trans
Ninfomane

10.09.2020 |
807 |
10
"Devi solo comportarti come se lo facessi con me..."
Si chiama Marco, ci conosciamo e frequentiamo da tempo. Lui è il mio uomo e io la sua amante trav. Ha sempre avuto un debole per le trav ed era venuto in contatto con me frequentando una delle chat per incontri. Mi tratta con un certo senso di appartenenza e dominazione, che a me piace moltissimo e assecondo sempre di più. Forse sarà anche per questo che troviamo sempre più piacere nel frequentarci, tanto che abbiamo continuato a vederci senza stancarci mai l’uno dell’altra.
Prima di conoscerlo mi ritenevo un po' ninfomane, non ero mai sazia e andavo sempre in cerca di maschi da soddisfare. Con lui invece mi sono calmata e, forse anche per il passare del tempo che sopisce gli istinti, ora mi è più che sufficiente lui, ma nello stesso tempo non riesco a farne a meno. Forse me ne sono anche innamorata, ma cerco di tenermi alla larga da questi pensieri perché potrebbero generare situazioni che non si sa dove ci porterebbero.
I nostri impegni ci tengono sovente lontani e riusciamo solo saltuariamente a trovare l’occasione di poterci incontrare. Finalmente oggi abbiamo potuto organizzare tutto a puntino, potremo passare anche tutta la notte insieme.
Il poterci trovare raramente fa sì che ogni volta in cui lo facciamo è come se fosse la prima. Solo a pensarlo mi tremano un pochino le gambe e mi assale una voglia matta. Fra poco sarò da lui e mi rifarò di tutto il tempo che ho trascorso in attesa di incontrarlo.
Abita in una casa indipendente sparsa in mezzo ad altre, vialetto di ghiaia, cancello aperto che si chiude dietro di me. Parcheggio l’auto in cortile, raccolgo le mie cosucce, entro sapendo che non si farà vedere, perché per lui devo essere solo femmina, e vado diretta nel solito bagno di servizio dove mi do un’ultima rinfrescata, fuori e dentro, mi preparo e trucco come mi ha detto di fare.
Mi aveva mandato un messaggio “Ti voglio in minigonna, tutta in nero, compreso l’intimo, bionda, scarpe rosse e truccata pesante come una da marciapiede. Stasera ci sarà una sorpresa” E così ho fatto, incuriosita dalla misteriosa sorpresa.
Completata l'opera vado in sala dove so che mi aspetta e me lo trovo davanti, finalmente. Vorrei abbracciarlo, stringerlo forte a me, coprirlo di baci, ma truccata come sono farei un disastro e mi trattengo. Basta la luce dei miei occhi a fargli capire quanto sono felice di vederlo.
“Stasera usciamo, andiamo da miei amici che ti stanno aspettando”. Questa è la prima cosa che mi dice, guardandomi dritto negli occhi. Tutto subito mi viene un mezzo accidente, non sono mai uscita travestita, ho sempre avuto il desiderio di farlo ma mai il coraggio. “Ma non preoccuparti, facciamo tutto il percorso in auto. Ormai è quasi buio e andiamo in una casa isolata, nessuno ci può vedere“. Non mi resta che adeguarmi perché è una cosa decisa da lui, ma non finisce qui.
“Faremo un bel gioco erotico. Sono due bei maschietti che dovrai soddisfare. Io me ne starò a guardare mentre vi date da fare. Devi solo comportarti come se lo facessi con me. Non hai nulla da temere perché è bella gente, sono persone affidabili, pulite e ordinate, esperte e conoscono bene le regole del gioco. Ti prego solo di non dirmi di no, di dare il meglio di te come sai fare e di farmi fare bella figura”.
