trans
L’etero
di evapetra
11.04.2022 |
12.301 |
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"Aprii la porta e lo aspettai a letto..."
Ci eravamo incontrati qualche mese fa. Lui è un bell’uomo di 45 anni circa, etero, fisicato e molto affascinante. Tutto iniziò durante la pandemia, qualche chat, qualche scambio di foto, qualche fantasia condivisa; mi ha raccontato che era etero, che le donne non gli mancavano ma l’esperienza con un uomo, magari in intimo, lo intrigava e lo eccitava. Aveva ricevuto, anni fa, un pompino da un ragazzo e gli era piaciuto. Voleva però provare altro.
Passarono così i vari lockdown, trascorsero i mesi, si chattava ogni tanto. Una notte, qualche mese fa, mi mandò un messaggio. Chattammo per un po’, avrebbe voluto ma era indeciso, era indeciso ma avrebbe voluto. Iniziò così una chattata che pensai, come spesso accade con gli etero, infinita e senza conclusione.
Scambiammo foto e capii che era molto eccitato ma c’era sempre quel blocco, tipico degli etero.
Verso le 2 di notte circa si decise, “vengo” mi scrisse, “ti aspetto “ gli risposi, con la quasi certezza che non sarebbe mai arrivato.
E invece, circa 15 minuti dopo mi scrisse che era arrivato. Guardai fiori dalla finestra ed effettivamente vidi un’auto. Aprii la porta e lo aspettai a letto. L’accordo era quello, aspettarlo a letto, senza nulla. Entrò in casa, si diresse in camera, io ero di lato, sentivo le scarpe cadere, la giacca, i vestiti. Sentii poi un corpo caldo che si avvicinava, mi toccò il culo e, in un attimo, si dedicò al mio buco. Iniziò a leccare come solo gli etero sanno fare. Dopo una lunga leccata mi girai e presi in bocca il suo cazzo duro e svettante. I suoi gemiti mi fecero capire che gli piaceva. Mi fece poi girare, prese il preservativo che aveva portato con sè e con un colpo solo affondò. Mi scopò con colpi regolari, decisi. Mi teneva le gambe e le sue mani si appassionavano al mio culo. Me lo toccava, me lo schiaffeggiava. Continuava ad affondare, il ritmo aumentò, il suo respiro si fece più profondo e, improvvisamente, si fermò. Sentii il preservativo gonfiarsi e il suo cazzo pulsare. Si era svuotato. Lo tirò fuori. Tolse il preservativo pieno e lo posò sul comodino.
Si rivestì e uscì. Non una parola.
Dopo 10 minuti mi mandò un massaggio: “Non ci siamo nemmeno presentati”, mi scrisse. Iniziò così una chattata molto divertente, in cui mi disse che gli era piaciuto, che si era divertito anche se era stato breve e che lo aveva di nuovo duro.
Ci salutammo e non lo sentii più, fino ad oggi.
“Ciao come stai”, mi scrisse, parlammo un po’ e capii che aveva voglia. Gli ricordai il nostro incontro e lui ribattè che sarebbe servito più tempo. Si ricordò che gli dissi che, ogni tanto, faccio massaggi relax con olio. “Quando vuoi te ne faccio uno”, gli buttai la proposta, la colse “anche adesso?”, rispose. “Certo”, continuai “tempo di preparare tutto”, “mi massaggi in intimo?”mi chiese, “va bene “ gli risposi. Era fatta, sarebbe arrivato in pochi minuti.
Preparai il lettino su cui lui si sarebbe sdraiato, io sarei poi arrivato quando lui sarebbe stato pronto. Dopo 15 minuti circa mi apparve un maschio nudo, con un corpo tonico e un culo di tutto rispetto che mi aspettava, sdraiato sul lettino. Iniziai il massaggio, gambe e piedi a cui dedicai un po’ di tempo, poi schiena e glutei, era davvero sodo, lo massaggiai per una buona mezz’ora, ad un certo punto, mentre ero davanti a lui e mi dedicavo alla sua schiena, iniziò ad accarezzarmi le gambe e le chiappe, in modo delicato.
