicate onde e quel fresco dato dall’acqua la dov’è qualche istante prima c’era il fuoco. Rimanemmo così qualche minuto, forse due o forse cinque, senza parlare e senza sfiorarci, vicini ma lontani; poi d’un tratto tornai alla realtà, era tardi, non sapevo esattamente quanto, ma ero sicura lo fosse, così mi diressi verso la scala a pochi metri da me e senza fretta uscii, in silenzio, senza guardarlo, dandogli le spalle.
Percorsi mezzo perimetro della piscina, sorridendogli e dicendogli solamente “è tardi”.
Presi il vestito e, senza asciugarmi, me lo infilai mente i capezzoli bagnati subito si mostrarono sul leggero cotone bianco; mi chinai vicino a lui ancora in acqua, lo baciai su una guancia e gli sussurrai “ grazie della splendida serata “, mi infilai i sandali e passando per il giardino mi diressi all’uscita e verso casa.
Pensavo all’accaduto ma non me ne pentivo, mi ero divertita e avevo passato una bella serata.
Pochi minuti ed ero nel mio cortile, eran quasi le due, il caldo era ancora forte mi sfilai il vestito, le scarpe e mi rituffai in piscina dove aspettai il fidanzato che arrivò dopo solo una decina di minuti. Uscii dalla piscina, lo abbracciai e lo baciai e ci sdraiammo sul lettino lì accanto. Lui mi prese, come solo lui sa fare, con amore deciso, e mi regalò quell’orgasmo incredibile che poco prima non avevo avuto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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