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Lui & Lei

Adesso puoi toccarti


di AlterEgoPr
24.01.2017    |    4.113    |    1 9.6
"Mi accoglie lei sulla soglia e non so chi dei due sia più spaventato..."
Sottotitolo, con buona pace del sig. Dickens, Canto di Natale.
Perché questi fatti si riferiscono a una vigilia di Natale: l’unica notte dell’anno in cui tutto può accadere.
Moglie e figlio erano dalla sua famiglia (io per vari motivi non ero potuto andare ma sarebbero stati via pochi giorni solamente) così rimasi a casa da solo con l’unico scopo di passare le feste con i miei.
E così fu in effetti: la viglia cenai da loro e il giorno dopo andammo fuori a pranzo. Ma quello che successe nel frattempo di questi due momenti da perfetto quadretto famigliare è degno del film Fuori Orario di Martin Scorsese. Se non lo avete mai visto dovete rimediare assolutamente.
I miei genitori non sono mai stati nottambuli, e poco importa se c’è un “cenone” in ballo. Alle 22.30 sono già di ritorno verso casa mia con la pancia piena di pesce cucinato in quasi ogni maniera possibile. Nessun accenno di sonno quindi mi metto al computer per giocare un po’ (sono sempre stato un bambinone per quanto riguarda i videogiochi). Prima di iniziare una sfrenata corsa su una macchina da mezzo milione di euro decido di vedere chi c’è nella chat che frequento io solitamente da ormai 7 o 8 anni e scopro che c’è molta più gente di quanta ne immaginassi. Scorro i nomi all’interno delle stanze; più o meno sempre i soliti. Uno in particolare, però, mi fa suonare un campanello di allarme in lontananza: “fumiamo assieme?”. Quel punto interrogativo mi ha colpito facendomi immediatamente pensare a una presenza femminile. Non so perché, ma sembrava una richiesta di compagnia nella notte, paradossalmente, più festosa che ci possa essere.
Le scrivo (per me era matematico che fosse donna) e iniziamo a chattare un po’. Cerca da fumare e offre di farlo in compagnia, a casa sua cioè a una 50ina di km da me. Fattibile, mi dico, ma i commenti successivi nella chat mi insinuano il dubbio che si possa trattare di una bufala. Sono cose tipo “poi se ci piacciamo chissà come può andare”…”sì” penso io “chissà proprio…segaiolo. Ora mi chiederai una foto di me nudo, poi di vedermi in cam con la tua che sarà rotta. Film già visto”. E mi demoralizzo. Lascio aperta la sua finestra mentre continuo a parlare con altri sconosciuti. Dopo 40 minuti riguardo la nostra conversazione. Nulla di nuovo. Sto per chiudere quando lei/lui, a questo punto non sono più molto sicuro di me, mi scrive “se mi dai il numero ti chiamo che ti spiego dove sto perché è un po’ imboscato”.
Tentar non nuoce, e le do il numero. Neanche il tempo di dare invio e il telefono squilla, con numero scoperto per giunta. Rispondo e in un istante il campanello in lontananza diventa una enorme campana a festa. Era donna, donna vera che cercava compagnia vera. Ma non ci eravamo scambiati foto. Era un rischio per entrambi, bello grosso anche. Mi chiede se avevo davvero del fumo in casa e sì, l’ho davvero e anche piuttosto buono. Non sono un fumatore, né di sigarette né d’altro, ma ogni tanto un tiro io e mia moglie ce lo facciamo. Tipo una in due, una volta ogni due mesi; non crediate chissà che.
Mi spiega dove sta e in 5 minuti sono in macchina con il fumo in una tasca e la testa che lavora a mille.
