trio
Ricordi universitari
di lumanitafaschifo
02.12.2022 |
14.890 |
9
"Sazia che fui, tentai di accampare una scusa per uscire dalla stanza, ma i due, avvolti in una coperta, mi invitarono a guardare qualcosa assieme, e in..."
L'università: un periodo della vita di ogni ragazzo e ragazza fatto di feste, divertimento e trasgressioni, giusto? Sbagliato! Almeno per quanto mi riguarda, questi anni sono molto impegnativi, con notti intere trascorse a preparare esami ed estenuanti lezioni dal mattino al pomeriggio inoltrato, senza molto tempo per dedicare a me stessa. Sono poche le occasioni che mi concedo per svagarmi un po', non voglio rimanere fuori corso, a maggior ragione qua a Bologna, dove gli affitti per gli studenti sono carissimi, tanto che devo condividere un minuscolo appartamento con un'altra ragazza, Anna, la cui compagnia, fino a qualche settimana fa, non mi entusiasmava di certo. Le cose, però, sono completamente cambiate dopo una serata particolare che mi è capitato di vivere con lei e il suo ragazzo, Alberto, e da allora possiamo dire che i nostri rapporti sono migliorati parecchio...La sera del fattaccio, come quasi tutte le sere, ero nella mia stanzetta a cercare di mettermi in pari con le lezioni: se volevo rimanere al passo con gli esami, senza ridurmi all'ultimo a studiare, dovevo essere costante e diligente, non potevo permettermi troppe distrazioni, peccato che, oltre le sottilissime pareti della camera, Anna e Alberto non erano dello stesso avviso, a giudicare dai risolini tra i due, che ben presto si trasformarono in gemiti, dapprima leggeri poi sempre più decisi ed eccitati.
Non riuscivo minimamente a rimanere concentrata, ero abituata a quella coppia focosa e alle loro performance, ma quella sera erano più rumorosi del solito, o forse ero io ad essere a corto di pazienza, fatto sta che andai a bussare alla porta della camera di Anna, che interruppe subito le sue moine col ragazzo per bisbigliargli qualcosa; dopo una piccola consultazione, durante la quale li sentivo confabulare qualcosa, venne alla porta la mia coinquilina, accompagnata da un vago odore di spinello, che mi arrivò subito al naso.
Dopo averli pregati, in modo abbastanza brusco se devo essere onesta, di abbassare il volume, me la presi con Anna: sapeva che non volevo che fumasse in casa, non volevo alcun tipo di problema, sia dentro che fuori l'università.
Solo allora buttai un occhio nella stanza, per accorgermi che Alberto era sdraiato sul letto, completamente nudo e senza fare alcun tentativo di coprire il suo uccello, ancora duro e bene in vista.
Alla vista dei miei occhi spalancati la mia coinquilina capì che avevo visto ciò che, evidentemente, volevano che notassi, perché sembrò non aspettare altro e, ridacchiando, mi trascinò in camera per un polso; il mio imbarazzo era enorme e palese, e la cosa sembrò divertire un mondo i due, ma se devo essere sincera non ho opposto molta resistenza quando fui tirata dentro: tutto il mio stress, accumulato nelle settimane, si era trasformato in tensione sessuale, alla sola vista del randello di Alberto, per cui quasi immediatamente in fondo sperai di entrare in camera..
Nella mia vita le scopate sono sempre state rare e, i pochi ragazzi che ho frequentato, non erano esattamente amanti straordinari, sapevo però di avere un lato nascosto, dedito al piacere più sfrenato, prova ne erano le mie fantasie erotiche, che mi tenevano compagnia in molte notti, sola nel mio letto, ma ora era tempo di metterne in pratica un po', e quando Anna mi spinse nel letto, facendomi cadere con il viso a pochi centimetri dal cazzo del suo ragazzo, mi finsi infastidita, mentre in realtà ero già completamente bagnata.
Anche quando Anna prese in mano il bastone del ragazzo e, con quello, mi picchiettò la faccia le dissi di smetterla, ma non arretrai di un centimetro e, anzi, appena mi fu di nuovo addosso lo presi in bocca, tenendolo ben saldo tra le labbra: ormai avevo dichiarato le mie intenzioni, tanto valeva iniziare a succhiare per bene, mentre la mia coinquilina mi spingeva sempre più in gola il regalo del suo ragazzo. Sapevo che quella coppia era aperta e che amava sperimentare, non facevano mistero della cosa e sembrava non perdessero occasione per raccontarmi le loro gesta hard, ora ne avevo la prova lampante, anche a vedere la disinvoltura con cui Anna, mentre continuavo a spompinare il fidanzato, approfittò della situazione per tirare fuori un vibratore e per passarmelo con abilità sul clitoride, iniziando a farmi godere.
Per agevolarle il compito, ancora distesa sul letto mi misi di lato e allargai per bene le gambe, senza smettere di deliziare Alberto con la bocca, mentre passavo le mie dita su e giù sulle sue palle, giocandoci e stuzzicandole.
Anche Anna, però, ad un certo punto volle la sua parte di divertimento, così mi fece mettere a novanta e, mentre il ragazzo iniziò a scoparmi da dietro, mi spinse la testa tra le sue cosce, facendomi leccare la sua passera, completamente rasata e fresca come una rosa. Non mi ero mai trovata a pochi centimetri da una fica, mi sono sempre considerata fermamente etero, ma la situazione era talmente coinvolgente che non ebbi nemmeno un attimo di esitazione e iniziai a esplorare con la lingua ogni suo angolino nascosto. Assaggiare i succhi di una donna per la prima volta mi inebriò alla grande, allora iniziai a muovermi con il culo per spingere per bene il cazzo di Alberto dentro, con sordi e sonori colpi che potevano benissimo sentirsi nelle scale condominiali e che mi facevano impazzire di piacere, anche se i miei gemiti erano soffocati dalla fica di Anna, nella quale affondavo sempre più la bocca.
Ben presto, però, quella che iniziavo a considerare un'amica volle per sé il randello del suo ragazzo, così, come una vera direttrice d'orchestra, si sdraiò, ordino al fidanzato di scoparla a gambe aperte e a me di sedermi sulla sua faccia: manco a dirlo, ubbidimmo senza indugi, per poi scoprire che Anna, con la lingua, era di una bravura ineguagliabile, capace di farmi raggiungere un orgasmo dopo l'altro mentre io spingevo la lingua nella bocca di Alberto, intento fottere come un animale la sua piccola complice.
Ma il fortunato giovincello ormai non riusciva più a resistere, e dopo un forcing finale di tutto rispetto, in grado di far zampillare come una fontana Anna, le riversò sullo stomaco litri e litri di amore, inondandola per bene: ora toccava a me, da brava, ripulire tutto il macello che aveva lasciato, usando la lingua per leccare via il caldo miele di Alberto, con somma soddisfazione della coinquilina.
Sazia che fui, tentai di accampare una scusa per uscire dalla stanza, ma i due, avvolti in una coperta, mi invitarono a guardare qualcosa assieme, e in quel preciso istante realizzai che sì, forse quella coppia potrebbe non essere solo una disturbatrice del mio percorso universitario, ma anche una valvola di sfogo per rilassarsi un po' e staccare dalla monotonia di studi ed esami, devo solo non farmi coinvolgere troppo, anche se, ripensando alle doti nascoste di Anna e Alberto, non è così facile..
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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