Era pronto ad andare oltre. Le sue mani raggiunsero il mio cazzo, ci giocò, lo tirò fuori dal perizoma e iniziò a succhiarlo, un pompino delicato, dolce ma con un movimento di bocca e lingua che mi fece quasi venire.
Si girò e mi offrì il suo cazzo, turgido e eretto. Mi misi sopra di lui e lo presi in bocca, lui fece altrettanto, nuovamente, con il mio. Glielo succhiai a fondo, lo sentivo in gola, era durissimo. Mi leccò il buchetto, come fece quella notte, con movimenti lenti e regolari, assaporandone ogni millimetro e preparandolo così per altro. Mi scopava la bocca, mentre continuava a penetrarmi con la lingua.
Arrivò poi il momento di andare oltre. Si alzò e prese un preservativo, mi fece mettere a 90 e con un colpo solo entrò nel buco lubrificato. Mi scopò di brutto, a pecora, senza fermarsi, con tutto il testosterone che aveva, mi schiaffeggiava le chiappe e spingeva come se volesse inchiodarmi al divano, la monta durò parecchio, senza sosta, il suo cazzo era padrone del mio culo; il ritmo aumentò, lo sentii gemere, sentii il preservativo gonfiarsi. Si era svuotato (ma non del tutto, compresi poco dopo).
Si tolse il preservativo e si rimise sul lettino. Il suo respiro affannato mi eccitava, era sudato ma, credo, appagato.
Lo massaggiai nuovamente, mi dedicai ad ogni centimetro del suo corpo, per rilassare quei muscoli contratti dalla monta. Si addormentò, sentii il suo respiro profondo.
Proseguii il massaggio e, dopo quasi mezz’ora, le sue mani cercarono di nuovo le mie chiappe, ricominciò ad accarezzarle, riprese a giocare con il mio cazzo e lo tirò fuori. Il pompino era ancora meglio, aveva imparato bene.
Si girò e rividi il suo palo in tiro, mi fece piegare e ricominciammo. Si dedicò al mio buco, mi fece quasi godere perché sapeva come leccare un buco, le sua lingua la sentivo nel cervello, ogni recettore era attivo e l’eccitazione si respirava nell’aria.
Si mise poi in piedi, io in ginocchio glielo presi in bocca e gli feci capire come si succhia un cazzo. Gemeva, si avvicinò ai pantaloni e riprese un preservativo.
Mi ripiegò e lo infilò, con il solito colpo deciso. La monta andò avanti un bel po’, il cazzo non uscì mai, era come catturato dal mio culo e stretto da una morsa che fungeva da calamita. Affondava e godeva, non si fermò fino a quando sentii pulsare e dai suoi gemiti capii che era venuto, per la seconda volta.
Tolse il preservativo e si rimise sul lettino.
Ripresi il massaggio, mi dedicai ai piedi. Mi aveva detto, in una chattata, che gli piaceva farseli leccare. Glieli massaggiai e leccai avidamente, erano belli e curati e lui si lasciò fare.
Mi rivolsi poi ai glutei, sodi. Lui aprì le gambe e quindi giocai con il suo buco. Si mise a 90, la leccata al buco era un’altra delle cose che gli piacevano e che ricordavo dalle chattate. Glielo leccai e lui godeva, mi prese una mano e se la portò sul cazzo, nuovamente duro. Leccavo e segavo, lui godeva, ansimava. Per parecchi minuti continuai fino a quando sentii il cazzo pulsare e la mia mano si riempì di crema, la terza di quel pomeriggio.
Si sdraiò, appagato.
“Sei vivo?” gli chiesi, “si vivo, grazie”, rispose.
Lo lasciai rivestire andando in un’altra stanza.
Uscì di casa.
Ci messaggiammo poco dopo e mi disse alcune fantasie che avrebbe voluto mettere in atto, la prossima volta.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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