Arrivo dopo 40 minuti, la chiamo e non mi risponde. Aspetto pazientemente nel crocevia dove mi ha detto di arrivare: ci sono 8 file di casette a schiera che formano l’incrocio e non ho la più pallida idea di quale sia la sua. Ormai sono quasi le 2 e le uniche luci che vedo sono quelle delle lucine di Natale ai balconi o sugli alberi. “ma c’è ancora qualcuno che trova carini i babbi natale che si arrampicano sulla scaletta?” penso soffermandomi su uno di questi pupazzetti.
Faccio per partire e di nuovo sul filo di lana mi chiama. È la seconda volta che quando sto per decidere in un senso, le cose cambiano. È destino che ci si debba incontrare. Non so niente di lei; solo che è romena e fa la cam-girl per tirare avanti.
Mi indica la porta da cui entrare accendendo la luce all’ingresso, entro in una bella casa, due piani con giardino curato. Mi accoglie lei sulla soglia e non so chi dei due sia più spaventato. Io sono pur sempre un “omone” grande e grosso e lei una bella (cazzo se era bella) ragazza romena tutta sola. A proposito di questo si affretta a dire, ma lo fa comunque con una grandissima calma, che non dobbiamo fare molto rumore perché il suo coinquilino si sarebbe dovuto alzare presto la mattina dopo (chi si alza presto la mattina di Natale?!), e voleva dormire. Ancora oggi mi chiedo se in quella grande casa ci fosse davvero qualcun altro….
Ci sediamo sul divano e scambiamo alcune banali chiacchiere mentre tiro fuori il mio “set” da fumo. A quella vista gli occhi le si illuminano e si distende in un sorriso che avrebbe smontato chiunque. Era davvero bella. Mora, capelli lisci, occhi neri e un fisico da “angelo” di victoria secrets. Indossava una maglietta aderente e dei leggins che non lasciavano molto all’immaginazione.
Iniziamo a fumare; una canna, due….tre. Beviamo birra e fumiamo e i discorsi si perdono tra banali “che hobby hai” e più ficcanti “che perversioni vorresti realizzare?”. Di colpo mi dice di alzarmi e di seguirla lungo le scale stando attento a non fare rumore per via del suo fantomatico coinquilino. Allora mi metto dietro di lei e le lascio la giusta distanza da me per far sì che il suo culo sia all’altezza della mia faccia. Al mio primo scalino le chiedo “posso fare una cosa strana?” e lei senza dubbi “stanotte si farà quello che dico io, ma stavolta ti concedo di fare quello che vuoi”. E annuso il suo culo come un cane mentre saliamo le scale, poggiando il naso tra l’incavo delle natiche, sui leggins. Arriva in cima, si volta e mi dice “stanotte ci divertiremo, vedrai” e mi porta in camera da letto. Ho portato con me il fumo, ovviamente, e qualche bottiglia di birra che appoggio sul comodino. Sulla trapunta c’è un portatile acceso, alcuni vestiti, scarpe ovunque per terra. “l’ordine non è proprio il tuo forte”, penso, ma considerato il contesto posso soprassedere no?
Si accomoda, apre il pc e inizia a farsi i cazzi suoi. E io lì, in piedi come un imbecille che non sa che fare. “Togliti le scarpe, e solo quelle… e còricati in fondo al letto”. Eseguo… distende le gambe e mi mette i piedi, indossa calze di spugna grigie e sottili, a un palmo dalla mia faccia. Mi allunga il “Nécessaire” e mentre continua, credo, a chattare mi dice di farne su un paio. Ce le dividiamo, una a testa, iniziamo a fumare poi decide di fare cambio: vuole la mia canna e mi da la sua. Io fumo con i suoi piedi a 10 cm dal mio viso. Le canne finiscono e i suoi piedi mi si appoggiano al viso. “annusa”. E lo faccio. Sento profumo di crema corpo, dolce, invitante, che passa attraverso il tessuto delle calze.
