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il maresciallo della benemerita


di silviatraves
09.09.2012    |    10.835    |    3 9.5
"A volte vedevo con la coda dell’occhio che il maresciallo mi guardava e pensavo nella mia mente che sicuramente il maresciallo mi voleva fare con tutto il..."

Il racconto di oggi si riferisce al periodo in cui avevo storie con i genitori di Federica.

Era un pomeriggio d’inverno ed era quasi buio, in moto stavo tornando a casa quando un temporale improvviso mi investe in pieno e mi bagna tutta fino alle ossa. Purtroppo non avevo dove ripararmi poiché stavo percorrendo un tratto di strada che si trova fuori il mio paesino quindi dovevo necessariamente continuare a camminare e il freddo e quell’acqua mi stavano segando le dita. Pensai. appena entro in paese cerco riparo e aspetto che spiova ed intanto era giù buio fitto e di spiovere non se ne parlava. Arrivata in paese trovai aperto il portone di un palazzo antico e bellissimo e mi ci ficcai dentro con tutta la moto.
Ero congelata non sentivo più le mani. Mi sfregavo le mani e battevo i piedi cercando di attivare la circolazione e continuavo a saltellare cercando sollievo. Intanto il tempo non dava segni di cedimento e sembrava che il cielo stesse venendo giù e poi faceva particolarmente freddo.
Mentre mi trovavo li entra il maresciallo del paesino che sapevo abitasse in quel meraviglioso palazzo. Il maresciallo, un omone di un metro e novanta circa, mi conosceva benissimo perché, oltre al fatto che appunto vivevamo in un piccolo paesino, da piccolo tutte le domeniche servivo a messa e lui puntualmente veniva. Ti sei fatto fregare, mi dice con un sorriso di sfottò. Fai una cosa: metti la moto nel cortile e vieni su a casa così ti asciughi, tanto di spiovere stasera non se ne parla. Il maresciallo non si era mai sposato e dopo la morte di sua madre, che era stata la mia maestra di scuola elementare, viveva solo in quell’enorme casa. Arrivati sul pianerottolo mi fa entrare dalla porta di servizio che dava direttamente alla cucina e da lì si arrivava in lavanderia.
Dove passavo lasciavo una striscia di acqua, ero totalmente inzuppata e non vedevo l’ora di togliermi quei panni.
Il maresciallo mi fece andare in lavanderia e mi portò un accappatoio. Spogliati lascia i panni li e vatti a fare una bella doccia calda, nel mentre chiamo tuo padre così ti porta dei panni asciutti e ti porta a casa, dammi il numero (a quei tempi non esistevano i telefoni). Mio padre in quel periodo era fuori per lavoro e dunque non c’era nessuno che poteva venirmi a prendere. Non è un problema, stasera rimani qui. Ma intanto avvertiamo tua madre. Così fece.
Mi infilai sotto la doccia e credo di esserci stata almeno mezzora, non volevo più uscire da li quell’acqua calda e quel tepore che si era creato mi davano piacere. Intanto il maresciallo aveva rassicurato mia madre dicendo che mi avrebbe ospitato e che poteva stare tranquilla tanto era tutto a posto.
Tornata in cucina trovo il maresciallo che stava preparando la cena e mi dice di andare in camera da letto dove mi aveva preparato un pigiama e delle pantofole. Come dicevo prima il maresciallo era alto aveva il fisico di un giocatore di football pertanto mi aveva trovato un pigiamo di sua sorella che viveva a Milano dove insegnava Filosofia in una scuola superiore. Certo la cosa era un po’ imbarazzante indossare quel pigiamino tutto a fiorellini che mi stava leggermente stretto e poi sotto non indossavo le mutandine e quindi si vedeva tutta la forma del culo e del mio clitò. Ero un poco imbarazzata a presentarmi così davanti al maresciallo, ma poi pensai, chi se ne frega, tanto a me piace sentirmi troietta e anzi…..
