trio
La migliore amica della mia ragazza (prima parte)
di lordweb
26.05.2018 |
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"Paola era al settimo cielo e rispose al posto di Michela, ancora stranita dalla situazione, “Se ricordo bene dicevi che Luca aveva un uccello normale..."
Era stata una giornata lavorativa devastante. Riunioni, telefonate, problemi, incazzature e, come se non bastasse, anche il capo che rompeva i coglioni. Ma finalmente era finita. Avevo solo voglia di tornare a casa, buttarmi sul divano e, magari, farmi fare un bel pompino dalla mia ragazza.Le mandai un messaggio su WhatsApp “Amore sto tornado, sono distrutto! Ci vorrebbe solo la tua fantastica bocca per rimettermi in sesto!”. Passai poi la mezz’ora di viaggio necessaria per tornare a casa immaginando cosa avrebbe indossato al mio arrivo. Sapeva che io adoravo la lingerie ed i vestitini sexy, quei vedo non vedo che sono anche più arrapanti del nudo stesso. Indosso a lei erano poi da infarto.
Paola era una tipica bellezza mediterranea: un metro e sessantacinque di altezza, mora, formosa, un bel culo rotondo che urlava “schiaffeggiami”, una quarta abbondante di seno in cui sprofondare la testa e il cazzo e poi aveva quel viso: dei lineamenti decisi ma dolci e degli occhi marroni, scuri e profondi che ti facevano già immaginare tutte le meraviglie che quella ragazza aveva in serbo per te. Bastava che la guardassi in volto perché mi venisse un’erezione.
Preso da tutto questo fantasticare, quasi non mi accorsi di esser già arrivato alla mia fermata. Scesi al volo dal tram e cercai di nascondere l’uccello già gonfio nei pantaloni mentre camminavo verso casa. Presi il telefono per controllare se mi avesse scritto qualcosa, un’anticipazione o una di quelle sue foto da porca che spesso mi inviava, ma niente. Il mio messaggio era stato recapitato ma non letto.
Tutte le mie fantasie, le mie aspettative sul mio ritorno a casa stavano di colpo vacillando. Immaginai che forse non fosse in casa, che fosse uscita e non avesse sentito il telefono, ma il mio cazzo ancora duro non voleva contemplare tale possibilità. Accelerai quindi il passo, sperando che stesse già indossando quel fantastico body che aveva comprato da poco, ma temendo che una volta arrivato a casa avrei dovuto solo farmi una sega.
In un attimo salii le tre rampe di scale, non persi nemmeno tempo ad aspettare l’ascensore, aprii la porta di casa e la chiamai “Amore ci sei?”. Subito arrivò la risposta dalla cucina “Si amore, sono qui”. Una gioia mista ad eccitazione mi avvolse, forse non aveva letto il messaggio ma era in casa ed il mio pompino stava per arrivare.
Mentre chiudevo la porta sentii però un’altra voce arrivare dalla cucina, entrai e mi si palesò la brutta sorpresa. La mia ragazza non era sola in casa. Sedute al tavolo davanti a due tazze di the c’erano Paola e la sua migliore amica, Michela. La disillusione prese il sopravvento, quelle due erano capaci di passare giornate intere a parlare e, in quei momenti, Paola quasi si dimenticava di tutto il mondo intorno a sé, me compreso.
Salutai Michela, mi avvicinai a Paola per darle un bacio e lei mi chiese “Com’è andata la giornata?”. Le risposi “È stata pesante, ti avevo mandato anche un messaggio…” e lei “Scusa, stavamo parlando e non ho visto”. Ormai rassegnato andai in salotto a fare almeno una delle cose che avevo desiderato uscendo dall’ufficio, buttarmi sul divano. Accesi la tv e iniziai a fare zapping compulsivamente tra i canali, la rassegnazione si stava trasformando in incazzatura. Che giornata di merda che era stata.
Squillò il telefono, un messaggio da Paola “Amore scusami, ma Michela ha dei problemi con Luca ed è venuta qua per sfogarsi”. Lei pensava forse di giustificarsi, ma riuscì solo a farmi incazzare ancora di più. Le risposi “Forse se scopassero di più magari ora lo staremo facendo anche noi”. Un attimo dopo aver mandato il messaggio me ne pentii, mai parlare male della migliore amica di una ragazza. Già mi immaginavo l’incazzatura di Paola e avrei potuto dire addio per un bel po’ non solo al pompino ma anche alle scopate.
