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Gay & Bisex

LA MATRICOLA


di Foro_Romano
29.05.2019    |    20.356    |    9 9.4
"Davanti a quella scena, Bernardo non resiste più..."
Per così tanto tempo era rimasto solo con la madre e tutti i vicini apprezzavano il fatto che si dedicava completamente a lei, alle sue cure, giorno e notte. Beh, veramente non completamente, la notte no. Spesso la notte andava in giro o per locali a rimorchiare. In fin dei conti, era di carne pure lui. Altroché! Bernardo era un tipo alto 1 e 90 e ben piazzato. Proporzionato, non grasso, ma la sua stazza, la barba folta, il pelo che gli si vedeva uscire dai polsini e perfino dal collo, aggiunto ad uno sguardo penetrante, poteva incutere timore a chi non lo conosceva. Certo, era così forte che, se ti avesse dato uno schiaffo, ti avrebbe fatto fare la piroetta tre volte ma, fortunatamente, il suo carattere era mite e gentile. Bastava non farlo arrabbiare.
Il suo aspetto non lo aiutava di certo nell’approccio. Le donne specialmente. Così, spesso doveva ricorrere alle prostitute per la strada per potersi scaricare le palle. Ormai anche loro avevano imparato a conoscerlo e non ne avevano paura, salendo nella sua macchina. I suoi gusti, però, col tempo, sono lentamente cambiati ed hanno subito delle varianti.
E’ capitato che una sera, per fare qualcosa di diverso, aveva abbordato una trans. Ci si era trovato bene. Gli era piaciuto scoparsela, ben sapendo che, in realtà, era un maschio. A pensarci bene, forse era proprio questo che lo aveva eccitato di più. L’idea di sottomettere alle proprie voglie un altro maschio lo aveva fatto sentire ancora più potente.
Dalle trans ai omosessuali il passo è stato breve. Non solo nei locali gay è stato subito ben accetto ma si è reso conto che i maschi partecipano di più nel rapporto sessuale. Fanno meglio i pompini, quando si fanno scopare godono veramente nel sottomettersi, a differenza delle donne che, spesso, si vede che fingono spudoratamente. E poi, il più delle volte lo fanno gratis, per il solo piacere erotico. Il risparmio non è da poco e il godimento assai maggiore.
Bernardo ha 47 anni. La madre è morta da un anno ormai, il padre da dieci. E’ rimasto solo in quella casa grande, così gli è venuto in mente di affittare una camera, in modo da guadagnarci qualcosa. Certo deve stare attento a chi si mette in casa ma sa che il suo aspetto farà desistere i malintenzionati. Mette dunque un annuncio in rete dove precisa solo che deve trattarsi di un uomo. Non vuole donne che gli fanno il filo, specie se stagionate. Vuole stare tranquillo.
Non riceve molte risposte ma, tra tutte, una lo colpisce di più. Si tratta di un ragazzo che, dovendo venire nella sua città per frequentare l’università (una matricola, insomma), cerca un alloggio non troppo costoso. Viene da un paesino del sud, ha 19 anni e, dalle email che si sono scambiati, è grazioso e sembra abbastanza sveglio ed intelligente. La scelta cade su di lui, specialmente perché non crede che un ragazzo così giovane e provinciale possa creare problemi di convivenza.
Preso appuntamento, il giovane si presenta da lui. Si tratta di un ragazzino molto carino. Piccolino, magro, bel viso, dal carattere vispo e sbarazzino e che sa il fatto suo, tanto che non si intimorisce quando si trova di fronte ad un omone come Bernardo.
Ausilio! Che nome che gli avevano dato. Avrebbe dovuto odiare i genitori a vita per questo. Fortuna che tutti lo avevano sempre chiamato Ilio, dal sapore che si potrebbe definire omerico. Sarebbe tornato la settimana successiva con armi e bagagli e si sarebbe stabilito nella camera assegnatagli. Bernardo non gli impediva di ricevere amici ma non troppi tutti assieme, o peggio di fare feste. Questa era l’unica limitazione. La stanza era bella e luminosa ed aveva addirittura il letto matrimoniale. Il ragazzo seppe essere subito simpatico, così l’accordo si concluse rapidamente.

Ad una settimana dall’insediamento, Ilio si è perfettamente inserito. La mattina all’università mentre il pomeriggio è dedicato allo studio in camera. Non crea alcun problema. Nelle sere dei fine-settimana esce per andare a ballare da qualche parte, ma è normale per la sua età, specie se proviene da uno sperduto paesino del Meridione. Bernardo si sta affezionando a lui, quasi fosse suo figlio. Non è che avesse mai desiderato un figlio ma adesso se lo ritrova bell’e pronto in casa.