Decisa, passai in cucina dove la cena era già pronta. Il maresciallo, senza fare alcun commento sul pigiamino e di come mi stava, mi invitò a sedermi a tavola e mi chiese se stato bene e se mi sentivo a mio agio. Lo rassicurai e ci sedemmo a cenare. Il maresciallo, quando non vestiva i panni da maresciallo, era un tipo molto simpatico e loquace. Aveva sempre la battuta pronta e faceva sempre ridere era un piacere stare con lui e poi cucinava benissimo. Era un amante della cucina e del buon vino e infatti quella sera credo che abbiamo bevuto qualche bicchiere di troppo….
Finimmo di cenare ci spostammo in salotto dove per finire mi offri della grappa di produzione artigianale e di cui vantava la provenienza a la bontà. Dopo di che accese il suo bel sigaro. Il maresciallo era un tipo appassionato di tutte le novità e con vanto volle farmi vedere il suo ultimo acquisto. Guarda che ti faccio vedere, e mi invitò ad alzarmi per vedere meglio il suo vanto di acquisto. Era un videoregistratore. A quei tempi era un acquisto costosissimo ed erano in pochi quelli che se lo potevano permettere. Guardai meravigliata quell’apparecchiatura e aveva pure il televisore a colori. Che fusione.
Poi apre lo sportello di una credenzina e mi fa vedere che già aveva messo su una discreta collezione di film e di videocassette.
Intanto che vado a mettermi un pigiama pure io scegli un film e così passiamo la serata. Ok, risposi contentissima di vedere quel videoregistratore in azione e che avevo visto solo dietro la vetrina di un negozio di elettrodomestici.
Mentre cercavo un film da mettere ne trovo uno porno. Minchia, il maresciallo con il filmetto porno, pensai. In un attimo mi sono venuti mille pensieri su quel filmetto e mentre guardavo la copertina di quella videocassetta non sentii che il maresciallo era entrato nella stanza e mi ha trovato con quella cassetta in mano. Piccole debolezze, dice con fare ironico, anche io ho le mie piccole debolezze. Se ti va lo vediamo, tanto siamo io e te e nessuno saprà mai che abbiamo visto un film porno insieme. Giusto? Giusto! Risposi io rassicurandolo che niente sarebbe uscito da quelle quattro mura, e così con fare deciso lo consegnai a lui invitandolo a mettere su quel video. Ci accomodammo sul divano e aspettando che il film iniziasse brindammo in segno di complicità. Era un film con Marina Lotar una porno attrice che solo a nominare il suo nome ti si drizzavano anche i capelli…..
Il film scorreva piacevolmente e ogni tanto entrambi facevamo qualche piccola battutina ed era evidente, fin troppo, che i nostri cazzi erano già duri. A volte vedevo con la coda dell’occhio che il maresciallo mi guardava e pensavo nella mia mente che sicuramente il maresciallo mi voleva fare con tutto il pigiama di sua sorella. Intanto che quelle immagini scorrevano e vedevo tutti quei cazzi la voglia di averne uno da spompinare era venuta pure a me e pensavo che ne avevo uno pronto a meno di un metro. Non sapevo come fare per trovare lo spunto e a quel punto mi volli giocare il tutto per tutto. Ci eravamo detti che niente sarebbe trapelato tra quelle quattro mura e anche se avessi avuto un rifiuto da parte del maresciallo sarebbe comunque finita li. Chiesi di andare in bagno, dove avevo visto qualche rossetto e un po’ di trucchi. Andai in bagno e in un battibaleno mi truccai. C’era anche del profumo da donna approfittati pure di quello. Pronta e spaventata passai in salotto mi sedetti vicino a lui e allungai subito la mano all’interno della sua gamba aspettando la sua reazione, intanto al posto del cuore avevo una ferrari lanciata a trecento chilometri orari. Mi guardò e non disse assolutamente nulla prese ma mia mano che era sulla sua gamba e la diresse dritta sul suo cazzo che già era turgido. Bingo! Pensai, e con l’altra mano gli girai il volto verso di me e iniziammo a baciarci. Non avevo mai baciato una bocca con i baffi e pizzetto e inizialmente la cosa mi sembrò strano. Ma le nostre lingue scivolavano e si rincorrevano in vorticosi passaggi. Intanto avevo già saldamente in mano il suo cazzo che pian pianino cominciavo a segare. Avevo in mano