trio
Io, loro... e la barca
di LupinQuinto
04.07.2015 |
6.647 |
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"Mentre il suo compagno le smontava i pantaloni io le baciavo dolcemente la schiena, e quando mi trovai davanti alle sue natiche separate da un filino nero del..."
La mattina iniziò come tante altre: da solo in barca, a lavorare, e solo sarei rimasto per tutto il giorno. Una giornata calda, afosa, ma la brezza marina dava sollievo.
Ogni tanto controllavo il telefono e tutte le volte che lo facevo, aprivo la pagina del sito per vedere se qualcuno avesse scritto oppure visitato il mio profilo, ma come nella maggior parte dei casi, non vi era nessun messaggio, o nessuna visita interessante.
Uno sguardo agli annunci in zona.
Ne notai uno di questa coppia che contattavo da parecchio, ma che non mi aveva mai dato spazio.
Scrivevano di essere nelle mie vicinanze, che avrebbero voluto incontrare qualcuno, e che aspettavano proposte interessanti.
Mi scattò l'embolo e scrissi, più per gioco, convinto che come sempre non rispondessero.
Scrissi che se volevano fare qualcosa di particolare, sarei stato a loro disposizione,
in una location molto insolita e particolare, quale una bella barca.
Era mezzogiorno, il sole splendeva alto, la brezza di maestrale rendeva ancora piacevole la giornata, ma all'orizzonte si scorgevano certi nuvoloni che non promettevano niente di buono.
Quasi per miracolo, dopo alcuni minuti ricevetti la loro risposta, negativa, che disdegnava la mia proposta, in quanto avrebbero preferito trascorrere la giornata in spiaggia.
L'entusiasmo lievitato alla vista di quel numerino rosso che indicava la presenza di un messaggio, si smorzò subito dopo alla lettura dello stesso.
Da persona educata dissi loro che mi spiaceva e che nel caso avessero cambiato programmi sarei stato disponibile per un caffè o un aperitivo, anche fino a tardi.
La loro risposta non diede spazio a speranze: scrissero che sarebbe stato difficile per loro mollare la spiaggia e venire a bere un caffè assieme a me. Così si concluse il rapporto filatelico mattiniero.
Nel mentre i nuvoloni si avvicinavano, l'intensità del vento saliva, e la giornata diventava più fresca.
Decidetti di terminare la manutenzione del fuoribordo, prima di essere colto da una perturbazione, classica di quel periodo, che non si fece attendere.
Vennero giù solo alcune gocce, accompagnate da brevi raffiche di vento, che non furono niente di che, ma che scoraggiarono molti spiaggianti che abbandonarono velocemente le loro postazioni.
Gongolando pensai ai due che mi scartarono per la spiaggia, e quasi per ripicca scrissi loro chiedendo come si stesse al mare.
Mi risposero subito che a causa delle condizioni meteo, rinunciarono alla spiaggia, e che se l'invito era ancora valido, sarebbero venuti da me per un drink.
Stabilimmo un punto di incontro per la mezz'ora successiva.
Incredulo e quasi meravigliato dal susseguirsi degli eventi, mi feci una doccia veloce, e mi recai al posto stabilito.
Erano già lì. Mi avvicinai fino a loro in vettura, scesi e mi presentai.
Lui, un ragazzo di circa 45 anni, fisico asciutto, curato, con una voce possente che quasi ti metteva in soggezione.
Lei, longilinea di media altezza con un fisico niente male, capelli lunghi, molto carina, e con uno sguardo da felino.
Cercai di non concentrarmi solo su di lei, per non essere indiscreto, e per dare la giusta considerazione anche a lui, ma la voglia possedere quel corpo dolce e sensuale ormai mi aveva assalito e non riuscivo a pensare e guardare altro.
Parlammo del più e del meno, giusto per smorzare quell'imbarazzo che normalmente si crea in queste occasioni, fino a quando lui propose di bere un drink nella mia barca.
Con l'entusiasmo di un ragazzino alla prima uscita con una donna, dissi loro di seguirmi fino al parcheggio, e di salire poi nella mia vettura, abilitata ad oltrepassare il cancello della sicurezza.
Non ricordo i pensieri che mi sfiorarono la mente in quel momento, ma ricordo che ero eccitato dalla situazione improvvisa, e che in ogni caso, sarebbe stata positiva.
Arrivati al parcheggio, salirono nel mio coupè. Lei si posizionò nei sedili posteriori dietro il suo compagno.
Sentivo il suo profumo e dallo specchietto cercavo di spiare i suoi lineamenti e cercavo il suo sguardo.
Osservavano le barche ormeggiate nel porto ed ogni tanto si lasciavano andare in qualche commento di desiderio nel possedere qualcosa del genere.
Passata la seconda guardiola, arrivammo al parcheggio riservatomi.
