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Lui & Lei

I patti sono patti


di Alexposy
10.02.2017    |    13.934    |    21 8.7
"Dovevo arrivare prima di te, comunicarti il numero della stanza ed attenderti qui..."
Eccoci qui: devo aver perso completamente il senno.
Cosa ci faccio in questa stanza d’albergo seminuda in attesa di te, un uomo molto più grande di me che conosco a malapena?
Mai avrei creduto di poter cedere così ingenuamente ad una proposta del genere.
Certo finchè tutto rimaneva nel virtuale.. in rete.. senza implicazioni reali, senza conoscersi veramente, il gioco era eccitante. Il fatto di potermi sentire me stessa e non nascondere quel lato velatamente esibizionista che giace sepolto nel mio profondo.. da convenzioni sociali.. tabù.. etichetta.. dalla paura anzi dalle paure, tante paure..dal giudizio degli altri in primis.. gli amici.. i coetanei, si proprio quei coetanei che ho sempre snobbato fin dalla più tenera età sentendomi fuori posto in loro presenza ma di cui ora temo il giudizio, è assurdo, io sono assurda.
Non ho mai condiviso molto con loro.. forse per questo preferisco la compagnia di qualcuno che mi capisca quando parlo e non che semplicemente mi ascolti.
E’ così che ti ho conosciuto, su un sito di incontri.. mi avevi contattata probabilmente attratto dalle foto un po’ provocanti che avevo messo sul profilo, nulla di esplicito o ginecologico.... questo pensavo, ma anche fosse non ci avrei visto nulla di male, infondo erano lì per un motivo.
Capii dopo pochissimo che non eri il solito frequentatore del sito con l’ansia di concludere in 3 battute e con l’arroganza di chi, solo perchè mi ha concesso 3 dei suoi preziosi secondi facendo un copia incolla, si sente in diritto di pretendere una risposta ai suoi monosillabi. No, eri molto diverso. C’era un interesse per quello che avevo scritto e cercato di comunicare attraverso i miei racconti e non semplicemente un impulso sessuale.
La nostra conoscenza procedeva in maniera tranquilla senza aspettative di alcun tipo.. la nostra differenza di età era un inibitore naturale che sentivi molto più forte di me.. non scendevi mai nello scabroso e la tua attenzione nei miei confronti a non strafare mi incentivava ad aprirmi sempre di più. Talvolta si scivolava in conversazioni più piccanti con reciproco interesse e piacere.. non nego un certo divertimento nello stuzzicarti.. ma tu ti prestavi al gioco ed eri ben consapevole dei limiti che ci eravamo posti.
Col tempo le nostre conversazioni venivano condite sempre più spesso con alcune richieste esplicite da parte tua su alcune parti del mio corpo che non mancavi di elogiare… un po’ per soddisfare la mia vanità ma soprattutto, cosa di cui ero consapevole, per alimentare quella brace inerte che giace dentro di me.. quella voglia mai confessata apertamente di essere guardata e soprattutto desiderata… niente poteva scatenarmi quella sensazione così particolare del sapere di essere entrata nella mente di un uomo, nella tua mente e di essere protagonista dei tuoi pensieri più peccaminosi.
Questo gioco dei ruoli si stava intensificando esponenzialmente tra noi e questo gioco di guardare ma non toccare.. diventò il vincolo non scritto che mi spinse infine in questa camera d’albergo.

Dovevo arrivare prima di te, comunicarti il numero della stanza ed attenderti qui.. pronta.

Dopo pochi minuti eccoti, ricevo il tuo messaggio.. sei qui, mi comunichi il tuo arrivo nella Hall.. il cuore mi comincia a battere in maniera forsennata. I pensieri si mescolano confusi.. sia dall’eccitazione del saperti a pochi metri sia dalla paura di non potermi più tirare indietro.. fino ad immaginarmi l’espressione dell’addetto alla reception quando gli dirai che sei atteso nella mia camera.. chissà cosa penserà.. si chissà.. probabilmente tramite il mio documento mi stava già cercando su facebook o in qualsiasi altro social network usasse.. be.. sarà l’unico testimone involontario del nostro incontro.

Sento bussare.. eccoti, faccio un respiro profondo mi giro spalle alla porta e socchiudo la finestra lasciando una penombra.. a quel punto un po’ insicura ti dico di entrare.
Sento i tuoi passi e il rumore della porta che si chiude alle tue spalle.. non riesco a girarmi ancora.. Non dici nulla per qualche secondo.. immagino debba abituarti alla penombra... poi mentre sospiro sento la tua voce ferma:
"Come sei bella",
Imbarazzata dalla situazione seppur certa della sincerità del tuo complimento ti ammonisco cercando di sdrammatizzare "Ma dai...non è vero", finalmente trovo la forza di voltarmi e guardarti negli occhi, ora un timido sorriso orna il mio viso.