il mio trofeo di caccia e non lo mollavo assolutamente. Aveva la cappella tutta bagnata e scivolosa e a quel punto passai a leccare tutti i suoi umori e a gustarmeli. Leccavo con avidità quella bella cappella scivolosa e sentivo i gemiti di piacere del maresciallo che si confondevano con quelli del video. Ad un certo punto il maresciallo spense tutto mi prese per mano e mi portò in camera da letto. Quella camera era stata dei suoi genitori e prima ancora dei suoi nonni. Era una stanza calda, accogliente e finemente arredata. I suoi nonni erano stati ricchi. mi stese su quel soffice lettone e stendendosi vicino a me cominciò nuovamente a baciarmi e a toccarmi. Mi leccava dappertutto e mi mordicchiava i capezzoli. Con fare da uomo forte mi gira mi mette a pecora e comincia a leccarmi il buchetto e li ho cominciato ad apprezzare quei baffi e quel pizzetto. Mi davano piacere era un misto di solletico e punzecchio mi eccitavano tantissimo quei peli che insieme alla lingua passavano sul mio culo. Ad un tratto mi molla apre un cassetto del comodino e tira fuori un tubetto di crema di vasellina e comincia a lubrificarmi il buchetto e con fare delicato inizia con le dita a penetrare dentro di me e prepararmi per ricevere il suo cazzo. Ero al settimo cielo e non vedevo l’ora di sentirmi posseduta da quell’omone e sentire la morsa di quelle grandi mani afferrarmi per i fianchi per tirarmi a se. Con il suo cazzo ben lubrificato cominciò a piccoli colpetti ad entrare dentro di me era un misto di piacere e dolore, mi sentivo orgogliosa di farmi possedere dal maresciallo del paese. Oramai era tutto dentro di me e di tanto in tanto lo tirava fuori per mettere altra crema lubrificante per far si che scivolasse meglio. Era forte e delicato a tempo stesso. Dalla posizione e pecora volli sdraiarmi stesa lunga sul letto e volevo sentire tutto il peso del suo corpo sopra di me. Si dimenava e mi copriva tutta con il suo corpo pesante e villoso. Era bellissimo. Dopo un po’ volli gestire il gioco e mi sedetti sopra di lui mi sentivo un gran troietta e vedevo che lui apprezzava moltissimo il mio animo da troia. quando ero sopra di lui me lo baciavo tutto e gli mordicchiavo la lingua, fantastico! Volevo la sua sborra in bocca e appena capii che tutto stava per concludersi scesi dal letto e come una gran troia navigata mi misi in ginocchio e lo invitai a me. Si parò davanti e cominciai un bellissimo pompino volevo sentire la sua sborra arrivare fino in gola e volevo che mi sborrasse tutta. Capite le mie intenzioni con una mano afferrò la mia testa e con l’altra il suo cazzo e cominciò a segarsi a pochi centimetri dalla mi faccia e continuò fino a quando non esplose in una copiosa sborrata che inondò la mia bocca e il mio viso. Meraviglioso, sentire quei gemiti di piacere del mio amante e tutta la sua sborra che si trovava dentro e fuori di me, gli tolsi la mano dal cazzo e cominciai a succhiare quella sborra che ancora gli era rimasta dentro e sentire quel cazzo scivolare dentro la mia bocca fino alla gola lo faceva impazzire e gemere sempre di più.
Mollai quel cazzo solo quando aveva perso tutto il suo vigore. Era mio! Tutto mio. Ero felice di sapere di avere come amante il maresciallo, uomo stimatissimo e molto apprezzato nel mio paese.
Si stese sul letto e mi disse. Sapevo quali erano le tue tendenze, la settimana scorsa ti sei appartato con il figlio del dottore…. sotto il muretto della mia campagna in contrada altarello, vi ho spiato è già allora mi sono reso conto di quanto sei troietta. Sei fantastica.
Il tutto mentre io ancora stavo giocando con la sua sborra che mi spalmavo sul viso e sul mio petto. Mi stesi nuovamente vicino a lui e mi addormentai con il suo profumo di maschio sul mio corpo.

Grazie per la vostra attenzione e apprezzamenti ricevuti nei miei racconti precedenti. Vi bacio tutti.

Silvia
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