“Sfilami le calze e annusa”. I piedi sono…perfetti, semplicemente. Ha una appena accennata unghia french in tutte le dita. Le odoro una a una, poi la pianta, poi il collo. Infilo il naso nelle fessure e sento solo profumo di quella dannata crema corpo inebriante. Me li appoggia alla faccia, l’alluce preme contro le mie labbra. “apri e succhia” e io apro e succhio. Il suo alluce è un cazzo e io le sto facendo un pompino con una foga ma anche una delicatezza mai viste. Lo lecco, passo la lingua tra le sue dita, le copro di saliva entrambi i piedi. Lecco le piante, le caviglie e mi infilo in bocca più piede di quanto sarebbe lecito fare. Lei, nel frattempo, continua a chattare ma si vede che è ugualmente attenta perché come mi azzardo a toccarmi il cazzo (vi lascio immaginare a che livello di eccitazione sono) mi riprende intimandomi di lasciarlo perdere.
Quando decide che i piedi hanno ricevuto sufficiente attenzione mi fa risalire verso di lei, il tutto con il notebook davanti e mi dice “ora facciamo un video”.
Mi fa inginocchiare a lato del letto (per fortuna c’è un tappetino che ammorbidisce il contatto con il pavimento) e prende la macchina digitale che era appoggiata sull’altro comodino. Non l’avevo affatto notato. Si alza e raccoglie da terra un paio di sandali che indossa per l’occasione, poi si riadagia con i piedi verso di me, mi da la macchina in mano e dice “film, ma niente viso”. E il video inizia. Non ve lo descriverò: potete vederlo con i vostri occhi qui.
Finito di girare il video mi fa accomodare sul letto, si mette su un fianco mentre lavora per caricarlo in rete e mi dice “ora fai quello che hai fatto sulle scale prima” e mi offre il suo culo perfettamente avvolto dai pantaloni aderenti. Lo annuso piano e mi intima di usare più foga, allunga una mano me la appoggia dietro la nuca e si spinge la mia faccia tra le chiappe. È profumata anche lì, è di questo un po’ mi dispiaccio. Mi manca l’aria ma non accenno la minima resistenza alla sua mano che preme e aspiro a pieni polmoni. Dopo un tempo interminabile mi fa alzare, mi tira a se e si scopre un seno da sotto la maglietta. “Bacia” e le bacio il capezzolo e finalmente percepisco anche in lei eccitazione. Fino ad allora il corpo e la sua espressione erano rimasti impassibili ma i capezzoli l’hanno tradita. Tira fuori anche l’altro seno e inizio a baciarli entrambi.
“Lecca” “Mordi piano”…è un crescendo di ordini e non chiedo niente di meglio che eseguirli. Nel frattempo il video si sta caricando su youtube, lei si accende una canna, me la passa fumiamo, mi fa bere. E io lecco, bevo, fumo, mordo…tutto dettato da lei e dai suoi tempi. E mi sta benissimo così.
“Toglimi i pantaloni”. Glieli sfilo e il culo più tondo e proporzionato che abbia mai visto mi si para davanti. “Aprilo con le mani e annusalo bene”. Eseguo e finalmente un lontano odore intimo si fa strada tra l’aroma di mandorle della crema corpo. La percepisco meglio così: senza odore un corpo non ha forma, non ci si conosce. Siamo ancora animali e l’olfatto è fondamentale. Mi fiondo con il naso sul suo buco del culo e respiro come fossi appena uscito da un sacchetto di nylon che mi stava soffocando. Penso di poter azzardare e di mia iniziativa tiro fuori la lingua ma lei è inflessibile e punisce quella scelta. “che cazzo fai? Vieni via da lì e toglimi la maglietta”…”che punizione severa” ironizzo tra me e me. E arriviamo al punto in cui lei è completamente nuda e io completamente vestito. Sono passate quasi 3 ore da quando ho varcato la sua soglia di casa. Stavo per esplodere letteralmente. Non sono mai stato così “carico” in vita mia. Ci sapeva fare la Romena, cazzo se ci sapeva fare. È eccitata anche lei. Si da un tono ma è eccitata eccome. “Leccamela” e spalanca le gambe offrendomi la vista della sua figa completamente rasata e lucida di umori. La lecco come fosse un ghiacciolo trovato in pieno deserto. È fradicia e mi godo tutto quell’umore che cola. In fin dei conti è merito mio e in un certo mi appartiene. Me lo faccio scivolare sulla lingua e lo porto dentro di me, sento le goccioline che scorrono lungo la gola e sapere che mi finiranno nello stomaco mi fa girare la testa. È inebriante. E finalmente dopo ore di tortura…”spogliati”…non mi sembrava vero. Mi spoglio mentre continuo a mangiarla, senza mai staccare la lingua dal suo clitoride e penso che abbia apprezzato questo dettaglio.