"Ti piaccio davvero?" incalzo accompagnando la mia domanda con uno sguardo che lascia trasparire la mia eccitazione.
Istintivamente faccio scivolare la mia mano sinistra sulla coscia giocherellando con la punta delle dita con il bordo della canottiera che avevamo deciso sarebbe stato il mio unico indumento. L’altra mano risale lentamente fino a raggiungere il mio seno.. solo una carezza ma tanto basta per far risaltare i miei capezzoli e renderli ancora più evidenti sotto la stoffa sottile e risentire immediatamente la tua voce “Sì...molto. Dai...toccati"
La mia mano dalla coscia passa sotto il bordo della canottiera volutamente ampia per risalire fino all’altezza del mio ombelico mettendo in bella vista un micro intimo che lascia ben poco all’immaginazione da cui si poteva intravedere cosa vi si celasse.
La mia eccitazione sta crescendo esponenzialmente.. questa situazione mi sta travolgendo e sento un fuoco dentro desideroso di espandersi a dismisura.
Ti osservo mentre segui ogni mio movimento.. incerto su dove posare lo sguardo e io ti confesso la mia eccitazione ormai impossibile da nascondere, il mio respiro si fa corto e le mie mani sono sempre più sfrontate soffermandosi lungamente sul seno e stimolandomi i capezzoli che ormai sembravano bucare la stoffa che ancora mi copriva.
Ti guardo accarezzarti sopra i pantaloni una vistosa erezione e alla mia domanda spontanea se fossi eccitato, sento la tua voce fremente scaldarmi con la tua risposta
"Anch'io...molto"
Nel guardarti mentre ti accarezzi la mia mentre trasale al ricordo del nostro accordo
"Ehi...ricordati i nostri patti, guardare e non toccare"....
Sento la tua risposta velata dietro un un piccolo alone di delusione..
"Sì, certo: i patti sono patti", forse dato solo dalla mia brusca interruzione o forse da una tua ipotetica speranza, ma questi pensieri svaniscono in un attimo.. sapere di essere la causa della tua eccitazione mi sta facendo bruciare dentro.
Faccio scivolare una spallina della canottiera liberando un seno ancora celato fino a quel momento alla sua vista. Il suo sguardo è era fisso su di esso. le mie dita istintivamente cingono il capezzolo tra di esse tirandolo e stuzzicandolo quasi a provocarmi dolore. Una frase improvvisa che che ammette il mio essere abbandona le mie labbra prendendo forma. "Mi fa godere essere guardata mentre...sono..." . Tu mi interrompi dando voce ai tuoi pensieri:" Mentre sei una porca" .
Queste parole sono come una frustata di piacere e mentre continuo ad accarezzarmi sento che il mio ansimare cresce rumorosamente.
La mia mano scende velocemente infilandosi nella mie mutandine, le dita si bagnano al primo sfregamento con il mio sesso e istintivamente le lascio entrare dentro di me facendomi ansimare ancora di più. L’eccitazione che sento in questo momento supera ogni mio controllo, non pensavo che il tuo sguardo mi potesse far raggiungere un tale piacere in così poco tempo.. dopo pochi attimi il calore è insopportabile e la voglia di mostrarmi interamente a te è irrefrenabile.. con un gesto imporvviso mi libero di quell’indumento che ancora cela il mio corpo alla tua vista e ora sono completamente esposta al tuo sguardo mentre mi masturbo davanti ai tuoi occhi.
Le tue parole alla mia vista mi entrano dentro.. mi penetrano letteralmente come un amante impazzito di piacere.
"Cazzo...sei splendida! Dai...continua...fammi impazzire" .
Mi siedo sul bordo del letto per un attimo ma mi mi lascio andare con la schiena, sdraiandomi e lasciandomi oscenamente esposta al suo sguardo mentre continuo a maturbarmi in maniera confusa esternamente allargandomi quanto posso e usando le mani come fossero le tue.. fuori dal mio controllo. Le dita scivolano dentro e fuori velocemente.. il mio bacino cerca il loro contatto cercando di prolungarne la penetrazione al mio interno che è veloce e rumorosa.
Qualche parola mi esce dalla bocca confusa con un filo di voce.. non so cosa ti ho detto ma l’effetto che produce è istantaneo.
"Mi fai impazzire...che figa che sei" a queste parole sollevo leggermente la testa cercando un contatto visivo e con lo sguardo ti vedo in piedi davanti a me, a pochissimi passi, con i pantaloni abbassati e con la mano che stringe saldamente il tuo membro duro che fa capolino dall’elastico ormai incapaci di contenerlo.
