trans
...grazie al trattore
di silviatraves
15.04.2012 |
14.043 |
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"Pian pianino cominciò a penetrare il dito dentro e lo fece con tale delicatezza che quasi mi veniva voglia di forzarlo a fare più violentemente..."
Ciao a tutti. Vi voglio raccontare ciò che mi è accaduto proprio in questi giorni e ancora oggi che la sto raccontando non ci credo.
Proprio la settima scorsa sono andata dal un mio cliente a Paternò e finito con lui mi dovevo spostare verso Agira.
A questo punto data l’ora mi resi conto che potevo benissimo farmi l’interno della provincia e quindi fare la strada per Centuripe e così via.
Fatti alcuni chilometri, diciamo una ventina circa, vado per affrontare una curva e mi trovo d’avanti un trattore in panne e un giovane sui 40 anni che imprecava ed era particolarmente spaventato del fatto che si trovasse sotto curva, del resto anch’io mi sono spaventata parecchio affrontando la curva e vedendomi quel bestione d’avanti.
Quindi, accostai dopo il trattore e senza farmi prendere dal panico uscì dal bagagliaio il triangolo e corsi dietro la curva a piazzarlo in modo tale che fosse ben visibile.
Tornata in dietro verso il trattore mi avvicinai al contadino e iniziammo a discutere su come avremmo potuto togliere quel bestione dalla strada e dal pericolo.
Ci presentammo, e qui mi scattò la molla: aveva delle mani fantastiche, enormi e poi gli sporgeva dalla cintola una pancetta che appena l’ho vista mi sono sentita attraversare la schiena da un brivido di piacere ed eccitazione. Devo dire che sono particolarmente attratta dagli uomini con la pancia bella grossa e pelosa, fa uscire tutta la troia che c’è in me. Pensai, che se avessi avuto la possibilità di saltargli addosso sicuramente me ne sarei fregata altamente del trattore, della curva, etc. etc.
Lui, dice che sa di cosa si tratta ma non può risolverlo senza attrezzi. La masseria si trova ad appena 500mt da dove eravamo e che se io potevo stare li a vigilare sulla sicurezza lui sarebbe andato a piedi; e così fu.
Risolto il problema lo scortai fino alla masseria dove parlando dell’accaduto e di quello che poteva succedere, cominciammo a conoscerci e mi invitò ad un bel bicchiere di vino, che tra latro produceva pure lui. Intanto, la mia fantasia correva e non sapevo come fargli capire la mie intenzioni. Idea, pensai ora gli chiedo di andare in bagno mi allento un po’ i pantaloni in modo tale che si abbassino un po’ e sollevo ai fianchi il perizoma. Così tornata da lui mi abbassai, dandoli le spalle, per fare festa al cane che ci gironzolava intorno. Feci di tutto per mettere ben in vista il perizoma e l’obiettivo fu centrato. Appena mi rigirai lo vidi rosso focoso in faccia ed imbarazzato mi dice - dammi la possibilità di sdebitarmi, domani sera mi portano del filetto di vitello allevato dalle nostre parti, mi farebbe veramente piacere invitarti per poterci fare una bella grigliata e visto che stai apprezzando il mio vino anche una bella bevuta. - BINGO!! Pensai immediatamente e senza esitare risposi: a che ora? Ci scambiamo i numeri?
Non ci potevo credere la cosa era fatta.
Ci diamo la mano per salutarci e lui mi da un piccolo strattone al mio braccio per tirarmi a se e mi bacia sulle guance, cosa che solitamente si fa con gli amici di vecchia data. A quel punto ero quasi certa che la cosa stesse andando per il verso giusto anche perché mentre con una mano stringeva la mia con l‘altra mi toccava il fianco stringendomelo leggermente.
Ripresi la mia strada e a quel punto rendendomi conto che non sarei arrivata più in tempo dal mio cliente di Agira, tornai a Catania.
Il pomeriggio del giorno dopo lo trascorsi dedicandomi al mio corpo che da un po’ di tempo, a causa del lavoro, avevo trascurato.
Certo, pensai, e se mi fossi sbagliata su tutto? non mi posso mica presentarmi bardatissima da troia. Allora deciso, mi porto l’occorrente in uno zaino e vediamo come finisce. Certo il mio piacere sarebbe stato arrivare li da Silvia, ma del resto lui mi aveva conosciuta con un altro nome e con sembianze maschili.
