Lui & Lei
Il primo incontro
di lus68
27.10.2011 |
4.059 |
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"Pochi colpi e vieni, forte, tanto: sembra che tu mi abbia pisciato addosso da quanto sei bagnata..."
Fa caldo, in auto non ho acceso il condizionatore perchè voglio godermi il vento con il finestrino aperto, ma dietro il parabrezza il sole scotta. Sono leggermente sudato, la pelle è lucida, un po' per il caldo, tanto per l'emozione di venirti a trovare. Finalmente mi hai invitato per un caffè in paese, ma a casa tua. Mi hai detto che potevo arrivare in qualsiasi momento: quando ti ho detto che doveva essere un'improvvisata, che volevo trovarti così com'eri, nelle tue normali attività hai accettato il gioco.Finalmente arrivo sotto casa tua, parcheggio, mi avvio al portone e suono il campanello. Mi sembrava di averlo fatto con calma, ma il fiato corto mi indica che forse ho corso. Sento chel'eccitazione si sta impossessando di me e mi sforzo di dirmi che è solo un caffè, tanto per conoscerci, non è un appuntamento galante.
"Chi è?" La tua voce è calda, emozionata e mi arriva dritta dentro.
"Ciao. Sono Luca."
"Sali".
Adesso vibra ancora di più, ed è ancora più calda. Eccitante.
Salgo le scale, arrivo alla tua porta, è socchiusa ed entro chiedendo permesso. Mi rispondi con una avanti che mi fa ribollire il sangue: il tuo accento mi fa sentire ancora di più che sei emozionata anche tu. Eccitata? Dico di no, ma spero di sì.
Avanzo in soggiorno e sei lì, sulla porta della cucina: indossi una maglietta bianca, corta ed aderente che mette in risalto i tuoi seni. Un paio di shorts fantastici, sgambati, disegnano ancora di più il tuo culo splendido. Sono senza fiato.
Mi accogli con un sorriso splendido, come se fossimo intimi amici mi dici che stavi sistemando la cucina e che è un po’ in disordine, ma mi inviti di là per il caffè.
Ti seguo, senza nemmeno stringerti la mano, senza nemmeno darti un bacio sulla guancia per salutarti. Mi fai accomodare al tavolo, completamente sgombero. Mentre ti volti a preparare la moka, noto che la maglietta dietro è sudata: la voglia di leccare il tuo sudore lungo la schiena mi assale.
Parliamo del caldo che finalmente è arrivato, del fatto che possiamo andare finalmente al mare. Mi alzo e mi avvicino, tanto; tu sei sempre voltata, ti accorgi che ti sono vicino, che ormai ti respiro ma non ti volti, continui ad armeggiare con il caffè.
Ti sono vicinissimo. Il tuo profumo, l’odore della tua pelle sono alla mia portata, li respiro profondamente e mi inebriano, mi arrivano dritti al cervello. E al cazzo. Mi senti respirare sul tuo collo, ma non ti sposti, anzi, il tuo culo spinge leggermente verso la mia patta, sfiora i pantaloni, me lo fa diventare duro del tutto.
D’istinto ti lecco il collo, facendo pressione con la lingua, come si lecca golosamente un gelato per raccoglierne il più possibile. Sei salata, accaldata, inizi ad ansimare e di riflesso mi schiacci il culo sul cazzo, non puoi non sentire quanto duro è!
Da dietro ti afferro le tette, sento i capezzoli duri sotto la maglietta, una mano si infila sotto e scivola veloce sulla tua pancia sudata, corre a stuzzicare di più il tuo seno. Continuo a baciarti sul collo mentre ansimi sempre di più.
La mia mano ora scende, ti slaccia gli shorts e va dritta alla tua fica: sei senza mutande e sei bagnatissima. Comincio a masturbarti e agiti sempre di più il tuo culo sul mio cazzo, lo stai facendo scoppiare!
Mi apro i pantaloni, ti abbasso gli shorts e te lo sbatto dentro, forte, quasi violentemente. Pochi colpi e vieni, forte, tanto: sembra che tu mi abbia pisciato addosso da quanto sei bagnata. Splendido. Restiamo fermi così un attimo, aspettiamo che ti riprendi e poi, ti stacchi da me, ti volti e ti inginocchi a farmi un pompino meraviglioso, intenso; succhi come se volessi bermi l’anima. Mi gusto la tua bocca, ti guardo in estasi mentre mi lecchi, guido la tua testa mentre mi pompi… poi ti afferro le mani, ti faccio alzare in piedi e ti stendo sul tavolo, sulla schiena.
Ti tolgo gli shorts, ti alzo le gambe e ammiro i tuoi buchi complentamente esposti: brillano dei tuoi umori! Mi tuffo a leccare quel nettare, ti lecco tutta, la fica, il buchino, infilo leggermente dentro la lingua strappandoti dei piccoli urli.
Mi rialzo, te lo punto sulla fica e lì mi dici: ”No. Nel culo. Sfondami…” Non me lo faccio ripetere. Lo struscio sulla fica per bagnarlo per bene e te lo infilo piano piano, mi voglio gustare ogni millimetro. Entra tutta la cappella, sospiri forte, spingo ancora, ansimi, un colpo deciso e te lo sbatto tutto dentro, urli. ”INCULAMI…” Mi sento un animale, comincio a pomparti forte, ti vedo godere ancora, hai i lineamenti sconvolti dal piacere, io sono sudato, gocciolante, ti sbatto sempre più velocemente.
“Riempimi il culo, porco…” Non ti faccio attendere e rispondo subito al tuo invito. “Ecco, ecco troia mia, eccomi, ti sborro nel culooo….” E vengo, forte, godendo come mi capita di rado. Resto fermo a godere di tutte le sensazioni che riesco a percepire: le tue gambe sulle mie spalle, il freddo del tavolo sulle gambe, il pube e le palle bagnate di te, il tuo culo che avvolge il mio cazzo. E mi sembra di venire ancora.
La moka borbotta, il caffè è salito. E finalmente ti ho conosciuta.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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