Alla mia domanda.. se si stesse masturbando, posta forse in modo troppo irruento ma involontariamente dettata dalla concitazione.. colgo il tuo sguardo ingiustamente colpevole e ti giustifichi dicendo di non poter più resistere.
Io un po’ pentita per averlo fatto sentire in colpa trono con la testa apoggiata e lo sguardo rivolto al soffitto
"OK...ma non voglio vedere niente...davvero ti eccito tanto?"
Sento il rumore delle tue mani che sono intente a darti piacere mentre mi guardi fare altrettanto
"Sì....sei bravissima".
Dopo pochissimo sono al limite, sentirlo così vicino a me da percepirne quasi il calore.. lo spostamento d’aria dei suoi movimenti infrangersi sul mio corpo senza toccarmi.. il suo odore.. intenso e inconfondibile di eccitazione che mi sta letteralmente sconvolgendo.. sto ansimando sempre più forte mentre le mie dita non mi danno un attimo di tregua.
Non resisto sto impazzendo di piacere e nella mia follia la mia richiesta coglie entrambi di sorpresa
"Dai...vieni qui e baciamela...leccala tutta" .
La mia supplica è immediatamente soddisfatta.. il contatto con la tua bocca è impetuoso, vorace.. mi inarco sotto il tocco della tua lingua, ti afferro il viso tra le mani lasciandoti spazio, ti stringo a me premendoti più che posso, voglio sentirti dentro. I miei gemiti ormai sono assordanti e tu mi assecondi ad ogni respiro.. poi ti stringo forte tra le mie cosce incrociando le mie gambe dietro il tuo collo fino a toglierti il repiro… per un attimo infinito smetto di respirare il mio cuore sta esplodendo e quel calore che sentivo crescere all’infinito fino a poco fa ora si sta disperdendo a macchia d’olio per tutto il mio corpo.. il mio rogasmo ti sorprende.. rimani fermo tra le mie gambe ascoltando il mio respiro tornare lentamente regolare.. attimi di silenzio e poi la mia frase .. perentoria, in parte ingiusta ma che sancisce la fine e la risoluzione del nostro patto e del nostro incontro.
"Ora rimetti a posto e vattene"
Io resto sdraiata mentre ti sento armeggiare e rivestirti.. non riesco ad incrociare il tuo sguardo, fisso il soffitto bianco attraversato dalle ombre in movimento mosse dalle auto di passaggio che giocano con gli scuri della finestra.
La porta si chiude.. sento il rumore dei tuoi passi allontanarsi lungo il corridoio.. aspetto ancora qualche minuto inerme sul letto ripensando a quanto appena successo sorprendendomi del mio comportamento e godendomi nella mia mente ogni attimo appena trascorso.
Finalmente riesco ad alzarmi.. decido di farmi una doccia prima di andare.. non ho fretta, la camera l’hai già pagata tu.
Mi asciugo con calma.. mi rivesto.. passo un’infinità di tempo in bagno allo specchio ad asciugarmi i capelli poi mi trucco e raccolgo le mie cose rimaste appoggiate su una sedia nell’angolo della stanza. Prima di uscire do un’ultima lunga occhiata alla stanza e mi chiudo la porta alle spalle. Mentre cammino lungo il corridoio che porta all’ascensore un senso di colpa sopraggiunge per come si era concluso il tutto e per come ti avevo liquidato malamente, arrivo alla Hall dove il ragazzo che mi riconsegna il documento mi sorride dicendomi: “la stanza è già stata saldata, ah quasi dimenticavo c’è un biglietto per lei” raccolgo il biglietto che mi porge, lo apro ed è un tuo messaggio.
Un sorriso ricompare sul mio volto. Il ragazzo dell’albergo mi saluta “spero si sia trovata bene, arrivederci e torni a trovarci” io appoggio il biglietto sul bancone sorrido a mia volta al ragazzo “benissimo grazie ma non credo di ritornare”
Mi allontano lentamente lasciandomi tutto questo alle spalle..

Dopo poco il ragazzo trovando il biglietto sul bancone non riuscirà a resistere alla tentazione di leggerlo e troverà il tuo messaggio pe me
”grazie di tutto, dopotutto i patti sono patti”


Devo fare un ringraziamento molto speciale a Juliens che scrivendo il suo racconto omonimo mi ha coinvolta a tal punto da spingermi a scrivere il tutto dal mio punto di vista.
Grazie.

Vi consiglio di leggere anche la sua parte.
https://www.annunci69.it/racconti-erotici/altro/I-Patti-sono-patti_74815.html
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