Lui & Lei
Giochi
di Vrbl
04.03.2021 |
1.480 |
4
"E, allora, dopo un ultima contrazione..."
Interno di un appartamento.Locali ampi, spaziosi.
Livello borghese.
Arredamento fine '700, primo '800.
E' sera.
Le luci sono accese e varia gente gira quà e là.
Alcuni sono seduti, chiacchierano, bevono qualcosa.
Si passa da una stanza all'altra senza soluzione di continuità: porte aperte, stesse (o quasi) situazioni. Corridoi anch'essi ben illuminati e arredati.
Tranne uno.
Alla fine la porta è chiusa.
Luci accese, arredamento impeccabile e l'elegante porta in noce chiusa.
La gente transita anche attraverso tale "collegamento" senza, apparentemente, far caso alla porta e, semplicemente, si dirige verso un'altra stanza. Con la porta aperta.
Appoggiando l'orecchio alla porta, facendolo con attenzione, si udirebbero delle voci. Diverse voci. Sussurri. Un parlare a bassa voce, ma, probabilmente, ben udibile se ci si trovasse all'interno.
La porta viene socchiusa, leggermente, fino a poter gettare un'occhiata all'interno. Si vede solo una parte della stanza, un salotto ben illuminato, ecc. come altri nell'appartamento. Alcune donne sono in piedi nel locale. Alcune sedute, o meglio, appoggiate su alcune poltrone. Tutte sembrano avere la loro attenzione rivolta verso un punto preciso. Lo si nota facilmente. Verso una zona posta al margine di ciò che risulta visibile dalla porta appena schiusa.
Inoltre, non è immediato notarlo, ma comunque evidente, molte, tutte hanno qualcosa che manca. Nell'abbigliamento. Le scarpe, la gonna, la camicetta ... un capo o due in meno.
Sforzandosi si riesce ad inquadrare la parte destra del locale, verso la quale le dame guardano e, a volte, sorridono. Come ora.
Qui vi sono tre donne: una in camicetta e slip con un calice in mano, in piedi ad osservare. Altre due: una in gonna e reggipetto, un'altra, sembra, solo con gli slip, sono chinate verso qualcosa. O meglio, una (quella in gonna) è in piedi ma china (e sorridente), mentre l'altra (di schiena) è in ginocchio e sembra intenta a fare qualcosa. Si muove, il caschetto nero va su e giù, le mani non si vedono.
"Oh" pronuncia qualcuna nella stanza. Un gridolino.
"Ooooh" più soffocato, da parte di un'altra, forse.
Schiudendo leggerissimamente di più la porta, si vede meglio.
Un uomo è seduto su di una sedia. Vicinissimo alle tre donne. Il viso tirato. Sudato. Guardando meglio: nudo, tranne che per la parte che non è ancora visibile, la zona addominale, il pube. Ma, ad uno sguardo più attento ... è nudo, completamente. Ed è legato alla sedia. Ha un'erezione e non da poco sembra. La donna in ginocchio lo sta masturbando, molto lentamente, con sapienza, si direbbe. Il glande è scoperto e molto umido, rosso scuro. Le dita si muovono sopra il glande, sfiorano la fessura, scendono. Stimolano i punti giusti. Ogni tanto si fermano. Specie quando il pene ha una contrazione, seguita da quella di tutto il corpo dell'uomo.
La donna in piedi, lo guarda, il calice in una mano e uno smartphone nell'altra. Mostra lo schermo all'uomo. Lo sguardo di lui si fissa sulla luce bluastra, in movimento, che proviene dal piccolo schermo.
La donna, folta chioma rossa sulle spalle, dice: "La vedi ... mmh ... sei tu a decidere".
Una contrazione. Forte. Il pene ha un guizzo rapido e poi si ferma, pulsa. La mano smette il lavorio al quale, con perizia, era intenta. Tutto si ferma. Un attimo ancora. Un altro guizzo. L'uomo è contratto. Le mani legate alla sedia, dietro lo schienale. Le braccia e le gambe contratte. Si blocca. Poi si rilascia. Il pene eretto, umido, vicinissimo all'eiaculazione.
"Oh. Un'altra volta. ... Ancora. Dai".
