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Gay & Bisex

L'ALUNNO DI MIA MOGLIE


di Foro_Romano
06.09.2015    |    37.513    |    8 9.4
"Il suo buco, dopo una prima resistenza che mi stringeva come una morsa, si lasciò andare ed i suoi muscoli si aprirono come per incanto permettendomi di..."
Sono un uomo di 50 anni. Ben portati, mi dicono tutti. Alto, magro ma con qualche chiletto di troppo, specie ai fianchi, ma dai muscoli ancora molto tonici. Sono direttore di banca ed ho due mie giovani impiegate che mi fanno il filo ma io faccio finta di niente, anche perché sono felicemente sposato da quasi trent'anni. Mia moglie è una bella donna e non mi posso lamentarmi, anche se negli ultimi tempi i nostri rapporti sessuali sono piuttosto scemati.
Lei è professoressa di inglese in una scuola superiore e da un po' di tempo ha deciso, per arrotondare lo stipendio, di dare lezioni private, a volte andando a casa degli alunni ed a volte facendoli venire da noi. Mai suoi allievi di scuola, però. Dice che non sarebbe eticamente professionale.
Venne a studiare a casa nostra un ragazzetto che era stato bocciato all'ultimo anno ed i genitori, per evitare che la cosa si ripetesse, fin dall'inizio dell'anno scolastico avevano deciso di fargli prendere sin da subito delle lezioni private nella materia che gli è più ostica: appunto l'inglese. Una volta a settimana. Il giovedì, giorno che mia moglie aveva destinato a quelli che venivano da noi.
All'inizio non ci ho fatto caso, poi mi sono accorto di qualcosa di strano. Quando arrivava mi salutava cortesemente. A volte restavamo a parlare un po' perché era venuto poco prima dell'ora stabilita e mia moglie era nello studio a dare lezione a qualcun altro; in attesa che finisse. Stranamente arrivava sempre prima, anche di mezz'ora, ed ogni volta mi sentivo un certo imbarazzo perché il ragazzo mi guardava in maniera particolare.
Anche io mi ero accorto che avevo cominciato a guardarlo diversamente. Era minuto, dimostrava meno della sua età. Era biondino, con due occhi di un verde fantastico. Penetranti. Ma cosa voleva da me? Mai e poi mai avrei immaginato quello che gli passava per la mente e mai e poi mai avrei pensato di desiderarlo. Eppure, sempre più mi sono accorto che quel ragazzo mi intrigava. Forse lo aveva capito? Speravo di no.
Un giovedì mia moglie dovette andare da una sua collega e amica che aveva appena partorito e, non potendo spostare, aveva disdetto tutti gli appuntamenti. Non lo avrei visto quella settimana e mi resi conto che la cosa mi disturbava, mi rendeva quasi di malumore. Ma cosa mi stava succedendo?
Puntuale, questa volta, suonò il campanello. Quando me lo vidi davanti tornò tutta la mia gioia e lo accolsi con un gran sorriso. Lo feci entrare e richiusi la porta.
"Oggi mia moglie non c'è. Ma non ti aveva avvisato?".
"Oh, mi sono dimenticato", ma lo disse così falsamente che se ne accorse lui stesso. "Meglio così". Allungò le braccia per attaccarsi al mio collo, in punta di piedi, vista la mia altezza, e mi stampò un lungo bacio sulle labbra, come se fosse normale.
Qualcosa scattò in me. Anziché scostarlo, ebbi l'istinto di sorreggerlo abbracciandolo in vita anzi, una mano scese più giù attaccandosi al suo culetto. Ebbi un brivido. A quel punto aprii le labbra e gli ficcai in bocca tutta la lingua. Lo sbattei contro il muro e lui alzò le gambe mettendomele attorno alla vita. Fu un lunghissimo bacio così passionale come non ricordavo da tempo.
Quando ci staccammo, non pensai a cosa stavo facendo. Quel ragazzo poteva abbondantemente essere mio figlio, data l'età. Io non avevo mai avuto interessi del genere. Forse mi covavano dentro. Ma in quel momento comandò solo il cazzo, che mi stava per esplodere nei pantaloni.
Lo presi in braccio e lo portai in camera da letto. Lo lanciai sul materasso e mi ci buttai sopra, a schiacciarlo, e riprendemmo a baciarci forsennatamente. La mia e la sua piccola ed umida lingua si attorcigliavano vorticosamente mescolando le nostre salive e togliendoci il fiato.
Ad un certo punto mi respinse con le mani per farmi staccare. Ebbi un guizzo di lucidità. Che cosa stavo facendo? Ero forse stato io a volerlo? Lo avevo forse aggredito? Mi misi in piedi davanti a lui, imbarazzato.
In un attimo si mise seduto sul bordo del letto e cominciò a slacciarmi i pantaloni. Ogni timore svanì e tornò a farsi strada la libidine, specie quando, calati calzoni e mutande fino a mezza gamba, cominciò a succhiarmi l'uccello con un trasporto tale che non metteva in dubbio la sua volontà.
Succhiava, leccava, pompava con una capacità istintiva che mi faceva perdere la ragione e mi dimostrava che non era proprio alle prime armi. Ogni tanto, se lo ficcava fino in fondo alla gola e rimaneva così per qualche secondo finché non ce la faceva più e, per riprendere fiato, lo sputava fuori completamente fradicio dell'abbondante saliva che emetteva. Non dimenticò neanche le mie grosse palle pelose, che leccò con trasporto.