Arrivò un altro messaggio di Paola, già mi stavo preparando agli insulti e invece mi scriveva “È proprio questo il problema”. Pensai “Cosa cazzo vuol dire? È impossibile che Luca e Michela non scopino”.
Michela fisicamente era molto diversa da Paola, più bassina, circa un metro e cinquanta, bionda e un fisico più esile e meno formoso. Il seno non era minimamente paragonabile a quello di Paola, forse a malapena una seconda anche se era ben fatto, occhi verdi ed un viso con lineamenti molto più delicati. Dove però Michela si riprendeva alla grande erano le sue gambe lunghe e toniche e quel suo meraviglioso culo a mandolino. Bastava vederlo per capire quanto fosse sodo e lei sapeva perfettamente come valorizzarlo. Indossava spesso dei leggings aderentissimi, sembravano quasi cuciti su quel corpo, con sempre dei perizomi che si intravedevano ed andavano a rimarcare ancor più quella meraviglia.
Era quindi per me impossibile concepire come fosse possibile non scopare con una ragazza del genere. Avere quel culo a disposizione e non approfittarne era un sacrilegio. Quel culo che avevo ammirato tutte le volte che potevo, cercando sempre di non essere beccato da Paola, e che aveva ispirato un bel po’ delle mie seghe.
Mentre pensavo queste cose, ecco un nuovo messaggio di Paola “Vieni qui che ho un’idea”, le risposi “Che idea?” e lei “Forse so come far stare meglio Michela e tu potrai avere il tuo pompino”. Non avevo la minima idea di cosa avesse in mente, ma la speranza di poter avere quel tanto agognato pompino mi fece fiondare in cucina.
Quando entrai notai che Michela aveva gli occhi lucidi, cercava di nasconderlo ma era evidente che avesse pianto. Paola invece aveva uno sguardo di pura soddisfazione, pronta a fare la sua mossa affinché tutti gli eventi seguissero il suo piano. Subito mi incalzò chiedendomi “Secondo te Michela è una bella ragazza?” fui preso alla sprovvista ma, dato quello che mi aveva appena detto, risposi “Certo che sì.” Paola continuò “Te la scoperesti?”.
Quella domanda mi lasciò interdetto, non ero più sicuro di quale fosse il piano della mia ragazza. Credevo volesse accrescere l’autostima della sua amica con i complimenti di un ragazzo, ma quella domanda era ben oltre. E se avessi risposto di sì lei come l’avrebbe presa? Si sarebbe incazzata perché avevo ammesso che mi sarei voluto scopare la sua migliore amica? Rimasi in silenzio.
Lei di nuovo “Dai, dì la verità. Tanto lo so che vorresti scoparti Michela, credi che non mi accorga che le guardi sempre il culo?”. Il panico mi assalì. Vuoi vedere che quella era stata tutta una tattica della mia ragazza per tirar fuori questa storia e fare una scenata proprio davanti la sua amica? Si sarà per caso immaginata che io e Michela potessimo aver avuto una tresca?
Guardai Michela e notai che era insolitamente calma pur trovandosi in quella situazione. Lei guardò il mio viso inebetito, si mise a ridere e disse “Dai Paola, smettila. Lo so che stai facendo questo per tirarmi su di morale, per farmi capire che se Luca non vuole scopare con me non dipende dal mio fisico o dalla mia bellezza. Però così stai mettendo in imbarazzo Marco. Che cosa ti aspettavi, che ti dicesse che vuole scoparsi la tua migliore amica?”.
Lo sguardo di Paola era, se possibile, ancora più soddisfatto. Era andato tutto esattamente come lei aveva pianificato e quindi disse “So già che lo vuole. Se lo ammette glielo lascio fare”. Anche Michela a quel punto rimase interdetta e disse “Ma che cazzo stai dicendo? Vuoi davvero che il tuo fidanzato scopi con la tua migliore amica?”.
Paola, con una straordinaria lucidità, rispose “Luca pensa solo al lavoro, ti trascura e non si rende conto che tu hai delle esigenze che non puoi più ignorare. Però sei ancora innamorata di lui e non vuoi lasciarlo, quindi è solo questione di tempo e ti troverai un amante per soddisfare le tue necessità. Io però ci tengo troppo a te e non posso permettere che tu vada con il primo stronzo che ti dia un po’ di quelle attenzioni che ti mancano e che, dopo averti scopata, ti abbandoni facendoti soffrire ancora di più. Così ecco la soluzione, se proprio hai bisogno di qualcuno che ti scopi allora quello è Marco. Io sono felice di condividere il mio fidanzato con la mia migliore amica.”