Più che una sorpresa mi sembra un brutto scherzo “Bella figura?! Te la do io la bella figura” Questo è il primo pensiero che mi passa per la testa. Non so bene come reagire, credo che potrei anche urlargli qualcosa e andarmene ma mi trattengo e cerco di darmi una calmata. Non so più cosa pensare, “Sono giochi che molti fanno” mi dico “e se tutto funziona bene si gode anche forte. C'è chi fa molto peggio“. Sicuramente intuisce i miei dubbi e “Se non te la senti li avviso e lasciamo perdere, credevo di fare una cosa gradita”. Adesso lo guardo io negli occhi e mi accorgo di volergli bene, più di prima e non voglio mandargli tutto all’aria. L’idea di questo gioco poi comincia a sorridermi e quella ninfomane che se ne stava zitta e tranquilla dentro di me si è risvegliata e comincia a scalpitare per farmi dire di sì mettendomi addosso una voglia matta di farlo. Ci penso ancora un attimo e decido: gli metto le braccia attorno al collo, lo guardo negli occhi, gli sorrido e “Sei un porcone, ma vedrai che ti farò fare una splendida figura tanto da andare fiero di me per il resto della tua vita”.
Arriviamo così dagli amici entrambi su di giri, lui immaginando lo spettacolo che si gusterà, io per la prestazione in cui dovrò esibirmi.
Ci stavano aspettando, ci accolgono con cordialità. Marco mi presenta a loro, come mi ha istruita devo starmene zitta e rispondere solo con cenni della testa, la mia voce non si deve sentire.
Uno dei due mi piace a prima vista, bel viso, bei capelli, un bel figurino. L'altro un po' meno, forse un po' troppo magro. Mi sento comunque fortunata, se non mi fossero andati a genio sarebbe stata un’impresa dura e, conoscendo il mio carattere, sarei stata anche capace di rifiutarmi con un no secco.
Finiti i convenevoli parla Marco “È tutta vostra, trattatemela bene e godetevela, io sto a vedervi dare il massimo” E i giochi cominciano.
Uno mi prende per mano, l’altro mi palpa il culetto e così mi portano al centro della stanza su un morbidissimo tappeto rosso, prudentemente protetto da un telo nella zona dove ci siamo sistemati. Mi sento andare su di giri, il cuore comincia a battere forte e la voglia di godere e di far godere invade tutto il mio corpo tanto che mi sento tremare. Sono ormai loro proprietà. Sono anche simpatici, tirano fuori battutine spiritose, se la ridono e fanno ridere anche me. Farlo in allegria mette ancora più voglia.
Cominciano a spogliarmi. Uno mi sfila la minigonna, l’altro mi abbassa la zip del corsetto e resto in reggiseno, reggicalze, calze e peri. Mi guardano, mi gustano tutta con gli occhi, mi frugano dappertutto, mi fanno sentire il loro uccello duro premendomelo contro. Anche il mio si è rizzato per bene e spunta fuori dal triangolino del peri. Mi sento un po' in imbarazzo, che mi passa subito perché apprezzano e ne approfittano giocando con lui. Notano che il mio reggiseno è piuttosto gonfio e me lo sfilano mettendo a nudo le tettine, che usano per giocare accarezzandole, tirando e baciando i capezzoli. Io invece lavoro di mani e bocca con carezzine e bacetti. Tutti ottimi esercizi di riscaldamento.