La mano ricomincia a toccarlo. Le dita scivolano ai bordi delle fessura e sopra di essa.
Il gioco continua.
La chioma rossa in piedi dice: "Vuoi resistere ancora? ... Perchè?"
L'uomo è sempre più contratto.
Le dita del caschetto nero scivolano sul glande, fino a scendere più in basso ed iniziano un movimento ritmico dall'alto verso il basso e viceversa con una frequenza regolare, non particolarmente veloce, ma il movimento non risulta più lento come prima.
Da una poltrona una dama bionda sui 40, molto ben portati, capelli lunghi e intimo blu scuro dice: "... Così? ... Facciamo scommesse?"
Qualcuna sorride.
La mano continua, più veloce. Il glande ancora più umido e il pene più contratto in ogni sua parte.
L'uomo contrae anche gli addominali, ritmicamente e guarda verso il basso, per poi chiudere gli occhi e ripetere il processo.
La mano scorre veloce ora.
L'uomo sembra cercare aria: "Uh .. Ahh".
La mano si blocca e lascia il pene che ha un guizzo verso l'alto, mentre l'uomo contrae spasmodicamente addominali e glutei, gambe e spalle. Le braccia anch'esse con i muscoli contratti, le mani bloccate dietro alla sedia.
Un altro guizzo, poi un terzo.
Tutti gli sguardi sono fissi sul pene. Qualche bocca sorride, leggermente aperta.
Poi, lentamente, l'uomo sembra rilassarsi, di poco, ma quanto basta.
Qualche dama sorride un poco di più e si ravviva i capelli, distogliendo lo sguardo.
La donna in gonna e reggiseno mostra qualcosa al caschetto nero che era concentrato sulla masturbazione. Questa guarda la rossa in piedi, la quale, dopo un attimo, fa un cenno di assenso con il capo.
Qualcosa compare più chiaramente nelle mani della donna in gonna. La bruna si china e si inginocchia anch'essa vicino all'uomo. Tiene in mano alcuni aghi. Lunghi, sottili, ricordano (o forse sono) quelli usati nell'agopuntura.
Ne avvicina uno al pene e si ferma. Tutte guardano l'uomo in viso ora.
L'uomo è disorientato.
Lentamente la mano porta l'ago vicino al glande.
Sembra cercare qualcosa alla sommità dell'organo.
Poi la sfiora. L'uomo cerca di ritrarsi, ma lo spostamento è solo millimetrico a causa dei legacci. Anche piedi e gambe, ora, si vedono bloccati alla sedia.
L'ago si ferma vicino ai bordi della fessura e inizia a penetrare il glande. Molto lentamente.
Le dame osservano, rapite si direbbe, il glande e il viso dell'uomo, il quale, ancora disorientato, osserva anch'esso l'operazione e manifesta alcune piccole, rapide, contrazioni, sovrapposte alla tensione precedente.
L'ago penetra il tessuto per qualche millimetro, poi si ferma. La donna sfiora la lunga parte esterna, delicatamente.
Compare un altro ago.
Con perizia la donna infila l'ago ancora nel tessuto alla sommità del glande, in posizione, si direbbe, perfettamente speculare a quella dell'altro ago.
Ancora piccole, rapide contrazioni dell'uomo, il quale guarda in basso e, ogni tanto chiude gli occhi, tira un breve respiro e poi li riapre.
L'operazione viene ripetuta altre due volte.
Il pene è di un colore rosso scuro, ora. Estremamente contratto, manifesta brevi pulsazioni con una frequenza regolare. Sembra quasi pulsare al ritmo del cuore.
Le due donne inginocchiate vicino all'uomo guardano quel pulsare e sfiorano lentamente le estremità degli aghi che si trovano tutte a pochi cm dai punti dove sono stati infissi.
Quando lo fanno l'uomo si ritrae, o almeno cerca di ritrarsi, e guarda il gesto. E' decisamente accaldato, sudato, il ritmo cardiaco palesemente molto accelerato.
Ora le donne sfiorano gli aghi insieme con un'armonia complice e lo fanno in modo da muovere maggiormente le punte infilate nella carne.