Avevo il cuore in gola e speravo sempre che non mi fossi assolutamente sbagliata sulle impressioni. Del resto io i segnali li avevo mandati e pure abbastanza evidenti.
Arrivo in masseria colpo di clacson e il cancello si apre e il cane, riconoscendo la mia auto, mi viene incontro scodinzolando e facendomi festa, mentre sotto i fari mi si para un giovane che non avevo mai visto e che mi fa cenno di girare intorno alla masseria per arrivare alla villa che non avevo visto il giorno che sono stata li. E questo che ci fa qui, pensai. In un attimo sono crollati tutti i miei sogni lussuriosi. Ormai sono qui e vuol dire che mi farò una bella mangiata e bevuta. Pazienza!
Faccio il giro della masseria e arrivo alla villa, che non era niente male, e mi viene incontro Francesco il contadino. Era tutto in tiro e quasi non lo riconoscevo se non per la sua pancia. Mi saluta con i soliti baci sulle guance e mi fa accomodare in casa. Niente male. La casa si presentava accogliente e arredata con buon gusto. – vieni mi dice che ti presento un mio amico. Ok, pensai tra me e me, non ho capito un cazzo! Con sorriso tra i denti mi avvicinai al suo amico e mi presentai. Piacere, non appena si muove per allungare la mano per le presentazioni capisco immediatamente che era gay. In un attimo mi si riaprì tutto lo scenario che avevo fantasticato e che mi era crollato addosso. Il suo amico era palesemente gay eppure effeminato.
Mi ero rimessa in corsa. Bicchiere pronto, Francesco apre una bottiglia delle sue e versando chiama il ragazzo che mi era venuto in contro fuori la masseria e gli dice di cominciare a mettere su la carne. Ecco ora ho capito il ruolo di quel giovane, ma non mi era ancora chiara la situazione.
Mentre la cena era già sulla brace il vino e la conversazione cominciava a scorrere piacevolmente e io allentavo sempre di più la mia rigidità da uomo e cominciavo ad essere sempre più leggera e a lasciarmi andare a movenze da effeminata. Con la complicità dell’amico gay cominciavo a sentirmi a mio agio e a intravedere quale sarebbe stato l’esito della serata.
La cena ormai era pronta e Francesco congedò il giovane massaro invitandolo ad andare a casa.
Seduti a cena la conversazione diventa sempre più amichevole e cominciano le confidenze e il vino comincia a fare la sua parte su tutti noi. Ad un certo punto si comincia a parlare di sesso e l’amico Benny comincia a raccontare della sua ultima fiamma, chiaramente parlava di un uomo. Ormai i freni inibitori erano completamente fuori il mio controllo e mi sono lasciata andare confessando che la mia vita sessuale la svolgevo anche da travestita.
Attimo di silenzio e poi Francesco dice: - magnifico ora non vediamo l’ora di vederti bardatissima, e quando ti travesti come ti chiami?
Non mi aspettavo tale reazione. Silvia, risposi immediatamente, e in macchina ho lo zaino pieno delle mie cose da troia. A quel punto non potevo fare altro che prendere la palla al balzo; dopo cena se vi va mi preparo e mi presento a voi.
La risposta fu immediata e come uno stereo risposero: -certo che lo vogliamo.
Finimmo di cenare, tra una battuta e un ammiccamento, si accinsero a preparare un caffè mentre io presi il mio zaino da troia mi chiusi in bagno per la trasformazione. L’odore del caffe mi aveva già raggiunto in bagno.
Pronta e uscita dal bagno trovai tutt’altra atmosfera.
La musica e la luce del salone erano cambiate e l’atmosfera era molto più soft di quanto non lo fosse prima. Stavamo entrando nella seconda parte della serata ed il mio respiro si fece più profondo. Stavo per entrare in una parte della serata ancora in parte, sconosciuta. Loro si conoscevano bene e sicuramente avevano pure un’intesa che io non conoscevo. Ero eccitata e al tempo stesso intimorita. Andiamo avanti, pensai.
Feci il mio ingresso nel salone e venni immediatamente accolta da un applauso e da apprezzamenti che mi fecero immediatamente rilassare ed entrai immediatamente in sintonia con il loro umore. La prima cosa che mi venne spontanea fu di andare a dare un piccolo bacio sulle labbra a Francesco e la cosa mi venne proprio dal profondo delle mie emozioni e che mi servì a prendere coraggio. Poi ne diedi uno pure a Benny.
