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L'INIZIO
di PAOLAPAOLETTA
11.03.2024 |
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"Passammo ore, a parlarne, e per più giorni, accettai di incontare uno psicologo, e alla fine disse a mia madre che ero così, dicamo, disse, femmina, e..."
Tutto ha un'inizio, era da parecchio tempo che mi sentivo a disagio con i miei compagni, durante i momenti che passavamo nello spogliatoio della palestra, il mio sguardo, era, seppur di nascosto, rivolto ai loro cazzi.Ereano stupendi, duri e dritti, se li toccavano scherzosamente, e li mostravano, mentre raccontavano avventure pazzesche con ragazze mitiche.
Non potevo fare a meno di guardarmi il mio, piccolo, e insignificante, cercavo di rimanere nudo i meno possibile, mi vergognavo, ma la mia mente era sempre concentrata sui loro cazzi.
Col passare dei mesi, mi capitava di guardare i maschi che incontravo, e osservavo il rigonfiamento che spuntava dai loro pantaloni, capivo, che non ero interessato alle donne, e a casa ne avevo due, mamma e mia sorella, e non è che non capitasse di vederle nude, ma l'unica cosa di loro che mi attraeva, erano la loro biancheria.
Calze slip reggiseni, reggicalze, scarpe e non per ultimi, i vestiti e i trucchi, e fù così, che passai dal sognare, a provare, si mi impadronii, di nascosto di un paio di collant di mia sorella, e li indossai, e per la prima volta sentii uno stimolo pazzesco trà le gambe, e l'erezione che ne conseguì, sfociò, in una sega pazzesca con schizzo megagalattico, compresi solo allora chi ero e che cosa volevo, essere donna.
Col passare delle settimane, il mio guardaroba femminile crebbe, a discapito di quello di mamma e di mia sorella.
Il massimo, lo raggiunsi un pomeriggio a casa di Marco, un mio compagno di scuola, ero d lui per studio, una ricerca voluta a coppie dal professore, e durante il pomeriggio, Marco, spudoratamente mi propose di farci una sega.
Ero imbarazzato, ma volevo vedere il suo cazzo, lo sbirciavo in palestra, era tosto e bello, e così, rimanemmo nudi, e iniziammo a toccarci, poi mi propose di toccarlo, ero rosso come un pomodoro, dai Paolo, lo sò che ti piace, me lo guardi sempre in palestra, non riuscivo a dire una parolo, ma lo afferrai, e iniziai a segarlo.
Marco chiuse gliocchi, sei bravo, dai continua, e poco dopo, mi chiese di succhiarlo, non aspettavo altro, me lo infilai in bocca e come un automa lo succhiai.
Mi venne in bocca poco dopo, ansimando, mi colse impreparato, e ne inghiottii una buona parte, ne fù contento, ma brava, mi disse lo fai con l'ingoio, ma brava Paoletta, fui felice dell'appellativo femminile.
Ripetemmo giornalmente i nostri incontri sessuali, con un crescendo pazzesco, iniziai a indossare cose della madre, a truccarmi, e poi circa un mese dopo, fù inevitabile che perdessi la mia verginità.
Fù doloroso, ma stupendo, meglio però, le successive scopate, in breve, lo prendevo senza problemi, mi aveva sverginato, ero la sua donna.
La nostra relazione durava ormai da circa un anno, e io ero diventata bravissima in tutto, dai pompini alla scopata, obbidivo ad ogni suo volere, e forse fù la troppa sicurezza a farci scoprire.
Successe a casa mia, non doveva esserci nessuno fino a sera, e così, mi truccai per bene, indossai reggicalze, calze, slip, un paio di scarpe col tacco, regalatemi da Marco, un paio di decoltè, classiche, nere, ma calzarle, era sublime, ero una bellissima ragazza, capelli lunghi biondi, corpo magro e agrazziato, ero pronta.
Dopo un pompino da urlo, mi metto a pecora, posa che Marco preferisce, mi afferra per i fianchi, e inizia a scoparmi, il mio cazzo duro, viene sballottato sotto i colpi martellanti del mio amore, io, dal canto mio, lo incito a spingere sempre più a fondo, sentirlo sbattere contro il mio intestino mi manda ai pazzi, e lui spinge, godo, manca poco a venire, le prime gocce escono dal mio cazzo, quando con la coda dell'occhio vedo una figura appoggiata allo stipite della porta, mi giro, e guardo meglio, era mia madre, appoggiata con le braccia conserte, a sostenere il suo fantastico seno, visibile in unìabbondante decoltè, scorgo le sue gambe inguainate dal nailon, e scorgo i suoi immancabili tacchi.
Non mi spavento, anzi, mi giro, e incito ancor di più Marco, a venirmi dentro, e lo stà per fare, stà partendo il primo getto, quello potente, quando si accorge di mia madre, estrae il suo cazzo, e cerca di coprirsi, e lì parte il primo di una serie di getti, che colpisce mamma sul seno, e il secondo sul ventre, e il resto per il letto.
Marco terrorizzato, si veste in un lampo, trà scuse e frasi inconprensibili, mentre io mi siedo, e osservo il mio cazzo liberarsi dallo sperma.
Mamma appena Marco si dilegua, si avvicina, lo immaginavo, ma non volevo crederci, da quanto sei cosi', donna intendi, rispondo, lei sorride, ok diciamo donna, da più di un anno rispondo, e ora aggiungo?, lei mi accarezza, e ora ne parliamotesoro.
Passammo ore, a parlarne, e per più giorni, accettai di incontare uno psicologo, e alla fine disse a mia madre che ero così, dicamo, disse, femmina, e che avrebbero dovuto accettarlo.
Mamma lo fece, come lo fece mia sorella, in poche settimane, mi rifecero il guardaroba, mi aiutarono con la parruchhiera e l'estetista, mi cambiarono scuola, andai in un istituto privato, dove non fere molte domande, e potei iniziare la mia nuova vita.
Eravamo trè donne per casa, si respirava femmina tutto il giorno, la nudità, divenne prassi, così, potei portarmi a casa i ragazzi che incontravo.
Poi incontrai il mio odierno marito, Luca, un uomo interessante dieci anni più di mè, con un cazzo pazzesco, e devo dire, che fù complicato avere i primi rapporti sessuali, ma con calma e amore ci riuscimmo, ora sono la Signora Fabbri, anche se tutti sanno che cosa sono, ma mi hanno accettata tutti per la persona che sono, e ne sono felice.
Sono fedele a mio marito, anche se non mi mancano le possibilità di tradirlo, e lui lo sà, mi conosce, conosce le mie voglie, cos', una volta al mese andiamo in un club privè, adatto alla mia natura, dove, mi lascia scopare con chi voglio, e lì faccio il pieno di sperma, in ogni dove, sono conosciuta come la Signora.
Amo Luca, lo adoro, e lo rispetto e lo ringrazio per tutto, amore, quando mi leggerai, sappi che sei la mia vita.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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