Siamo nudi, entrambi sul letto. Io e una cam-girl mistress romena bellissima e sconosciuta siamo entrambi nudi, a casa di lei, ed è Natale! Riuscite a immaginare qualcosa di più fuori dagli schemi?! Il sig. Scorsese sarebbe fiero di me.
“Adesso puoi toccarti”. Già, perché finora mi era stato proibito; e sapete una cosa? non lo feci, non subito almeno. Continuai a leccarla alternando figa e buco del culo ancora per qualche minuto senza toccarmi. Forse perché volevo dimostrarle che in realtà il controllo l’ho sempre avuto io, non saprei.
“Alzati e coricati per terra” mi dice di tenere la testa vicina al letto con il corpo perpendicolare alla struttura. Lei si accovaccia su di me e si siede letteralmente, con la schiena appoggiata al fianco del materasso, sulla mia faccia. Io lecco forsennatamente e mi masturbo come neanche un pazzo farebbe. Lei si muove, mi impregna il volto di umori quando viene la prima volta, schizza letteralmente un po’ di umori che mi finiscono in bocca, sul collo, nel naso. Continuo a leccare e lei a masturbarsi con la mia lingua. Viene una seconda volta e dice “ora bevi e sborra per me”….
In un attimo il mio cervello analizza la situazione e decide che sarebbe stato l’unico epilogo possibile.
Inizio a venire nel momento stesso in cui la sua pipì mi entra in bocca e me la riempie in un istante.
Io vengo sulla mia pancia, lei piscia sulla mia faccia, nella mia bocca. Mi inonda letteralmente.
Il mio cervello è in tilt. Non discerne più dal consentito e l’illecito. In quel momento avrei potuto uccidere una persona senza il minimo rimorso da tanto che ero eccitato. La bevo, apposta, non so perché ma non ci penso un attimo a scansarmi. Penso “io sto davvero bevendo la piscia di una sconosciuta?”. Sento il mio corpo fremere sotto i colpi della mia venuta, abbondante come non mai, lunga, estenuante. Sento il sapore della sua piscia in bocca, nel naso. Gli occhi mi bruciano, il tappetino sotto di me si impregna e anche la schiena è intrisa di lei.
Non so quanto sia durata. Una eternità forse. Magari solo 60 secondi. Si butta indietro, di schiena, i piedi di lei poggiano sul tappetino intriso di pipì, io sono a terra a occhi chiusi cercando di capire che cazzo mi abbia detto la testa. Mi rialzo poco dopo e vedo il macello per terra. Anche la trapunta che arrivava a terra è inzuppata.
Mi indica il bagno con un braccio disteso verso il corridoio e mi dice “fai poco casino che tra poco si alza il mio coinquilino”. Erano quasi le 6 ormai. Ero sfatto: fumato, ubriaco e zuppo di piscia. Senza contare la pancia coperta da una enorme quantità di sperma. “Che cazzo vuoi che mi freghi del tuo amico?!” penso e vado in bagno a fare la doccia. Una lunga e profonda doccia. Lei mi raggiunge e si siede sul water. Mi guarda mentre mi lavo e parliamo degli impegni dei giorni successivi, come fosse normale. Ma forse lo era davvero. Fuori faceva già chiaro.
Buon Natale.
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