Il pene pulsa, poi sembra bloccarsi in una posizione ancora più eretta. I vasi sanguigni nella parte inferiore sono irrorati in modo estremo, ora.
La donna che ha infilato gli aghi si ferma e anche l'altra, dopo qualche secondo, smette il curioso massaggio.
Nella stanza vi è tensione, attesa. Le donne sono concentrate, non ci sono risolini o altro. Guardano l'uomo e, regolarmente, gli sguardi arrivano al suo organo sessuale, soffermandosi a lungo. Emerge la punta di qualche lingua, rosso scuro, che fa capolino tra le labbra e le inumidisce.
La rossa in piedi fa un passo verso lo strano trittico davanti a lei e mostra ancora lo schermo dello smartphone all'uomo: "Cosa decidi? Allora? Vuoi aspettare o ... farla aspettare ancora?"
Qualcuna sorride, silenziosamente. Un'altra si accarezza la coscia, lentamente. Un'altra ancora, la caviglia.
Le due donne inginocchiate guardano la rossa in piedi e, dopo un attimo, lo schermo che emette ancora una luce bluastra e un lampo sembra brevemente illuminare i loro occhi. Forse anche l'ombra di un sorriso, sulle loro labbra.
Poi, la dama rossa, fa un cenno, appena percettibile con il mento.
Il caschetto nero riprende il massaggio. Si concentra sulla parte inferiore del pene, alla base del glande, dove la pelle ricopre ancora gli altri tessuti. Lentamente, su e giù.
Poi il movimento diviene più rapido, progressivamente.
L'uomo ora è concentrato a guardare il lavorio.
Le dame astanti, anch'esse osservano concentrate lo spettacolo.
La donna bruna, inginocchiata dall'altro lato, inizia a sfiorare le estremità libere degli aghi.
Una contrazione forte, duratura, scuote l'uomo.
Poi l'operazione si ripete.
Il glande è sempre più scuro e molto più umido.
Dalla fessura sembra colare, ora, un leggerissimo rivolo di liquido viscoso.
Il caschetto bruno massaggia il glande, ora. Scivolando con le dita sotto ai punti di infissione degli aghi.
E' un massaggio leggero, lento, ritmico, che coinvolge solo il glande.
Rallenta. Non si ferma.
Un attimo sospeso nella stanza. Tutti gli sguardi nel medesimo punto.
Il massaggio, lentissimo ora, non si ferma.
La frequenza delle pulsazioni, del pene e del corpo dell'uomo accelera.
Questi è chinato sempre più in basso, verso il suo pube.
Sembra quasi cercare aria, estremamente contratto.
E, allora, dopo un ultima contrazione. Fortissima, durevole, che non sembra rilasciarsi.
Con la saliva che cola dalla sua bocca e un "Aahh" di dolore e piacere che prorompe dalla sua gola. Allora un'eiaculazione imponente viene prodotta. In diversi "colpi", il liquido biancastro schizza in alto. Mentre le donne ritraggono le mani e osservano lo spettacolo, senza spostarsi, ma facendo mancare "l'ausilio" della masturbazione. Lo sforzo che pervade il corpo dell'uomo durante l'eiaculazione è evidente. Ma la stessa non si interrompe, anzi, prosegue a diversi intervalli, via via più modesti, fino ad interrompersi, sembra, solo all'esaurimento.
Poi, l'uomo sembra rilasciarsi, sfinito.
Lo sperma cola ancora, in piccola entità, dal pene.
La dama rossa con la punta di un dito ne toglie una goccia finita su una sua coscia.
La bruna, abile con gli aghi, fa una manovra simile sul suo viso.
Poi la rossa dirige verso di sé lo schermo del cellulare.
Guardando con attenzione sembra vedersi una stanza simile a quella dove ci si trova ora, ma con una donna sola in piedi, al centro. Completamente nuda, con una benda nera sugli occhi. Attorno a lei molti uomini. Anch'essi completamente nudi. Tutti hanno una evidente erezione.
La dama rossa dice qualcosa verso lo smartphone.
La donna in piedi con la benda, alza il viso e sembra irrigidirsi.
Gli uomini, lentamente, si dirigono verso di lei. Tutti
Fine del gioco (I parte).
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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