Io e Michela eravamo basiti da quelle parole pronunciate da Paola. Il suo discorso era pienamente logico, ma non riuscivamo ancora a credere che lei fosse davvero seria e volesse davvero quello che aveva appena detto. Al che Paola riprese “Cosa sono quelle facce? Perché non dite niente? Non ho forse ragione?” e rivolgendosi a me “E tu è inutile che fai finta, si vede benissimo che lo vuoi”. Mentre diceva queste parole la sua mano si allungò verso il mio inguine e mi afferrò il cazzo attraverso i pantaloni.
In quel momento realizzai che il mio cazzo era in piena erezione e ben visibile. Quando era successo? Non mi ero accorto di nulla. Quelle parole di Paola avevano scatenato il mio inconscio che, come lei aveva detto, eccome se voleva scoparsi Michela. A quel punto presi forza e parlai “Quindi tu vuoi davvero che il tuo fidanzato si scopi la tua migliore amica? E tutto questo non scatenerà la tua gelosia? Tu che fai una scenata se una ragazza anche solo mi saluta?” e lei “Michela non è una ragazza qualsiasi, è la mia migliore amica. Per lei farei qualsiasi cosa e, sinceramente, l’idea di voi due che scopate mi sta facendo davvero eccitare. E non ho assolutamente idea di fare solo la spettatrice in tutto ciò.”
Non finì neanche di pronunciare queste parole che in un attimo le sue mani slacciarono i miei pantaloni e li tirarono giù con anche i boxer. Il mio uccello in piena erezione era lì in bella mostra e Michela spalancò gli occhi assistendo a quella scena. Paola prese in mano il cazzo ed iniziò a segarmi e si rivolse a Michela “Ti piace? Te lo dicevo che come lunghezza era normale ma che invece era bello largo. In effetti è quello che conta in un cazzo per farci godere, vero?”.
Ormai era chiaro che Paola non stava scherzando, voleva davvero quello che aveva detto. In un attimo passò tutta la mia indecisione e così mi rivolsi a Michela “Quindi è questo quello di cui parlate voi ragazze. Dei cazzi dei vostri fidanzati. E sentiamo allora, il cazzo che Luca non usa è più grande del mio?”.
Paola era al settimo cielo e rispose al posto di Michela, ancora stranita dalla situazione, “Se ricordo bene dicevi che Luca aveva un uccello normale. Però per esserne sicuri si deve verificare”. Allungò quindi la mano ancora libera verso quella di Michela, la portò sul mio cazzo e le disse “Allora qual è più grande, quello di Marco o quello di Luca”.
Michela strinse il mio cazzo ed iniziò anche lei a muovere la mano su e giù, il mio uccello non era mai stato così duro, faceva quasi male. Dopo qualche secondo di quella sega a due mani delle ragazze Michela alzò gli occhi verso di me e, quasi trasformata, con uno sguardo da porca mi disse “Il tuo cazzo è decisamente più grande di quello di Luca. Paola è davvero fortunata ad avere questo cazzo che le sfonda la figa”.
Intervenne Paola “Tranquilla, tra poco sfonderà anche la tua di figa! Però prima lo devi prendere in bocca”. La fece inginocchiare, le prese la testa e la spinse verso il mio cazzo. Michela, senza esitare un istante, aprì la bocca quel tanto che bastava per far entrare il mio uccello mentre le sue labbra scivolavano lungo tutta l’asta. Aiutandosi con la mano, e con quella di Paola dietro la testa a darle il ritmo, Michela iniziò a farmi un favoloso pompino. I movimenti erano lenti, sembrava che volesse gustarsi ogni singolo millimetro di quel cazzo, chissà da quanto non ne prendeva uno in bocca.
Paola si alzò e avvicinò il suo viso al mio dicendomi “Hai visto che hai finalmente avuto il pompino che desideravi? Anche se non ti aspettavi che fosse così, vero?” e io le risposi ridendo “Un pompino decisamente inaspettato”. Lei mi baciò con passione, le nostre lingue si intrecciavano mentre quella di Michela continuava ad esplorare il mio cazzo.
Allungai allora la mano e la infilai sotto la gonna di Paola per afferrare il suo bel culo. Indossava uno di quei perizoma striminziti che mi facevano girare la testa ed avevo quindi tutta quella meraviglia a mia disposizione. Allungai le dita verso il basso, passando sul suo ano avvertii un sussulto e, quando finalmente arrivai alla mia destinazione, trovai la sua figa inondata di umori.
