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Il mio pensiero va a...


di ivrea69
27.04.2018    |    2.456    |    1 9.7
"Mi chiede se ho voglia di andare a mangiare con lui un boccone nel bar all’angolo oppure se voglio andare con tutti quanti in mensa..."
Finalmente a casa. Chiudo la porta, appoggio lo zaino con il PC, mi tolgo la giacca e un profondo respiro liberatorio. E’ stata una giornata lunga e stancante. Mi sono dovuto alzare presto in quanto il giorno prima il mio capo mi aveva chiesto se potevo andare in sede per una riunione con un fornitore e poi perché’ aveva bisogno di vedere con me delle cose importanti, avremmo potuto anche farlo con una video chiamata, mi aveva detto, ma farlo fianco a fianco sarebbe stato più semplice e piacevole. E nello scrivermi ciò mi aveva mandato un icona con un occhiolino. E’ da sei mesi che è arrivato in azienda e non sono ancora riuscito ad inquadrarlo. E’ 16 anni più giovane di me e ha un modo di fare gentile, piacevole, simpatico. Devo dire che quando devo andare in sede presto maggior attenzione a come mi vesto ed ad essere sempre ben rasato e profumato. E così al mattino svegliato presto per una bella doccia calda, mi sono fatto la barba con massima accuratezza, messo l’olio sulla barba per renderla morbida ed ordinata e quella spruzzata di profumo sul collo e sul petto. Mentre ero in macchina che percorrevo quei 150 km mi arriva un messaggio del mio uomo. “Dai tesoro che oggi andrà tutto bene, sii positivo. Un grosso bacio. Ci sentiamo sta sera. Anche io oggi lavoro tutto il giorno”. Ricambio il saluto dicendogli che sono già in viaggio e che fortunatamente al momento non c’e’ traffico.
Quando arrivo in ufficio i colleghi con il capo non ci sono, devono essere al bar. Mi piazzo alla scrivania libera ed inizio a sistemare PC. Arrivano nel frattempo le colleghe e mi dicono che non mi avevano avvisato che erano andate al bar perché’ il capo non voleva che mentre guidassi venissi disturbato. Premuroso. Quando sopraggiunge mi saluta con un bel sorriso mi viene incontro e mi stringe la mano dicendo “che bello che sei già arrivato!” e mentre mi chiede se ho fatto un buon viaggio mi chiede se voglio un caffè e mi spolvera; la spalla come se avessi qualcosa sulla camicia. Parliamo di lavoro, delle mie scadenze lavorative e sui punti aperti da vedere con il fornitore. Poi andiamo all’incontro e tutto fila liscio. Mi chiede se ho voglia di andare a mangiare con lui un boccone nel bar all’angolo oppure se voglio andare con tutti quanti in mensa. Ma si certo andiamo insieme e così prendiamo una boccata d’aria. E così mentre mangiamo mi dice del suo hobby della fotografia che nel prossimo ponte che c’è tra una settimana avrebbe voluto andare a Barcellona ma che si era mosso tropo tardi e non aveva trovato posto con prezzi abbordabili. Mi chiede invece cosa farò io. Poi rientrando dalla pausa pranzo inizia a raccontarmi del problema lavorativo per il quale ha bisogno della mia esperienza. E quando arriviamo in ufficio ci mettiamo alla stessa scrivania uno di fianco all’altro e iniziamo a lavorare. Il lavoro prende forma ed arriviamo ad ottenere il dato di cui aveva bisogno. Ora lui si sposta sul suo pc per la formalizzazione del dato mentre io procedo con la mia attività ordinaria. Arriva l’ora del rientro ed inizio a raccogliere gli incartamenti e a spegnere il pc. Quando faccio per andarmene e salutare tutti come ho sempre fatto (un ciao generico) lui si alza e mentre mi dirigo verso l’uscita mi ringrazia ancora per essere venuto ed avergli risolto sta grana e mi saluta facendomi l occhiolino. Salgo in macchina e non vedo l’ora di arrivare a casa. Seppure la giornata e’ andata bene sono in piedi dalle 5:30.
Non ho neanche voglia di mangiare. Ho beccato parecchio traffico e decido di farmi un caffelatte con due biscotti, una bella doccia e poi andare a letto. Preparo la caffettiera e la metto sul fuoco e nel frattempo mando un messaggio al mio uomo. Gli dico com’è andata la giornata, che sono stanco morto e accaldato e che non vedo l’ora di fare la doccia e andare a letto. E così faccio. Uscito dalla doccia mi asciugo e mi butto letteralmente sul letto senza neanche avere la forza prima di infilarmi il pigiama. Piombo in un sonno profondo. Quando mi sveglio mi ritrovo sul fianco abbracciato al cuscino con una gamba tesa e l’altra piegata appoggiata al cuscino che devo aver messo tra le gambe. Mi stiro e una voce mi dice “Buongiorno Tesoro”. Mi giro di scatto e trovo il mio uomo seduto su una sedia ai piedi del letto. “avevo voglia di vederti prima di andare a lavorare e così sono venuto a farti visita. Dormivi come un angioletto e sono rimasto a guardarti ma sappi che ho avuto una voglia irresistibile di toccarti e accarezzare quel culo tondo che era li a portata di baci.” Si alza, si avvicina e mi da un bacio sulla fronte, poi sulle labbra, poi sul collo e poi appoggiando le mani sulle spalle mi spinge a rimettermi nella posizione in cui dormivo. Ma bacia lungo tutta la schiena e scende fino al sedere. Sale sul letto e mentre le mani allargano le natiche la sua lingua solletica il buchetto. Sa che cosa mi piace e sa come fare per farmi sbocciare il culo. Si sbottona i pantaloni e inizia a sbavarmi sul culo e a farmi colare la sua saliva nel buco. Appoggia la sua cappella calda e piano affonda come un coltello nel burro senza fermarsi. E’ arrivato a fine corsa e mi sento saturo. Inizia piano ad estrarlo e a ributtarlo dentro e a prendere sempre più un ritmo sostenuto. Mi sussurra all’orecchio che gli sono mancato tantissimo e mentre gli accarezzo il viso mi dice che sta venendo. Le spinte si fanno più profonde e sento il suo pulsare dentro di me. Rimane in affondo mentre il suo respiro si regolarizza. Si sfila ed inizia a leccarmi il buco del culo e con la lingua accarezzare l’interno del buco, raccoglie lo sperma che inizia a colare. Poi mi dice che ora sono pulito e che così non mi devo alzare per andare a lavarmi e possi continuare a dormire. Mi accarezza il culo e la schiena e mi sussurra buona giornata all’orecchio e mi bacia sulla guancia. Rimango immobile a godere ancora di quelle sensazioni dovute al trattamento al culo. Sento la porta che si chiude. Se n’è andato. Con una mano mi accarezzo il culo mentre con l’altra mi tocco il cazzo che non è più duro ma che continua a lacrimare. Decido di alzarmi comunque e andarmi a sciacquare. Poi vado in cucina e vedo il tavolo apparecchiato per la colazione. Su un biglietto un suo messaggio “Tesoro mentre dormivi come un angioletto ti ho preparato la caffettiera, è solo da mettere sul fuoco. Nel microonde c’è una brioche che ho preso nel forno sotto casa. Oggi vado a lavorare anche se è sabato perché’ c’è l’inventario e finirò tardi Ti amo tanto.”.
Mi sento una merda. Mi ricordo benissimo che l’ultima cosa a cui ho pensato prima di addormentarmi è stata il mio capo. E che mentre lui mi scopava e baciava dolcemente immaginavo fosse lui.
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