C’è però qualcosa in lui di strano che, più passa il tempo, e più si evidenzia. Non basta che se ne vada in giro per casa seminudo, con solo gli slip e una t-shirt sbrillentata, ma sembra quasi che gli piace ostentare la sua nudità. Il corpo esile, quasi femmineo. Le chiappette non sempre nascoste dal tessuto delle mutandine messe ben in evidenza, con un po’ troppo frequenti piegamenti per raccogliere qualcosa da terra. Le ampie areole del petto coronate dai capezzoli pronunciati che spesso si intravedono dalle maniche slargate accentuano il suo aspetto muliebre. Inoltre, a volte sembra quasi che ci provi leccandosi lentamente le belle labbra rosse e carnose.
A Bernardo tutto questo non può passare inosservato. Si rende conto che, pur non volendo, la cosa lo eccita, a volte in maniera un po’ troppo evidente. Ilio non può non essersene accorto, eppure persiste nell’atteggiamento. Se ne è accorto anche Filippo, un suo amico che spesso lo va a trovare. E’ un 35enne dal fisico reso massiccio dalla palestra, pieno di muscoli ma non eccessivamente grossi. Come tutti i patiti della palestra è fissato a depilarsi ma non può nascondere la sua natura villosa e, per quanto faccia, ha spesso i peli in ricrescita su tutto il petto e le braccia.
Si sono conosciuti in una sauna gay dove Bernardo era andato una volta tanto per curiosità. Avevano rimorchiato la stessa checchina che li aveva portati in un camerino e si era fatta sbattere per ore, facendosi abbondantemente farcire più volte della loro sborra. Si erano trovati simpatici e la cosa era loro piaciuta così tanto, che da allora spesso rimorchiavano in coppia qualche frocio o trans per trastullarsi coi suoi buchi.
“Possibile che non ti sei accorto che questo ci sta provando con te?”.
“No, non posso crederlo. E’ così solo perché giovane. E poi non posso: è un mio inquilino”.
“Meglio! Ce l’hai in casa servito su un piatto d’argento”.
“Ma lo sai che io non sono gay. Mi piacciono le donne. Sento di essere etero, anche se qualche volta mi scopo qualcuno di loro, ma solo se femminucce”.
“Beh, più femminuccia di questo!”.
“E poi è troppo giovane. Potrei quasi essergli nonno, nemmeno padre”.
“Tutte scuse. Ti dico che gli piaci. Non fartelo scappare. Lo sai forse dove va i fine-settimana? Magari va a farsi sbattere in qualche dark-room. Ti dico che questo c’ha voglia di cazzo da vendere”. In quel momento Ilio entra in salotto, svestito come al solito.
“Oh, scusate. Disturbo, forse?”.
“Ma no, no, che non disturbi” fa Filippo. “Vieni pure. Stavamo giusto parlando di te”. Imbarazzo di Bernardo.
“Di me!?”.
“Si, di te”. Filippo gli si avvicina. “Dicevo che ho proprio l’impressione che tu abbia tanta fame di cazzi” e gli piazza una mano sul sederino. Il ragazzino ha un sussulto ma non fa nulla per togliere quella mano, che resta lì a tastare la consistenza di quella carne fresca.
Guarda Bernardo, che però non riesce a capire cosa legge in quello sguardo. Ci trova sconcerto ma anche desiderio; sorpresa ma anche soddisfazione; passione ed anche lussuria. Improvvisamente Filippo lo stringe a sé e lo bacia ficcandogli la lingua in bocca, prepotente e lasciva. Il ragazzo si lascia andare tra le sue braccia forti. E’ impotente e non lo respinge, non lo vuole respingere. Risponde come può all’assalto con la sua piccola lingua. Le salive si mescolano mentre le mani sul suo culetto sono diventate due che lo premono verso l’uomo, del quale sente chiaramente il pene irrigidirsi dentro i pantaloni. La situazione si va scaldando e, si sa, in certe situazioni gli uomini cominciano a ragionare col cazzo.
Filippo si stacca. “Che ti dicevo? La puttanella ha una voglia matta di essere trombata. Bacia divinamente. Provalo” dice all’amico. Bernardo si avvicina. Lo sguardo del ragazzo è carico di desiderio. Il gigante si abbassa. Le labbra si uniscono. Aperte. Qualcosa si muove nelle loro bocche fameliche. C’è passione, desiderio. Molto più di prima. L’uomo gli tiene la testa, quasi col timore che voglia allontanarsi. L’amico gli aderisce dietro, spingendogli la patta contro il sedere. Il cazzo è sempre più duro. Ha bisogno di prendere aria ed è presto accontentato. Filippo sfodera orgoglioso il suo membro solido, leggermente curvo all’insù.