Ad un certo punto si tirò sdraiato sul letto, alzò le gambe e si allargò le chiappette per mettere in a mia disposizione il suo forellino circondato di peletti biondi quasi invisibili. Era bellissimo e dannatamente arrapante, tanto che il mio cazzo si inalberò al limite dell'erezione e le sue misure non sono da poco.
"Mi scopi, la prego, mi scopi, non resisto più".
Mi gettai su di lui come un orso affamato. La mia bocca su andò a baciare le sue parti più intime e tenere, la mia lingua si prodigò a leccare ed inumidire di saliva quelle splendide grinzette rosee, ad infilarsi dentro.
Lui, intanto, gemeva e si contorceva. "La prego, la prego...", continuava a ripetere. "Voglio che lei sia il mio primo uomo. La prego...".
Era vergine e voleva che io fossi il primo ad aprirgli il culo! Le sue esperienze erano state solo orali e con coetanei. Non mi feci attendere troppo. Sputai al forellino, poi sulla mia mano con la quale bagnai abbondantemente l'obelisco di marmo che ormai avevo tra le gambe e lo puntai. Spinsi leggermente, più volte, ma niente, non voleva saperne. Era troppo grosso per quel compito. Temei di non potercela fare.
"La prego, mi inculi...", continuava a dire.
Riuscii finalmente ad entrare con parte della cappella, aprendomi un varco. "AHHHH...", mi fermai. "SIII, SIII, dentro, dentro..." e continuai. La cappella entrò trionfante, spaccandogli l'orifizio. "AAAHHHHH...".
Fu un sussulto di piacere per tutti e due, anche se per lui fu anche molto doloroso, ma era quello che voleva. "SIIII, AAAHHH... La prego, voglio che mi scopi...".
"Siiii, te lo sbatto fino in fondo, piccolo frocetto, siiii" e continuai a spingere con decisione e lentamente arrivai a fargli sentire la durezza dei miei peli pubici sulla delicata pelle delle sue chiappette.
"Aaaahhhh.... Aaaahhhh... Siiii..." continuava a gridare mentre avevo preso a stantuffarlo senza pietà. Me lo sono sbattuto alla grande ormai senza alcun ostacolo. Ero diventato un animale selvaggio che si scopava la sua preda. In quel momento per me era solo un buco di troia da usare per sfogare la mia libidine.
"Prendi, prenditelo tutto, troia schifosa, prendi...".
"Siiii, siiii, sono la sua troia, sarò per sempre la sua troia... ahhh... si... si... siiii...". Con le gambe che si agitavano in aria, si apriva a me, si concedeva per la prima volta ad un uomo in piena scelta.
Il suo buco, dopo una prima resistenza che mi stringeva come una morsa, si lasciò andare ed i suoi muscoli si aprirono come per incanto permettendomi di scoparmelo con forza. Dopo un quarto d'ora di monta lo avevo sbragato completamente.
"Reggiti forte che sto per venire", gli dissi.
"Dentro, dentro, la prego... voglio la sua sborra dentro... ahhh... ahhh...". Non c'era bisogno di dirmelo. Non avevo alcuna intenzione di sprecare il mio seme.
"OOHHH... OOOHHHH... SBORROOOOO..." gridai. "SIIII..." mi rispose. Mi scaricai completamente i coglioni nella sua pancia. Lo riempii fino all'ultima goccia del mio succo. Non mi risparmiai. Non godevo così da anni.
Appena ebbi finito, sapendo di essere pieno della mia sborra, anche lui si lasciò andare con un potente schizzo che gli arrivò ai capelli, seguito da altri più brevi che gli bagnarono petto e pancia.
Mi stavo riprendendo e rientrando in me. Oddio, che avevo fatto! Avevo sverginato un ragazzo! Come avevo potuto! Ma il suo "Grazie, grazie, è stato bellissimo" fugò ogni mio dubbio.
Ancora ansante, mi abbassai su di lui e lo baciai ed ancora una volta le nostre lingue si incrociarono. Lo strinsi a me e rimanemmo così per un bel po'. Uscii da lui lentamente ed il mio cazzo fu seguito da un rivolo di sperma che andò a macchiare le lenzuola del mio letto coniugale.
Da allora ci siamo rivisti tante volte. Veniva a casa mia tutti i giovedì per la lezione di mia moglie e tutti gli altri giorni, quando lei dava lezioni fuori. Penso di averlo riempito con tanta sborra come nessuno mai, nemmeno mia moglie. Lui, in cambio, mi ha ridato la gioventù. Non pensavo di avere ancora tanta energia.
Arrivò però il fatidico giorno in cui mi disse che aveva conosciuto un altro ragazzo di poco più grande di lui, col quale si era stabilita subito una grande simpatia e dal quale aveva cominciato a farsi scopare. I nostri incontri si sono pian piano diradati finché ci siamo salutati. "Rimarrai sempre nel mio cuore" mi disse. "Sei stato il mio primo uomo e non potrò mai dimenticarti". Presi la cosa con filosofia, anche perché ho già appuntato le mie attenzioni su un altro allievo di mia moglie, che mi guarda con gli stessi occhi di lui. Sono certo di aver fatto colpo e prossimamente dovrò certamente sverginarlo. Sarà lui a chiedermelo.

(Si tratta di un racconto di fantasia. Non fate mai l'amore senza il preservativo. Non rovinatevi la vita, godetevela)
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