Il perizoma era completamente bagnato e, data la sua esiguità, non era riuscito a contenere tutta l’eccitazione di Paola. Il mio dito scivolò quindi senza alcuna fatica dentro la sua bella figa depilata, lei smise di baciarmi ed emise un gemito sordo di piacere. Abbassai lo sguardo verso Michela che stava assistendo estasiata alla scena, senza però mai smettere di spompinare il mio cazzo. Mi rivolsi a Paola “Sembra che la tua amica stia apprezzando il regalo che le hai fatto” e lei ridendo “Il regalo l’ho fatto anche a te”.
Michela iniziò quindi ad aumentare il ritmo del pompino. La sua mano ormai non accompagnava soltanto, ma era intenta a farmi una sega mentre la sua bocca e la sua lingua si concentravano sulla mia cappella. Aggiunsi un altro dito dentro la figa di Paola che si allargava sempre di più e lei iniziò ad ansimare piegando la testa all’indietro. Mi avventai così sul suo collo e tra baci e morsi aumentai ulteriormente la sua eccitazione. Iniziò a contorcersi e a ripetere “Non ti fermare, non ti fermare” mentre alle due dita dentro la sua figa si aggiunse un terzo che stimolava il suo clitoride.
Paola non resistette oltre, un orgasmo inteso si impossessò del suo corpo che iniziò ad irrigidirsi e tremare, mentre le mie dita non smettevano di muoversi dentro di lei. I gemiti di Paola aumentarono l’eccitazione anche di Michela che ormai muoveva la sua mano e la sua bocca con estrema velocità sul mio cazzo. Riuscii a malapena a dire “Michela piano altrimenti vengo” che dal mio cazzo partì un fiotto di sborra nella bocca di Michela.
Presa alla sprovvista tirò il capo indietro ed un secondo fiotto le riempì la faccia. Dopo un paio di secondi di smarrimento, Michela riprese in mano la situazione, afferrò di nuovo saldamente il cazzo e continuò a segarlo. Un altro paio di fiotti, anche se meno consistenti dei primi due, partirono verso il viso di Michela che li accolse avidamente nella sua bocca, per poi ingoiarli.
Nel frattempo l’orgasmo di Paola si stava attenuando ed il suo corpo lentamente si abbandonava tra le mie braccia, mentre lei osservava la sua migliore amica ricoperta dalla sborra del suo fidanzato. Michela aveva ripreso a succhiare il mio uccello, non voleva perdersi nemmeno una goccia della sborra che le aveva generosamente donato. Anche Paola si inginocchiò di fianco a Michela, che lasciò andare dalla sua bocca il mio cazzo ormai esausto, e le disse “Ti dispiace se assaggio un po’ anche io?”.
Paola si avvicinò quindi al viso di Michela, tirò fuori la lingua ed iniziò a leccare la sborra che le era rimasta addosso. Dopo aver ripulito per bene la sua guancia ingoiò tutto e le disse “L’ultimo boccone lo dividiamo come fanno le vere amiche”. Raccolse quindi la sborra che era rimasta sulla fronte di Michela e si avvicinò alla sua bocca.
Iniziarono un intenso bacio ed io, dall’altro, potevo vedere le loro lingue che si scambiavano la mia sborra. Si staccarono solo un momento per ingoiare e poi ripresero a baciarsi, con più sensualità questa volta. Prese dal momento si erano dimenticate di me, che ero ancora in piedi al loro fianco con il mio cazzo a pochi centimetri dai loro volti. Dissi “Ragazze, non vi sembra che mi stiate un po’ trascurando?”.
Smisero di baciarsi, iniziarono a ridere e Paola guardandomi “Non ti preoccupare che non mi sono dimenticata di te. Anche perché qui noi non abbiamo ancora finito. Io e te siamo venuti e Michela ha avuto finalmente di nuovo un cazzo da spompinare condito da un bel po’ di sborra. Ma io le avevo promesso che tu l’avresti scopata. Quindi riprenditi alla svelta che hai ancora del lavoro da fare”.
Detto questo si alzò, prese per mano Michela, facendo alzare anche lei, ed uscirono dalla cucina mentre Paola mi diceva “Ci andiamo a preparare per il grande evento, ti chiamiamo quando abbiamo fatto. Fatti trovare pronto”.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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