“Spogliaci adesso cara” e ubbidisco subito cominciando a sbottonare le camicie. Li vedo depilati con la pelle liscia e abbronzata, da accarezzare. Quello che mi era piaciuto scende di punteggio perché lo vedo un po' troppo rotondetto mentre l’altro ne guadagna perché mostra un bel fisico asciutto, da atleta. “Ottime premesse“ , mi dico, “chissà cosa succede adesso abbassando la zip della patta dei pantaloni” Mi inginocchio davanti a loro e comincio, prima l’uno poi l’altro. Vedo per entrambi un paio di slip bianchi molto attillati belli rigonfi tanto da poter vederci tutto e immaginare anche di più. I pantaloni scendono, mi rialzo, sfilo loro la camicia e mi trovo davanti due bei maschietti coperti dai soli slippini gonfi per l’uccello in tiro, belli come il sole e gli occhi pieni di voglia di farmi la festa. Non sto più nella pelle e mi butterei a capofitto ma aspetto che siano loro a condurre il gioco. Finalmente mi chiedono di metterli nudi. Era ora, mi inginocchio davanti a quegli ultimi indumenti che li coprono e godo con tutti i sensi, sento il loro profumo, li accarezzo, li copro di baci, striscio contro labbra e guance e lentamente li faccio scendere. Meraviglioso spettacolo, me li trovo davanti turgidi pieni da scoppiare e con la goccina in punta che scende lentamente. Non mi trattengo più, mi lascio andare con carezze, bacetti e mettendoli al calduccio in bocca ora l’uno ora l’altro. Istintivamente accarezzo e stringo tra le mani le loro cosce, le natiche, le palline e toccandoli godo tanto da sconvolgermi la mente. Ormai non ho più limiti e sono pronta a tutto, mi prendo tutti e due quegli uccelloni in bocca, li accarezzo con la lingua e li tengo in tiro masturbandoli. Il loro gusto mi inebria. Devo solo stare attenta a non farli venire. Vorrei alzarmi per continuare a giocare con le mani, baciarli dappertutto e leccare i loro capezzoli ma mi fermano e mi chiedono di mettermi a pecora. Di bene in meglio, adesso è proprio ora. Mi metto giù e divarico bene le cosce, uno si inginocchia davanti a me, si piega, mette il suo scettro davanti alla bocca e me lo caccia fino in gola, tanto per farmi capire che è ora di ricominciare. L’altro si mette dietro, mi scosta il laccetto del peri e comincia a occuparsi del mio buchino che si fa sempre più voglioso. Me lo imburra bene e comincia a penetrarmi con un dito, poi due, tre, quattro. Mi sento dilatata e pronta a accoglierlo dentro di me. Sento che sta armeggiando per indossare il preservativo, mi imburra di nuovo, mi rifila due sculacciate secche e me lo accosta, mi prende per i fianchi e mi penetra spingendolo su tutto fino in fondo deciso ma delicato. Provo sempre la stessa forte emozione quando vengo penetrata, come la prima volta quando fui sverginata. È molto abile e sa come far godere chi fa l’amore con lui. Comincia ad andare avanti e indietro con ritmo lento e cadenzato, dolce come il miele e delicato come il petalo di un fiore. Il suo compare mi prende la testa tra le mani e segue il ritmo cadenzato per scoparmi la bocca. Con la coda dell’occhio cerco Marco e lo vedo eccitato con l’occhio porcellino di chi sta godendo di una vista che lo eccita. Credo e spero che sia soddisfatto di me.
Li sento tutti e due aumentare il ritmo e il respiro, si stanno avvicinando all’orgasmo.
Il respiro si fa più affannoso e cominciano ad ansimare e mugolare, la cappella che va e viene nella mia bocca si sta gonfiando ed è ormai pronta a spruzzare tutta la sua gioia. Me lo toglie dalla bocca, se lo prende in mano e mi inonda la faccia. Il suo seme caldo mi inebria e sento un forte piacere nel riceverlo sul mio volto.
Anche quello che mi sta dietro è pronto a venire, me lo spinge tutto su, si ferma e con un sospiro liberatorio scarica tutto il suo piacere dentro di me. Se non avesse avuto il preservativo mi avrebbe farcita per bene. Rimangono entrambi fermi per qualche attimo a riprendere fiato e finisce qui il primo round. Credo che sia andato abbastanza bene considerando la soddisfazione di quei due. Se chi mi scopava il culetto mi avesse dato un aiutino credo che sarei venuta ben presto anche io. Forse però è stato meglio così, perché mi resta in corpo ancora più voglia di ripetere il tutto in un secondo giro, sperando che riusciamo a farlo.
