Elly e Gian

“Gian, ho un problema!” Mi dice Elly al telefono. La sento particolarmente allarmata dall’altro lato della cornetta, cosa assai strana visti i suoi modi sempre tranquilli e pacati.
“Arrivo!” le rispondo senza nemmeno pensarci troppo.

-Piccolo passo indietro; Io sono Gian, 35 anni, in affitto in quel palazzo da un anno, lei è Elly, 32 anni e sta letteralmente una rampa di scale sotto di me.-

Scendo, busso ed aprendomi non riesco a non trattenere una risata. La trovo coi suoi lunghi capelli biondi fradici e con una maglietta che in origine le sarebbe dovuta stare un po’ larga, ma che l’acqua ha appiccicato al suo corpo, mostrandone le generose curve.
Il contrasto tra il suo volto preso dal panico e dallo sconforto e quella maglietta così aderente crea in me un misto di divertimento ed eccitazione, ma decido di buttarla sul sarcasmo per non pensarci troppo.

Scopro che le si è rotto il tubo della doccia mentre puliva il bagno e che non aveva idea di come fermare l’acqua. Individuo facilmente la cassetta di derivazione e chiudo il rubinetto, ponendo fine a quella fontana che ha reso il bagno una vera e propria piscina.
Decido dunque di darle una mano, un po’ per gentilezza, un po’ perché quel seno umido e libero, sotto quel sottile strato di tessuto, è davvero una gioia per gli occhi, anche se credo di essere stato beccato di tanto in tanto.
Nel giro di un’oretta è tutto bello che asciutto e pulito, a parte noi che asciutti lo siamo, ma puliti un po’ meno.
Mi abbraccia per ringraziarmi e quel contatto così ravvicinato mi causa un’erezione impossibile da nascondere sotto i pantaloncini leggeri. Lei lo sente che preme contro il suo ventre, mi guarda e sorride, dicendo una frase che lì per lì mi spiazza.
“Puzzo un po’, ti spiace se vengo a fare al volo una doccia da te?”
Me lo dice in modo dolce, ma con un sorriso che è tutto tranne che dolce.
Non ho nemmeno il tempo di rispondere che la vedo sparire in camera, per poi ritornare dopo pochi attimi con un paio di short in mano, una maglietta e dell’intimo.
“C-certo” le rispondo, e ci avviamo verso il mio appartamento.
Non mi lascia nemmeno il tempo di chiudere la porta che ho già la sua lingua in bocca e le sue mani sul mio collo, che mi tirano a lei.
“Non lo faccio per ringraziarti” mi dice, “lo faccio perché vederti guardare il mio seno mi ha eccitato da morire”.
Detta quella frase decide di sfilarsi i pantaloncini e di togliere la maglia, rimanendo in intimo.
Questa volta è lei a ridere, nel vedermi imbambolato.
“Non dirmi che è la prima volta che vedi una donna nuda, mio caro Gian! Sei già duro con un semplice bacio.”
Mi rendo conto di essere paralizzato davanti la porta, con lo stomaco in subbuglio, la mente vuota ed il cazzo decisamente troppo gonfio per rimanere nel pantaloncini di tela.
Lei sorride, mi prende per mano e mi butta sul divano. In pochi attimi mi ritrovo nudo, con la mia virilità libera e la sua faccia golosa che lo guarda da vicino, notando la punta coperta ed umida.
Non ho nemmeno il tempo di realizzare la cosa che in pochi attimi vedo sparire la mia eccitazione tra le sue labbra.
Chiudo gli occhi per godermi di più gli altri sensi e mi rendo conto che oltre alle sue labbra, oltre alla lingua ed ai suoi cerchi perfetti, sento un dito che sfiora leggermente le palle, andando su e giù in modo lento e ritmico, fin quando non va un po’ troppo giù… fino a sfiorare dolcemente il buco.
Non resisto più, mi lascio andare tra gioie e gemiti e le vengo in bocca senza ritegno.
Lei geme, sorride ed esclama una frase stupida ma che mi fa provare gioia ed imbarazzo:
“Sai di buono!”
Sì alza e senza dir nulla, si avvia verso il bagno. Io sono ancora lì, sul divano, col fiato corto che cerco capire cosa diavolo sia appena successo.

Sento l’acqua della doccia.
Sento la porta del bagno aprirsi.
Sento lei che dice:
“Gian, puoi venire un attimo?”
- Mi alzo…