Quando il bacio finisce, fa girare il ragazzo e, con la mano sulla testa, lo fa accovacciare davanti a sé e, senza mezzi termini, gli ficca in bocca l’intera minchia. Quello soffoca, cerca di allontanarlo facendo leva sulle cosce solide dell’uomo ma, quando comincia a pompare, si lascia andare a sbocchinare alla grande. Passa a leccare la sacca pendente dei coglioni, poi è il turno della cappella, poi un affondo totale, un altro, un altro ancora, gli occhi chiusi a bearsi del sapore e dell’odore virile, del gusto del liquido che fuoriesce.
“Cazzo! Questo si che ci sa fare. Altro che ingenuo ed innocente. Questo è un pompinaro nato. Basta, se no vengo subito” e lo allontana.
Il ragazzino si gira verso Bernardo. Vuole riservargli lo stesso trattamento. Le piccole mani, poi il musino che sfregano sulla patta. Lo guarda dal basso. Gli vuol dire che è lui quello che vuole. E’ lui che desidera più di tutti. Gli sbottona i pantaloni, gli tira giù la lampo, glieli tira giù assieme ai boxer fino alle caviglie. Osserva l’enorme proboscide che gli sta davanti. Gli lancia ancora uno sguardo carico di lussuria che stride su quel visino angelico. Tira fuori la lingua e, aprendo più che può la bocca, la fagocita fino alla gola, ma non ne è entrato che la metà. Si aiuta a segarlo con le due mani assieme, mentre respira col naso e produce una serie di eccitanti risucchi. L’uomo gli afferra la testa ma solo per accompagnarlo nei movimenti.
Filippo, intanto, si è completamente denudato. Stacca quasi a forza Ilio dal suo pasto, forse per evitare che l’amico arrivi troppo presto, e lo spoglia lentamente, accarezzandogli la pelle setosa, afferrandogli le tenere carni, respirandone il fresco profumo.
“Spogliati anche tu”, dice a Bernardo. “Facciamo un’opera buona. Soddisfiamo questa povera creatura pronta al sacrificio”, dice ironicamente.
Quando tutti e tre sono nudi, Bernardo si siede sulla poltrona a gambe larghe ed Ilio, inginocchiato tra le sue cosce, riprende il suo lavoro di bocca e di mano a favore di quel bestione peloso e dei suoi enormi genitali.
“Oh, tesoro. Si così, bravo”. Il ragazzino lo guarda, con la bocca ostruita dal grosso cazzo, soddisfatto del fatto che gli sta dando piacere. Ci si impegna più che può. “Siiiihhh, tesoro, siiihhh, cosìììhhh”.
Filippo, intanto, ha la faccia affondata tra le due chiappette del ragazzino messo a quattro zampe, con la lingua che bagna il forellino, che ci entra dentro. Il giovane geme forte sia per il trattamento che riceve dietro che per quello che sta facendo davanti. L’amico raddrizza il busto.
“Questo me lo inchiappetto prima io, come sempre, sennò, con la bestia che ti ritrovi, poi ci navigo dentro. Comunque ti posso dire che questa bella fighetta non è per niente nuova”. Cazzo in resta, punta la cappella al foro pelosetto. Ilio si stacca un momento come per rispondergli ma, proprio allora, quello gli pianta l’intero palo in culo con un’unica spinta. L’urlo è inevitabile ma è decisamente femminile, come se fosse una ragazza a subire quella violenza. Gridolini si susseguono ad ogni affondo. Poi gemiti di dolore, poi di piacere. Sono decisamente di piacere quelli che accompagnano la monta.
Davanti a quella scena, Bernardo non resiste più. “Tesoro, tesoro mio, non ce la faccio. Sto per sborrare”. E’ un grido di aiuto che lancia ed Ilio risponde subito. Fa appena a tempo a imboccare la cappella che riceve una serie di densi schizzi che si affretta ad ingoiare ma qualcosa gli sfugge dai lati delle labbra e finisce a gocciare dal mento. “Porca… Bevi, bevi, puttana troia… Beviiii”. La crema è tanta e tanto gustosa. Tutta l’attenzione di Ilio è rivolta ad abbeverarsi di quel nettare saporito, indifferente al fatto che nel frattempo sta subendo una dura sodomizzazione nel culo. Finita la sborrata, lecca le ultime gocce dal taglietto e raccoglie con un dito dal mento e dal pavimento quello che è fuoriuscito, per poi lapparselo con gusto, sempre scosso dalla feroce inculata che sta ricevendo. Lancia uno sguardo a Bernardo… ed è uno sguardo d’amore, ma poi si rivolge all’altro.