Prendemmo il caffè tra una battuta e l’altra e Francesco tirò fuori una bottiglia di brandy e brindammo alla bella serata e a nostro essere così leggeri e di buon umore.
Francesco, sedutosi sul divano, accese il suo sigaro e Benny, con molta grazia, sedette sulle sue gambe.
Tra un sorso di brandy e un tiro di sigaro cominciarono a baciarsi e a toccarsi sempre più focosamente e tra un bacio e un tiro di sigaro ammiccavano a me. Francesco allungò la sua mano in cenno di invito ad avvicinarmi e ubbidì senza nemmeno esitare.
Erano iniziate le danze.
Cominciammo a baciarci e a toccarci sempre più animatamente e le nostre lingue erano sempre più bagnate di umori e le nostre mani cercavano l’altro sempre con più forza e vigore e sempre verso i punti più intimi e nascosti.
Ad un tratto Francesco ci allontanò da se ci fece alzare e mi comandò, mentre tirava fuori il suo cazzo già bello turgido, di sottomettermi a Benny e di tirargli fuori il cazzo per cominciare un bel pompino. Mi invitò a nozze! Non vedevo l’ora di prendere un cazzo in bocca ma in quel momento ero anche attratta dalla bocca e lingua di Benny ed esitai un po’ al pompino. Francesco a quel punto mise bene in chiaro le cose. Io comando e voi ubbidite immediatamente!! La cosa mi eccitò al punto tale che non me lo feci ripetere due volte e compreso le regole del gioco cominciai il pompino a Benny. Nel mentre Francesco cominciò a spogliarsi e a tirare fuori quella bella pancia che avevo già sognato di accarezzare e leccare tutta. Ero eccitatissima. Appena tutto nudo mi sollevò ci prese per mano e ci porto in camera da letto dove c’era già il camino acceso. Si stese sul letto, ordinò a Benny di spogliarsi e a me di tenermi quello che ritenevo opportuno per sentirmi a mio agio. Rimasi con le autoreggenti il perizoma il corpetto le scarpe con i tacchi a spillo e mi misi vicino a Benny per spompinare a vicenda il nostro padrone che se ne stava li con il cazzo ben in vista aspettando le nostre bocche si sarebbero da li a poco alternate al pompino.
Francesco cominciò a bagnarmi con le sue enormi dita il mio buchetto che non desiderava altro e, contrariamente alla sua stazza, cominciò delicatamente ad accarezzarmelo e piano piano a farsi strada dentro di me. Sentivo la sua mano ruvida e forte, ma lui era delicato e sensibile ai mie movimenti e non forzava l’ingresso al mio orifizio. Pian pianino cominciò a penetrare il dito dentro e lo fece con tale delicatezza che quasi mi veniva voglia di forzarlo a fare più violentemente. Ma forse era meglio così. Francesco ordino a Benny di lasciare il suo cazzo a me e di cominciare a leccare il mio buchetto. Benny ubbidì.
Data la stazza di Francesco, immaginavo che avesse un cazzo adeguato al suo aspetto, invece no. Aveva il cazzo bello ricco di venature ben proporzionato e dritto. Era leggermente sopra la media, diciamo sui 18cm circa e forse un po’ più grosso della media e una pelle liscia e morbida. Riuscivo tranquillamente con la bocca a tirare su e giù la sua pelle per la cappella e a volte me la ciucciavo tutta coprendogli tutto il glande. E così via senza fermarmi. Ad un tratto mi accorsi che aveva dei testicoli enormi che quasi stentavo a mettere in bocca. Belli grandi pelosi, e lui gemeva quando me li mettevo in bocca. Gli piaceva da morire, lo sentivo.