Per salire sull'imbarcazione bisognava passare, come in tutte, in una passerella stretta e lei aveva paura. Da buon comandante, mi feci carico dalla sua borsetta, e oltrepassata per primo la passerella, le tesi la mano per accompagnarla in quel piccolo tragitto. Al suo arrivo volutamente non mi spostai e si dovette strusciare su di me, per raggiungere il balconcino di poppa.
Fu la volta del suo compagno, che invece con estrema agilità oltrepassò il passaggio obbligato.
Una volta dentro, mostrai loro la barca, prima le cabine letto, i bagni, la cucina, ed ogni occasione era buona per cercare il suo contatto fisico.
Il suo profumo era dappertutto ed ormai il desiderio che avevo di giocare con loro era all'estremo.
Si sedettero nel divano più grande, ed io di fronte a loro, in una poltrona.
Ci separava un tavolino dove vi erano alcune riviste inerenti alla pesca d'altura, una delle mie tante passioni.
Da quella posizione potevo osservare bene le curve del suo corpo ed i suo movimenti delicati. Era davvero sensuale, bella e probabilmente anche una bomba di passione.
Continuammo a parlare per un po' e lui ad un certo punto si avvicinò a lei, iniziando ad accarezzarle le gambe. Lei non disdegnava e si guardavano negli occhi come se volessero capire le intenzioni reciproche.
Ad un certo punto lui mi disse che mi vedeva molto imbarazzato e mi invitò a sedermi nel loro divano, a fianco a lei.
Non me lo feci ripetere due volte, e in men che non si dica fui al suo fianco.
Ora il suo profumo era veramente forte ed intenso. Lui continuava ad accarezzare le sue gambe e lei ogni tanto mi guardava negli occhi.
Nel suo sguardo vedevo la voglia di sesso. Calò in quella barca che stava per vivere una scena sicuramente mai vista, un silenzio quasi irreale.
Restai fermo ad osservare mentre lui continuava ad accarezzarle più energicamente la coscia, aspettando un cenno che mi autorizzasse a fare altrettanto.
A quel punto lui mi disse che se volevo, potevo anche io.
Lei si girò a guardarmi con un sorriso quasi imbarazzato ed io come per istinto, iniziai ad accarezzarli i lunghi capelli castani portandoglieli dietro la nuca e scoprendo il collo.
Apprezzò questo gesto rimarcando che da gentiluomo non mi buttai ne alle gambe ne al seno, come spesso accade.
Mi avvicinai e le baciai dolcemente il collo.
Sentii la sua pelle morbida, vellutata, ed il suo profumo, e sentii il calore delle mie labbra a contrasto con la sua freschezza.
Si girò e le nostre labbra furono a pochi millimetri di distanza.... la baciai.
Lei rispose con vigore ed ora le nostre lingue erano intrecciate in un bacio passionale.
Ora con una mano sotto la canotta le accarezzavo la schiena, e con l'altra l'interno coscia, mentre continuavo a baciare il suo collo, alternando brevi morsi a leccate.
Ogni tanto le nostre lingue si incontravano e i nostri sguardi si incrociavano.
Ero ormai al massimo dell'eccitazione ed i miei boxer da marinaio non nascondevano l'evidente gonfiore. Sentivo le contrazioni sul mio pene ed allo stesso modo i battiti del mio cuore.
Lui le sfilò la canotta e subito dopo il reggiseno. Accarezzava dolcemente il suo seno sodo, ed i suoi capezzoli iniziavano ad indurirsi e allungarsi.
Iniziammo a sbottonare i jeans e per facilitarci si alzò stando in mezzo a noi. Mentre il suo compagno le smontava i pantaloni io le baciavo dolcemente la schiena, e quando mi trovai davanti alle sue natiche separate da un filino nero del perizoma, la mia lingua scivolò lentamente su una scaturendo il lei un brivido che le accapponò leggermente la pelle.
Ora era nuda, completamente nuda davanti a noi. Si sedette nuovamente, e con le mani ci accarezzava i cazzi che soffocavano dentro gli slip.
Lui si alzò, e con una velocità da super eroe si spogliò sfoggiandole a pochi centimetri dalla faccia un bel cazzone che neanche a pensarlo ed era già sparito dentro la bocca della sua compagna..
Ora ero nudo anche io e mi rimisi al suo fianco. Le baciavo il collo, mentre le accarezzavo l'interno coscia e con l'altra riuscivo a malapena ad accarezzarle la schiena.
Sentivo i suoni di quella magnifica pompa e ne percepivo il godimento dal respiro del suo compagno.
Lei non smise neanche un secondo di segarmi il cazzo che ora non vedeva l'ora di godere di quella caldissima bocca.
Mi alzai e mi misi davanti a lei in attesa delle sue attenzioni che non tardarono ad arrivare...Si invertirono completamente i ruoli...