“Dai, dacci dentro, dammelo forte, forte, più forte”.
“Che puttana! Ti piace fartelo sbattere in culo!”.
“Si, si, mi piace, mi fa sentire troia… Si, sono troia, troiahhh… aaahhh” e sborra sul pavimento.
La scopata dura ancora per un bel po’ tra gli insulti del sodomizzatore e gli squittii di godimento della zoccoletta. Il tutto sotto gli occhi sgranati dalla libidine di Bernardo, la cui mazza non ci mette molto a tornare dura ed enorme, pronta ad un altro round, ma questa volta vuole anche lui il culo del ragazzino. Filippo è arrivato al traguardo e, con alcuni colpi secchi nel budello del giovane, trema tutto e si lascia andare ad una serie di urla animalesche, mentre si scarica i coglioni di tutto il succo di cui sono carichi. Poi gli si affloscia sulla schiena.
“Dai, esci da lì e lascialo a me” interviene Bernardo. Incrocia lo sguardo con Ilio che, alzata la testa e trovandosi ancora davanti quella mazza dura, mostra un certo timore.
“Scusami, tesoro. Non resisto” e, con facilità, lo gira sulla schiena e gli alza le gambe. Il buco è disfatto dalla lunga scopata, tutto intriso di bianca sborra. L’uomo gli punta il glande e spinge con decisione e l’intera cappella è subito dentro. Il ragazzo si morde il labbro per non gridare ma ci riesce poco.
“Ti faccio male?” e si ferma preoccupato.
“No, no, amore, continua, ti prego. Ti voglio tutto dentro di me. Non ti preoccupare per me, pensa solo al tuo piacere. Voglio essere completamente tuo, al tuo servizio”.
Bernardo ha un fremito. Si è trattenuto fin troppo. Il cervello è offuscato e, a quelle parole, riprende a spingere con forza. Solo così quel palo potrà conficcarsi dentro quel piccolo corpo sottomesso. Ma non basta una spinta, ce ne voglio tre perché tocchi il fondo. Lascia un attimo che il ragazzo prenda aria a pieni polmoni e poi il toro si lancia a fottere la sua vacca senza esitazioni. Grida, urla, grugniti, gemiti, scorregge. Il toro è scatenato e non dà un attimo di tregua. Lo afferra per le caviglie mentre il giovane gli si avvinghia al torace peloso. I volti stravolti. L’uomo ha lo sguardo feroce ed orgoglioso della sua forza. Su quello del ragazzo si legge il dolore ed il piacere; ogni tanto sembra addirittura sorridere felice.
Filippo è preoccupato. Non ha mai visto il suo amico così eccitato e sfrenato. Con quella mazza potrebbe danneggiare il ragazzo, che però sembra in estasi e, pur non riuscendo a spiccicare una parola comprensibile, pare incitarlo ancora di più. Così, all’apprensione segue una nuova eccitazione e, con la mano, si sega con energia. Benché sia già venuto, sente ancora salirgli la sborra nell’uretra e, avvicinatosi, spara un altro carico, questa volta sulla faccia del ragazzo. Gli fa una maschera di sperma che in parte si riversa nella bocca aperta dal piacere.
A quella vista, il bestione da monta non resiste più e, gridando ed ululando, esplode in quell’antro sventrato con una quantità paurosa di seme virile. I carichi sparati sembra non finiscano mai. Gli si accascia sopra. Una testa vicina all’altra; il respiro affannoso.
“Ti amo. Ti ho amato dal primo momento che ti ho visto”, sussurra Ilio all’orecchio di Bernardo.
“Ti amo anche io, cucciolo. Non posso non amarti. Sei un amante favoloso. Pochi sono riusciti a prendersi il mio cazzo come hai fatto tu”.
“Ma non credere che sia stato facile, brutto animale peloso” e ridono felici, stringendosi nell’abbraccio.
Da quel momento sono inseparabili (anche se qualche volta lasciano partecipare l’amico Filippo). Le loro sedute di sesso sono croce e delizia di tutto il condominio. Non lo tengono nascosto, anche se qualcuno disapprova le relazioni omosessuali o quelle con una così grande differenza di età. Ma, come dice un detto spagnolo: “Nessuno può peccare di amore. Il peccato sta nel non amare”.

(Il presente racconto, essendo di carattere erotico, ha lo scopo di eccitare i nostri istinti animali ma non per questo va preso alla lettera. Le stesse cose si possono fare con le dovute precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo: non rovinatevi la vita ma godetevela il più possibile. Buona sega a tutti).

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