Intanto Benni metteva a mio agio il mio buchetto. Ad un tratto, mentre continuo la mia bella pompa a Francesco, il rumore classico di quando si apre un preservativo e Francesco ordina a Benny di metterglielo e con una leggera pressione della sua mano sulla mia fronte mi allontana dal suo cazzo che ormai era già sufficientemente turgido. Benny ubbidì mentre Francesco mi invitò a baciarlo in bocca. Aveva la lingua scivolosa, e da lì capisco sempre quando il desiderio comincia ad essere veramente forte. L’ho imparato dalle donne. Sono bisex e quindi le dinamiche le conosco tutte. Appena Benny finisce dal suo incarico fa cenno che è tutto pronto e Francesco mi mette a pecora e chiede a Benny di lubrificare il buchetto e il suo cazzo. Detto fatto. Così comincia ad accarezzarmi con la cappella il mio buchetto e a piccoli colpetti comincia a penetrarmi piano piano facendo si che il buchetto si preparasse alla penetrazione. Benny nel mentre mi teneva le chiappe ben divaricate. Erano perfetti. Ero il loro strumento di piacere, mi sentivo una gran troia e non vedevo l’ora che iniziasse a pompare dentro il mio culo e a sentirmi sbattuta. Passò poco tempo e questo avvenne inesorabilmente. A quel punto Benny mi si parò davanti e mi mise il suo cazzo in bocca. Il cazzo di Benny contrariamente al suo aspetto fisico era grande. A ogni colpo di reni di Francesco il cazzo di Benny mi arrivava fino alla gola, e lui con le mani mi teneva il mento alto in modo tale che il suo cazzo andasse quando più in fondo possibile, al punto che a volte mi faceva venire dei conati di vomito e mi dovevo tirare in dietro uscire fuori il cazzo dalla bocca e prendere respiro. Ero proprio sbattuta da tutte le parti. Sembrava che quei due non scopassero da una vita e aspettassero me per dare sfogo a tutti i loro desideri repressi.
Ad un tratto Benny si infila sotto di me per un sessantanove e Francesco continuava a sbattermi come una troia.
Sentivo la pancia di Francesco che, ad ogni colpo di reni, mi sbatteva sul fondo schiena. Era quello che volevo sentire.
I ritmi cominciavano a prendere velocità e i nostri corpi assumevano sempre configurazioni diverse tra posizioni varie e intrecci di corpi e scambi di lingue di cazzi di culi etc. etc. ma l’unico che aveva sempre la parte da attivo era lui: Francesco, con la sua pancia la sua possente forza di braccia e le sue enormi mani regolava le danze. Dominava la scena del piacere. Quel letto a volte sembrava piccolo e a volte enorme a seconda della configurazione che assumevamo. L’eccitazione raggiunse livelli alti e Francesco cominciò a sculacciarmi così forte da formi diventare tutto il culo rosso sangue, ma mi piaceva da morire, mi piacevano quelle mani. Poi iniziò delicatamente a baciarmelo e a chiedere scusa come se quello che aveva fatto prima era una cosa da non fare.
A quel punto, visto il suo momento di delicata debolezza, approfittai e volli comandare io il gioco. Lo feci mettere supino e mi ci sedetti sopra e cominciai a cavalcarlo come una cavallerizza e a non dargli tregua nel mentre Benny mi mise, come sempre, il cazzo in bocca e non resistette i più. Cominciò a sborrarmi sulle labbra, che ormai mi sentivo gonfie e caldissime da quanto cazzo avevo tenuto in bocca, e dentro la mia bocca. Mi sentivo sempre più troia e mentre cavalcavo Francesco stringevo fortemente il suo cazzo con il culo, lo volevo sentire sempre di più e questo portò Francesco a spingermi per tirare fuori il suo cazzo dal mio culo. Mi mise di lato prese il cazzo tra le mani e mi sborrò copiosamente in bocca. Sembrava che non finisse mai di sborrare, mi inondò tutta la bocca e il viso e gemeva vigorosamente. Era una fontana inesauribile. Finito di sborrare gli tolsi la mano dal cazzo e presi il controllo della situazione. Cominciai a pomparlo e a leccarlo ancora per un po’ e lui continuava a gemere e fino a quando si staccò e si stravaccò al mio lato. Mi sentivo ancora una gran troia che ha ancora bisogno di andare avanti. Con la bocca piena di sborra mi avvicino a Benny e cominciai a baciarlo e a scambiarci la sborra di Francesco, nel mentre io mi stavo masturbavo. Appena Benny capisce le mie intenzione mi lascia la bocca e comincia a farmi una pompa e mi porta fino alla mia sborrata finale.
Attimo di grande silenzio. Le uniche cose che si sentivano erano lo schioccare della legna nel camino, la musica che proveniva dal salone e il nostro ansare. Eravamo proprio rilassati e felici di aver trascorso una serata veramente bella. Eravamo consapevoli che tutto era andato secondo i nostri desideri e che tutti avevamo rispettato l’altrui desiderio e libertà. Tutti eravamo rimasti al proprio posto e non eravamo stati scortesi o irriverenti. Ad un tratto nel silenzio più assoluto Francesco se ne esce dicendo: - domani vado a mettere il trattore dietro la curva. E scoppiamo in una risata bellissima.
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