Sentii un'ondata di freschezza che mi avvolse il cazzo che fu l'inizio di una pompa divina...
Non smettevo di accarezzarle i capelli ed ogni tanto pressavo la sua nuca affinché sentisse il mio membro fino in fondo alla gola, e non disdegnava affatto.
Sentivo aumentare la mia sensibilità e pauroso di arrivare al punto di non ritorno a causa di quella goduria immensa, decisi di cambiare e di prendere tempo.
Mi inchinai ai suoi piedi ed iniziai a baciarle l'interno coscia all'altezza del ginocchio. Piano piano aprì le gambe mostrandomi quella bellezza di figa liscia, senza un pelo, che il compagno aveva stuzzicato per benino.
Lei nel mentre continuava a spompare il compagno e con una mano si accarezzava il pube.
Piano piano scalai con la lingua il suo interno coscia fino ad arrivare ad appoggiare il naso sul suo monte, tanto da sentire perfettamente il profumo dei suoi umori.
Fu una cosa alla quale non resistetti. La mia lingua golosa si impossessò di quel nettare e le resi il piacere con molta generosità.
Ormai era fuori controllo, ansimava e succhiava ed il suo ventre iniziava a fare movimenti ondulatori come se volesse amplificare il lavoro della mia lingua.
Mi bastò uno sguardo col compagno e capii che era arrivato il momento di passare al livello successivo.
Con estrema gentilezza appoggiai la cappella sulla sua figa ormai fradicia di umori e saliva e senza tanta difficoltà, scivolai dentro di lei.
Per un attimo si fermò, distolse la sua attenzione dal cazzo del compagno, mi guardò con sguardo compiacente e sospirante disse....Bravo fammi godere.
Poi continuò a spompare il suo compagno.
Iniziai prima molto dolcemente, poi affondi lenti, poi affondi veloci fino a quanto potevo. Il suono delle mi cosce sulle sue natiche erano al centro della scena.
Il compagno si spostò, si sedette sul divano di fronte per godersi bene la scena, e lei fu tutta mia.
Ci abbracciammo, ci baciammo come due amanti mentre non smettevo di possederla.
Volle governare lei, volle prendere il comando, fu la comandante ed io il suo mozzo.
Mi sedetti sul divano e fu subito intesa. Avevo il suo seno perfettamente allineato alla bocca e alternavo i suoi capezzoli alla lingua.
Era una sincronia di movimenti e di goduria. Lei cercava la posizione affinché il mio palo le fosse tutto dentro.
Mi stava facendo godere talmente tanto che la sensibilità stava diventando sempre più forte.
Mi stava facendo godere così tanto che mi dimenticai anche del suo compagno, che divertito ancora osservava la scena e si masturbava.
Volevo farla godere ancora di più: le chiesi di fare nuovamente il cambio. Ora ero nuovamente su di lei ed i miei affondi non erano più alternati a dolcezza e potenza, ma erano solo forti e regolari.
Nel mentre non smettevo di baciarla, fino a quando, quasi improvvisamente, si lasciò andare in un orgasmo e mi regalò un sorriso di appagamento.
La baciai ancora appassionatamente. Ero ancora al massimo, ma resistevo a quell'esplosione di passione.
Guardai lui che compiaciuto, mi fece capire che voleva godere anche lui e le consegnai la sua donna calda e ansimante.
Fu subito dentro di lei che si riposava con le gambe aperte sul divanetto e lo sguardo verso l'alto, come se stesse aspettando una ventata di aria fresca.
Ora fui io a godermi lo spettacolo, ero talmente eccitato che il mio cazzo rimase duro come il marmo!
Non cambiarono posizione e dopo una serie di cavalcate lei ebbe un secondo orgasmo e subito dopo lui si lasciò andare in un orgasmo liberatorio.
Dalla mia postazione riuscii a vedere lo sperma sgorgare dalla sua vagina colma e questa scena mi eccitò ancora di più.
Lui sfilò il suo arnese e quasi sfinito si sedette accanto alla sua musa e si baciarono appassionatamente.
Ad un certo punto lei si alzò, raggiungendomi nel divano, si inginocchiò e senza attendere, quel palo di muscoli e terminazioni nervose duro come il marmo, fu nuovamente assalito ed ingoiato dalla sua bocca calda.
Sentivo le pulsazioni. Le dissi di fare piano che la mia sensibilità aveva raggiunto quasi il limite di non ritorno, ma lei incurante continuò e sollevando lo sguardo mi fece capire che non si sarebbe fermata per nessun motivo al mondo.
Sudavo, ansimavo e continuava a regalarmi quell'emozione che subito si trasformò in esplosione.
Le inondai la bocca talmente tanto che non riuscì a trattenerne il flusso, ma nonostante continuò, golosa, a farmi godere come non ricordavo di avere mai fatto.
In quel momento, potevo anche morire, che sarei stato l'uomo più felice del mondo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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