Con lo sguardo cerco Marco e lo vedo con l’aspetto piuttosto accigliato e corrucciato. Forse è solo un’impressione perché non capisco quale potrebbe essere il motivo. Vorrei chiedergli ma comincia a parlare rivolto ai due. “Bene ragazzi mi pare che sia andato tutto per il meglio, molto meglio del previsto. Adesso però finisce qui. Avevamo stabilito che sarebbe stato un bel gioco che sarebbe durato poco e così è”. Si rivolge a me “Tu datti una ripulita e una rinfrescata e preparati per tornare a casa”. Peccato, penso, almeno un secondo giro l’avrei fatto molto volentieri e sicuramente anche loro due. Mi sento insoddisfatta, ormai però l’incantesimo è rotto e non resta che finirla qui. Certo che se si è arrabbiato con me per un qualunque motivo sarà arduo fargliela passare e magari andremo pure in bianco. Dopo averlo aspettato così tanto. Staremo a vedere.
Ci accomiatiamo con le solite parole di circostanza, ricevo molti complimenti dai due e un velato invito a tornare da loro, cose che mi riempiono di gioia, saliamo sull’auto e ce ne andiamo.
Se ne sta zitto, chiuso in se stesso, guida e basta. Non capisco cosa sia successo, forse ho sbagliato qualcosa, l’ho irritato senza volerlo. Non capisco, ma me ne sto zitta anche io nell’attesa che mi dica qualcosa. E infatti “Sei stata splendida è stato un vero piacere vederti dare il meglio di te e sono orgoglioso. Devo dirti però che mi sono pentito di averti chiesto di farlo. Non avrei dovuto. Tu sei mia e devi rimanere mia, almeno fino a quando non decideremo di smettere. Per questo ti prometto che non ti chiederò mai più di fare cose simili. Mi sono tolto una voglia e mi è bastato. Non succederà più. Se poi penso che l’hai fatto per farmi piacere, il rimorso si fa sentire ancora più forte. Da ora in poi decideremo insieme qualunque cosa che ci verrà in mente di fare e la faremo solo se saremo entrambi convinti”
Adesso finalmente ho capito, con un certo sollievo.
È vero che l’ho fatto per accontentarlo, ma questa non è tutta la verità. Quella ninfomane che se la dormiva tranquilla si è improvvisamente risvegliata e ha condizionato la mia decisione, ho detto sì anche per la voglia di farlo che si era impossessata di me. Non gli dirò mai questa parte di verità, resterà un segreto ben chiuso dentro di me e rimetterò a nanna la ninfomane per cancellare ogni traccia. Se la lasciassi ancora libera porterebbe alla rovina il nostro bel rapporto solo per soddisfare le sue voglie. E questo non deve succedere.
Adesso lo voglio stuzzicare un pochino per fargli pesare il suo rimorso. Mi avvicino, gli faccio passare una mano tra le cosce e la faccio salire lentamente mentre gli dico “Eppure ti ho visto eccitato mentre ci guardavi con occhi porcellini. Ti è piaciuto vedermi presa in mezzo a quei due” Mi risponde un poco contrito “Inizialmente sì, è stato molto eccitante, tu eri splendida. Poi però mi sono convinto che stavo sbagliando e ho perso l’entusiasmo, fino a sentirmi a disagio. Sono arrivato quasi a chiedervi di smettere, ma non si poteva farlo”.
Questa è una bella risposta che mi piace, ma non mi basta e quindi insisto. “Avresti dovuto farti pagare per la mia prestazione. Sono sicura che quei due ti avrebbero scucito almeno un bel duecento per me. Cosi io sarei diventata la tua puttanella e tu il mio protettore. Non ti pare?”. Risponde subito stizzito “Ma non dire stupidaggini, sciocchina. Figurati se adesso ti faccio battere. Dovresti tacere invece che dire cretinate”. Ho fatto centro, l’ho colpito nel punto giusto, e mi sento vincitrice. Torno a infilargli la mano tra le cosce e sento che gli si sta rizzando. Buon segno, le paturnie gli stanno passando e gli stanno crescendo sia il suo lui che la voglia. Comincia a premere sull’acceleratore e “Meglio che ci sbrighiamo a tornare a casa, così ti dimostro che riesco a fare di più e meglio di quei due messi insieme. Dovrai implorarmi di smettere”.
Ecco rimediato il secondo round, e forse anche il terzo, ma questa volta con lui.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Ninfomane:
